Buona
domenica, lettori! Come state? Anche oggi, ho avuto modo di ritagliarmi un po'
di tempo per parlarvi della mia ultimissima lettura: Chi è Mara Dyer di
Michelle Hodkin. Un romanzo che avevo già letto qualche anno fa, in cui
resistere al suo richiamo è stato davvero impossibile. Non ricordo di preciso
quando è stata l'ultima volta in cui decisi di buttarmi a capofitto in una
storia come questa, senza dare grande importanza alle "conseguenze".
Il mio cuore però, anche se incauto e ingenuo, non dimenticherà mai quando,
ancora diciassettenne, ottenne quello per cui tanto avevo confidato, sognato.
Fornendogli efficaci mezzi di evasione, picchi che sono durati attimi o secondi.
Presentato
come il miglior thriller a sfondo psicologico degli ultimi tempi, che ammicca
all'horror di Christopher Pike e Stephen King, Chi è Mara Dyer incanta,
distrugge, emoziona. Un brivido intenso che è uno sfarfallio di sensazioni
altalenanti. Un'esperienza unica nel suo genere, che vi invito caldamente di compiere.
Titolo: Chi è Mara
Dyer
Autore: Michelle
Hodkin
Casa editrice: Mondadori
(collana Chrysalide )
N° di pagine: 430
Prezzo: 16 €
Trama: Era solo un gioco. Eppure Mara non voleva
partecipare alla seduta spiritica con le sue amiche Rachel e Claire. Sei mesi
dopo, Mara si risveglia dal coma in una stanza di ospedale. E le sue amiche
sono morte. Cos'è successo quella notte al manicomio abbandonato? Perché Mara è
l'unica sopravvissuta? Orribili allucinazioni iniziano a perseguitarla e un
dubbio si insinua nella sua mente: e se fosse stata lei a causare quelle morti,
come aveva predetto la seduta spiritica? L'incontro con il turbolento, bellissimo
Noah potrebbe essere la sua salvezza o la sua definitiva condanna. Perché anche
Noah ha un segreto, legato al grande mistero che la tormenta: chi è Mara Dyer?
La
recensione:
...Allora pensai che dovevo
lasciarlo, per proteggerlo. Pensai di dover lasciare tutti coloro che amavo. Ma
Noah non me lo permise e io gli e ne fui grata, perché vederlo andare via mi
avrebbe spezzato il cuore. Lo volevo vicino, il più vicino possibile. Non ero
in condizioni di pensare lucidamente. Non ero in condizione di pensare e
basta..
Scrivere. Una febbrile
tortura in versi. Un desiderio di una giovane donna macchiata da granelli di
entità sconosciute diventato una passione, un modo per vivere ed affacciarsi
alla vita. Gratificante, purificante, completo. Sempre lo stesso, eppure sempre
diverso: prepararsi a compiere un viaggio, prendere nota, trascrivere. Ma qual
è il senso di tutto questo? Qual è la vera ragione che, ogniqualvolta mi perdo
fra i meandri oscuri di una storia, m'induce a porre nero su bianco le mie
nitide impressioni al riguardo? Sinceramente, sino a qualche anno fa, non mi
sono mai soffermata a chiedermelo.
Qualche anno fa,
durante una tediosa lezione di chimica, rannicchiata sul mio personale banco,
zeppo di scarabocchi e ghirigori, fui come folgorata. Un barlume di speranza mi
aveva destato da uno strano torpore e, dopo la lettura di un brevissimo
trafiletto di giornale dedicato allo scrittore contemporaneo più amato degli
ultimi tempi, mi innamorai della scrittura mediante una sfida che feci con me
stessa. Una sorta di compromesso tra il mio animo di lettrice accanita e i
libri che, alla fine dell'anno, avrebbe decretato il numero complessivo di
letture che avrei compiuto in 365 giorni.
Adesso era tutto
chiaro. La ragione di tutti questi continui viaggi, di quell'andare
continuamente fuori in cerca di qualcosa che mettesse a posto un frammento
della mia anima era semplice: io avevo troppo dentro di me. Ero piena. Mi
sentivo soffocare, ed ero pronta a svuotarmi come una spugna. Colma d'acqua, la
stritoli nel secchio e diventa nuovamente morbida e leggera. Non avessi mai
letto non avrei mai avuto niente da dire, da confidare; niente su cui
riflettere o da cui trarre beneficio.
Scrivere mi esalta, mi
appassiona, mi dà da pensare, mi aiuta a crescere. Scrivere qualcosa di nuovo,
parlare di personaggi che in un centinaio di pagine divengono manichini di
carta, innamorarsi di una storia che ancora non ho avuto la fortuna di vivere è
ogni volta una fiammata, un innamoramento; mi riempie di emozioni. Penso che
abbia a che fare con qualcosa di intenso, che colpisce dritto al petto. Come un
eco lontano che proviene dal nostro cuore. Ricordo, come fosse ieri, la prima
volta in cui mi sedetti alla scrivania, e cominciai a scrivere. Anni dopo
stesure mediocri di temi scarni e semplici, gli innumerevoli errori e blocchi
creativi. La conoscenza di una delle mie muse ispiratrici, e tutto ciò che ne
conseguì. Ogni volta emozioni che ne esplicarono questa scoperta.
E adesso, all'età di
ventitre anni, è mutato qualcosa? Assolutamente no! In questo la durata di
tempi a dir poco limitati non mi hanno <<mutato >>. Anzi, mi spinge
a continuare. A riprendere ciò che era stato lasciato in sospeso. Prima vado alla
ricerca di un'avventura, poi come dal nulla formulo un 'idea che dia soluzione
a qualcosa che era stato spostato.
E' così che ho sempre
fatto. E con la storia di Mara, così ambigua, inquietante, misteriosa, accadde
esattamente questo: ha tracciato un sentiero su un mondo, in un altro posto o
un altro tempo, in cui c'era la chiave che ha aperto la porta di tutti i miei
segreti. Ricordi preziosi, incastonati in piccoli pezzi di cristallo. Si
trattava solo di ripescarli, nascosti magari in qualche piccola cavità, sepolta
in qualche abisso profondo.
Pian piano, volgendo
le spalle a tutto, ho così ripreso il cammino. Ho visto due ragazzi, Noah e
Mara, che, prima di conoscersi, pensavano di condurre la vita di un qualsiasi
normale adolescente. Li ho sorpresi in un incontro che li avrebbe condannati, o
salvati. Li ho osservati muoversi in un teatrino zeppo di fantocci, che
tuttavia non hanno una loro importanza. Restano sullo sfondo. Entrambi vittime
di un gioco perverso, sopravvissuti dinanzi a quelle avversità che volevano
contrastare il loro candido amore.
Dopotutto, vivere la
loro gioventù come due normali adolescenti sembra un ardua impresa. Scovare la
propria identità, riesumando dal passato cose che sapeva di aver dimenticato,
costringendola a dubitare sulle sue azioni, ancor di più. Ma il passato è
passato, non si può più tornare indietro. E' vero: i sensi di colpa potrebbero
dilaniare la nostra anima. Ridurla in minuscoli pezzettini. Ma, talvolta,
bisogna saper pur trovare il coraggio di andare avanti. Voltare le spalle a un
dolore, che mai avremmo immaginato di superare o calpestare così in fretta.
Pieno di esoterismo,
nozioni di enoteismo, romantico, travolgente, Chi è Mara Dyer è un romanzo che ha un carattere decisamente suo.
Costellato da incisivi e sempre più intensi flashback, è una storia che solleva
un polverone di domande. Ed, gettando sul romanzo un'inquietante aura di
mistero, da cui il lettore confida di potersi salvaguardare al più presto, è
una promessa a un idea. Una storia imperdibile e originale, che coinvolge in un
disegno ambiguo, sfuggente e imprevedibile come questo.
Valutazione d'inchiostro: 5
Possiedo questo libro da tanto, ma non ne avevo sentito parlare troppo bene...quasi quasi ci provo a leggerlo! Se ti va passa dal blog dove troverai il secondo post dedicato alla rubrica ideata da mio figlio, Vecchio Amico, così potrai scegliere il titolo dell'e-book che vincerai se commenterai per prima la recensione di La luce nelle case degli altri ;-)
RispondiEliminaSe hai l'occasione, leggilo, Cuore! :) E' davvero molto bello :)
EliminaGrazie mille :) Passo subito :)