Titolo: Dannazione
Autore: Chuck Palahniuk
Casa editrice: Mondadori
N° di pagine: 230
Trama: Madison - la
protagonista di queste pagine - ha tredici anni ed è una ragazzina come tante.
Bé, insomma, più o meno … Figlia di una star del cinema parecchio narcisista e
di un miliardario, viene, tra le altre cose, dimenticata per le vacanze di Natale
nel suo collegio di iperlusso in Svizzera dai genitori, in giro per il mondo a
caccia di orfani da adottare davanti ai media. Durante una notte degli Oscar,
Madison riesce nella non facile impresa di morire per una overdose di
marijuana, e all'improvviso si trova in una situazione assolutamente diversa da
quella della maggioranza delle sue coetanee. Per dirla tutta, Madison non solo
scopre di essere morta ma per giunta di essere finita all'Inferno, con la
esaltante prospettiva di dover trascorrere un bel po' di tempo ( a occhio e
croce l'eternità ) tra le fiamme e quei tormenti che lo hanno reso tristemente
famoso. Insomma, è innegabile che sia difficile pensare positivo, ma Madison è
una ragazza pratica e cerca da subito di rendere meno terribili le sue
prospettive: prima di tutto deve farsi degli amici, poi deve scoprire come
funzionano le cose all'Inferno. Infine ( e questo è un obiettivo mica da ridere
), deve cercare di farselo piacere. In poco tempo diventa amica di un gruppetto
di coetanei: una cheerleader, un secchione, un punkrocker e un giocatore di
football con cui attraverserà il Deserto di forfora e valicherà Colline di
unghie tagliate, per arrivare alla città fortificata dove vive Satana …
La recensione:
Essere morti è la quintessenza del concetto
di "viaggiare leggeri". Essere morti - morti vuol dire non stop,
ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette … per sempre.
Ora che non c'era più Madison, mi convinsi
che il mio giudizio nei riguardi di questo autore doveva cambiare assolutamente.
Bisognava fare qualcosa per colmare questa mia lacuna letteraria; ho
ventiquattro anni, una grandissima sete di conoscenza, non ho ne la voglia ne
il desiderio di abbandonarlo a se stesso. Chuck Palahniuk non poteva fare a
meno della mia figura femminile. Non era forse il caso che mi presentassi? Ma
chiunque avrebbe accolto una lettrice così assetata di storie, escluso qualche
eccezione, così fu lui a decidere per me.
E mi colse del tutto impreparata.
Palahniuk aveva estrapolato un idea dal nulla dopo aver meditato per ore e ore,
maturando un "processo" che gli abbia permesso di metterla in
pratica. Come? Distaccandosi dal mondo, mettendo a tacere i desideri dei sensi,
i bisogni del corpo, argomentando su qualcosa che io non avevo ancora visto.
Innumerevoli letture compiute negli anni mi hanno fatto prendere consapevolezza
che ognuno di noi ha qualcosa che custodisce gelosamente, e che poi una
situazione drammatica o un brusco evento ci induce a fare quel che si era
prefissato di fare finendo così di cadere nel nuovo o nel vecchio, condizionati
da un certo modo di agire.
Impotente, passiva, fra me e Palahniuk ci
ha accomunati la curiosità, l'arte di conoscere l'ignoto, ciascuno con un misto
di emozioni tutte sue. Eppure con la storia di Madison mi sono sentita
combattuta. Ho provato un'istintiva diffidenza nei riguardi della sue vicende
che ha lentamente ha invaso il mio universo personale, una diffidenza solita
unita al timore d'imbattermi in un gigantesco fallimento, perché di Palahniuk
avevo letto diversi pareri discordanti ed ero perfettamente consapevole dei
miei limiti. Ma nutrivo anche qualche speranza. Speravo che il mio nuovo amico
di carta inculcasse nella mia mente un seme che col tempo possa crescere e
ripristinasse una sorta di fiducia che col tempo potrebbe intensificarsi. Anzi
era tale il mio desiderio di conoscerlo che, in previsione di leggere Dannazione, presi i miei dubbi
e le mie perplessità e li nascosi in un cassetto. Inutile dire che feci bene.
I miei sentimenti al riguardo erano un po'
discordanti, o meglio, erano totalmente ostili. Non mi lasciavo coinvolgere
dagli elogi, dagli omaggi dei lettori sulla vastità di emozioni che le sue
storie sortiscono così bene e con un certo riserbo la mia anima rifiutava di
incoraggiare l'entusiasmo pronto a mettere radici nel cuore di chiunque. Un
nuovo arrivato significava un paio d'occhio e un anima del tutto sconosciuta in
un portale segreto in cui mi basta varcarne la soglia per contemplarne le
meraviglie. Io, abituata a un certo tipo di delusioni, presagivo negatività.
Finché sono rimasta rintanata nella mia
camera a chilometri di distanza da un piccolo paesino dell'America in cui si
svolse la scenografia di questo film, interessante e per molti versi crudele e
sanguinoso, ho vissuto praticamente in compagnia di una ragazza spigliata,
matura, vivace che aspira alla libertà. Osservatrice attenta da una cella buia
e nera come l'anticamera della morte, dove si affollano anime la cui vita è
segnata da terribili esperienze, avida di un qualcosa che ha a che fare col
male assoluto. E così, come Madison, nel momento in cui mi distaccai da questo
mondo, il mio corpo si distaccò da una dimensione da cui spesso desidero
evadere, finendo presa alla sprovvista da un entità terribile e spaventosa, lasciandomi
tentare da un forte desiderio di sopravvivenza. In un brulicare continuo, in
una morbida massa di sabbie mobili in cui la speranza è un brutto, bruttissimo
vizio, come fumare o mangiarsi le unghie.
La speranza è una cosa davvero tosta e
radicata, a cui bisogna assolutamente rinunciare. Una dipendenza da
sconfiggere.
Se Palahniuk mi avesse sin dal principio
mostrato il lato spaventoso e brutale di questa storia, allora Dannazione penso mi sarebbe parso davvero
terrificante. Tutto sommato, come non mi sarei mai immaginata. Vivendo,
respirando con Madison, sopravvivendo in un luogo in cui non c'è tempo per
l'amore e nemmeno per l'odio, in cui alla fine resta soltanto una melodia,
quella della paura - così brusca e scolpita nell'anima - mi sarei risparmiata
inutili delucidazioni profonde e tutto quel che ne seguì. Forse questo mi
avrebbe aiutato?
Se la Terra ci sembra un Inferno è
soltanto perché siamo convinti che debba essere un Paradiso. La Terra è la
Terra. I morti sono morti.
Ma quello che ho visto l'ho vissuto e
stasera, adesso che sono seduta alla scrivania a scrivere l'ennesima
recensione, digitando parole che non credevo nemmeno mi appartenessero, ho
rivissuto ogni cosa: adolescenti pieni di energie, pronti ad abbracciare una
vita nuova; un mostro terribile il cui solo nome è un brivido che percorre la
schiena.
Io e Madison abbiamo percorso una strada
che una volta imboccata non si potrà più far ritorno, il cui legame è sfociato
in stimoli o affetti repressi, cose che sapevo e che ignoravo impunemente, in
un eterna penombra sottolineata dal tremante bagliore arancione delle fiamme,
dal fluttuare di nuvole di vapore bianche e nuvole di fumo nero.
Una cornice affascinante, a tratti
suggestiva che risalta la condizione di "penitente" della protagonista.
Un chicco di caffè in un mare di latte. Nonostante il tema e il target a cui è
indirizzato, leggere Dannazione è stato davvero eccitante. Vivendo
questa storia come se stessi assistendo all'ennesimo film spaventoso che, con
una cadenza rapida e scrupolosa, mi ha catapultata fra le braccia gelide di una
storia che mi ha permesso di scrollarmi addosso il peso della curiosità.
Se la Terra ci sembra un Inferno, o se
l'Inferno ci sembra un Inferno è soltanto perché siamo convinti che debba
essere un Paradiso. La Terra è la Terra. I morti sono morti.
Valutazione d'inchiostro: 3 e mezzo
Ciao Gresi,
RispondiEliminanon so se è proprio il libro adatto a me ma complimenti per le tue belle e approfondite recensioni.
Colgo l'occasione per augurarti Buona Pasqua!
Grazie, Susy! Auguroni anche a te :)
EliminaCiao Gresi, appena ho letto la trama del libro mi sono incuriosita. Non conosco questo autore, ma mi sembra che il suo stile sia molto particolare, così come le sue ambientazioni. Devo dire che mi hai lasciato addosso un senso di paura nei confronti di questa storia, ma nello stesso tempo tanta curiosità. Sono sicura che questo titolo mi ronzerà in testa finché non prenderò in mano il libro e lo leggerò. Ti farò sapere..
RispondiEliminaNel frattempo ti auguro una felice e serena Pasqua :-*
Auguroni anche a te!! :)
EliminaLa trama è senza dubbio intrigante e leggere la tua opinione mi ha incuriosita ancora di più, ma non ho mai letto questo autore e sono un po' spaventata dal suo stile.
RispondiEliminaBeh, per me é il primo romanzo che leggo di quest'autore. Ho sempre snobbato lui e le sue opere. Questa non mi ha particolarmente entusiasmato, ma penso in futuro qualcos'altro leggeró ;)
Elimina