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lunedì, maggio 29, 2017

Gocce d'inchiostro: Il colore del latte - Nell Leyshon

Le mie letture hanno cominciato a prendere un ritmo più concitato e frenetico: pagine e pagine di diario hanno volato nei cieli stellati di fine maggio, per qualche giorno di fierezza della sottoscritta e ora beffa volante del tempo.
Il colore del latte è stato un'altra di quelle letture che ha scandito il mio tempo fra le pagine bianche di un'autrice inglese che non conoscevo. In un filo d'oro che è stato intessuto nella trama di un tappeto non particolarmente bello ma affascinante. Da una sarta bravina che è entrata nell'ombra e svelato una certa luce.








Titolo: Il colore del latte
Autore: Nell Leyshon
Casa editrice: Corbaccio
Prezzo: 16, 60 €
N° di pagine:  171
Trama: E' la primavera del 1831 quando Mary incomincia a scrivere la sua storia. Scrive lentamente, ci vorranno quattro stagioni perché racconti tutto. Ma non importa: scrivere è diventato un bisogno primario per lei, come mangiare e dormire. Viene da una famiglia di contadini, ha quindici anni, ha una gamba più corta dell'altra e i capelli chiari come il latte. Conosce solo la fatica del lavoro nei campi, proprio come sua madre, suo padre e le sue sorelle. Conosce solo il linguaggio della violenza, che il padre le infligge se non lavora abbastanza. Ma ha un cervello lucido e una lingua tagliente. Un giorno il padre la allontana di casa perché il vicario vuole una ragazza che accudisca la moglie malata. Mary non vuole abbandonare l'unica vita che conosce, ma non ha scelta. E nella nuova casa imparerà a scrivere, e scrivere rende liberi anche se la libertà ha un prezzo…
La recensione:
L'eco di parole così lontane nel tempo svanì a poco a poco. Una fitta nebbia cominciò a diradarsi pian piano, nel momento in cui io decisi di inoltrarmi fra le erbacce e la sterpaglia frondosa di un vecchio villaggio nella lontana Inghilterra del XIX secolo. Sapevo che qualcuno avrebbe seguito questa mia avanzata lenta da quando avevo deciso di leggere di Mary e della sua stramba storia. Potevo sentirne la presenza e gli occhi che accarezzavano il mio profilo da lontano, in attesa. Quando arrivai non credevo possibile che il desiderio di leggere una storia che qualche anno fa avevo snobbato impunemente aveva appena danzato fra le pareti stracolme della mia libreria, solleticando la mia pelle, dipingendo figure di carta colorate nel vuoto. La passione per la letteratura ottocentesca mi ha indotto a fiondarmi fra le pagine di Il colore del latte, con la sua triste storia di miseria e povertà, purezza e disinganno, semplice ma toccante, capace di renderci prigionieri delle stesse pene inflitte alla povera Mary. Entità pronta a protrarsi, confinata nel suo spazio, senza però la possibilità di evolversi o tramutarsi.
Una ragazza dall'aspetto semplice e verginale mi guidò fra i meandri di un villaggio vecchio e sporco. Il suo aspetto conferiva un immagine opulenta, vaga nella quale ho chiesto tuttavia rifugio, in questi ultimi giorni di maggio. Cospirare di signore di una certa età e posizione, sotto la protezione di un padre austero e rigido, atti di generosità che hanno il gusto del peccato, sono stati alcuni degli elementi che hanno confermato la mia presenza e Mary, tentata di sentirsi partecipe, socievole e cordiale al mio cospetto, mi invitò a seguirla fra le pagine bianche di questa storia senza che io me ne accorgessi.
In silenzio, l'ho osservata e seguita come un ombra. Ho guardato il suo viso semplice e genuino. La sua figura slanciata ed esile. I suoi occhi a mandorla, che nel periodo della mia permanenza mi hanno vista muovermi. 
Il colore del latte, romanzo d'esordio di un autrice inglese il cui nome conoscevo solo per sentito dire, rientra in quella categoria di romanzi in cui al termine della lettura mi trovo in balia di sensazioni particolari. Incerta, sconcertata, in preda a sensazioni che non riesco nemmeno io a dar voce, saldamente convinta che esistono storie capaci di lasciarci davvero senza parole.
Non ho idea se tutto questo ha a che fare con la sofferenza che è stata inflitta a un cuore giovane e puro, qualche tempo fa, quella condizione di malessere che non ha alcun fondamento logico, dettata dagli incauti sussulti di un anima romantica. Eppure, quando sono soggetta a simili torture chiudo spontaneamente la porta della mia stanza sul mondo isolandomi con persone che profumano di carta e inchiostro. Indugiando con lo sguardo più del necessario, origliando cose che non avrei dovuto ascoltare, intrufolandomi come una ladra fra le scalcinate mura del loro cuore. Ho temporeggiato così tanto con Mary, che la sua figura mi ha bruciato nella mia testa come una fiamma vivida e bellissima. Respirando la sua essenza come una frescura dell'aria.
Mary, la giovane donna che ho avuto modo di conoscere fra queste pagine, con un leggero rumore ha aperto una porta che mi ha condotta in una realtà di cui io non ignoravo completamente l'esistenza ma non conoscevo così bene. Estranea ad aver compiuto gesti che si possono fiutare ancora nelle sue fragili mani, in cambio di un lavoro o, meglio, qualche gesto rassicurante.
Un racconto in cui il silenzio si prolunga per quasi tutto il romanzo, che appassiona e in parte sconcerta, inducendo a ricordi vaghi che assumono contorni incerti e colori poco nitidi. Affascinata ho letto di Mary e della sua triste storia, nonostante non possedesse niente di più affascinante a dispetto della mia, e, dopo averla salutata nell'ultimo paragrafo, nella mia stanza ho chiuso gli occhi e immaginato come mi sarei comportata io al suo posto.
Un romanzo asciutto ma appassionante, stimolante e incalzante che nonostante tutto mi ha trasmesso piacevoli sensazioni. Fra lugubre e sciatte stanze, memoria di una vita lontana priva di ambizioni e sfortunata come i protagonisti dickensiani.

Valutazione d'inchiostro: 3

6 commenti:

  1. Avevo adocchiato questo libro quando uscì qualche anno fa e rimasi affascinata dalla trama e dalla ambientazione. Leggendo la tua opinione si è risvegliata in me una certa curiosità e credo che lo farò rientrare in wish list.

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    1. Fammi sapere, allora ☺ come lettura non è niente male, ma non ti nascondo mi aspettavo un pó di più ☺

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  2. Non conoscevo questo libro, ma la trama, la copertina e persino il titolo mi hanno attratta inesorabilmente. E le tue parole non hanno fatto altro che aumentare la mia curiosità. Sicuramente ci farò un pensierino :)

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  3. Ciao Gresi!
    Ho il libro in lista ma moooolto tempo!
    Credo che il momento di leggerlo si stia proprio avvicinando!
    Come sempre le tue recensioni incantano! ;)

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