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venerdì, giugno 02, 2017

Due chiacchiere con l'autore: Barbara Poscolieri

Buon pomeriggio, amici! Come state? Come procedono le vostre letture? Il 2017 ha già lasciato un segno sulla sabbia del tempo, oppure ancora no? ;)
Come di consueto, quest'oggi, in una giornata particolarmente calma, due chiacchiere con un'autrice emergente davvero molto brava che, come uno spiraglio di luce, ha illuminato un intero mondo di tenebre e ombre; il contrasto perfetto fra bellezza e semplicità. Ritraendo un quadro semplice, ma raffinato che ho letto con passione, assieme alla mia anima romantica.
Augurandovi tante ed appassionanti letture, con la speranza che le emozioni scaturite dalle sue pagine possano toccare le corde più sensibili del vostro animo, la parola a Barbara che, mediante la mia voce e quella sua, vi trascinerà in un intero gioco di luci e ombre. In un'accozzaglia di immagini nitide e talvolta profonde che folgorano, con la prosa semplice, e fantastica dell'autrice.

1) Ciao, Barbara! E' davvero un onore averti qui, ancora una volta. Raccontaci un po' di te! Chi è Barbara, nella vita di tutti i giorni?
Ciao Gresi, è un piacere essere di nuovo qui. La domanda “chi sei” è sempre la più complicata e, come se non bastasse, viene sempre per prima! Cercherò di renderla facile. Nella vita di tutti i giorni è facile vedermi con la penna in mano: molto spesso la uso per lavoro e altrettanto spesso per piacere, ma non è difficile distinguere i due momenti, visto che nel primo caso ho un camicie addosso e sto scrivendo su una cartella clinica. Sono infatti una dottoressa, nello specifico un medico dello sport. Ma non pensare subito a ossa rotte o programmi di allenamento come quelli che hai letto in Crash! Io mi occupo di cuori: in poche parole, cerco di assicurarmi che quelli degli atleti siano sani e non corrano rischi a fare sport. In tutti gli altri casi, la penna mi serve per svago: scrivo romanzi, racconti, appunti, e diari di viaggio quando me ne vado in vacanza. Sì, viaggiare è l’altra mia grande passione, assieme alla lettura, alla scritture e, come avrete capito, allo sport.



2) Da dove nasce l'ispirazione? Qual è stato l'elemento scatenante che ti ha indotto a scrivere questa storia?

Se devo ricondurre tutto a un singolo evento non posso non scegliere l’incidente di Alex Zanardi del 2001, quello in cui il pilota italiano ha rischiato di morire e ha perso entrambe le gambe. Quell’episodio ha scosso un po’ tutti, appassionati di automobilismo e non, sia per la tragicità dell’evento in sé sia per come Zanardi ha reagito ad esso, tornando di nuovo in pista, continuando con la sua vita e la sua carriera, costruendosene addirittura un’altra nell’handbike. Un campione. Un esempio di forza e di coraggio. Impossibile non scriverne.

3) Ad esperienze di vita realmente accadute, ci sono alcuni episodi del romanzo la cui ispirazione sono state tratte da un classico?

No, nonostante mi piacciano molto i classici, non mi sono rifatta ad essi per trarre spunto per qualche scena. In generale, in questo libro mi sono affidata molto alla fantasia sia per quanto riguarda la trama sia per il contesto a partire dal campionato automobilistico del Grand Race, che ho totalmente inventato. Nonostante questo, alcuni elementi di realtà ci sono. Oltre all'incidente di Alessandro molto simile per dinamica e conseguenze a quello di Alex Zanardi, sono reali le ambientazioni: Roma, Londra, Parigi e anche il piccolo paesino di Trevignano Romano. Ecco per scrivere quella parte ho attinto molto più alla realtà: alcuni degli amici di Alessandro nascono direttamente da quel piccolo mondo di paese che conosco e che amo, e lo stesso vale per alcuni luoghi, come il ristorante, la piazza e il lungolago. In fondo è un mainstream, un po di realtà ci vuole.
4) Crash è anche un bell'affresco che parla di amicizie, amori, legami o affetti in cui la morale di ogni racconto è quello di guardarsi dentro per affrontare i colpi del destino. Quanto sono importanti per te questi sentimenti?

Sono fondamentali. Alessandro riesce ad affrontare la situazione proprio perché ha attorno una rete di affetti che lo sostiene e che gli dà la forza di andare avanti. Al contempo, lui ne dà a loro, un flusso costante di dare e ricevere che, a ben vedere, è quello che ci riempie la vita.

5) Come nasce Alessandro e come si è sviluppato nel corso del tempo?
Alessandro nasce in fretta. Prende la sua forma iniziale in un paio di settimane, ma non supera la ventina di pagine. Nasce come protagonista di un racconto, non di un romanzo, un personaggio tutto d’un pezzo, con una forza di volontà invidiabile e la certezza di riuscire. Attorno a lui già c’erano la sua ragazza Federica, i genitori, i compagni di scuderia e gli amici, ma non gli sono serviti a molto in quelle venti pagine di racconto. È rimasto così, incrollabile, per più di un anno. E per tutto quel tempo continuavo a dirmi che, no, per quanto sia forte, per quanto desideri farcela, non può non avere mai un cedimento. E così ho rimesso mano a quel racconto, complice anche il desiderio di partecipare al concorso Dunwich Life, con il quale la casa editrice Dunwich (che ho sempre letto e apprezzato) cercava il romanzo d’apertura per la sua nuova collana di narrativa. Un romanzo, non un racconto. Pian piano Alessandro è diventato più umano, ha mostrato anche il suo lato debole e le sue paure, attorno a lui gli altri personaggi hanno acquisito spessore e anche l’ambientazione è diventata più definita. Decisamente uno di quei casi in cui il protagonista si sviluppa assieme al libro, nel significato più stretto del termine.

6) La storia di Crash è arrivata come una folgorazione oppure è stata frutto di un lungo lavoro?
Come si può capire da quanto ho scritto finora, Crash è stato un percorso a tappe. Probabilmente il primo germoglio di idea è nato, se non proprio quando Zanardi ha avuto l’incidente, di certo quando è tornato in pista. Poi è rimasto lì, incolto e forse anche inconscio per anni, finché non è arrivato Alessandro Alari a prendersi il “ruolo” di Zanardi, della cui storia (reale e non certo di fantasia come in Crash) non mi sarei mai permessa di scrivere. Alla fine, grazie al concorso Dunwich Life, c’è stata l’occasione di ampliare quella storia che aveva ancora tanto altro da dire.

7) Se potessi scegliere un personaggio del romanzo su cui scrivere una storia a parte, su quale cadrebbe la tua scelta e perché?

Senza dubbio il piccolo Mattia! Lo vediamo in Crash appassionato di automobilismo e tifosissimo di Alessandro Alari, ma esiste un racconto spin-off intitolato “La strada del campione” in cui scopriamo che, ormai grande, ha trovato un’altra passione a cui dedicarsi. Curiosi? Il racconto è un regalo che la casa editrice e io abbiamo pensato di fare ai lettori: lo trovate come “bonus” nell’edizione cartacea di Crash oppure potete leggerlo in digitale iscrivendovi alla newsletter di Dunwich (http://dunwichedizioni.gr8.com) o ancora partecipando ad alcune delle iniziative di giugno sulla mia pagina autore su Facebook (https://www.facebook.com/barbaracantastorie).


8) Hai riscontrato qualche difficoltà a scrivere alcune scene? Se si, quali sono state?
Forse le parti più difficili da scrivere sono state quelle che riguardavano le visite mediche e la riabilitazione di Alessandro, soprattutto per gli aspetti più tecnici. Il rischio di scivolare nel “medichese” era alto e devo ringraziare la lettura preliminare dei miei betareaders e l’editing di Mauro Saracino che mi hanno impedito di trasformare interi capitoli di un romanzo in noiosissime relazioni mediche.

9) C'è un episodio che ti ha particolarmente colpito?
Più che un episodio un rapporto: quello tra Alessandro e Pablo, suo amico e compagno di scuderia ma anche colui che ha involontariamente causato l’incidente. L’affetto che c’è tra i due è evidente e di vecchia data (ed è un altro dei rapporti che vengono approfonditi ne “La strada del campione”) e forse proprio per questo Pablo non riesce a superare il senso di colpa. Ovviamente non è responsabile di quanto accaduto e Alessandro cerca di farglielo capire, eppure l’incidente mette a dura prova la loro amicizia, allontanandoli per buona parte del romanzo. È sempre una mezza tragedia quando una bella amicizia rischia di rompersi.

10) L'illustrazione della copertina ha un significato particolare?
L’illustrazione della copertina è opera della bravissima Carolina Fiandri, che, come giustamente ha fatto notare la casa editrice stessa, per una volta non ha avuto a che fare con scene cupe o terrificanti. Per me è stata una sorpresa che ho visto solo una volta ultimata e devo dire che è stata una sorpresa più che gradita: mi piace moltissimo! Sembra la locandina di un film! Non posso che ringraziare.

11) Quali sono i tuoi autori preferiti?
Adoro questa domanda! Ho cominciato a leggere con il fantasy e il primissimo autore a cui mi sono affezionata è stato Terry Brooks. Ancora oggi, pur non leggendo più i suoi libri con la voracità e l’esclusività di un tempo, continuo a collezionarli e ogni volta che mi reimmergo nelle sue avventure è un tuffo nel passato. Sempre in ambito fantasy non posso non nominare JRR Tolkien. Non c’è neanche bisogno di motivare: Tolkien è Tolkien. Crescendo ho ampliato i miei gusti letterari e ho incluso nella rosa dei miei autori preferiti Stephen King, Oriana Fallaci e Carmine Abate. Sì, lo so, sono tre nomi che fanno a cazzotti l’uno con l’altro, ma… cavolo, come scrivono!
12 ) C'è qualcosa che cerchi di ottenere dalla scrittura? E, se si, perché scrivi?
Non mi sono mai chiesta se cerco di ottenere qualcosa dalla scrittura. Scrivere è qualcosa che fa talmente parte di me che non so nemmeno come sarei se non lo facessi, è un’azione quotidiana e spontanea, come farsi il caffè al mattino. E non credo di voler ottenere qualcosa dal caffè, a parte il gusto di berlo.

13) Come ti senti quando scrivi?
Dipende da cosa scrivo, ma il più delle volte è solo piacere. Leggo spesso di persone che affrontano i propri demoni scrivendo e non posso certo negare di averlo fatto anch’io un tempo, ma quel tempo è passato: per la mia esperienza, inizi davvero a divertirti quando la smetti di scrivere di te e pensi solo raccontare una storia.

14) Della pila di libri che hai sul comodino, ce n'è uno che stai apprezzando particolarmente?

Cronache marziane di Bradbury. L’ho iniziato da poco, ma mi ha presa subito, forse anche più di Fahrenheit 451. Adesso non vedo l’ora di finirlo e non vorrei che finisse nello stesso momento!
15) C'è un romanzo che ti sarebbe piaciuto scrivere e che invece è stato qualcun altro a scrivere?
22/11/63 di Stephen King. Ho adorato tutto di quel libro: l’idea, la trama, i personaggi, l’ambientazione, la resa, il finale. È sicuramente tra i migliori libri del Re e mi è molto affine come genere: inutile dire che non avrei mai saputo neanche solo avvicinarmi a quella perfezione.

16) Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Scriverai ancora?
Sì, certo. Al momento ho vari progetti in ballo: il prossimo romanzo in uscita sarà ancora un mainstream e si baserà ancora sulle tematiche del riscatto e della forza di volontà, ma stavolta avremo una protagonista femminile che si dovrà risollevare da una situazione di tutt’altro tipo rispetto a quella di Alessandro Alari in Crash. Inoltre, tornerò al mio primo amore: il genere fantastico. Entro questa estate dovrei finire di revisionare un romanzo fantasy scritto a due mani e nel frattempo ne sto scrivendo un altro a metà tra la fantascienza e l’ucronia per un progetto sui viaggi nel tempo promosso da Escrivere.com (se qualcuno fosse interessato, cercano autori: http://escrivere.com/90524/fantasy/annuncio-cerchiamo-autori-per-nuovo-progetto-editoriale). Le altre idee sono in fasi meno avanzate, ma ce ne sono almeno un altro paio: per fortuna non mancano mai!

17) Ad un lettore, ad una lettrice che non ha ancora letto il tuo romanzo, quale consiglio gli daresti per farlo?
Di non partire col pregiudizio che si tratti di un romanzo adatto solo agli appassionati di motori. Non è così. La storia ha come sfondo un campionato automobilistico e il protagonista è un pilota, certo, ma poi gli eventi narrati sono di vita quotidiana e possono coinvolgere chiunque. Sarebbe come pensare che Titanic possa piacere solo a chi ama le crociere!

Grazie, Barbara, per questa bellissima chiacchierata!
Grazie a te per l’invito!

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