Quando decisi di leggere il quinto capitolo della saga fantasy più
amata negli ultimi tempi, verificai attentamente se quella di Harry era la
storia che avrei voluto custodire per qualche tempo.
Come un uccello d'inverno, ho
planato fra le vecchie e polverose mura di un castello fatiscente, beandomi
completamente della magia che trasudavano le sue pagine. Leggere il quinto
capitolo di questa saga mi ha trasmesso la sensazione di essere stata buttata
giù dalla Torre di Astronomia, e di precipitare negli abissi infernali. La vita
del giovane Harry pendeva letteralmente sul filo di un rasoio e, sebbene
costellato da una vastità di sensazioni che alla fine convergono tutte in
un'unica cosa, nel dolore, ho avuto come la sensazione che la mia struttura
corporea fosse stata smantellata, fatta a pezzi. In cui persino la morte è
davvero devastante.
Titolo: Harry Potter e l'ordine della
fenice
Autore: J K Rowling
Casa editrice: Salani
Prezzo: 24 €
N° di pagine: 807
Trama: Il quarto volume delle avventure di
Harry Potter ci ha lasciato col fiato sospeso: Lord Voldemort è tornato. Che
cosa succederà ora che l'Oscuro Signore è di nuovo in pieno possesso dei suoi
terrificanti poteri? Quanta morte e distruzione seminerà nel tentativo di
riprendere il dominio del mondo? Sono le stesse domande che si pone Harry
Potter, disperatamente segregato - come tutte le estati - nella casa dei suoi
zii Babbani, lontano dal mondo magico che gli appartiene. Ma qualcosa è cambiato
anche in lui. Ormai quindicenne, lo ritroviamo divorato dalla frustrazione,
dalla rabbia e dall'ansia di ribellione tipiche della sua età.
La recensione:
Freddo. Un freddo che morde la pelle, taglia la carne e trapana le ossa. Un
freddo umido che attanaglia i muscoli e brucia le viscere. Freddo. Sin dal
primo istante in cui metto piede a Grimmauld Place è questo quello a cui riesco
a pensare.
L'oscurità è avvolta da un banco di foschia. Piccole nuvolette di fumo si
librano nel cielo come fiati di vapore. Sono gli aliti di luce smorta che
aderiscono alle ombre di due adolescenti come un polvere brillante e fa
trapelare i confini dello spazio in cui si trovano. Le mie pupille riescono a
dilatarsi e ad intravedere un vicolo buio lungo e stretto. Tutt'attorno
un'umidità e un freddo pungente che artiglia sin dentro le ossa, rilucendo nella
penombra come se un pianto oscuro vi si scivolasse sopra. Di fronte a me un
lampione proietta il suo riflesso pallido e, più in avanti, i volti di due
ragazzi a me molto famigliari.
Harry e Dudley. Due macchie nerastre da cui pendono brandelli di pelle e di
carne.
Vorrei aiutarli, comprendere le loro intenzioni, ma ho la voce rotta e
riesco soltanto ad articolare un gemito vuoto. So perfettamente che quel freddo
penetrante e pungente, quella repentina mancanza di felicità che si sono
impossessati di me è quella provocata da due creature maligne e mai viste
prima: i Dissennatori.
Nei giorni che hanno scandito l'inizio di un estate diversa ma vivida, ho
sognato di viaggiare a bordo di un treno sul quale ero l'unica passeggera. La
locomotiva cavalcava furiosa su un paesaggio rurale spoglio e incolto verso un
labirintico castello, torri affilate e un groviglio di ponti e tetti in una
cospirazione di moltitudini segreti e complotti impossibili sotto un cielo
sanguinolento. Poco prima di penetrare in un tunnel che sembra non avere fine,
varcando inconsapevolmente la soglia dell'Inferno, in un aura di luce cremisi.
Il liquido grigiastro ed evanescente di una consunta e dorata bacchetta,
l'oscurità, l'incessante lotta fra Bene e Male, una creatura demoniaca e famelica
che gode a mietere vittime sono sempre stati qui, ma da quand'è che ho deciso
di rileggere il quinto capitolo della saga ho prestato molta più attenzione.
Ogni cosa acquisisce una certa importanza. Un gioco di luci e ombre si abbatte
sulla cittadella della mia coscienza. Come non avrei mai potuto immaginare.
Perfino al buio mi sono accorta che masse di carne instabili, macchi scure che
fanno parte di un paesaggio meraviglioso e suggestivo hanno suppurato quello
che mi è parso il mio permesso di soggiorno.
Il dolore lancinante di una cicatrice mi ha aiutato a capire molto di più.
Le immagini di quanto ho visto iniziano a disegnarsi nei miei pensieri.
Ricordo l'istante in cui misi piede a Grimmauld Place, il cui profilo si
formava in lontananza nel crepuscolo. L'ho osservata stagliarsi come il grande
scenario di uno spettacolo da fiera attraverso il parabrezza di un auto e
ricordo quanto mi piacque questo posto la prima volta che ci misi piede. A poco
a poco la trama di questo voluminoso volume si districava ai miei piedi un
tappeto di tenebre che si è fuso con la magia. Lì, immersa fra le aule, la
sagoma della mia anima. Ogni cosa adesso avrebbe acquisito un senso.
Il marchio che ha lasciato nel suo figlio di carta è ancora qui impresso
nel mio cuore. Qualcosa mi ha indotta a non poter ignorare il brusio sommesso
di un ragazzo solo e sofferto, che ha cercato nell'amore la sicurezza che ha
inseguito per tanti anni invano, fra le pareti di una casa completamente
estranea ai suoi occhi, in un'avventura avvincente e mozzafiato che non avrà
mai fine, quando scopri che è venuto al mondo per essere maltrattato come un
animale in gabbia. Lord Voldemort si aggira nell'oscurità del suo animo, come
uno spettro maligno impossibile da cacciare, catapultandoci in una dimensione
dove ogni cosa è ammantata dallo sconforto, da atti o gesti intrisi di
drammaticità che sedimentano nell'animo.
In questa manciata di giorni, ho scoperto e interpretato per l'ennesima
volta la magia che è racchiusa in queste pagine. Confidandomi nel mio piccolo
spazio personale, ritrovandomi nella forza di un sentimento non del tutto
sconosciuto, svuotando la mente, facendo i libri e la letteratura artifici
ordinari la cui funzione è quella di produrre pezzi di vita, vita tuttavia
irreali o ritoccate.
Una battaglia cruenta e sanguinosa che avrà appena inizio, morti
inaspettate e improvvise, piccoli dettagli che si stanziano in un mare di
solitudine. Ma che travolgono con la sua forza anomala, spogliandoci e
lasciandoci guardare completamente inebetiti. Neutralizzandoci, non potendo
fare nulla affinché Harry possa essere finalmente capire.
Una storia che nonostante sia terminata da un bel pezzo non ha smesso ne
penso smetterà mai di esistere. Perpetuerà a lungo nella memoria degli uomini,
in un improvviso sussulto di stupore e rabbia. Trascina in un tappeto di
tenebre e picchia sul metallo gelido di un cuore freddo e malvagio la cui
identità lacera la pelle di chiunque. Briciola del delirio e del dolore di una
creatura un tempo fatta di carne e ossa che lo hanno mangiato vivo.
Valutazione d'inchiostro: 4
Il quinto volume della saga é quello che meno ho apprezzato in assoluto (lo stesso vale per il corrispondente film). É stato il vero punto di svolta dell'intera serie dopo l'accenno dark sul finale del quarto, é stato un passaggio inevitabile - forse - verso l'età adulta dei diversi personaggi, non più semplici ragazzini con lo stupore negli occhi inconsapevoli dell'immenso potere della magia. É mancato, però, qualcosa che non saprei definire. Un vero colpo al cuore soprattutto la conclusione che, a distanza di anni, ancora mi sembra fin troppo confusa :(
RispondiEliminaSono d'accordo! E infatti a questo ho assegnato un punto in meno rispetto al sesto ☺
Eliminapur amando di più il quarto volume, il quinto l'ho trovato davvero bello e tragico insieme...di qui si inizia la discesa verso la parte più cupa e adulta della saga ^^
RispondiEliminaSono d'accordo! È una saga che non si dimentica ☺
EliminaCiao Gresi, ho letto solo i primi due romanzi di Harry Potter, ma piano piano arriverò alla fine ;-)
RispondiEliminaP.s. ti ho nominata qui https://langolodiariel.blogspot.it/2017/07/liebster-award.html
Attenderó pazientemente la tua opinione ☺☺
EliminaGrazie mille!! ☺☺
Ciao Gresi.
RispondiEliminaFai benissimo a proseguire questa saga io sono del parere che più si avanti coi libri più la saga diventa bella, io l'adoro
Anche a me è piaciuta davvero molto ☺☺
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