Le storie bucoliche, realistiche, intime e profonde eseguono con
cura una certa importanza, e non c'è stato caso in cui una storia di questo calibro
abbia deluso le mie aspettative, inducendomi ad abbandonare la rotta a metà strada
o abbia sciupato un occasione che alla fine non si è rivelata esattamente così.
Sono racconti che raggruppano un frammento di anima, svegli, non propriamente allegre,
ma che sedimentano nell'animo uno stato di dolce malinconica rassegnazione.
La storia di Faggiani non aveva nessuna soggezione in presenza di
lettori di qualunque sesso, razza o età. Io stessa riconosco il suo potere,
esercitato su gran parte di individui, e pare che non conosca neanche i
concetti di <<superiore >> e <<inferiore>>.
Presso le montagne in cui si snodano le vicende di Leonardo
Guerrini tuttavia non si è rispettato quel tipo d'intimità di cui parlavo prima.
Non sono un critico letterario, ne una prolifica scrittrice di romanzi bucolici,
ma La manutenzione dei sensi non ha
rispettato i sensi conformi ai miei gusti letterari. Faggiani scrive che quella
narrata è una storia prettamente realistica e scrivere questo romanzo gli dà un
certo onore.
La mia anima di lettrice tuttavia è priva di quell'entusiasmo che ha
accumunato gran parte dei lettori, non tanto per come è stato scritto il romanzo
piuttosto per ciò che la sua lettura esortisce. E, a discapito di un forte
senso di empatia, dispiacere, in sostanza ho visto La manutenzione dei sensi come quel suono che arriva a un punto ma
non consolida nel senso più intimo e graffiante per la mia anima.
Titolo: La manutenzione dei sensi
Autore: Franco Faggiani
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 250
Trama: A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta: se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell'apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d'alta quota, nelle Alpi piemontesi. Sarà proprio nel silenzio della montagna, osservando le nuvole in cielo e portando al pascolo gli animali, che il ragazzo troverà se stesso e il padre una nuova serenità. A contatto con le cose semplici e le persone genuine, anche grazie all'amicizia con il burbero Augusto, un anziano montanaro di antica saggezza, padre e figlio si riscopriranno più vivi, coltivando con la forza le rispettive passioni e inclinazioni.
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 250
Trama: A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta: se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell'apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d'alta quota, nelle Alpi piemontesi. Sarà proprio nel silenzio della montagna, osservando le nuvole in cielo e portando al pascolo gli animali, che il ragazzo troverà se stesso e il padre una nuova serenità. A contatto con le cose semplici e le persone genuine, anche grazie all'amicizia con il burbero Augusto, un anziano montanaro di antica saggezza, padre e figlio si riscopriranno più vivi, coltivando con la forza le rispettive passioni e inclinazioni.
La recensione:
All'inizio il
flusso che ti culla e ti trasforma corre via liscio nel suo alveo, ma c'è
sempre un momento in cui incontra un ostacolo solido, sbatte e ti si rovescia
addosso.
Ascolto
spesso il mio istinto, quando decido di imbarcarmi in una nuova storia, specie
se di stampo italiano, dopo aver sorvolato celi di infinita bellezza. Per
quante volte posso affermare di come le mie supposizioni siano andate a buon
fine, io non mi sorpendo più! Sulla soglia dell'età adulta, la voce di qualche
autore prolifico o sconosciuto, la cui anima coincide perfettamente con la mia,
è sempre un esperienza straordinaria. Ma a mio parere il segreto consiste nel
saper ascoltare con la massima attenzione ciò che quel romanzo, quella storia
voglia trasmetterci. In effetti nei romanzi che leggo mi piace interpretare il
messaggio che essi trasmettono, il loro significato, ma, soprattutto, carpire
la loro anima, quasi sempre danneggiata e incompresa, inutile o insignificante,
che giunge in tempi piuttosto brevi. Ebbene si perché da quant'è che ho
maturato una certa inclinazione, un certo amore per quel genere di prosa
indiretta ma zeppa di miglioni di significati, pochi romanzi memorizzano il
loro essere nel mondo con devozione, e nella maggior parte dei casi sono accompagnati
da motivi dolci o intrisi di profondità e realismo.
Forse
esistono romanzi che sono stati scritti apposta per me, mi piace pensarla così.
Quasi fosse una dichiarazione ai libri e alla letteratura. Ma, secondo me, pur
quanto si vada a cercare, è impossibile trovare quasi sempre una storia che
coincida perfettamente con la tua anima. E' impossibile leggere qualcosa che si
preannuncia come memorabile, profondo, intimo, rassicurante, ma che suscita poi
visioni opposte a quelle dell'autore nella mente del lettore. Da lettrice
accanita e curiosa non riesco a ignorare questi paradigmi. E il romanzo di
Faggiani, disgraziatamente per me, ne è un esempio. La sua lettura infatti
avrebbe potuto avere quella forza particolare che possiede una certa bellezza,
e pur nella sua semplicità, avrebbe potuto essere straordinario per intensità e
potere evocativo. E per rendermene conto non ho avuto bisogno nient'altro che leggerlo
silenziosamente, confidando nell'aiuto di una buona svolta. Se mi fossi
limitata a una lettura meno approfondita, più distratta, certamente questi
aspetti mi sarebbero sfuggiti.
L'esecuzione
di Faggiani, su carta, a mio avviso, non è stata così splendida come enunciava
la quarta di copertina, o la bellissima cover con cui è descritto il romanzo.
Il suo farsi sentire, il suo canto proiettato nel mondo, pur quanto trasmetta
un messaggio molto bello, non emerge nella sua pienezza. Fa delle difficoltà
della vita, della "condizione" del piccolo Martino una difficoltà
estrema come se niente fosse. Ed io, ascoltatrice attenta, mi sono accorta di
questa sua << mancata >> attenzione.
La manutenzione dei sensi è incastonato
tra il canto, il grido di un uomo solo e incompreso che, dalla soglia morale
della sua individualità, si aggrappa al mondo e alla vita come ultima scialuppa
di salvataggio, e l'assolo del suo autore ti fa rattristare, indurre a moti di
dispiacere o compassione, che nasce come una dichiarazione di forza e poi si
trasforma in un intervento artificioso, che serpeggia silenzioso lungo una
bellissima baia, e infine si dissolve quasi inconsapevolmente nella monotonia e
nella quotidianità.. Ecco, un assolo letterario che avrebbe potuto avere una
sua voce, ma che alla fine non è stato all'altezza.
La
letteratura avrebbe potuto fungere da occasione per scalare letteralmente
quella montagna invisibile con cui descrivere gli infiniti regni del cuore
umano. Tuttavia, secondo la visione individuale dell'autore, le vicende di
Leonardo, del suo piccolo Martino e del suo amore incondizionato per la montagna
non sono legati da quell'invisibile filo rosso che lega certi romanzi. Come se
un disegno divino gli avesse indicato la strada, una cospirazione per condurla
da qualche altra parte, e Faggiani
non ci avesse dato peso.
Ma
quelle a cui mi aggrappo sono naturalmente osservazioni del tutto personali,
sebbene storie come quella di Faggiani da principio non mi hanno mai dato alla
testa.
Quella
di La manutenzione dei sensi è una
storia in cui inevitabilmente si entra a contatto con la natura, ma il
risultato è sufficiente - usando un eufemismo. Anche i dolori che accumulano
Leonardo e Martino dichiarano relazioni piuttosto fredde e distaccate,
esattamente come la montagna innevata che Leonardo ama scalare. E scevro
dunque di quelle attenzioni che solitamente dovrebbero essere riservate a
romanzi di questo calibro, è una storia che non si è gonfiata nemmeno
nell'eventualità della notizia di una malattia così brusca come quella del
morbo di Asperger. Perché ciò accadesse, Faggiani doveva spostare la propria
attenzione su tutt'altra rotta. Ma dato il tema proposto e il periodo che
viviamo oggi, è ovvio che romanzi di questo genere attirano l'attenzione. Per
me non è stato così. Ma, complice di un dolore condiviso, mi sono sorpresa ad
essere sollevata su una roccia da cui ho aspettato di vedere cosa sarebbe
emerso strisciando verso i raggi del sole. Ho assistito volontariamente,
sebbene con poco entusiasmo. Ma la sensazione che Faggiani entrasse nel mio
cerchio personale non l'ho potuta evitare.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Purtroppo non mi era piaciuto proprio lo scorso anno. Storia molto banale, con protagonisti sfacciatamente ricchi e fortunati.
RispondiEliminaGià. Purtroppo non è piaciuto molto nemmeno a me :(
Eliminaè stata una recensione approfondita😊
RispondiEliminasaluti😊
Grazie :) Saluti ;)
Eliminaqualcosa mi frena dal leggere questo libro, sarà anche per la mia situazione familiare
RispondiEliminaBeh, Chiara, qualunque sia la tua situazione spero otterrai ciò che più desideri. Più o meno Faggiani rincorre in questo romanzo il messaggio di scovare una via d'uscita, anche quando ci sembra non ce ne sia 😉
Elimina