Pages

giovedì, giugno 06, 2019

Gocce d'inchiostro: Ogni cosa è illuminata - Jonathan Safran Foer

Ho scivolato fra le acque torbide di questa storia come una gigantesca balena. Eppure Ogni cosa è illuminata non mi ha entusiasmato come speravo. Mi ha messo in testa idee che ho condiviso ma non ampiamente, non andandosene via nemmeno quando tutto si era svolto al termine. Poiché la parola scritta è qualcosa che strega, ammalia gli occhi, indice a realizzare ed estrapolare dal nulla trame e prose che forse non dimenticheremo mai.










Titolo: Ogni cosa è illuminata
Autore: Jonathan Safran Foer
Casa editrice: Guanda
Prezzo: 15, 50 €
N° di pagine: 335
Trama: Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente, che si chiama Jonathan Safran Foer, visita l’Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. Alex lavora per l’agenzia dei viaggi di famiglia, insieme a suo nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica fa l’autista, e in compagnia di una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr in onore del cantante preferito del nonno.
La recensione:

Scrivendo non ci ricordiamo le cose uno all’altro. Stiamo facendo una storia, vero?

Il lato estremamente affascinante di questa lettura resta intrappolato, ancora a distanza di qualche giorno, e ancorato all'anima dello stesso autore. Ogni cosa è illuminata si è presentato ai miei occhi come quell'eterna agonia che si riscontra talvolta lungo l'impervio cammino della vita, attingendo però ad un certo equilibrio in cui l'individuo si sorprende a scrutare se stesso, conoscendo l'inconoscibile, l'intoccabile, qualunque forma di conoscenza ampiamente descritta.
Avanzando furtivamente come un gatto in mezzo a questa parvenza di perfezione, accumulando al mio bagaglio culturale secrezioni difettose, schiacciando qualunque idea o presupposto di non poter non perdersi nella solitudine che spesso l'individuo è costretto a vivere, nella limitezza del dolore, nella colpa senza colpa. Forse è questo il segreto per non stare da soli, non gabbando se stessi o convincendo gli altri a doverlo fare.
Fuggendo da qualcosa a cui non riesco ancora a dare un nome, ho letto Ogni cosa è illuminata pensando di essere nel corpo di qualcun altro. Essere altrove, nel senso letterario del termine, non dando tuttavia alcuna importanza ai sentimenti. L’esaltazione di una forma d’innocenza, di consolazione a una vita sbagliata che trapelano da queste pagine, che Foer ha ottenuto in un momento stilistico in cui il mio sguardo era perso chissà dove, mentre ripongo queste poche righe comprendo appieno i motivi: ci si infastidisce nel leggere qualcosa in cui non si ha una vera e propria concezione della realtà, a braccetto con un linguaggio che disorienta, irrita, infastidisce; un narratore narcisista ed egocentrico; l’importanza di un tipo di credo a cui non tutti si affidano. Tuttavia solo quando si pensa di non poter scrutare nient’altro che le fievoli note di un’arpa arrugginita e non accordata che la disarmonia di queste pagine mi sfiorò come una brezza. Nel momento in cui le note presero forma, fra squarci di vita lontana, frammenti ed echi di un passato oramai logorato dal tempo, la storia che Foer si porta dentro divenne il canto di una litania proveniente da un giardino sensibile. Ricco di fibre e frutti ancora un pó acerbi, sebbene il mio giudizio non è cambiato poi così tanto, come se di Foer e di questo libro volessi ostinatamente giudicare con sufficienza. Le onde del sentimento non si sono mescolate al suono della mia anima. Questo, penso, sia derivation dal fatto che questa illuminazione a cui fa riferimento l’autore non è stata splendente come credevo. Sembra piuttosto un pezzetto di felicità dimenticata per caso, poiché l’oscurità aveva coperto ogni altro luogo. Ogni cosa. La conclusione è quella di una mesta melodia, un esecuzione estremamente realistica ma complicata che richiede una certa abilità stilistica, in cui si osservano le vicende descritte nella speranza che accada qualcosa. Invece, stanco di aspettare, il lettore gironzola a caso fra un epoca e un'altra, da un luogo a un altro e poco mancò che bocciassi completamente questa storia.
Abbandonare Ogni cosa è illuminata era fuori discussione, così ho giudicato questa lettura esattamente per come mi è apparsa: un opera drammatica, sofisticata, ambiziosa, introspettiva che ha avuto bisogno di un’infinità di parole per raccontarsi. Su una cosa sola Foer getta una particolare importanza: scrivere qualcosa che possa raggiungere la perfezione.
È un romanzo in cui sono stati descritte le vicissitudini dei nonni dell'autore, consapevoli che innamorarsi in un periodo scabroso come quello della Seconda guerra mondiale, con paradigmi religiosi piuttosto forti e ampiamente diversi dai tuoi idiomi di vita, concernono comportamenti inappropriati. Disagevoli, quasi imperdonabili, di cui Foer ha cercato solo di rendersi libero.
In bilico fra il reale e il possibile, Ogni cosa è illuminata cela l’ignota consapevolezza che dinanzi alle difficoltà della vita spesso si debbono affrontare diverse sfide pur di coronare i nostri irraggiungibili sogni. Un viaggio che non nasconde un certo fascino per il passato, che osanna continuamente il tema del viaggio, e che trascina verso vette d’irrimediabile insoddisfazione.
Una storia che centellina in poche ma salienti pagine conflitti interiori di diverse tipologie: quello riguardante il desiderio di essere integrati in un posto in cui non ci si sente pienamente liberi, e quello riferito all’importanza del proprio IO. Rivisitazione di un epoca che al suo ascolto dà una visione più profonda dell’animo umano, scorgendo in lontananza un paesaggio che tuttavia mi ha resa troppo distante per poterne cogliere la bellezza.


Ogni amore è scolpito nella perdita. Il mio lo è stato. Il tuo lo è. Lo sarà quello dei tuoi pro – pro pronipoti. Ma noi impariamo a vivere quell’amore.

Valutazione d’inchiostro: 3+

2 commenti:

  1. ho comprato questo libro già da un po'. Mi è piaciuta molto la tua recensione, ho capito di dover aspettare il momento giusto per leggerlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille, Chiara 😊 è un romanzo particolare, profondo ma non devastante e indimenticabile come speravo. Ho però apprezzato molto l'ambizione dell'autore di volersi migliorare, come ho scritto nella recensione. Ma purtroppo non è ancora al 100% promosso per me... Vedrò con Molto forte, incredibilmente vicino 😊

      Elimina