Ho scivolato fra le acque torbide di questa storia
come una gigantesca balena. Eppure Ogni cosa è illuminata non
mi ha entusiasmato come speravo. Mi ha messo in testa idee che ho condiviso ma
non ampiamente, non andandosene via nemmeno quando tutto si era svolto al
termine. Poiché la parola scritta è qualcosa che strega, ammalia gli occhi,
indice a realizzare ed estrapolare dal nulla trame e prose che forse non
dimenticheremo mai.
Titolo: Ogni cosa è illuminata
Autore: Jonathan
Safran Foer
Casa editrice:
Guanda
Prezzo: 15, 50 €
N° di pagine: 335
Trama: Con una
vecchia fotografia in mano, un giovane studente, che si chiama Jonathan Safran
Foer, visita l’Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo
nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo
ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. Alex lavora per l’agenzia dei viaggi di
famiglia, insieme a suo nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica fa
l’autista, e in compagnia di una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr
Jr in onore del cantante preferito del nonno.
La recensione:
Scrivendo non ci ricordiamo le
cose uno all’altro. Stiamo facendo una storia, vero?
Il lato estremamente
affascinante di questa lettura resta intrappolato, ancora a distanza di qualche
giorno, e ancorato all'anima dello stesso autore. Ogni cosa è illuminata si è
presentato ai miei occhi come quell'eterna agonia che si riscontra talvolta
lungo l'impervio cammino della vita, attingendo però ad un certo equilibrio in
cui l'individuo si sorprende a scrutare se stesso, conoscendo l'inconoscibile,
l'intoccabile, qualunque forma di conoscenza ampiamente descritta.
Avanzando furtivamente come un
gatto in mezzo a questa parvenza di perfezione, accumulando al mio bagaglio
culturale secrezioni difettose, schiacciando qualunque idea o presupposto di
non poter non perdersi nella solitudine che spesso l'individuo è costretto a
vivere, nella limitezza del dolore, nella colpa senza colpa. Forse è questo il
segreto per non stare da soli, non gabbando se stessi o convincendo gli altri a
doverlo fare.
Fuggendo da qualcosa a cui non
riesco ancora a dare un nome, ho letto Ogni cosa è illuminata pensando di
essere nel corpo di qualcun altro. Essere altrove, nel senso letterario del
termine, non dando tuttavia alcuna importanza ai sentimenti. L’esaltazione di
una forma d’innocenza, di consolazione a una vita sbagliata che trapelano da
queste pagine, che Foer ha ottenuto in un momento stilistico in cui il mio
sguardo era perso chissà dove, mentre ripongo queste poche righe comprendo
appieno i motivi: ci si infastidisce nel leggere qualcosa in cui non si ha una
vera e propria concezione della realtà, a braccetto con un linguaggio che
disorienta, irrita, infastidisce; un narratore narcisista ed egocentrico;
l’importanza di un tipo di credo a cui non tutti si affidano. Tuttavia solo
quando si pensa di non poter scrutare nient’altro che le fievoli note di
un’arpa arrugginita e non accordata che la disarmonia di queste pagine mi
sfiorò come una brezza. Nel momento in cui le note presero forma, fra squarci
di vita lontana, frammenti ed echi di un passato oramai logorato dal tempo, la
storia che Foer si porta dentro divenne il canto di una litania proveniente da
un giardino sensibile. Ricco di fibre e frutti ancora un pó acerbi, sebbene il
mio giudizio non è cambiato poi così tanto, come se di Foer e di questo libro volessi ostinatamente giudicare con sufficienza. Le onde del sentimento non si
sono mescolate al suono della mia anima. Questo, penso, sia derivation dal fatto
che questa illuminazione a cui fa riferimento l’autore non è stata splendente
come credevo. Sembra piuttosto un pezzetto di felicità dimenticata per caso,
poiché l’oscurità aveva coperto ogni altro luogo. Ogni cosa. La conclusione è
quella di una mesta melodia, un esecuzione estremamente realistica ma
complicata che richiede una certa abilità stilistica, in cui si osservano le
vicende descritte nella speranza che accada
qualcosa. Invece, stanco di aspettare, il lettore gironzola a caso fra un epoca
e un'altra, da un luogo a un altro e poco mancò che bocciassi completamente
questa storia.
Abbandonare Ogni cosa è
illuminata era fuori discussione, così ho giudicato questa lettura esattamente
per come mi è apparsa: un opera drammatica, sofisticata, ambiziosa,
introspettiva che ha avuto bisogno di un’infinità di parole per raccontarsi. Su
una cosa sola Foer getta una particolare importanza: scrivere qualcosa che possa
raggiungere la perfezione.
È un romanzo in cui sono stati descritte le vicissitudini dei nonni dell'autore, consapevoli che innamorarsi in un
periodo scabroso come quello della Seconda guerra mondiale, con paradigmi
religiosi piuttosto forti e ampiamente diversi dai tuoi idiomi di vita,
concernono comportamenti inappropriati. Disagevoli, quasi imperdonabili, di cui
Foer ha cercato solo di rendersi libero.
In bilico fra il reale e il
possibile, Ogni cosa è illuminata cela l’ignota consapevolezza che dinanzi alle
difficoltà della vita spesso si debbono affrontare diverse sfide pur di
coronare i nostri irraggiungibili sogni. Un viaggio che non nasconde un certo
fascino per il passato, che osanna continuamente il tema del viaggio, e che
trascina verso vette d’irrimediabile insoddisfazione.
Una storia che centellina in
poche ma salienti pagine conflitti interiori di diverse tipologie: quello
riguardante il desiderio di essere integrati in un posto in cui non ci si sente
pienamente liberi, e quello riferito all’importanza del proprio IO.
Rivisitazione di un epoca che al suo ascolto dà una visione più profonda
dell’animo umano, scorgendo in lontananza un paesaggio che tuttavia mi ha resa
troppo distante per poterne cogliere la bellezza.
Ogni amore è
scolpito nella perdita. Il mio lo è stato. Il tuo lo è. Lo sarà quello dei tuoi
pro – pro pronipoti. Ma noi impariamo a vivere quell’amore.
Valutazione
d’inchiostro: 3+
ho comprato questo libro già da un po'. Mi è piaciuta molto la tua recensione, ho capito di dover aspettare il momento giusto per leggerlo
RispondiEliminaGrazie mille, Chiara 😊 è un romanzo particolare, profondo ma non devastante e indimenticabile come speravo. Ho però apprezzato molto l'ambizione dell'autore di volersi migliorare, come ho scritto nella recensione. Ma purtroppo non è ancora al 100% promosso per me... Vedrò con Molto forte, incredibilmente vicino 😊
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