Al fragore confuso di zoccoli e ruote in progressivo allontanamemto, questo inizio mese di settembre mi vide impegnata nella stesura di una recensione che avrebbe dovuto vedere la luce gli ultimi giorni d'agosto. Conosco molto bene il significato di distanza o distacco dal mondo, ma, ciononostante, mi è stato impossibile intrattenermi più del dovuto fra queste pagine. Il motivo? Semplice, perché di Amatissima e della sua straordinaria autrice ne sentì parlare molto bene anni fa. Ma il pretesto di leggere e scrutarne il suo animo giunse solo quando, una mattina estremamente afosa di inizio agosto, seppi della morte repentina della Morrison.
Un disgraziato segno del destino.
Amatissima è una lettura estremamente difficile, ma carica di tristezza che, durante il corso della lettura, è calata su di me come il sipario su un palco, sedimentando nel mio animo con l'irruenza di un violento scontro, procedendo in questo viaggio storico e realmente esistito fino a perdere completamente il senso del tempo e della realtà.
Titolo: Amatissima
Autore: Toni Morrison
Casa editrice: Sperling e Kupfker
Prezzo: 10, 90€
N°di pagine: 410
Trama: Il tragico percorso di Sethe, indomabile donna nera all'epoca cela guerra civile americana, per la conquista della libertà. Attraverso la schiavitù, l'amore materno e il peso di un indicibile segreto.
La recensione:
Per due volte, nel giro di un mese, sono stata irrimediabilmente attratta dall'aura misteriosa ma affascinante di un autrice che nel 1993 vinse il premio Nobel per la letteratura, cogliendo frammenti della sua anima riflessi in quelli che non sono altro che specchi intrappolati in cornici scure, sgarbate, armoniose ma zeppe di intimità, dramma e un pizzico di tragedia che, sebbene temi disgraziatamente ancora attuali e immediatamente impuri, pesano come fardelli sull'anima di chiunque. La prima sensazione infatti, quando mi approcciai a questo romanzo, fu quella di oppressione, ostilità. Ci si affida alle sorti di una qualche entità suprema, ma che presto o tardi riduce la tua anima in minuscoli pezzettini. Il tocco spiccatamente femminista della Morrison viene esaltato dalle scure profondità dei temi da lei trattati. Anziché tentare di bilanciarne l'effetto, la Morrison vi abbina occultismo, stegoneria e spiritismo non richiedendo alcun tocco, né alcuna inclinazione affinché si potesse cogliere prospettive diverse nel trittico di eventi che non rassicurano. Piuttosto destabilizzano, stupiscono, reclamano la nostra attenzione come monito per non dimenticare ciò che successe al popolo negro alla fine del XIX secolo.
Mi sono vista ammaliata e sorpresa in attesa di svolgere il mio ruolo. Interpretarne i meccanismi, concedendomi il tempo necessario per tornare poi nel mio mondo che ben si accorda col mio animo nell'attimo in cui lo accolsi nuovamente.
Ma lo sguardo circospetto, attento e guardigno dell'autrice mentre mi inoltravo sempre più nella storia della sfortunata Sethe rivelò l'immagine di una donna diretta verso le rivolte, le ribellioni, mediante semplici scritti o vaneggiamenti dell'anima che, negli anni in cui l'autrice si formò come scrittrice quanto madre, pose degli importanti quesiti sulla supremazia che i bianchi hanno sui negri, quest'ultimi rinchiusi come scarafaggi in piccole scatole. Questo romanzo è una prova che si parla di letteratura al passato, ma anche al presente, e, forse, al futuro, in gramaglie materne e affettive.
Con queste basi, Amatissima avrebbe potuto giocarmi un brutto scherzo. Perché tessere le lodi a un romanzo di cui si è sentito parlare molto bene ma che io non avevo ancora letto? I miei pensieri, però, prima ancora di sentire come mie le vicende di Sethe si concentrarono sul luogo dove avrebbero avuto inizio le vicende, dove questa trama avesse emesso un proprio battito, sentendomi a mio agio con me stessa o semplicemente adattandomi agli eventi. Amatissima non vuole apparire più di un semplice monito di cui gli individui dovrebbero fare tesoro, ma è anche un tributo oltreggiante e orribilante, austero e prosaico che osanna la forza, le resistenze, lo sfruttamento, il lavoro, la denigrazione.
Ecco le motivazioni per cui Amatissima è una lettura difficile e che non consiglierei a chiunque, la breve ma intensa cronaca di vita - e morte - di una donna e della sua amata bambina prima perduta e poi 'ritrovata'. Ecco gli effetti di chi si è sentito rinnegato, ripudiato perennemente, durante il corso degli anni, che ancora nel XXI secolo non sono estinti né eliminati. Ed ecco il mio timido passo nel mondo della Morrison a cui certamente faranno seguito la lettura di altre sue importanti opere che, rinnegando il colonialismo, le discriminazioni, soffocano con sufficienza le speranze di chiunque. Troppo intenso, troppo forte per essere ignorato. Una scelta più che azzeccata e importante quella di conoscere la Morrison. E la penso ancora così adesso che sto riponendo queste poche righe. Applicate ed intrappolate in una finestra virtuale a cui vi faccio ritorno con irrimediabile fretta.
In poche ore, in una manciata di parole ho rivisto il ricordo di un altra eroica eroina: Hester de La lettera scarlatta. E, come col romanzo di Hawthorne, mi sono sorpresa intenta a paragonare ciò che contraddistingue vecchio e nuovo. Non so dire chi dei due sia più forte. La Morrison ha scritto una storia di tutto rispetto. Quando decidi di immergerti in una storia come questa devi essere consapevole che non la passerai liscia, né che quello narrato sarà semplice. Tanto vale aggiungere il mio entusiasmo, alquanto instabile a seconda degli eventi o situazioni avvenute, che hanno messo a confronto il concetto di libertà e quello di non poterlo essere. Tornando in un posto che si ama, in cui ci si prende cura di sé stessi, volando via, raccogliendo tutti i pezzi di vita creata, ogni cosa bella e brutta.
In preda a un senso di forte empatia ho così letto Amatissima non riuscendo a comprendere, in un primo momento, il carosello di azioni assurde, che compongono i pezzi di un puzzle stupendo e insopprimibile. Ma legando saldamente la mia anima a quella dei personaggi proprio per questo forte senso di insoddisfazione, comprensione, mancanza di affetto che hanno avvolto ogni aspetto del familiare come variazioni di ciò che si è visto o studiato in passato. Sensazioni che ho trasformato in pensieri e che, non nascondo, non è stato semplice riportare in questo ennesimo post.
Mi sono goduta la vicinanza onnipresente dell’autrice, ed inespugnabilmente ho incontrato il suo sguardo nella giovane Seth e il suo onnipresente desiderio di rivendicare ciò che le è stato sottratto. Lasciando il moderno mischiato al vecchio e antico, infilandosi fra me e il mio animo con flussi di impetuosa coscienziosità. Rinunciando a un'ulteriore interpretazione, posandosi come un grido di orrore.
Amatissima è lo scabroso ma fedele ritratto di estreme e moderne situazioni che si mescolano a un umidore scarlatto di dispiacere o rammarico. Una lettura che ti impedisce di parlare, replicare, e che ti induce a limitarti a sollevare un tendone e usarlo per vedere cosa ci sta dietro. Cosa ci sia oltre lo sfondo, speranzosi se tale gesto possa gratificarci o meno.
Valutazione d’inchiostro: 4+
i haven't read this, but heard about this author.
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I highly recommend it. It is really a beautiful read 😊😊
EliminaCiao Gresi!! da quanto tempo non passo di qui. Ho un ricordo indelebile delle tue bellissime recensioni e anche questa non si smentisce! ho provato a leggere questo libro, ma mi sono bloccata a metà e non sono riuscita a finirlo. Dopo questa tua recensione, proverò a riprenderne la lettura :)
RispondiEliminaCiao, Francesca! È un piacere riaverti qui 😊❤️ non è una lettura semplice, questo non lo nascondo. Ma ti assicuro che ne vale davvero la pena. È un romanzo davvero molto bello e indimenticabile 😊😊
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