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domenica, giugno 20, 2021

Gocce d'inchiostro: Il casolare Amaranto - Annalaura Litterio

Accogliere autori stranieri in questo piccolo salotto letterario mi induce quasi sempre ad accettare proposte letterarie piuttosto interessanti. Mi vengono proposte delle storie, degli incontri che in compagnia di svariati personaggi mi concedono l’opportunità di vivere esperienze illuminanti. A distanza di qualche tempo, questo mese di giugno mi vide impegnata ad accettare più di una proposta di opere di autori emergenti. A ogni passo che compio nel mondo della letteratura straniera e dei classici, la vita mi offre qualcosa di speciale la cui provenienza è per me sconosciuta ma capace di guarire o deliziare nel loro caldo abbraccio. Annalaura, una ragazza che ho << conosciuto >>  su IG, che a mia discolpa come autrice era del tutto sconosciuta, ebbe fra un discreto numero di lettori la mia attenzione che nel giro di una manciata di giorni si ridusse nel piacere di convolare fra le pagine di una storia semplice ma profonda e romantica, centellinata e raccontata come una barba di fili sottilissimi, ottimi, i quali fanno parte di una pannocchia di granturco matura e godibile. Questo per dire, che nonostante la mia naturale diffidenza che generalmente nasce da questo tipo di situazioni, il romanzo di Annalaura mi ha colpita moltissimo. Ha costruito attorno alla mia anima un alveare da cui mi sono rifugiata dagli assalti esterni della monotonia, della routine, crescendo, respirando vicino al mio cuore.
Titolo: Il casolare Amaranto
Autore: Annalaura Litterio
Casa editrice: Youcanprint
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 180
Trama: Luckas, giornalista affermato, è un uomo appagato e sicuro di sé almeno sino a quanto non incrocia sulla sua strada Clara, una giovane ed esordiente pittrice, una donna enigmatica e dal forte carisma. Tra i due si innescherà uno strano gioco fatto di ripicche, dispetti e sciocche rivendicazioni che sfocerà in un amore travolgente e appassionato ma Clara è sposata con un russo emigrato in Italia dedito alla contraffazione d’opere d’arte e ritenuto una sora di “Padrino” nel traffico degli affari illeciti. Sarà proprio il timore verso quest’uomo che li porterà a consumare il loro amore di nascosto ma sarà proprio la forza di quest’amore che li convincerà, successivamente, a uscire allo scoperto. Da quel momento in poi, per i due amanti, nulla sarà più come prima, le loro vite cambieranno per sempre e con esse anche il loro destino.


La recensione:

La cosa più bella che ho potuto riconoscere fra le sue pagine è innanzitutto i mezzi cui sono stati adoperati per mettere su un meccanismo di giochi del cuore e della vita, alquanto veritiera e crudele, il cui messaggio si cela dietro le porte di un casolare abbandonato che funse da forma di ibernazione agli incauti sussulti del cuore. In un periodo come questo, in una zona soleggiata come quella della mia città, rifugiarsi in un luogo del genere è stata un’ottima opportunità per nutrirsi della linfa vitale di questa storia e nel momento in cui sarebbe giunto, germogliare assieme a Lucas della sua carne, affinchè quel grave fardello che gravava sulle sue spalle svanisse del tutto. Una combinazione parassitaria, quasi, che ho ritenuto catartica fra le pagine del romanzo d’esordio di Annalaura Litterio. Magica, folle, quasi impulsiva, ma secondo me un’ottima medicina per il cancro ai drammi della vita in generale. Talvolta aleno a scovare qualcosa che funga da ciò; ma la mia passione per i classici e le storie drammatiche convolano quasi sempre ad indirizzarmi su altri fronti. A studiare e interpretare vecchi testi letterari nel periodo bellico o di sorelle unite dall’amore per la scrittura il cui ricordo preserverà nel tempo. Il problema, mi dico fra me e me, è che alla soglia dei ventinove anni ho scovato la mia vocazione: leggere questa tipologia di storie mette a posto qualcosa dentro di me. E ciò è per me piuttosto significativo, che prendo con serietà e ragionevolezza tutto ciò che abbia una parvenza di letteratura. Perciò quando giunsi fra le pagine di questo romanzo, colsi nell’immediato la lucentezza dell’anima di questa storia. Una storia orchestrata mediante uno stile architettonico, che ho bevuto come un infuso e divorato nel giro di qualche giorno. E, successivamente, riversato ogni cosa in quel contenitore imperfetto che è la scrittura. Tenersi tutto dentro non sarebbe stato salutare, mi avrebbe provocato qualche reazione. Scrivere avrebbe messo a tacere quella vocina incessante nella mia testa, ancora lieta della presenza di Lucas e Clara che non solo avrebbe limitato i miei più intimi pensieri ma concesso un po' del loro respiro per qualche altro giorno.
Oramai ho acquisito una certa esperienza che negli anni mi ha aiutato a comprendere cosa sia necessario per me e cosa no. La letteratura a questo proposito è sempre stata quella compagna di vita che, aprendomi gli occhi, mi ha concesso di comprendere se sia necessario stanziare in un luogo o volgergli le spalle. Non è vero, come sostengono gli altri, che ogni lettore serba delle esigenze, che sia una questione relativa alle abitudini che nascono fra un lettore e il suo autore, ma solo colui che legge ha il << dominio >> a poter stabilire cosa crea dipendenza a se e cosa no. Il casolare Amaranto giunse alla stessa violenza senza che io me ne accorgessi, e per qualche giorno disegnato con raffinata semplicità ogni forma d’arte e d’amore che è divenuta parte di me, una parte che francamente non credevo riposasse silenziosa nel mio spirito e che nessuna idiologia letteraria ha mai osato sfidare.
Ho osservato come Annalaura ha mosso i fili di questi fantocci che nel giro di qualche pagina erano divenute persone, i loro cuori appesi a due fili e legati intrinsicalmente e pensavo come, a parte le irragionevolezze del Caso, l’uomo trova  strane giustificazioni per la sua contrarietà a non poter essere amato nei confronti degli altri esseri viventi. Uno degli aspetti principali del romanzo che giustifica tale comportamento è che talvolta l’amore ci riduce in minuscoli pezzettini nonostante sia una delle forme più belle per esistere. Ma cosa fare quando il tuo mondo sembra rivoltarsi e scivolarti addosso? Da dove ricavare quella felicità tanto agognata quanto desiderata?
Una full immersion nella letteratura romantica italiana fu quello straordinario momento di equilibrio e soddisfazione interiore che anelavo da qualche tempo. Una lettura immancabile e onnipresente soprattutto per gli amanti del genere, che ha scandito giornate di frenesia e impegni vari, il cui sentore zeppo di amore e magia invade le narici del mio animo, cadendo nel mio personalissimo mondo col fragore degli eventi che richiamano storie d’amore d’epoca, canzonate sussurrate nel cuore della notte, di cui inevitabilmente mi sono fatta investire costingendomi ad impelagarmi in una vicenda amorosa che sotto certi aspetti ha richiamato alcuni aspetti della mia vita quotidiana. Non oltrepassando più di tanto i limiti del possibile, ma vivendo in un mondo molto simile al nostro dove ogni cosa è permesso ma non tenendo conto degli inconvenienti che talvolta la vita ci riserva. Una furiosa beatitudine che cozza contro tante ombre perplesse, e non averle ascoltate è uno dei temi principali di questo romanzo incarnati dal protagonista Lucas, che infatuato da un angelo travestito da demone ci si approcciò con estasi, dolore e amore. Prigionieri di noiosi attimi di vita quasi sempre uguali a se stessi, anime costrette a vagare lungo la riva dell’assurdo in cui l’amore è quel sentimento assoluto che muove ogni cosa. Esprime ciò che siamo e cosa siamo, colma ferite incolmabili del passato, ascende a forze mistiche e solenni poiché rievoca il passato.
Ho accolto questa storia rendendo grazie alla sua creatrice: una sfida letteraria che avrei voluto cogliere prima. Nel buio interno delle palpebre, ho visto elogiare, replica oggettiva, un viso amato, un piccolo fantasma di colorito naturale. E nel mentre la mia anima andava in estasi e si innalzava su fiumi d’inchiostro che ancora bruciano la mia pelle, un amore irruente e segnato da quella ferocia che spesso distrugge la vita mi castigò come una punizione eterna, una simpatia molto prossima alla santità che riaffiorò placando quella muta frenesia di possesso che avrebbe sorpreso i due amanti, assimilando sino all’ultima particella lo spirito e la carne dell’altro. In sprazzi di memorie di una vita lontana, passata, che inducono a domandarci se nello scintillio della bellezza e dei sogni abbia avuto origine quella crepa che percorse la vita dei protagonisti.

Valutazione d’inchiostro: 5

4 commenti: