Sulla via del ritorno, quella relativa alla Londra vittoriana di fine ottocento, mi fermai per una manciata di giorni all’angolo di una storia fantasy tutta all’italiana, che mi fu gentilmente concessa dalla sua autrice, mediante una consulenza fortunata, accolta senza dover chiedere permesso perché sin dal primo momento in cui vi misi piede mi sentì accolta, in un piccolo spazio in cui vi avrei fatto perdere impunemente le mie tracce.
Qui, per due capitoli, ancora in fase di scrittura, ho risieduto in un mondo molto simile al nostro, in compagnia di una giovane adolescente bella ma che non passa inosservata, ammirata da tutti per la sua delicata avvenenza, risucchiata nell’immediato in una realtà di cui presto dovrà farvi i conti; quel genere di avventura che ogni tanto confido di poter vivere, un giorno, affinchè la monotonia, la routine di giornate sempre uguale a se stesse non mi risucchiano nel suo lento declino. Se non altro per dare sfogo al mio desiderio di rivalsa che abbraccio l’idea di un mutamento da qualche tempo. Il mio tempo però fra le pagine di questi due capitoli è stato davvero troppo poco. Divorata da una fervida curiosità ho valicato i cieli del mondo che l’autrice dipinge così bene con una buona dose di fascino rimasta intrappolata nell’aria oramai fresca di inizio autunno. Mi considero una lettrice che combatte qualunque battaglia, qualunque sfida la vita le pone dinanzi. Quella di queste pagine è ancora un inizio, un prologo di ciò che dovremmo aspettarci dalla stesura dei volumi successivi, interpretazione non proprio semplice e ancora confusionaria delle vicende di una semplicissima ragazza di soli diciassette anni. L’incredibile racconto che mi è stato sussurrato in una notte, in una taverna situata fra il folto dei boschi.
Titolo: Fenix e
la chiave di Thuta. La gemma di Osiris
Autore: M E Loi
Casa editrice:
Bookabook
Prezzo: 17 €
N° di pagine:
381
Trama: Fenix
abita a New York e non è una ragazza come le altre: ha la pelle candida e i
capelli color argento. Nonostante si sia trasferita più volte insieme a sua
madre e abbia vissuto in altre città, in nessun luogo si è mai sentita a “casa”.
La sua vita trascorre tra la strana fissazione di sua mamma per le porte aperte
e quel senso di disagio che di notte la tiene sveglia a fantasticare di mondi
incantati in cui vorrebbe fuggire. Sogni che diventano realtà nel giorno del
suo diciassettesimo compleanno, quando un uomo misterioso le regala una piccola
chiave dorata. Essa è il lasciapassare per Ethernity, la capitale di Miriel, il
regno degli elfi; un mondo luminoso i cui affascinanti abitanti hanno capelli
coloratissimi. Un mondo di luce che nasconde però dei misteri oscuri, come la
Gemma di Osiris, il cui risveglio, coinciso con l’arrivo di Fenix, annuncia il
ritorno di una terribile e antica minaccia.
La recensione:
Sapevo bene che niente
è perenne, ma volevo evitarmi di continuare a divorare pagine su pagine come se
non ci fosse più alcuna certezza. Vivendo però un milione di vite, giorno dopo
giorno, settimana per settimana, non riesco a fare a meno di prolungare la mia
presenza per più di una manciata di giorni, in quanto se la trama realizzata a
tavolino, uno stile penetrante e diretto, segreti o misteri che sospendono il
tutto in una piscina di dubbi e perplessità non trovano maggiore sfogo nelle mie
interpretazioni varie, qualcosa dentro di me non cambia. Nel senso che, quando
leggo, una volta che attraverso il confine che suddivide il mondo di qua con
quello di là, tornare indietro è davvero difficile, nonostante a volte mi sia
sentita a disagio, sulla sponda sbagliata, e il mio essere famosa divoratrice di libri come se fossero Nutella resta ugualmente intatta. Potrei impormi
dei limiti, centellinare le pagine affinchè la mia permanenza sia prolungata. Ma
che fare quando ci si sente divorati da qualcosa che nemmeno io riesco a tenere
a bada?
Anche volendo non
potrei riuscirci. La vita mi mette sempre dinanzi a sfide che non rifiuto mai
di affrontare a testa alta e questa volta il Caso volle che il romanzo in cui
tutto ciò accadde fu in una città che da sempre sortisce il mio fascino in compagnia
di una ragazza dalla bellezza particolare e un corredo di immagini e colori che
sciorinano elementi e nozioni che, seppur dalle origini fantastiche, mostrano aspetti
di letteratura greca o antica. Sapevo che questo sarebbe stato solo un assaggio
di ciò che avrei trovato fra le sue pagine.
Oggi questa tipologia
di romanzo lo si può trovare facilmente. Non è così assurdo come un tempo,
quando di young adult o urban fantasy non se ne sapeva nemmeno l’esistenza. E credo
che l’arricchimento culturale di ogni lettore, perlomeno il mio, in primis sia
dovuto da questo genere letterario. L’odore di una storia che profuma di magia,
amori sopiti nel tempo, segreti che mescolano la normalità con l’anomalia
furono una catena di elementi che quando ero adolescente mi fecero abbracciare
i romanzi come parte di sostentamento della mia vita. Ricordo quando, all’età
di sedici anni, restavo sveglia sino a tardi per completare un romanzo. Era l’epoca
dei primi amori, delle prime cotte, dei primi << veri >> pensieri. Era
un mondo in cui amavo viverci. Cosa chiedere di più?
Il romanzo di M E Loi
credo che sia l’emblema di ciò. Quella tipologia di lettura che avrei amato
intensamente se lo avessi letto dieci anni fa, quando di saggi e salotti
londinesi non ne conoscevo nemmeno l’esistenza. So che ora, sulla soglia dei
trentanni, la letteratura con la L maiuscola è qualcos’altro, ma questo primo volume di una saga in fase di scrittura mi ha tenuto in piacevole
compagnia. Poiché la catena di eventi che è stata intessuta, in cui una volta
entrata è stata davvero un’impresa abbandonare, l’odore di magia che pervase le
mie narici, il profumo di una storia dal sapore di già visto mi descrisse un
mondo in cui ho vissuto per qualche giorno e che in un certo senso ho
riconosciuto una me del mio passato. Più ingenua, meno intuitiva, di cui d’amore
e di vita ne sapeva molto poco. E in un certo senso Felix è quella ragazzina
dolce e insicura che si nasconde in ognuno di noi, nelle adolescenti che siamo
stati o che siamo, chissà perché ho avuto questa impressione. È una camminata,
nel lungo percorso della sua vita, che ho fatto con estremo piacere. Si parte
da una New York scintillante e luminosa, un portale segreto a cui è possibile
accedere mediante una chiave, alloggiare in un mondo che ho vissuto e che è
stato dipinto in un momento particolare della sua autrice. Finendo dinanzi a un
epilogo che mi ha indotto ad accaparrarmi del secondo volume, ponendomi quesiti
vari su ciò che avrei dovuto aspettarmi. Questo gioco letterario iniziato per
caso, divenne il nostro rito. Il mio e quello di Felix.
Infilare il naso tra le
pagine di un romanzo sconosciuto, che mi ha catapultata in una realtà che
presto sarebbe diventata mia – zeppo di magia, ragazzi avvenenti, creature
bizzarre ed eccentriche – nonostante esso possa essere caotico e un po' scomodo,
conferisce allo spettatore un immediato senso di familiarità che ne mitiga
almeno in parte gli aspetti negativi. A tal proposito questo primo volume mi ha
permesso di seguire scrupolosamente le vicissitudini di una ragazza a cui è
stato rivelato un segreto, che sconvolgerà del tutto la sua esistenza, i cui
ricordi resteranno attaccati bene come alla carta stampata. Fra figure imperscrutabili
che vagano lungo la riva dell’insoddisfazione e che, sebbene debbano incutere l’aspetto
negativo del romanzo, non sono altamente buoni o cattivi ma riescono ad avere
la possibilità di riscattarsi e redimere la propria anima.
Quando leggiamo ci
soffermiamo tutti sull’apparenza: sulle meraviglie a cui potremmo assistere una
volta varcata la soglia di magici mondi. Ma in realtà, non sappiamo a cosa potremmo
andare incontro. Quali sorprese potrebbero riservarci, ora che il destino ha per
noi mischiato completamente le carte. Fenix e la chiave di Thuta mi ha permesso
di vagare con gli occhi sulla finestra virtuale del mio tablet, avvertendo la
presenza di Fenix confidando di poter entrare a far parte di questo meraviglioso
scenario. Percorso formativo di un adolescente comune in cui tutti possono riconoscersi,
nonché opera fresca, semplice ma ancora acerba che tuttavia regala un’infinità
di sensazioni impossibili da scacciare. Un fantasy semplice, un po' tetro e insidioso
che lascia col fiato sospeso, a cui fanno da sfondo una storia d’amore non
ancora giunta a piena maturazione e un continuo susseguirsi di misteri foschi e
torbidi inganni che riescono a coinvolgere del tutto il lettore in una storia
appassionante e avvincente come questa.
Valutazione
d’inchiostro: 4
🌺🌺🌺🌺🌺
Titolo: Fenix e
la chiave di Moses. Il torneo di Hun
Autore: M J Loi
Casa editrice:
Bookabook
Prezzo: 17, 80
€
N° di pagine:
340
Trama: Fenix,
giovane figlia di Adham, per metà umana e per metà alfa, ha passato gli ultimi
tre mesi della sua vita a Miriel, lontana da casa e da sua madre. Li ha potuto
frequentare i Giardini, la scuola elfica per eccellenza, e conoscere alcuni dei
figli di Minhar che popolano Ethernity, la capitale degli elfi. I tre giorni di
licenza a casa provano però Fenix nell’animo: è venuta a conoscenza di una
triste verità riguardante suo padre e l’amicizia con Andrew ha preso un taglio
decisamente inaspettato. Con il cuore in subbuglio, la Ragazza di Luna torna ai
Giardini sempre più decisa a scoprire chi sia il suo tutore. La luminosa
capitale degli elfi, però, sta per essere inghiottita da un’oscurità
proveniente da un sanguinoso passato, e i Corvi, seguaci del crudele Tragokadon,
si stanno adoperando per farle strada. Inoltre, le insidiose prove del Torneo
di Hun si avvicinano, e Fenix ha deciso di precipitarvi, sicura del supporto
dei suoi amici. Ma se si sbagliasse? Perché nulla è ciò che sembra ..
La
recensione:
La memoria, spesso ce
lo dimentichiamo, ci fa strani scherzi. Si ricorda e si dimentica quello che
vuole. E lo fa apparentemente senza alcuna ragione: almeno non chiara a noi che
spesso crediamo di ricordare ogni cosa, o quello che ci appartiene, o che
possiamo controllare.
Mi considero una lettrice attenta, ambiziosa, e amo rileggere i romanzi perché nel rileggere un testo scorgo cose o elementi che non avevo visto di primo acchito. Una volta mi disperavo, quando prendendo nuovamente un testo a distanza di qualche tempo e non ricordavo un passaggio, una frase. Qualcosa insomma. Ma a pensarci bene, negli anni, ho constatato che non ha poi tanta importanza. Se oggi leggo un romanzo, e fra qualche mese potrei dimenticarlo non c’è dubbio che posso rileggerlo quando mi pare e piace. Tutto questo per dire che pur quanto cerchi di sforzarmi sicuramente della storia che la Loi si porta dentro qualche pezzo lo perderò lungo la strada, ora che ho concluso anche questo secondo volume. Poiché per la lettura del terzo volume necessiterò sicuramente di una seconda lettura dei primi volumi. Ma al momento non è questa una delle mie preoccupazioni. Metto da parte questi inutili pensieri e tiro fuori, magari distorcendo e manipolando la realtà che mi circonda, andando a frugare nei recessi dell’anima di questo secondo volume.
Quando la dolce Fenix
partì per Ethernity della sua conoscenza o del luogo in cui sarei approdata ne
sapevo poco o nulla, ma questa storia mi ha in qualche modo colpito. Semplice,
sparsa in una landa piatta e desolata, appoggiata ai bordi della mia anima, di
cui mi è stato affidato il compito di mettere ordine in una cosa che mi è stata
a cuore: le sue emozioni. Il mondo esterno influì eccessivamente sui miei
umori. E si osserva il mondo come se osservandolo attraverso un caleidoscopio:
una piccola mossa e tutto ero rotolato come un tappeto dinanzi ai miei occhi.
Fenix mi fece un ottima impressione e il nostro incontro fu uno squilibrio del mio percorso letterario. La sua autrice in un certo senso mi ha aiutato a carpirne la sua << forza vitale >>, ed io in un certo senso l’ho aiutata.
Era tardi quando finii di leggere la storia di Fenix. Il cielo era buio, la luna splendeva luminosa e pallida come un megalite infelice, la casa immersa nel sonno. Per circa due giorni, il pomeriggio e gran parte della sera ero rimasta sdraiata sul mio morbido letto, nelle orecchie una storia atipica sussurrata dolcemente mentre la penna prendeva appunti e scriveva riga dopo riga, dettata dalla coscienza. Riempivo pagine venate da una piacevole emozione: la scoperta che il bene e il male non sempre si rivelano come immaginiamo.
Per ore la voce con cui è stato raccontato il romanzo aveva evocato un altro mondo, resuscitando nozioni scientifiche ed esoteriche a mio beneficio, ed io non avevo avuto occhi che per il teatro dei fantocci allestito dalle parole di una giovane esordiente. E, quando la voce si zittiva nella testa, rimaneva una certa immagine; ricordavo un incontro inaspettato, sul finire di una settimana stressante e frenetica, con un' autrice sconosciuta. Ero rimasta in silenzio sotto la sua mano carezzevole dal tocco spiccatamente femminile. Il senso del tempo, la lucidità, così invisibili al tatto, non parevano turbarmi minimamente dato che mi limitavo a rimanere con gli occhi saldi alle pagine.
A incuriosirmi era stata l'identità segreta della protagonista, una semplice via di transito per il suo essere, avvolta in una bolla di mistero, che recava il presagio di una lenta agonia. Quanto sarebbe rimasto celato il suo potere? Chi era veramente Fenix?
La sua storia mi è entrata sotto la pelle, con quel ragionare un po' diverso dal nostro, non nel piccolo ma nel grande, mi attirò molto. Non era esattamente ciò che mi sarei aspettata, ma ho avuto l'impressione di assistere alla fantastica epopea di una generazione che volteggiava per aria come minuscoli granelli di polvere. Così la mia mente non si è sentita precipitare nel vuoto.
Quando terminai di leggere la sua storia, aspettai il momento più adatto per cui trovassi l'ispirazione e mi sedessi alla scrivania. Le pagine palpitavano di magia. Sedotti dallo sguardo di una creatura avida di storie, presero vita inghiottendomi e, con un misto d'eccitazione e stupore, mi accorsi di essere stata racchiusa nella linfa vitale della carta, impressa nel contorno digitale di questa storia. Sorvolai per qualche tempo nei cieli di un paesaggio luminoso e sconosciuto, misurandone i contorni e, in punta di piedi, carpendo i suoi misteri oltre i suoi confini.
Ho potuto vedere quel mondo di magia che l'autrice ha diligentemente creato. Pagina dopo pagina, avevo l'impressione di essere stata risucchiata da un vortice di parole da cui non avrei avuto scampo e, assieme a Fenix, di aver imboccato senza saperlo una ripida discesa verso un abisso di insoddisfazione, supremazia e follia. La sua lettura, infatti, appare quasi come un tentativo di ripercorrere il cammino di Fenix all'indietro, una confessione disperata dalla soglia della sua insoddisfazione morale per sfuggire al labirinto di dolori e sofferenze che sono state scavati nella sua mente.
Una schiera di ombre evanescenti che camminano nel sentiero insidioso della vita, il profumo di magia che inebria uomini assetati di potere pronti a contrastare il male, anche questo secondo romanzo è un romanzo fantasy in cui i personaggi avvertono la presenza di una realtà che presto sarebbe diventata loro. Un enorme impermeabile avvolto da una luce luminosa; detriti trascurati di una vita passata, lontana. Guazzabuglio di sogni, speranze e delusioni di una ragazza, vibranti di vita, privi di ambiguità. Sfere di vetro incastonate nella neve che, una volta scosse, permettono al flusso dei ricordi di prendere vita.
Mi considero una lettrice attenta, ambiziosa, e amo rileggere i romanzi perché nel rileggere un testo scorgo cose o elementi che non avevo visto di primo acchito. Una volta mi disperavo, quando prendendo nuovamente un testo a distanza di qualche tempo e non ricordavo un passaggio, una frase. Qualcosa insomma. Ma a pensarci bene, negli anni, ho constatato che non ha poi tanta importanza. Se oggi leggo un romanzo, e fra qualche mese potrei dimenticarlo non c’è dubbio che posso rileggerlo quando mi pare e piace. Tutto questo per dire che pur quanto cerchi di sforzarmi sicuramente della storia che la Loi si porta dentro qualche pezzo lo perderò lungo la strada, ora che ho concluso anche questo secondo volume. Poiché per la lettura del terzo volume necessiterò sicuramente di una seconda lettura dei primi volumi. Ma al momento non è questa una delle mie preoccupazioni. Metto da parte questi inutili pensieri e tiro fuori, magari distorcendo e manipolando la realtà che mi circonda, andando a frugare nei recessi dell’anima di questo secondo volume.
Fenix mi fece un ottima impressione e il nostro incontro fu uno squilibrio del mio percorso letterario. La sua autrice in un certo senso mi ha aiutato a carpirne la sua << forza vitale >>, ed io in un certo senso l’ho aiutata.
Era tardi quando finii di leggere la storia di Fenix. Il cielo era buio, la luna splendeva luminosa e pallida come un megalite infelice, la casa immersa nel sonno. Per circa due giorni, il pomeriggio e gran parte della sera ero rimasta sdraiata sul mio morbido letto, nelle orecchie una storia atipica sussurrata dolcemente mentre la penna prendeva appunti e scriveva riga dopo riga, dettata dalla coscienza. Riempivo pagine venate da una piacevole emozione: la scoperta che il bene e il male non sempre si rivelano come immaginiamo.
Per ore la voce con cui è stato raccontato il romanzo aveva evocato un altro mondo, resuscitando nozioni scientifiche ed esoteriche a mio beneficio, ed io non avevo avuto occhi che per il teatro dei fantocci allestito dalle parole di una giovane esordiente. E, quando la voce si zittiva nella testa, rimaneva una certa immagine; ricordavo un incontro inaspettato, sul finire di una settimana stressante e frenetica, con un' autrice sconosciuta. Ero rimasta in silenzio sotto la sua mano carezzevole dal tocco spiccatamente femminile. Il senso del tempo, la lucidità, così invisibili al tatto, non parevano turbarmi minimamente dato che mi limitavo a rimanere con gli occhi saldi alle pagine.
A incuriosirmi era stata l'identità segreta della protagonista, una semplice via di transito per il suo essere, avvolta in una bolla di mistero, che recava il presagio di una lenta agonia. Quanto sarebbe rimasto celato il suo potere? Chi era veramente Fenix?
La sua storia mi è entrata sotto la pelle, con quel ragionare un po' diverso dal nostro, non nel piccolo ma nel grande, mi attirò molto. Non era esattamente ciò che mi sarei aspettata, ma ho avuto l'impressione di assistere alla fantastica epopea di una generazione che volteggiava per aria come minuscoli granelli di polvere. Così la mia mente non si è sentita precipitare nel vuoto.
Quando terminai di leggere la sua storia, aspettai il momento più adatto per cui trovassi l'ispirazione e mi sedessi alla scrivania. Le pagine palpitavano di magia. Sedotti dallo sguardo di una creatura avida di storie, presero vita inghiottendomi e, con un misto d'eccitazione e stupore, mi accorsi di essere stata racchiusa nella linfa vitale della carta, impressa nel contorno digitale di questa storia. Sorvolai per qualche tempo nei cieli di un paesaggio luminoso e sconosciuto, misurandone i contorni e, in punta di piedi, carpendo i suoi misteri oltre i suoi confini.
Ho potuto vedere quel mondo di magia che l'autrice ha diligentemente creato. Pagina dopo pagina, avevo l'impressione di essere stata risucchiata da un vortice di parole da cui non avrei avuto scampo e, assieme a Fenix, di aver imboccato senza saperlo una ripida discesa verso un abisso di insoddisfazione, supremazia e follia. La sua lettura, infatti, appare quasi come un tentativo di ripercorrere il cammino di Fenix all'indietro, una confessione disperata dalla soglia della sua insoddisfazione morale per sfuggire al labirinto di dolori e sofferenze che sono state scavati nella sua mente.
Una schiera di ombre evanescenti che camminano nel sentiero insidioso della vita, il profumo di magia che inebria uomini assetati di potere pronti a contrastare il male, anche questo secondo romanzo è un romanzo fantasy in cui i personaggi avvertono la presenza di una realtà che presto sarebbe diventata loro. Un enorme impermeabile avvolto da una luce luminosa; detriti trascurati di una vita passata, lontana. Guazzabuglio di sogni, speranze e delusioni di una ragazza, vibranti di vita, privi di ambiguità. Sfere di vetro incastonate nella neve che, una volta scosse, permettono al flusso dei ricordi di prendere vita.
Valutazione d’inchiostro: 4
Nessun commento:
Posta un commento