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martedì, ottobre 12, 2021

Gocce d'inchiostro: The inheritance games - Jennifer Lynn Barnes

La stessa letteratura che amo tanto, quella che spesso mi fa conoscere una me diversa da quel che credevo, mi fece approcciare alla lettura di questo mystery fantasy, sull’inizio di un mese non più afoso ma ventilato, particolarissimo nel tenermi in sospeso in mezzo a propositi che so mi porteranno lontano. Quello messo su in questo romanzo, tuttavia, fu un tempio tenuto su da una morte improvvisa, un eredità sconvolgente, la lettura di un testamento che sconvolgerà completamente la vita di un adolescente matura e determinata come Avery, atipica adolescente della sua età che mi ha conquistato nell’immediato proprio per il suo essere diretta e obiettiva. Questa ragazza sarebbe stata colei che avrebbe svelato ogni mistero. Avrebbe scostato il velo dell’incertezza, dei dubbi, delle perplessità e lo avrebbe fatto attraverso l’intelligenza, che è la vera fonte dell’intero romanzo. Ragionamenti, quesiti che non debbono essere presi sottogamba ma affrontati con dovizia, riflessione che avrebbe messo a tacere quella vocina interiore nel nostro essere.
Da dove ero io fu davvero impossibile rendermi conto che questa sarebbe stata quel genere di lettura adatta a me. I romanzi fantasy non mi attirano più come un tempo, ma esistono ancora delle piccole eccezioni che riflettono la lettrice che è nata in me grazie a questo tipo di esperienze letterarie. E sebbene non siano degni di noti, la maggior parte, questo primo volume di una presunta duelogia, mi ha tenuta incollata alle pagine, col fiato sospeso, ancorata ad un’identità che effettivamente non mi apparteneva ma che ho sentito come mie, non esponendosi più di tanto. Giungere all’epilogo è stato quel movente utile a non dubitare della sua natura straordinariamente affascinante e misteriosa, una sorta di approdo in cui ha affermato la mia partecipazione, quanto io mi sia sentita coinvolta ed entusiasta fra le sue pagine.


Titolo: The inheritance games
Autore: Jennifer Lynn Barnes
Casa editrice: Sperling & Kupfker
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 387
Trama: TU SEI UN ENIGMA, UN ROMPICAPO. TU SEI SPECIALE. Avery Grambs ha dei piani ben precisi per il futuro: sopravvivere al liceo, ottenere una borsa di studio e dare una svolta alla sua vita. Ma quei piani cambiano in un istante quando scopre che Tobias Hawthorne, un eccentrico miliardario che lei non ha mai sentito nominare, le ha lasciato in eredità tutta la sua fortuna. Il lato negativo? Per ottenere il denaro di Hawthorne, Avery deve trasferirsi nella sua tenuta, dove ogni stanza trasmette l’amore per i puzzle e gli indovinelli del defunto proprietario. E dove vive tutta la sua famiglia, e specialmente i quattro nipoti del miliardario: pericolosi, affascinanti, scaltri e cresciuti con l’idea che l’eredità del nonno spetti loro di diritto. Catapultata in un mondo in cui a farla da padrone sono la ricchezza, i privilegi e soprattutto i segreti, Avery deve imparare le regole di un gioco rischioso a cui i fratelli Hawthorne partecipano da sempre e cercare di resistere all’attrazione verso due di loro in particolare.

La recensione:

Mi dico spesso, fra me e me, che non c’è cura alla diffidenza, e che ogni buona medicina che si rispetti è in questo caso l’esperienza. L’esperienza è capace di zittire quella vocina interiore che anima il tuo corpo, qualunque situazione sconveniente che ti metta a disagio. Mi capita spesso di vivere questo tipo di situazioni in quanto succede quasi sempre con romanzi che finisco poi per amare; altri invece sanno parlare alla mente ma non arrivano al cuore, perlomeno non in piena maturazione. Si, da brava lettrice onnivora e attenta riesco a vivere centinaia di vite mediante la lettura ma a volte ho bisogno di uno stimolo in più.
Leggendo questo romanzo penso che bisogna fare attenzione a considerare un fantasy un romanzo leggero, semplice in cui non ci sono disseminati dettagli che possano mostrarti qualcosa. Ma questa è una delle più importanti funzioni dell’essere scrittori, maestri dell’arte delle parole perché in un certo senso ci guidano a scovare e toccare il male. Affrontarlo faccia a faccia, e poi sfruttare questo momento per comprendere chi siamo e come ci comportiamo. Avery, nonostante il suo essere una ragazza normale ma matura e fin troppo vissuta, divenne quell’amica di carta in cui mi immedesimai moltissimo, vidi di me molto più di quel che credevo, divenendo in assoluto il centro della mia attenzione. Inizialmente accolta con una certa diffidenza, ma poi divenuta quella figura che vaga alla ricerca di questa nuova figura, questa nuova ala protettrice, che la indurranno ad andare lontano a cercarlo. Persa e poi ritrovata, fin quando non diverrà lei la stessa guida a scovare quella luce tanto agognata quanto scovata.
Nonostante gli sforzi di apparire un romanzo per adolescenti, questo primo volume mi è sembrato un tentativo ben riuscito di normal mistery in cui si vive un’esperienza quasi diretta ma palpabile in cui ogni cosa, qualunque certezza sembra dissolversi, parte di un tutto che ci circonda che ci ricorda come la vita sia imprevedibile, che quello che in un momento potrebbe apparirci terribile in un secondo diviene straordinario. Non si cammina bene, finchè non trovi quella giusta strada che ti porti in quella direzione.
Quando Avery prese consapevolezza di una realtà che presto sarebbe diventata la sua venni immediatamente informata dall’atroce assurdità di un’eredità sospesa da un facoltoso magnete inglese, in un divario della campagna, le cui spoglie erano state appena riposte in un urna. Gli parse così eccezionale, quando gli venne in mente la giovane Avery, che avrebbe potuto tralasciare questa parte di donargli qualcosa. In realtà, se in buona parte così fosse stato, questo romanzo non avrebbe preso vita. Poiché il culmine, l’apice da cui tutto avviene per una ragione è perché la sua lettura è un enigma da risolvere. Un puzzle che non si mostra insoddisfacente, ma tutt’altro affascinante, magnetico, curioso, grazioso per il suo bel modo di porsi. Misterioso ma delizioso nel saper avvicinarsi al cuore del lettore. The Inhietarance games, infatti, aveva tutta l’aria di un ulteriore sviluppo di intelligenza, massima letteraria fortemente sentita e ben studiata, sorretto da una certa conoscenza che sorge lentamente, quasi come un taglio netto, con la consapevolezza di una volontà propria.
Le parole erano state messe su abbastanza bene, il << mondo >> descritto, la sua intelligenza, la natura vastamente enigmatica, mettono su un teatro di azioni ben studiate, ben ponderate, il cui ritmo incalzante, avido, ti induce a non tirarti indietro ma ponderare l’anima di questa piccola creatura di carta che mi ha emozionata, esaltata proiettata nel bel mezzo di una vita travagliata, ricca di sfarzo e ricchezza.
La mia visione di fantasy per ragazzi è stata dunque molto lontana da quella di altri lettori in quanto la sua lettura mi ha fatto prendere consapevolezza che l’esordio dell’autrice è un buon progetto letterario degno di nota. Il segreto sta in quel pizzico di temerarietà di rendere una protagonista, un’adolescente, più matura e meno svampita e credulona come quelle che popolano romanzi young adult tipici di questo target, il suo carattere coraggioso, ambizioso, consapevole che mi ha coinvolta nell’immediato per la sua natura atipica e sincera. Lo stile semplice e magnetico, un puzzle che quando sembrava avessi trovato il suo pezzo mancante si frantuma nuovamente in mille pezzi. Un caleidoscopio di eventi era subentrato nella vita di Avery, già fissato lungo una direzione precisa che ha svincolato quell’idea di magico attribuita in precedenza, e di cui la mia curiosità è stata alimentata maggiormente nel momento in cui giunsi all’epilogo. Tutto ciò avendo avuto a che fare col processo che è stato messo su per interpretare questo enigma, la curiosità consumata, sospesa fra le avverse stelle.
Troppe domande che non hanno ancora una risposta, la sua voce fu quel grido altisonante le cui parole mi incastrarono al punto di stimolarmi, ridare equilibrio a ciò che effettivamente non ne aveva, e saggezza verso una strada che sembra assurda e inconcludente.
Ho potuto riconoscere come ognuno di questi personaggi sia legato fra loro, come essi indossino continuamente una maschera, poiché frammenti di una stessa anima, responsabili di ogni peccato subito. Assuefatta dalla linfa vitale di questa storia, accecata dall'aura luminosa dei protagonisti. Così emozionata, che si insinuò nel mio cuore come piccole crepe. 
The inhericance games è quel romanzo per giovani adulti che non è stato salutato come si deve, a mio avviso, che non esalta la parola scritta bensì i marchingegni della letteratura poliziesca. Scevro da qualunque sensazione avvertita in precedenza, tanta solidarietà e senso di conforto, in una trama studiata per benino, che è un oscura esaltazione del passato, nella frenetica confusione di vicende che non hanno ancora una vera e propria natura.
Una tela dalla luce apparentemente fievole, che prende vita in un soffio e che divora da dentro per come pensavo. Un vertiginoso labirinto che mi ha resa impossibilitata nel contenere la mia felicità per la sua lettura.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti:

  1. Ottima recensione, grazie; questo romanzo è nella lunga lista di attesa :D

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    1. E' molto carino. Una lettura semplice, veloce ma molto appassionante :)

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