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domenica, novembre 13, 2022

Gocce d'inchiostro: Malice - Heather Walter

Se non mi fossi fatta sedurre dalla copertina, bellissima e inequivocabile, non credo ora sarei qui, a riporre queste poche righe, scrivendo l’ennesima recensione riguardante la mia ultima lettura. Allo stesso tempo non accettare di leggerlo voleva dire farsi sfuggire un’occasione straordinaria come questa, ma generalmente i romanzi young adult e LGBT sono garanzia di diniego e insoddisfazione per la mia anima semplice, ed io francamente non volevo incappare nell’ennesima delusione letteraria. Ma, adesso che Malice è approdato nel mio Kobo, mentalmente torno in quei luoghi facendo attenzione a ciò che le sue pagine mi avrebbero riservato. Cosa? Beh, innanzitutto un mondo straordinario e visionario a tratti atipico a tratti affascinante, in cui sono rinchiuse figure di diverso stato sociale. Una certa malinconia che pervase queste pagine, gli ultimi giorni del mese di settembre in un mondo sorretto da sistemi magici che sono affidate a delle famiglie, custodiscono le loro << origini >> come doni nascenti. Tra l’altro rinchiudersi in questo posto sarebbe stato ideale per comprendere questo meccanismo letterario e, nonostante sia trascorso qualche giorno dalla sua ultima lettura, desidero tornarci molto presto. Basta recuperarne la copia cartacea, infilarla assieme ai suoi compagni d’inchiostro, attendendo che quella voce flebile che durante il corso della lettura si è sprigionata dalle sue pagine sovrastasse ogni cosa.

Titolo: Malyce
Autore: Heather Walter
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 24 €
N° di pagine: 468
Trama: C'era una volta, tanto tempo fa, una strega malvagia che, per vendetta, gettò su una stirpe di principesse una maledizione mortale. Una maledizione che poteva essere infranta solo dal bacio del vero amore. Già sentita, vero? Il principe azzurro, "e vissero per sempre felici e contenti…" Sciocchezze. No, davvero, a nessuno importa cosa succede alle principesse di Briar. Ai suoi abitanti interessano solo i gioielli, le feste e gli elisir magici delle Grazie. Anch'io pensavo che non mi interessasse. Fino a quando non l'ho incontrata. La principessa Aurora, l'ultima erede al trono di Briar. Bellissima. Intelligente. Forte. La regina di cui il regno avrebbe bisogno. A cui non importa che io sia Alyce, la Grazia Oscura, da tutti disprezzata per la magia nera che mi scorre nelle vene , la stessa che ha maledetto la corona. Umiliata e offesa da quegli stessi nobili che pagano care le mie pozioni e poi mi additano come un mostro. Aurora dice che dovrei essere orgogliosa dei miei doni. Dice… che mi vuole bene. Manca meno di un anno perché quella maledizione la uccida, ma se la chiave della salvezza è il bacio dell'ennesimo principe insulso, lei non lo accetterà. E io… voglio aiutarla. Se il mio potere è all'origine della sua maledizione, forse può segnarne anche la fine. Forse insieme possiamo dare vita a un mondo nuovo. Sciocchezze anche queste. Perché sappiamo tutti come finisce la storia, no? Aurora è la bella principessa e io… Io sono la cattiva.

La recensione:

Mi inoltrai tra le pagine di questo romanzo, a tentoni, inconsapevole di cosa mi avrebbero riservato queste pagine, ultimando le ultime cento pagine al suo epilogo con la narrazione riguardante il processo di crescita e consapevolezza della protagonista. Dubbiosa e diffidente, mai avrei pensato che una lettura di questo tipo potesse entusiasmarmi così tanto come non accadeva da un sacco di tempo, proiettata in un luogo che ha sortito il mio fascino sin dal principio, momenti in cui la fabula si mescolò alla favola e alle leggende popolari, alle tradizioni, all’inevitabilità di un destino ineluttabile che tuttavia graffia l’anima. La voce con cui è stata raccontata a volte mi è sembrata giungesse dal fondo della mia coscienza inducendomi a guardarmi dentro. E come ogni romanzo che induce a compiere tali gesti tutta una serie di elementi e parole nuove che hanno scosso qualcosa: relazione atipica ma intensa fra una regina malvagia e la sua figliastra, per esempio, molto meglio che essere consapevoli fosse uccisa.
Poi giunse la fine. Troppo presto, per i miei gusti. La prima parte, che quando mi ci approcciai lessi con diffidenza, mi regalò qualcosa di diverso: una ventata di aria fresca che rivisitava la favola della Bella addormentata nel bosco nel momento in cui si prende consapevolezza di chi siamo e soprattutto cosa voglia dire essere cattivi. Evidenziare quegli assetti in cui una parte del nostro animo prevale, in un dato momento, non celandola quanto accettandola in ogni forma e discrepanza. Del resto, l’individuo è un essere imperfetto che non dovrebbe far trapelare solo l’assetto buono delle cose ma anche quello malvagio. Le leggi magiche surclassavano eventi che hanno cambiato ogni cosa, accrescendo aspetti ed assetti innovativi e originali, intrappolando queste figure di carta a non poter essere del tutto liberi né però a farsi condizionare da niente e nessuno.
Heather Walter avrà riflettuto parecchio prima di condensare questa idea in quella che è lo specchio in cui ognuno di noi può riflettersi.
Le prime pagine non ancora abbastanza calde da giustificare una bella ventata di aria gelida nel luogo dove presero vita le sorti di Malice, figlia di una stirpe antichissima detta Vila, dotato di un dono che avrebbe potuto fungere da beneficio per chi la circondava. Un po' ingenua e indifesa dovrà avviarsi lungo una strada da cui non ci sarà via di scampo, affiancando la sua nemesi in una guerra da cui si decideranno le sorti di ognuno di loro, con le loro doti o capacità, forti e ribelli pronte a qualunque cosa pur di ottenere la beatitudine eterna. Tutto questo, dalla soglia della mia camera a sfondo bianco che mi circonda, illuminava questo piccolo angolo e, coadiuvata da una fonte di luminoso interesse e una certa curiosità che veniva da lontano, mi permise facilmente di leggere e divorare questo volume ogni qualvolta avevo occasione di farlo. Tra me e i personaggi della Walter si era creato un forte legame a cui hanno preso parte uomini, creature di sessi e razze diversi, e le loro figure, stanziate ai bordi dell'anima di questa storia, mentre erano intenti ad affannarsi verso il futuro, l'oltre, si stagliavano nettamente contro i riquadri del tempo. Inconsapevolmente avevo aperto una porta, un riquadro attraverso il quale ho visto in fila gruppi di anime pronte a dichiararsi guerra, colmi sino all'orlo di una rabbia bruciante. Ho potuto vedere, dagli angoli persino più lontani, il bellissimo disegno realizzato dall'autrice; perlomeno l'avevo intuito, ho avvertito la sua forza motrice e la passione indefinibile che caratterizza questa storia, dando un'occhiata su un mondo da cui sono quasi sempre soddisfatta, nelle sembianze di opere che sono vissute con pianti, gioie e sorrisi, guidata dalla voce carezzevole dell'autore.
Per qualche giorno dopo l'arrivo di Malice, io, che non ho fatto altro che sedere tranquilla nel mio morbido letto con il romanzo posto fra le gambe a mò di leggio, quasi non ho fatto caso a ciò che accadeva attorno a me. Ammaliata da una storia che dice tutto e niente, con il frastuono e i rumori da fuori che non mi colpirono come quando giunsi alla fine dell'ultima pagina, trascurando il mio piccolo angolo virtuale, ogni particolare, per cogliere invece i particolari che costellavano questo romanzo. Con la forza dell'immaginazione ho tentato di vincere anch'io la brutale forma di "abominio" che lentamente si stava spargendo su tutto il regno, contemplando la fiamma ardente che divampava nel mio cuore e quello dei miei amici d'inchiostro così luminosa su chiunque, in un'unica danza, dopo aver corso e avvertito il sapore della sconfitta e della paura. Perché, né sentire sulla pelle il tanfo della paura che annunciava la presenza di figure forti e ostili, né possedere una schiera di creature ancora acerbe ma coraggiose, diedero alla mia anima un rammaricamento più grande di quello che avrei potuto avvertire, scrutando l'anima di questa storia. Quest'atto infatti mi ha inondato di un ubriacante felicità, di un accesso di soddisfazione che nacque dalla certezza che i romanzi talvolta possono farmi raggiungere vette d'inspiegabile entusiasmo.
Quello di Malice, è stato quel tipo di lettura in cui ho potuto decantarne la bellezza dall'inizio alla fine; piombo che ha equilibrato la mia anima. Il contrappeso che mi ha impedito di finire china dinanzi alla malinconia, che ha saputo sedurmi con toni scherzosi, avventurosi e avvincenti nel momento in cui ho abbracciato questo mondo. Sono stata catapultata in un mondo che ha tanto di famigliare, su una navicella in rotta verso un pianeta sconosciuto, impedita a sentire il sole sulla pelle, riempiendomi i polmoni di aria fresca. In una prigione che mi ha offerto una vista mozzafiato, un'orbita completa intorno alla terra, ricca di oceani blu, nuvole turbinose e albe che hanno infuocato metà del pianeta. Come l’ eroina di questa avventura, ho sognato attimi di profonda fusione spirituale, baci appassionati, audaci fughe da evasione. Sotto un cielo che è una tavolozza di sfumature violacee che virano progressivamente al blu scuro a un nero punteggiato di stelle, e che sono adesso su di me come una coltre luminosa. Un cielo immenso e un intero mondo pronti ad inghiottirmi.
Un romanzo bellissimo, meraviglioso a cui non assegno il massimo dei voti semplicemente per il ritmo un po' lento che costellano alcune vicende iniziali. Una lettura che altri non è che un ode alle favole, alla letteratura per l'infanzia, che ho accolto nel mio cantuccio personale con un certo entusiasmo e che, restando saldo alla materia di cui sono fatti i romanzi ma restando prigionieri di carne, sangue, lacrime e vittime ferite, ci si domanda se incorrere la felicità sia tutto ciò che si cerca da questo tipo di letture. Con l'anima tumefatta, provata, in compagnia di creature dispensate o zeppe di emozioni, esemplari finiti della razza umana che hanno già provato quello che c'era da provare.

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti:

  1. Non mi ispirava particolarmente ma ora che ho letto la tua recensione vorrei proprio leggerlo. I retelling mi piacciono sempre ma qualche volta mi deludono. Questo invece sembra proprio fatto come si deve ❤️

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