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sabato, agosto 26, 2023

Nella baia delle parole: romanzi che meritano concentrazione parte 2

Non molti vedono questi romanzi come delle opportunità di leggerli. Non molti considerano tali romanzi delle letture semplici, ma le attribuiscono a determinati momenti della loro vita in cui presto o tardi avrebbero presieduto nel loro cantuccio personale. Per quanto mi riguarda non mi importa quando avviene la lettura di un determinato romanzo, importa come mi sono sentita durante il processo di lettura ma soprattutto quali sono state l’emozioni riscontrate. Ebbene, questa la seconda parte di quei romanzi di cui vi citavo l’altro giorno. Ed io, armata di carta e penna, pronta a redigere l’ennesima stila di libri…. Vi va di seguirmi? 😊

Tristran è descritto dall’autore con una certa modulazione, ma dotato di un’innata vena umoristica è costretto al supplizio di un’eterna malinconia all’insoddisfazione che gli impedisce di ricavare buon profitto da qualunque cosa. Ma tale decollo, utile a sollevargli lo spirito, fu quel movente che gli permise di aggrapparsi alla scrittura, dandogli qualunque forma o sostanza, acquisendo spontaneamente la nozione di originalità piantate nel suo animo di lettore e studioso sin dalla giovane età.


Titolo: La vita e le opinioni di Tristan Shandy, gentiluomo
Autore: Laurence Sterne
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 832
Trama: Non “Vita e avventure”, come per Robinson Crusoe, ma “Vita e opinioni”: fin dal titolo il romanzo di Sterne sorprende e si rivela innovativo, tanto da segnare l’avvio della letteratura moderna. Mimetizzato dietro il protagonista e narratore, che racconta una vicenda fitta di personaggi e di situazioni bizzarre, Sterne rivolge la sua penna acuminata contro le convenzioni morali e letterarie dell’epoca, contro l’ipocrisia degli ecclesiastici, la vanità dei potenti e il servilismo dei letterati. Ne risulta un’opera umoristica e malinconica, enigmatica, anarchica e irrivelante, originale fin nell’ortografia; un romanzo zigzagante, ricco di divagazioni, di storie parallele, di “opinioni” – appunto -, in cui il protagonista, attraverso l’esercizio del dubbio, giunge alla conoscenza dell’ultima finitezza, e ne esce più forte e libero, invitando il lettore a fare con lui lo stesso percorso. 

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Il tutto condensato in una visione disordinata e curiosa, che lascia vedere un umile e modesto frammento di storia che nonostante tutto mi ha fatto perdere le mie tracce. Cerchio politico e sociale che è un ingranaggio arido, crogiolante, stridulo che ci induce a vivere in un mondo a parte, fra tenebre e sogni, nella bruma incoerente di incubi che fanno vacillare ogni contorno, aggrinzire ogni forma, dilatando le cose come chimere e gli uomini come fantasmi. 


Titolo: Le due città
Autore: Charles Dickens
Casa editrice: Newton & Compton
Prezzo: 4,90 €
N°di pagine: 384
Trama: Romanzo storico consacrato al realistismo narrativo, Le due città mette in scena i destini di personaggi coinvolti nel vortice degli eventi della Rivoluzione francese e del successivo periodo del Terrore. Sebbene l'ambientazione, tra Londra e Parigi - le due città del titolo - differisca notevolmente dall'Inghilterra vittoriana, cui il romanziere ha quasi sempre attinto per i suoi lavori, quest'opera contiene tutti i classici temi dickensiani: dalla povertà alla nobiltà di spirito, dal sacrificio alla redenzione.

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Titolo: La coppa d’oro
Autore: Henry James
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 736
Trama: Romanzo di simmetrie e di circoli viziosi, La coppa d'oro è la storia di due uomini e due donne, e degli intrecci sentimentali che nascono all'interno del gruppo. Elemento centrale della trama è una coppa d'oro che i quattro protagonisti acquistano, vendono, ammirano, distruggono. Ed è proprio attraverso questo oggetto simbolico che si determina la svolta decisiva dell'intreccio, con la scoperta, da parte di Maggie, del tradimento del marito e il suo impegno per ridistribuire le relazioni all'interno del quartetto, secondo una simmetria questa volta rispettosa dei legami matrimoniali.


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Un viaggio che è un’esperienza di vita, che non credo ripeterò nell’immediato ma in un futuro imprecisato, magari fra qualche anno, le cui apparenze sono molto simili a quelli di una grande metropolitana in cui i suoi abitanti sono anime che si muovono mediante una mano invisibile. 

Titolo: Moby Dick
Autore: Herman Melville
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 703
Trama: Un uomo e mostruoso cetaceo si fronteggiano: è il conflitto più aspro, accanito e solitario mai immaginato, è la storia di ogni anima che si spinga a guardare oltre l’abisso. Moby Dick è un gigantesco capodoglio, candida fonte di orrore e meraviglia; Achab è un capitano che, ossessionato da follia vendicatrice, lo insegue fino all’ultimo respiro; ismaele, un marinaio dall’oscuro passato imbarcato sulla baleniera Pequod, è il narratore e, forse, l’eroe della tragedia. Sullo sfondo, il ribollire sordo e terribile dell’oceano, il vociare cosmopolita dell’equipaggio le descrizioni anatomiche delle balene e i puntuali resoconti di caccia. Così, pagina dopo pagina, i personaggi del dramma diventano i protagonisti di una nuova epica, con il fascino ambiguo e controverso di un destino contemporaneo.

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Titolo: L’ultimo uomo
Autore: Mary Shelley
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 600
Trama: Ventunesimo secolo: il destino dell'umanità è segnato e la sua fine ormai prossima a causa della peste. Che sia una tragica condanna senza possibilità d'appello? Romanzo apocalittico, pubblicato per la prima volta nel 1826, "L'ultimo uomo" di Mary Shelley è considerato, assieme a "Frankenstein", uno dei suoi più importanti romanzi, antesignano del genere fantascientifico. Opera straordinariamente moderna, nata dalla percezione lucida e impietosa delle contraddizioni culturali e politiche del primo Ottocento, è un testo sovversivo che mette in scena la fine della civiltà che su quei presupposti si era fondata: l'idea di famiglia, di Stato e di religione. Una narrativa gotica che non si limita a esprimere i fantasmi del rimosso e la paura che li accompagna, ma che dà corpo a tali fantasmi trasformandoli in figure realistiche seppur metaforiche in grado di agire sulla realtà con conseguenze tangibili e spesso catastrofiche.

Titolo: Il monaco
Autore: Matthew G Lewis
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 496
Trama: Ambrosio, monaco dell’ordine dei Cappuccini di Madrid, è conosciuto in città per la sua saggezza e la condotta virtuosa. Fino al giorno in cui scopre che il discepolo con cui ha un profondo legame è in realtà una fanciulla. Matilda. Caduto in tentazioni sempre più profonde, Ambrosio ricorrerà alla magia e al demonio nel tentativo di celare i propri crimini all’Inquisizione.


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Non è solo un trattato politico sociale un po’ sterile e amorfo. Ma è il bisogno selvaggio di scovare una propria identità, una libertà intrinseca a qualunque forma di possessione e ossessione, slancio di azioni e pensieri che si tramutano in impulsi emotivi la cui ondata è però talmente travolgente da aprire varchi nel cuore.

Titolo: L’usanza del paese
Autore: Edith Warthon
Casa editrice: RBA
Prezzo: 10€
N° di pagine: 400
Trama: Bellissima,furba, arrivista, spietata. Così è Undine Spragg, risultato mostruosamente perfetto del sistema, dell’usanza del paese. Il paese sono gli avventurosi e ricchissimi Stati Uniti a cavallo del 1900. L’usanza è che l’uomo persegua con ogni energia e mezzo il successo – ovvero la ricchezza – godendone distrattamente gli splendori e soffrendone impavidamente le miserie, e che la donna sia chiamata a partecipare dei primi e accuratamente tenuta al riparo delle seconde, chiusa in una sua gabbia dorata quanto arida. La vita della provincia americana è in effetti troppo angusta per Undine, ma presto lo divengono anche quella lussuosa dei grandi alberghi newyorkesi e quella raffinata di Washington Sqaure, centro attorno a cui ruota la civile e perdente aristocrazia americana. La giovane donna decide allora di conquistare la mitica Europa, la favolosa Parigi di quegli anni. A nulla valgono i richiami alla ragione, i sentimenti e gli affetti, un bambino: se il marito non può darle ciò a cui aspira, Undine lo abbandona. Sua meta successiva sarà impadronirsi di un grande nome e di un titolo glorioso. Purtroppo, successo significa ricchezza, e la ricchezza non è necessariamente caratteristica dominante delle famiglie di nobili origini. Così Undine finirà per tornare alla calda e rassicurante “usanza”, a un uomo del paese in grado di conquistare enormi quantità di ricchezza e successo, e di lasciarle il suo ruolo di donna capace unicamente di realizzare una serie infinita di dubbie scalate sociali.

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