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mercoledì, aprile 24, 2024

Slanci del cuore: Parole in musica

La musica è una delle mie più grandi e fedeli compagne. Non è qualcosa di semplice, ascoltare una canzone e canticchiare tra sé o a voce alta, quanto ascoltarla mentre si legge, in quanto trascinata in un mondo a parte, a sè, in cui non provo alcun fastidio quanto benessere. Leggere con la musica sparata nelle orecchie mi ha sin da sempre concesso l’opportunità di conciliare realtà e fantasia, e, quasi come preda di trance, divertita e poi tesa. Tesa perché così immersa da non poter essere sempre vigile a captare i rumori del mondo esterno. Di musica la letteratura di cui amo cibarmi e a cui a questo proposito quest’oggi proporrei qualche opera al riguardo, in questi testi è essenza suprema. Urla qualcosa, trasmette messaggi che forse non tutti hanno compreso, forse nemmeno io. nè gesticolano violentemente affinchè qualcuno li noti, quanto tendono una mano invisibile affinché vada verso qualcosa. Cosa non so spiegarlo, ma sicuramente che coincide con i sogni, le speranze di chi, fagocitato in questa realtà quasi illusoria, può rifugiarsi.

Un grande romanzo che scruta una parte più intima della nostra anima: i sentimenti. Un bellissimo affresco sull'adolescenza, sulla giovinezza, sul periodo di transizione all'età adulta scritto magistralmente a cui fanno da sfondo atmosfere favolosamente descritte prive di elementi onirici e surreali e un continuo susseguirsi di misteri foschi e domande senza risposta che riescono a coinvolgere del tutto il lettore in un mondo ombroso ma ricco di sentimentalismo. 

Titolo: A sud del confine, a ovest del sole

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13€

N° di pagine: 204

Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

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Lettura estremamente appassionante per gli amanti del genere e non, la fine dell'opera è una rapida assimilazione del processo creativo dei due autori e una romantica constatazione di come la musica è parte integrante della nostra anima. Rivelatrice di segreti a cui è dato spazio e tempo, attanaglia per la sua natura estremamente metodica, ordinata, colorata, peculiare. 

Titolo: Ritratti in jazz 

Autori: Murakami Haruki e Wada Makoto 

Casa editrice: Einaudi 

Prezzo: 13 € 

N°di pagine: 240

Trama: Murakami Haruki ha gestito un jazz club per molti anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: ecco, leggendo "Ritratti in jazz" si ha l'impressione di essersi appena seduti a uno dei tavoli del locale a bere qualcosa mentre un vecchio amico, Murakami stesso, ti racconta quello che stai ascoltando. Il tono è confidenziale, caldo, privo di specialismi, eppure pieno di informazioni, curiosità, aneddoti, di cose che si scoprono. Quello, però, che più colpisce è la passione sincera e bruciante che ogni "ritratto" trasmette: Murakami riesce veramente a farti "sentire" il brano o il disco in questione.

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Vasto cosmo di tante cose diverse. Un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha più significato per gli autori che, tra circostanze straordinarie e situazioni diverse, condensa in pochissime pagine, attraverso una sorta di conversazione che sotto certi aspetti estranea chi legge, sotto altri accresce elementi personali. Modeste riflessioni sulla musica, sulla scrittura, sulla strada sbagliata che spesso si percorre, tanto come scrittore e musicista quanto esseri umani. Innovativo, semplice e reale, ammenda utile a ricordarci che, pur di realizzarci, è necessario spesso saper combattere.

Titolo: Assolutamente musica

Autore: Murakami Haruki e Ozawa Seiji

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 312

Trama: «Se in un testo non c’è ritmo, nessuno lo leggerà», afferma Murakami Haruki, che ha imparato a scrivere ascoltando musica. La sua passione è nota a tutti i lettori: non solo i suoi romanzi sono percorsi da una costante colonna sonora, ma l’autore giapponese ha anche gestito un jazz club a Tōkyō. E può vantare un amico d’eccezione: il grande maestro Ozawa Seiji, che ha diretto le orchestre piú importanti del mondo, tra cui la Boston Symphony Orchestra. Spinti dal profondo amore per la musica, l’appassionato e il professionista hanno deciso di scrivere insieme questo libro: sei conversazioni e quattro interludi che spaziano da Beethoven ai collezionisti maniacali di dischi, da Brahms al rapporto tra musica e scrittura, da Mahler al blues. Un’insolita guida all’ascolto, capace di farci rivivere l’armonia di un pomeriggio tra amici che parlano di ricordi. E capace di farci emozionare.

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Riverbera nella notte, nella solitudine del cuore, nella ricerca affannosa di vivere e sopravvivere, in sconfortanti fantasticherie che pulsano nel cuore, mettono a posto qualcosa dentro di noi. 

Titolo: Il canto del cielo

Autore: Sebastian Faulks

Casa editrice: Best Beat

Prezzo: 13, 90 €

N° di pagine: 496

Trama: Francia, 1910. Ad Amiens il giovane inglese Stephen Wraysford incontra Isabelle, una donna irreprensibile, rassegnata a tollerare un matrimonio infelice. Tra i due scoppia improvvisa una passione divorante, ma la loro storia d'amore non è destinata a durare e presto l'uomo ritorna in Inghilterra. Sette anni dopo Stephen è di nuovo in Francia e affronta gli orrori della Prima guerra mondiale. Durante questo periodo sposa la sorella di Isabelle, Jeanne, e ne adotta la figlia, senza sapere di esserne il padre. Sarà la nipote di Stephen, a Londra, nel 1978, a ripercorrere la storia della sua famiglia attraverso il diario del nonno, in cui troverà la risposta a molte sue domande e la forza per cominciare una nuova vita.

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Lungo e indefinibile pellegrinaggio nella psiche, ma anche nell’assetto etico e sociale in relazioni fra gli esseri umani che puzza di crudeltà, sangue appena riverso sulle strade, ricordi che lacerano la mente e che non riescono a portare via le impurità, con sangue continuamente riverso che è assetto passionale di un uomo che ripudia moralità, dedizione di certi dogmi spirituali e individuali.

Titolo: Il richiamo del corno

Autore: Sarban

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 191

Trama: Quando Alan Querdilion, un ufficiale della Marina britannica, si risveglia nel letto di uno strano ospedale sono passati centodue anni, il mondo non è più lo stesso e lui si ritrova imprigionato in un incubo. I nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e regnano incontrastati. I prigionieri-schiavi vengono allevati e trasformati nella selvaggina di un feroce sovrano. Un terrore remoto e indicibile si impossessa lentamente di Alan: è "il terrore che si prova ad essere cacciati". Qualcosa di notte si muove nella foresta e brama sangue. Lo sente avvicinarsi da lontano, preceduto dal suono di un corno. Sono note isolate, appena avvertibili, separate da lunghi intervalli, "ognuna così solitaria nel buio e nel silenzio assoluto, come un'unica vela su un vasto oceano". Poco dopo la fine della guerra, e ben prima che il genere distopico infuriasse fra i lettori di tutto il mondo, un diplomatico inglese estremamente discreto, che passava da una sede all'altra del Medio Oriente, scriveva questo piccolo romanzo, che fa pensare a un racconto di Wells, e dove all'immagine di un futuro alternativo governato dai nazisti si sovrappone ben presto la terrificante visione di un mondo capovolto e arcaico, regolato dalla caccia fine a se stessa. Ossessione ricorrente da varie migliaia di anni fino a oggi, e forse oggi più che mai. Con una nota di Matteo Codignola.

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Una storia indimenticabile e perfetta che, nella sua brevità, riesce a trasmetterci un certo dolore. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere. Una ricostruzione attenta che funge da monito verso coloro che continuano a costruire delle solide barriere attorno a se stessi.

Titolo: Canto di Natale

Autore: Charles Dickens

Prezzo: 10 €

Casa editrice: Feltrinelli

N° di pagine: 180

Trama: Nella fredda notte che annuncia il Natale, il vecchio Scrooge, visitato dal fantasma del suo vecchio socio in affari, si trova a compiere un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro della sua miserevole vita. Solo messo di fronte a se stesso Scrooge imparerà il valore della solidarietà. Questa è la celeberrima trama di una delle storie più raccontate e rivisitate dal cinema e dalla letteratura mondiale. Il classico di Dickens, presentato nella sua veste originale, riesce ad affascinare come sempre, e rievoca magicamente lo spirito natalizio.

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Un vasto tesoro di immaginazione visionaria che mi ha invitata a fiondarmi immediatamente fra le sue pagine con la consapevolezza che, a lettura terminata, ha lasciato uno spazio vuoto che ha la forma di una persona. 

Titolo: Il primo trombettiere
Autore: Thomas Hardy
Casa editrice: Robin
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 450
Trama: “Il primo trombettiere”, pubblicato nel 1880, è l’unico romanzo storico di Thomas Hardy. L’eroina, Anne Garland, è desiderata da tre pretendenti. John Loveday, il primo trombettiere di un reggimento britannico, onesto e leale; suo fratello Bob, un marinaio inaffidabile; e Festus Derriman, il codardo nipote del possidente locale. La storia si svolge a Weymouth durante le Guerre Napoleoniche. La città temeva allora la possibilità di un’invasione da parte di Napoleone. Dei due fratelli, John combatte con Wellington nella Guerra della Penisola, e Bob milita con Nelson a Trafalgar.

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Trama di vita di un uomo che effettivamente non possedette nulla di speciale, opera che stabilisce i connotati fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che ha importanza è ciò che ne ha meno. Stargli dietro è stato estremamente facile, dominato da un doloroso mal riuscito sforzo di fabulazione in cui la stessa autrice è partecipe sia come scrittrice sia come visitatrice. 

Titolo: La leggenda del trombettista bianco
Autore: Dorothy Baker
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 16 €
N°di pagine: 236
Trama: New York, anni venti. Tra i club dalle insegne luminose e gli ampere degli studi di registrazione, quello di Rick Martin è un nome che viene pronunciato con rispetto, quasi sottovoce. Degli altri musicisti si dice che si, sono bravi, ma non sono certo lui, come se il suo talento fosse il metro di paragone per quello degli altri. Sul suo conto girano tante storie: fin da giovanissimo ha sempre frequentato i neri, anche se è bianco, per questo è così indisciplinato; per imparare a suonare marinava la scuola e andava a esercitarsi in una chiesa abbandonata. È stato nientemeno che il grande Art Hazard a insegnargli i segreti della tromba. Voci, dicerie, leggende. Ma chi è davvero Rick Martin? 


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