Titolo:
Fahrenheit 451
Autore: Ray
Bradbury
Prezzo: 9,00
€
Casa
editrice: Oscar Mondadori
Trama: In un'allucinante società del futuro si
cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica
e conservati illegalmente. Il romanzo più conosciuto del celebre scrittore
americano di fantascienza.
La recensione:
... per
la prima volta mi sono accorto che dietro ogni libro c'è un uomo. Un uomo che
ha dovuto pensarle. Un uomo a cui è occorso molto tempo per scriverli per
buttar giù tante parole sulla carta.
Sempre
più spesso e con immenso piacere partecipo a letture di gruppo pur di
"guardare" e carpire scrupolosamente i segreti di un attento lettore
e a volte dipingerlo mentalmente con modestissimi acquarelli dalle tonalità più
artificiose. Ho letto da quando ero una bambina. Ho scritto alle soglie
dell'età adulta. Non mi considero una scrittrice, ma il cercare di riprodurre
sulla carta non tanto quel che vedo, quanto ciò che sento, nell'aura lucente in
cui tutto ciò che percepisco continua a piacermi, è sempre stato beneficio per
la mia anima sognatrice e romantica.
Lentamente
il mondo della scrittura, che mi era sembrato così unico, particolare e,
soprattutto, inavvicinabile, cominciò ad apparirmi, nel fondo, non molto
diverso dall'universo parallelo che si cela nei romanzi. E, all'inizio, interessata
esclusivamente alla lettura e tutta presa dalle storie per cui avrei sottratto
gran parte del mio tempo, con gli anni e qualche limitata esperienza alle
spalle, tendevo sempre più a relazionarmi, ad aggregarmi, a stabilire un
contatto. La scrittura stessa è una società, un giardino in cui è possibile
spingerci a dismisura, pur di non sentirsi mai soli abbastanza: diversi autori
si sono contesi, pur con grazia, il diritto di muoversi liberamente.
Chi ha
letto il romanzo di Bradbury e pensa che entrando in questo harem segreto
sfugge alle trappole della vita si sbaglia. Certo, tutto ciò che apprendiamo
tocca in minima parte le corde sensibili del nostro animo. Ci sentiamo in
dovere di essere solidali, comprensivi e lottiamo per un posto migliore. Più vicino
possibile ai piedi della nostra anima. I libri divengono, a modo loro,
trappole. Diatribe fra professori che si danno reciprocamente dell'idiota,
correndo affannati a spegnere le stelle e ad offuscare il sole. Non più quel
rifugio che offrono protezione e garanzia, ma come qualcosa che limita la
libertà. Rivelano i pori sulla faccia della vita, una vita che scorre come una
fiumana in infinita profusione.
Ho
imparato molto, tante cose che prima ignoravo volontariamente adesso mi sono
entrate in testa. Quello che avevo davanti era uno spettacolo di burattini, che
prevedeva ogni mossa, ogni gesto, ogni movimento prima che lo spettacolo
cominciasse. Le persone erano torce che si consumavano fiammeggiando, fino a
spegnersi con un sibilo. L'atto del distruggere, il piacere di vedere le cose
divorate, annerite, diverse. Il sangue che martellava contro le tempie, le mani
che divenivano le mani di non si sa quale direttore d'orchestra che suona tutte
le sinfonie fiammeggianti, incendiare, per far cadere tutti i cenci e le rovine
carbonizzate di anni di storia. La vita come un immensa cicalata senza
costrutto, un'interiezione sonora e vuota.
Considerato
come una sorta di ribellione sociale in cui l'autore mette a nudo una parte
della sua anima e quella dei libri - incastri e composizioni di parole, musica
e suoni che si consumano, nell'inutilità del tempo - Fahrenheit 451 è un romanzo di rivolta che potrebbe apparire
semplice ma che cela un infinità di significati. L'epilogo è una rapida
assimilazione del processo creativo dell'autore e un accozzaglia di sensazioni
e pensieri di vario tipo gettati fra le fiamme, anneriti e distrutti
dall'incuria umana. Innumerevoli, persi nell'infinito, così assordanti da
promulgare il pensiero a grandi distanze e nel tempo a venire.
In questo
ritratto sociale terribilmente conformista l'autore non si limita a raccontarci
nei minimi dettagli una storia che parla di libri, ma gli attribuisce
concretezza e conformità. Una fiamma ardente che raggiunge persino il nostro
cuore, un gesto impuro che vale come un oscenità. Un uomo maturo mi ha
accarezzato lentamente l'anima e, nel suo tocco, ho visto un piccolo omino che
considera i romanzi come qualcosa di necessario. Una scoperta utile a trarre
profitto dalle negatività della vita.
Fahrenheit 451 è una lieve tortura di parole, suoni e musica. Un tributo
oltraggiante e dannoso che rende ingiustificabile dare alle fiamme qualcosa che
ha una sua anima. Un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha
dettato il cuore all''autore che, tra situazioni che scivolano un po' nella
malinconia, condensa in pochissime pagine, attraverso una sorta di ammenda
interiore in cui riporta personali e modeste riflessioni sui libri, i sogni,
sull'essere lettori. Un trattato sociale sulla natura lineare del tempo,
sull'incapacità dell'uomo di non saper ribellarsi alle leggi imposte.
Ci si
domanda il perché di tante cose, ma guai a continuare: si rischia di
condannarsi all'infelicità permanente.
Valutazione d'inchiostro: 3
.
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