Titolo: Le
anime bianche
Autore:
Frances Hodgson Burnett
Traduttore:
Annarita Tranfici
Casa
editrice: Panesi Edizioni
Prezzo
ebook: 0,99 €
N° di
pagine: 79
Trama: Ysobel è una ragazzina timida e minuta che non ha mai conosciuto i genitori e vive, assieme ai tutori Jean Braidfute e Angus Macayre, in un castello dall'aspetto austero immerso nella desolata brughiera scozzese. Fin dall'infanzia, la bambina mostra di essere dotata di un particolare "dono" che la rende diversa da tutti gli altri bambini; ella ha "il potere di vedere oltre le cose" e di entrare in contatto con le anime dei defunti, ormai libere dalle sofferenze e dalle paure dell'esistenza.
Trama: Ysobel è una ragazzina timida e minuta che non ha mai conosciuto i genitori e vive, assieme ai tutori Jean Braidfute e Angus Macayre, in un castello dall'aspetto austero immerso nella desolata brughiera scozzese. Fin dall'infanzia, la bambina mostra di essere dotata di un particolare "dono" che la rende diversa da tutti gli altri bambini; ella ha "il potere di vedere oltre le cose" e di entrare in contatto con le anime dei defunti, ormai libere dalle sofferenze e dalle paure dell'esistenza.
La
recensione:
Le parole non sono mai giuste.
Perché non abbiamo parole per descrivere ciò che viviamo.
Quanto
tempo è trascorso dall'ultima volta che ho letto una storia di fantasmi? Non lo
so. Tutto ciò ha sempre destato un certo fascino in me. Le parole, talvolta,
hanno un non so che. In mani esperte, adoperate con maestria, ti fanno prigioniero.
Ti si attorcigliano intorno alle membra come la tela di un ragno e, quando sei
così soggiogato da non riuscire più a muoverti, ti trafiggono la pelle, ti
entrano nel sangue, ti atrofizzano i pensieri. Operano dentro di te come una
magia. E, quando, alla fine, tornai in me, riuscii solo a immaginare quello che
era successo nel sotterraneo buio del mio inconscio. Che cosa mi fanno le
parole? Perché ne sono così tanta affascinata?
Non so
dirlo. Tutto quello che so è che i libri e la buona letteratura mi hanno sempre
dato alla testa. Mi hanno sempre permesso di aprire finestre di chimera
felicità, dove l'anima di chi scrive combacia perfettamente con la mia. Nel
corso della mia carriera di lettrice, le ho cercate come storie che vanno alla
ricerca di altre storie. Come mezzo di allontanamento dalla vita, dalla
routine, dai dolori o dalle sofferenze, attingendo ad emozioni che si agitavano
dentro e cui riverso in quel contenitore che è la scrittura. Per comporre una
melodia che risponda ai miei bisogni, per lasciare che le parole mi sorprendano
e m'inducano a provare quell'eccitazione indefinibile che prende quando mi si
aggrappano sulle spalle.
E'
possibile che, arrampicandomi su monti impervi, scalare pareti rocciose e, al
termine di una lunga lotta accanita, giunga in vetta, ci fossimo mosse in
sincrono, agili e decise, come anime prive di corpi che tuttavia vivono di vita
propria, trasmettendo informazioni necessarie. Perlomeno, questo è il modo cui
mi piace definirli, l'unica conclusione cui riesco ad arrivare, quando
m'imbatto in storie che hanno una loro storia. E Le anime bianche, nonostante, con un brivido e tornando con i piedi
per terra, mi fece constatare quanto poco sapessi di fantasmi, organizzò i miei
pensieri. Sebbene non abbia alimentato il mio desiderio di divorare le pagine
una dopo l'altra, perché niente come prolungare qualcosa è capace di suscitare
in me insoddisfazione e poco interesse.
Ieri sera,
infatti, io e Ysobel abbiamo dovuto salutarci e porre fine a un viaggio
alquanto breve cui tuttavia ho dedicato il poco tempo libero che ho avuto a
disposizione. Sembrava propensa di separarsi da me, ma la sua storia - venata
di magia e un pizzico di esoterismo - accrebbe il mio interesse nei suoi
riguardi. Come un osservatrice attenta e scrupolosa non ha fatto altro che
trascinarmi fra le vecchie mura di una gigantesca biblioteca, nel cuore di una
storia che ha avuto un inizio e non una fine.
Col
temperamento mite e silenzioso, incline alla solitudine, ai margini di una vita
che non sente sua, Ysobel mi ha messo a conoscenza del suo strano segreto e
che, come un improvvisa sferzata di luce, ha aperto una porta che non l'ha
condotta nella sua casa, ma l'ha catapultata in una nuova spaventosa realtà.
Condannandola a vagare come un funambolo a cui è stata sottratta la vita,
ambendo alla libertà di agire, in cui l'IO che pensava di conoscere - leggero,
libero, splendido - ricorda tutte le età delle sue oscurità. Paure
inconsapevoli, o orrori di qualunque caduta senza meta. Raddrizzando un mondo
che involontariamente è stato messo sottosopra, ripristinando tutti gli
elementi in mancanza di una guida. Incastonati in un romanzo apparentemente
gotico e mistery, semplice ma affascinante, rigorosamente vecchio stile,
popolato da misteriose figure, notti buie e silenziose a leggere in una morbida
poltrona, nella luce fioca.
In
pochissime pagine, Le anime bianche
fonde sacro e profano e, raffinato ma reprensibile, è una tela che non nasconde
un certo fascino. Un quadro in cui l'autrice ha dipinto una storia che ha
attinto da esperienze esclusivamente personali, dove ha scritto la storia di
un'adolescente che quando usa la magia cerca la libertà. La donna considerata
come uno specchio, che riflette le immagini di come agli altri dovrebbe
apparire, un contenitore vuoto ripulito da ambizioni e opinioni, che necessita
di essere libera e di appropriarsi di simili privilegi. Fede, fiducia, amore,
vivendo come una ragazzina del nostro tempo.
Garbato e
avvincente, Le anime bianche è un
racconto che piace, ma non entusiasma. Fa trattenere il fiato e, nella sua
semplicità, ha abbacinato sempre più un frammento di storia.
Potremmo essere fantasmi. Potremmo
essere tra quelli che la nebbia nasconde, perché a loro piace essere nascosti.
Valutazione d'inchiostro: 4
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