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sabato, marzo 26, 2016

Gocce d'inchiostro: Entombed - Riccardo Giacchi

Scrivere una recensione è quasi sempre un impresa per nulla semplice. Crea confusione, combattimento, con la testa zeppa di parole che non vogliono sapere di essere riempite, in balia di sensazioni a cui non sempre riesco a dar voce.
Questo è quello che è accaduto con Entombed. Un volume dalla mole alquanto ridotta, che ho letto in pochissimo tempo, e che ho desiderato spassionatamente la cui lettura è avvenuta dopo quasi una settimana. Un romanzo distopico fra le cui pagine si nasconde il nome di un autore che, col tempo, pronunciando quelle giuste parole, potrebbe infondere vita persino alle cose inanimate. Narrandomi la storia del maggiore Garrison come fosse sua. Imprecisa, imperfetta, ignota destinata a divenire massima di vita, istinto e carne.


Titolo: Entombed
Autore: Riccardo Giacchi
Casa editrice: Genesis Publishing
Prezzo: 10,60 €
N° di pagine: 170
Trama: Nel 2054 una nuova ondata di sangue scorre sulla Terra, come mai prima di allora. Nessuna guerra tra gli uomini l'ha causata, ma l'arrivo lesto e brutale dei nuovi arrivati. Dopo la caduta del meteorite Luxifer, inabissatosi nell'Atlantico, essi sciamano nelle vie disseminando morte e caos. La disperazione fa sì che i governi si uniscano sotto un'unica bandiera in nome della sopravvivenza comune. Quando ormai si teme il peggio e l'invasione sembra incontenibile, sorge un vecchio programma di combattimento: i Giant 02, mastodontiche macchine da guerra riadattate per il rastrellamento della feccia mostruosa. A comandare lo squadrone è il maggiore Garrison, le cui gesta eroiche faranno affiorare sconvolgenti verità, poiché il misterioso ordine della Vergine di Ferro, che si credeva scomparso, è tornato..

La recensione:
E' spaventoso come il tempo scorra ininterrotto. Si ha l'abitudine di dividerlo in fasi, ci si illude che lo sia, ma, solo alla fine, in realtà, ci accorgiamo che si tratta di un unica entità continua... Per quanto tempo possa passare e per quante cose possano accadere nel frattempo, ci sono cose che non si riescono a dimenticare del tutto. Immagini che non svaniscono. Episodi che affondano dentro di noi come radici, ti avvolgono come una vestaglia troppo larga infuocandoti come un incendio.
La prima volta che feci la conoscenza di Entombed scoprì qualcosa di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza. Avevo abbracciato con entusiasmo l'ennesima proposta di una talentuosa autrice emergente e, interpretando il modo in cui dipingeva la realtà circostante, ne ho carpito il significato dipingendo un ritratto fortemente realistico e profondo. Una raccolta di racconti che ho ingoiato in silenzio, arrampicandomi su monti impervi, esplorando mondi di ineguagliabile bellezza che, al termine, mi hanno permesso di giungere in vetta.
Sul finire del mese di marzo, con giornate perennemente uggiose e grigie - che sembrava volessero trasmettermi un forte senso di malessere -, conobbi il romanzo di Riccardo a casa di mia zia materna, un luogo che considero quasi la mia seconda casa. Avevo appena terminato l'ennesimo ritratto terribilmente realistico e individuale della mia amica Sabrina e, come la bella Tatiana della bellissima saga di Il cavaliere d'inverno di Paullina Simmons - che, con il suo coraggio, la sua forza interiore e, soprattutto, la passione che la legava al suo amato, non si arrestò dinanzi a nulla, pur d'inseguire l'uomo della sua vita -,  avevo e possiedo tuttora anch'io un unica certezza: odio gli ebook con ogni fibra del mio essere. Un foglio bianco imprigionato in una finestra virtuale dalla luce vaporosa non potrà mai sostituire il profumo inebriante della carta appena stampata. Santuari in cui sono racchiuse un infinità di storie. Dove ogni frase possiede una sua anima, l'anima di chi le ha scritte e di chi le ha lette, di chi ha vissuto e sognato assieme ad esse. Ma, nonostante leggere ebook non mi avesse mai entusiasmata, intuii che l'opera di questo giovane autore e l'ozio e il tedio che generalmente scaturiscono da queste nuove e modernissime tecnologie, che presto o tardi mi avrebbero stancato per la costante assenza della carta, col romanzo di Riccardo sarebbero state del tutto vane. Avevo già dato una scorsa alla trama per accettarmi se facesse o meno al caso mio, e aspettai che la pazienza arrivasse a un punto tale che la lettura di questo romanzo - apparentemente dispotico - rappresentasse un sollievo più che una condanna. Dopotutto, stavo soddisfacendo una mia curiosità sotto quest'aspetto, per cui all'esordiente Riccardo avrei potuto concedere anche una possibilità.
Dal primo momento in cui lessi le prime pagine, il seme della curiosità ha affondato le sue radici e ha cominciato a crescere. I miei occhi color cioccolato, infatti, che seguivano febbrilmente i caratteri stampati, non riuscivano a scollarsi se non quando giungevo alla fine del capitolo. Un uomo coraggioso e forte mi narrava la sua storia quasi come una lunga e profonda meditazione della vita. Scritte in quelle che non sono altro che pagine della sua memoria, che si trascineranno fino a quando esalerà il suo ultimo respiro, per poter così finalmente farlo fuggire nell'unico luogo dove né il cielo né l'inferno potranno mai trovarlo.
In fondo alle lande deserte in cui è sprofondato, regna il silenzio. La solitudine vi è depositata come fango morbido. Una debole luce diffonde i suoi raggi pallidi come resti di memorie lontane. E nemmeno sul fondo si riesce a scorgere segni di vita. In quale nuova storia sia imbarcata non saprei dirlo, poiché la misura ordinaria del tempo non esiste. Si espande o si blocca in accordo dei movimenti del cuore. Emette un battito a seconda di quello che sente, che prova.
Leggendo Entombed tutto d'un fiato per la prima volta ho intuito come tutto sembrasse profondo, impregnato di quella assurda solennità tipica dei classici con la quale la fugacità di un misero atto d'amore investiva inevitabilmente anche l'atto più insignificante. Lo specchio in cui ciascun personaggio vede riflesso la propria immaginazione: ognuna a seconda della propria rappresentazione. Sin dalle prime pagine si avverte la supremazia di un regime totalitario. In uno scenario tetro, con un pallido sole che illumina le rovine di una piccola città, fra detriti macchiati di rosso e miseria, in cui l'uomo brancola tra corpi e carcasse fumanti, in cerca di una salvezza che non può arrivare.
Costringe ai personaggi, figure evanescenti che vagano lungo la riva dell'insoddisfazione - che non riescono a provare emozioni ne possiedono ricordi -, a convivere con la presenza di una realtà che sarebbe presto diventata loro. Sprazzi di una vita passata, lontana. Un impasto di pensieri e di sogni, di speranze e delusioni, sospeso nell'aria stagnante, impossibile d'annullare del tutto. Memoria di una vita rubata di un giovane ufficiale, nonché storia di un ricordo che non è mai stato tale. Lui che, ambizioso e un po' introverso, abile a indossare quella maschera di cera cui tanto gelosamente custodisce, convive col timore di perdere ogni cosa. Lui che, rinchiuso nella solida cella della sua insoddisfazione morale, con sottofondo gemiti di dolore, pianti, vane suppliche che decimano persino le più misere speranze, è soffocato dalla paura e dall'incertezza di non rivedere più la sua famiglia.
Considerato apparentemente come un distopico e come un romanzo realista e pessimista, l'opera affronta molte questioni relative alla società e alla politica di un epoca che potrebbe sembrare nostra. E' un richiamo costante agli affetti repressi, alla libertà delle religioni costituzionali, alla libertà d'agire, all'amore vero. La rappresentazione perfetta di una società che diviene oggetto di ribellione per una serie infinita di soggetti e il terreno ideale per l'indagine accurata del rapporto fra l'esistenza e la sua rappresentazione fra uomo e vita. Un contenitore di verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere.
Perfetto per trascorrere qualche oretta in piacevole compagnia, Entombed è un romanzo coraggioso, crudo e cruento che racchiude al suo interno un infinità di significati. Mira a ricostruire la società italiana e, in particolare, funge da monito verso coloro che continuano a costruire delle solide barriere attorno a se stessi. A trincerarsi dinanzi a un'infinità di pregiudizi che, se abbattuti, ci permettono di percepire cosa e chi ci circonda. A interpretare il mondo sotto molti punti di vista e, solo allora, continuare a vivere interamente la nostra vita.
Valutazione d'inchiostro: 4


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