E' stata in una mite
serata di metà aprile, che ho sentito delle voci conosciute fra gli scaffali
della mia libreria. Mi sono guardata attorno, e dalla landa deserta del mio
animo ho constatato quanta bellezza celano talvolta i romanzi. Brillanti sotto
la volta stellata, con stormi di nuvole nere che fuggono verso l'orizzonte.
Mi sono sempre messa
da parte e, osservando l'incredibile sete di vita di eroici ma incasinati
personaggi, non mollandoli per un istante, vengo quasi sempre attratta da una
energia che ha effetto come una rispondenza - invisibile agli occhi, ma non al
tatto - sorprendendomi di trovarli lì, ai bordi di un disegno fatto
d'inchiostro invisibile, come una forma senza forma. E' una sensazione davvero
stranissima, eppure io mi trovo catapultata in una specie di mischia, ignara di
ciò che avrebbe potuto riservarmi il destino, senza avere alcuna scelta.
Come una magia che
adopera silenziosamente dentro di me, nel corso della mia carriera di lettrice,
ci sono stati autori che, sin dal primo giorno del nostro incontro, in un
momento imprecisato della mia vita, mi hanno colpito con violenza. Trasmettendo
felicità, appagamento, - facilmente rintracciabili in pagine bianche il cui
pallore minacciano come una sottile lama - e, fra questi, fra i numerosi autori
che presenterò successivamente, si annovera il nome di Murakami Haruki: un
giovane ambizioso, intrappolato nel corpo di un adulto, che ha il temperamento
complicato di mettere le cose nero su bianco per riflettere sul significato che
ha la vita. E che su di me ha un effetto devastante: mette a nudo la mia anima.
Amori di carta, così come le Cotte letterarie di qualche mese fa, esplica dunque quella parte
spirituale che tanto gelosamente custodisco nella parte più profonda di me.
Riuscendo a coglierla sotto diverse luci, come un aura diversa,
materializzandola dal nulla. Accompagnandovi mensilmente e sottilmente durante
la vostra permanenza, rivelandovi come talvolta l'anima venga infranta dalla
voce gracchiante di questi autori che, soli o disillusi, da un eccesso di
possessività e fantasia, trasformano la realtà in una sorpresa bellissima e
inaspettata.
Un grande romanzo che scruta
una parte più intima della nostra anima; i sentimenti. Un
bellissimo affresco sull'adolescenza, sulla giovinezza, sul periodo di
transizione all'età adulta scritto magistralmente a cui fanno da sfondo atmosfere favolosamente descritte prive di
elementi onirici e surreali e un continuo susseguirsi di misteri foschi e
domande senza risposta che riescono a coinvolgere del tutto il lettore in un
mondo ombroso ma ricco di sentimentalismo.
Un romanzo che è un
sentimento di natura sconosciuta. Un sentimento in cui, il senso di colpa, si
mescola indissolubilmente all'attrazione. E che, come uno sfuggente miscuglio
di realtà e irrealtà, nasce cresce e poi muore da un luogo scuro, quasi
inaccessibile per tutti.
Un
complesso, immane lavoro di riferimenti incrociati su un tema particolarmente
noto nella produzione murakamiana. Leggendolo con passione, facendosi avvolgere
dalla storia, si ha la sensazione che non si tratti più di un semplice libro,
ma che si espanda oltre le pagine verso la realtà, trasformandola, come se una
seconda luna comparisse in cielo.
Un
avventura sensazionale che altri non è che un esame della coscienza. Uno spazio
in cui è sospeso un codice che nessuno ha mai saputo decifrare, un accordo che
nessuno ha mai ascoltato.
Cede il posto a
situazioni assurde, inspiegabili e inverosimili, che tuttavia coincidono col
senso di smarrimento e alcune riflessioni sul senso della vita. E, seppur
originale nella produzione murakamiana, prende vita lentamente testimoniando il
desiderio dell'autore di trovare conforto e comprensione.
Un
romanzo profondamente emotivo che, a tratti, risulta un po' carente, per la
matassa di eventi che intaccano e annebbiano questa storia, priva di nesso. Una
mancata storia d'amore che oscilla fra il possibile e il necessario, i cui
sogni e fantasie oscillano come un pendolo in equilibrio precario.
Intreccia alla perfezione periodi semplici e
scorrevoli che danno la voce al simpaticissimo giovane protagonista senza nome
che, in prima persona, parla di se stesso e, soprattutto, della giovane Sumire.
Esaltazione del sesso e della musica, trascrizione di scenari
onirici magistralmente ideati e costruiti, ricerca interiore del proprio io,
una lettura leggera e veloce, utile a riempire un tedioso pomeriggio.
Realistico, sensuale, romantico, triste, inconsueto, è un mix di tante cose.
La rappresentazione perfetta di una
realtà non molto dissimile dalla nostra il cui finale - così triste e alquanto
inappagante - ci lascia con uno strano senso di vuoto. Malinconici e
nostalgici, al pensiero di doverci separare da amici fatti esclusivamente di carta e inchiostro, ma speranzosi di
poter leggere al più presto altre storie proprio come questa.
La rappresentazione perfetta di
una realtà non molto dissimile dalla nostra il cui finale, così ambiguo e
controverso, solleverà un polverone di domande che non pretenderanno altro che delle
risposte. Risposte tuttavia che una volta svelate potrebbero ridurre il brivido
della nostra eccitazione al riguardo. L'intensità e la forza cui quest'ultime
verrebbero concepite e che hanno consacrato quest'autore, come uno dei più
grandi narratori contemporanei di tutti i tempi.
Un romanzo particolare che getta tanto fumo negli occhi, ma che regala qualche piccola sorpresa. E' l'avventura, lungo un Giappone fiabesco, grottesco e surreale, di un giovane ex studente senza nome che, insoddisfatto della vita, imperscrutabile e misterioso, in veste di carta e inchiostro appare come una sorta di alter ego dello stesso autore.
di Un vasto cosmo di tante cose diverse. Un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha più significato per l'autore che, tra circostanze straordinarie e situazioni diverse, condensa in pochissime pagine, attraverso una sorta di monologo interiore che mette a nudo una parte della sua anima. Personali e modeste riflessioni sulla corsa, sulla strada sbagliata che spesso percorre, tanto come scrittore quanto corridore.
Un
romanzo profondamente introspettivo che risulta un po' carente, a tratti
fastidioso, per le continue digressioni narrative che intaccano e sporcano
questa storia, privo d'identità. Un ripetersi continuo e lento che oscilla fra
buio e luce, in cui la nozione del tempo traballa come un vagone su un asse in
equilibrio precario.
Un immenso contenitore di
riflessioni e idee su ciò che ha riservato la vita all'autore che, tra
circostanze straordinarie e situazioni diverse, condensa in quasi 300 pagine,
attraverso una sorta di monologo interiore che mette a nudo una parte della sua
anima. Un harem fatto di lettere, come un oratoria zeppa, semplice e reale che,
col caldo che diminuisce ogni giorno che passa e i raggi del sole in cui
ultimamente si percepisce un lieve sentore di autunno, ho
visto aggrovigliarsi come un formicaio costruito in fretta e furia.
Un quadro estremamente raffinato dipinto da un pennarello dalla punta invisibile che, saturo di svariate sfumature, è un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha riservato la vita all'autore che, tra circostanze odierne e situazioni diverse, condensa in quasi 250 pagine, attraverso una sorta di monologo interiore che mette a nudo una parte della sua anima.
Un quadro estremamente raffinato dipinto da un pennarello dalla punta invisibile che, saturo di svariate sfumature, è un immenso contenitore di riflessioni e idee su ciò che ha riservato la vita all'autore che, tra circostanze odierne e situazioni diverse, condensa in quasi 250 pagine, attraverso una sorta di monologo interiore che mette a nudo una parte della sua anima.
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