Titolo: A
sud del confine, a ovest del sole
Autore:
Murakami Haruki
Casa
editrice: Einaudi
Prezzo: 13€
N° di
pagine: 204
Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.
Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.
- Quando ti guardo, a volte mi sembra di vedere una stella
lontana. Sembra che brilli, ma è una luce di decine di migliaia di anni fa.
Forse è la luce di un astro che ora non esiste più, ma a volte sembra più reale
di tutto il resto. -
In un'area
residenziale tipica delle classi medie, situata alla periferia di una grande
città, in un giorno di dicembre, in prossimità del Natale, un ragazzo e una
ragazza stanno sul soggiorno di casa di lei, seduti comodamente sul divano ad
ascoltare musica.
E' inverno
inoltrato. Il cielo è nuvoloso e plumbeo. Il sole non riesce a penetrare
attraverso uno strato spesso di nubi che tentano di offuscarla e poi
dissolverla, cadendo in un sottile pulviscolo. Tutto appare poco nitido.
Spento. Vuoto.
E' quasi sera e,
in questa stanza completamente buia dall'arredamento sciatto e poco curato, una musica innocua a basso volume si diffonde in
sottofondo da un vecchio giradischi in un angolo. Seduta con le gambe sopra al divano, piegate
lateralmente sotto il sedere e un gomito poggiato sulla spalliera, la ragazza
ascolta la musica, con lo sguardo perso in chissà quale paesaggio. Mentre il
ragazzo, non capendo il significato di quelle parole, si domanda cosa si
nasconda dietro quelle formule magiche. Quella canzone ascoltata infinitamente
volte che riescono a cantarla per imitazione.
Fingere di essere felici quando si è tristi non è poi un
grande sforzo.
Leggendo A sud del confine, a ovest del sole, ennesimo
romanzo realista di Murakami Haruki, di queste figure evanescenti che avvertono
la presenza di una nuova realtà che sarebbe presto diventata loro e che avrebbe
colmato quel senso d'incompletezza delle loro esistenze, di un amore forte e
indomito privo di cicatrici, della potenza di un sogno vano e irraggiungibile,
questa è l'immagine a cui immediatamente penso. Al ritratto evocativo e
accattivante di due anime contrite, dannate ma appassionate. Legati da un amore
cocente e indissolubile, spontaneo e irruento, in bilico tra il reale e il possibile
dipinti in tutto il loro meraviglioso fascino. Dove l'amore funge da bisogno
primordiale di appartenenza, in cui l'uno non riesce a vivere senza l'altro.
Autobiografia -
forse - dello stesso Murakami, ricco d'immagini impressioniste, il romanzo si ammanta
di una scrittura semplice e pulita, di lunghi e profondi dialoghi interiori,
confessioni sussurrate nel cuore della notte, - tra il tepore di una vecchia
stufa a gas - esplicite manifestazioni di sesso e osservazioni sul senso della
vita. Un viaggio che continua oltre la carta, dove fanno da cornice
ambientazioni realiste che sembrano nascondere qualcosa di magico e che
trascinano il lettore in un vortice di sensazioni altalenanti da lasciarlo
quasi senza parole. Un grande romanzo sull'adolescenza, sul conflitto tra il
desiderio di essere integrati nel mondo degli "altri" e il bisogno
irrinunciabile di essere se stessi.
Romanzo che si
presenta lontanissimo dalla vena che lo aveva reso apprezzato e famoso, - allo
stesso modo di Norwegian Wood - A sud del
confine, a ovest del sole narra una storia realista, sentimentale e
seducente che è una nostalgica rievocazione del passato, costantemente
punteggiato da riferimenti musicali che ne accentuano il tono elegiaco. Di cui
il titolo è un omaggio a Nat King Cole, nonché rivisitazione di un epoca
irrecuperabile. Un insieme di strani suoni che, al suo ascolto, è una
riflessione più profonda dell'animo umano.
Nella vita ci sono cose che possono essere
cambiate e altre che sono irreversibili. Lo scorrere del tempo è un processo
irreversibile. Arrivati a un certo punto, non si può più tornare indietro.
La condizione di
un giovane pieno di desideri, "ridotto all'osso" e reso
sensibilissimo mi narrò la sua storia mediante un lungo e profondo flashback e che,
alla pari di Norwegian Wood, ha un
nome: Hajime.
Ha trentasette
anni, legge con interesse voluminosi classici, come gli uccelli se ne vanno a sud o a
nord quando è tempo di farlo, ed
estraniato dalla realtà che lo circonda preferisce farsi cullare dalle soavi note
di qualche cantante jazz. Artisti che eccellano ognuno con la propria arte
segreta, che lo fanno divenire parte integrante di un mondo ignoto a tutti
quelli che gli stanno intorno, che riescono a penetrare in lui come uno sguardo
indagatore che sembra quasi voler trafiggere gli altri, nota per nota, riga per
riga. Essere in un giardino segreto a cui solo lui può accedere.
Ma sarà veramente così? Non
esiste nessuno che riuscirà a capirlo veramente? A leggere nel suo cuore come
nessun altro? Non lo farà più sentire solo. Isolato,
alle prese con qualcosa che riesca a redimerlo dalla sua condizione di
penitente? A quanto pare, si. Shimamoto. La piccola e un po' zoppa amica
della sua infanzia che, con una sensualità capace di strappare dolcemente, a
una a una, le sottili membrane che avvolgono il cuore umano, è penetrata sino
in fondo alla sua anima. Come un fulmine silenzioso e invisibile, ha fatto
breccia nel suo cuore generando un'attrazione senza limiti né condizioni. Senza
un motivo né una spiegazione. Senza ma, né se.
Con un semplicissimo gesto lo
ha reso partecipe dei suoi segreti. Lo ha fatto sentire come un uccellino che
vola e può sentire la forza del vento. A scorgere in lontananza un paesaggio,
ma troppo distante per poterne cogliere i particolari.
Dal momento in cui le loro
mani si sfiorarono, - una sensazione mai provata prima, e mai più ritrovata -
aveva stretto il palmo piccolo e caldo di una ragazzina di dodici anni nel cui
palmo era racchiuso tutto ciò che c'era da sapere sulla vita, gli aveva
permesso di capire che nel mondo esiste davvero un posto per loro due. Un luogo
magico in cui l'amore illusorio e quasi
irraggiungibile di due amanti nati sotto una cattiva stella avrebbe potuto
sfociare in tutta la propria essenza.
Se qualcosa comincia ad andare storto
trascina con se il resto. Tutto sembra andare a rotoli, non si riesce a trovare
un rimedio, a meno che non venga qualcuno a tirarti fuori.
Per una serie di circostanze, Hajime
sarà costretto a dover lasciare la sua vecchia casa e trasferirsi in una nuova
città. Attraverserà una fase della vita estremamente delicata, che sembra aver
stravolto completamente il suo mondo e, come una sorta di corso accelerato
sulla mortalità, abbandonerà volontariamente al suo destino l'unica persona che
era riuscita a frantumare la bolla di mistero in cui era avvolto. A vedere ogni
cosa di lui. Ogni minima parte del suo essere, per lei completamente nuda.
Aver dovuto fare tanta strada per
capire cosa desiderava davvero, e rendersi conto che avrebbe perso tutto
nuovamente e inevitabilmente, quando sarebbe poi giunto alla meta, sarebbe
stato davvero frustante. Ma, è pur vero che, se non avesse fatto nulla di
simile, non sarebbe stato il protagonista di questo meraviglioso sogno
romantico che gli avrebbe permesso di rievocare, il ricordo più importante fra
tutti: la sua amata Shimamoto. La meteora incandescente che, in una notte senza luna,
molto buia, ma con qualche stella e punti di luce e razionalità, aveva preso
fuoco. Bellezza e luminosità. Gli aveva cambiato la vita. Così fatale da
imprimergli un segno indelebile.
Perderla equivale alla forza di gravità che subisce
uno strano mutamento e viene strappata di dosso, a poco a poco, come qualcosa
che si era saldamente avvinghiato al suo corpo. Come se stesse accadendo
qualcosa al di fuori della sua volontà, al di la di un vetro. Qualcosa che è
scomparso, si è spezzato. Qualcosa che ha perduto e di cui è "affamato e
assetato". In silenzio e definitivamente.
Solo con Shimamoto si sentiva completo e appagato,
consapevole di quanti desideri inesauditi si sia lasciato alle spalle nei
lunghi anni della sua vita. Come aveva cercato di sforzarsi a essere un altro.
Cambiato continuamente luoghi, vita, pur di acquisire una nuova personalità.
Uno stratagemma per crescere, ma anche per diventare un altra persona. Cambiare
se stesso per poter liberarsi di tutto. Ma, nonostante avesse cercato
severamente di farlo, pensando che, impegnandosi, ci sarebbe riuscito, si è
reso conto di aver fatto un enorme buco nell'acqua. Perché dovunque andasse si
ritrovava solo con se stesso e con i suoi difetti. L'essere imperfetto che
era un tempo. A sorprendersi nel fantasticare il corpo
morbido di Shimamoto o il suo dolce sorriso: il primo raggio di sole
che filtra tra le nubi quando cominciano ad aprirsi silenziosamente dopo la
pioggia. Che sembrava volesse permettergli qualcosa
di meraviglioso, capace di farlo sentire nuovamente come il dodicenne che era
stato.
Tutto ciò che è visibile scompare con tale
facilità. Solo certe emozioni rimangono per sempre.
A sud del confine, a ovest del sole è la vivida
manifestazione del racconto di un amore impossibile, per nulla candido e
semplice fra due giovani dall'animo sensibile e tormentato. Un'iniezione di
vita dalle tonalità drammatiche e intense che inonderà di luce, il fosco e
tetro paesaggio della vita di ognuno di loro.
Come in ogni sua opera che si rispetti il finale aperto, con ancora alcune domande in sospeso, ci lascerà con uno strano senso di vuoto. Con la consapevolezza che di Haime e Shimamoto, non ne avremo mai abbastanza. Rassegnati all'idea che Hajime e Shimamoto dovranno abbandonarsi a un destino così crudele e egoista, che li condurrà dinanzi a una strada che non è più in salita ma in discesa. Il contrappeso che li costringerà a finire chini dinanzi alla malinconia, in quanto non hanno saputo lasciarsi contagiare neppure dalla fugacità di un misero atto di felicità investita inevitabilmente anche dall'atto più insignificante.
Come in ogni sua opera che si rispetti il finale aperto, con ancora alcune domande in sospeso, ci lascerà con uno strano senso di vuoto. Con la consapevolezza che di Haime e Shimamoto, non ne avremo mai abbastanza. Rassegnati all'idea che Hajime e Shimamoto dovranno abbandonarsi a un destino così crudele e egoista, che li condurrà dinanzi a una strada che non è più in salita ma in discesa. Il contrappeso che li costringerà a finire chini dinanzi alla malinconia, in quanto non hanno saputo lasciarsi contagiare neppure dalla fugacità di un misero atto di felicità investita inevitabilmente anche dall'atto più insignificante.
Romantico, sensuale, realistico il
romanzo di Murakami è un po' di tutto questo. E' un grande romanzo che scruta
una parte più intima della nostra anima: i sentimenti. Un bellissimo affresco
sull'adolescenza, sulla giovinezza, sul periodo di transizione all'età adulta
scritto magistralmente a cui fanno da sfondo atmosfere favolosamente descritte
prive di elementi onirici e surreali e un continuo susseguirsi di misteri
foschi e domande senza risposta che riescono a coinvolgere del tutto il lettore
in un mondo ombroso ma ricco di sentimentalismo. Un
mondo in cui, giorno dopo giorno, si vede il sole sorgere a est, attraverso la
volta celeste. Tramontare a ovest
e, alla fine, spezzare qualcosa d'infinitamente bello ma incompleto.
Valutazione d'inchiostro: 5
Io adoro Murakami! Questo ancora mi manca, piano piano recupero tutto :)
RispondiEliminaAnch'io lo adoro. In maniera davvero intensa. Ho letto quasi tutto di lui. Uno, due romanzi mancano per completare il ciclo. Ma, come te, pian piano li recuperò anch'io ;)
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