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giovedì, agosto 18, 2016

Gocce d'inchiostro: La donna che non poteva essere qui - Guillaume Musso

Ed eccola un'altra storia. L'ennesimo dramma romantico/surreale di cui Musso conferma di essere un maestro. Ecco quasi quattrocento pagine zeppe di magia, amori sopiti dal tempo in cui ho colto frammenti di vita sconosciuti in cui alcune cose non hanno una loro collocazione precisa. Una storia che a tratti assomiglia alle storie romantiche che predominano nella narrativa contemporanea in cui i protagonisti - Sam e Juliette -, come gran parte dei loro colleghi, si muovono come fra due mondi che sono uno il riflesso dell'altro. Metafora di vita che si agita nella coscienza umana.









Titolo: La donna che non poteva essere qui
Autore: Guillaume Musso
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 13€
N° di pagine: 358
Trama: Juliette pensava di sfondare a Broadway, ma ha deciso di tornare a Parigi. Sam è un pediatra distrutto dal suicidio della moglie. Si incontrano per caso e, per orgoglio, lei finge di essere avvocato, lui felicemente sposato. Nonostante questo, è il colpo di fulmine. Dopo un weekend di folle passione, Juliette decide comunque di tenere fede ai suoi propositi e di partire. Lui corre all'aeroporto per dirle la verità e supplicarla di restare, ma arriva tardi. E, pochi istanti dopo il decollo, l'aereo esplode in volo. Sam è annientato: ha perso per la seconda volta la donna che ama. Fine di una bella storia? No, è solo l'inizio, come scopre lui stesso quando viene avvicinato da una poliziotta dall'aria piuttosto strana.
La recensione:

Come mai si incontrano migliaia di persone, ma ci si innamora solo di una?

Questa storia, la lettura di questo romanzo, si fonda sul ricordo di un unico successivo desiderio casuale: quello in cui le parole sarebbero state le vere protagoniste e che, sorprendendomi, mi avrebbero indotto a provare quell'eccitazione indefinibile che prende quando mi si aggrapparono addosso. Era da qualche mese che ripensavo al mio incontro con Juliette e Sam. Loro non sapevano della mia vita. Ancora non ci conoscevamo. Non sapevamo niente, l'una dell'altro. Eppure eccoli lì, inermi, ignari delle sorti di un fato crudele ed egoista, con l'anima macchiata di entità poco concrete e sconosciute. Il che accrebbe maggiormente il mio fascino nei loro riguardi. La mia anima non ne era del tutto consapevole, magari non lo sospettava nemmeno, ma Juliette e Sam hanno aperto finestre di chimere felicità. Quando arrivai, infatti, ho provato il desiderio insopprimibile di cercarli al fine che le loro stesse anime si trovassero e si congiungessero. Un romanticismo sciropposo, insomma. Anche adesso, come allora, ho trovato mieloso tutto questo. La lettura di La donna che non poteva essere qui, tuttavia, ha sprigionato una melodia che in un certo senso ha risposto ai miei bisogni. Allontanando dalla vita, dalla routine, lasciandomi sedurre da qualcosa che disgraziatamente ancora non ho.
Mi sento tranquilla, serena, innamorata, non sono allucinazioni, ma neppure una realtà dal sapore così dolce come la marmellata. Non sono sotto effetto di farmaci, e, pomeriggio, mi sono fatta travolgere da un torrente di pensieri, parole, di cui non ne conoscevo nemmeno la natura. Adesso che non li ho più al mio fianco mi sento vuota. La mia anima lo è stata per giorni, e l'arrivo inatteso di Juliette e Sam era stato una sorta di benedizione agli effetti collaterali e imminenti.
Come una figura mi sono aggiunta al panorama scintillante della metropoli fatiscente di Manhattan. Brillante, fulgida come avverse stelle, in cui ho camminato fra i meandri di questa storia come un fluttuare dell'aria. Un proiettarsi col cuore in tumulto verso l'infinito. Silenziosamente ho viaggiato sola, a bordo di una navicella di cui sapevo già il nome, praticando un <<arte>> di cui ne sono pienamente consapevole. Juliette e Sam sono stati li ennesimi <<protagonisti>> di un quadro realistico, a tratti surreale e drammatico, la cui forza e energia ha continuato a persistere pur avendomi salutato già da qualche ora e su cui ho agito componendo una canzone che arrivasse dritta dritta al cuore.
Ammaliata, quasi inconsapevole di ciò ce mi stava attorno, ho seguito i protagonisti di questo straordinario romanzo muovendomi agile e decisa come una creatura sensibile che vive di vita propria acquisendo informazioni necessarie. Mi sono seduta tranquillamente a uno dei tavoli di un piccolo bar e, ignorando il brusio sommesso in sottofondo, ho osservato questa coppia che per una condizione di causa e effetto, attratti da una forza sconosciuta e magnetica, hanno travolto il mio spirito come un moto repentino e perpetuo. Restando ai margini, li ho cercati come piccoli satelliti confinati ognuno nella propria orbita. E quando i nostri sguardi si incrociarono, quando le nostre anime entrarono in contatto, un bel senso di leggerezza ha invaso il mio corpo.
L'ultio capitolo, l'epilogo, i ringraziamenti finali. Nella calda atmosfera da confessionale della mia camera il romanzo di Musso mi ha offerto, in un dramma surreale condensato in poche ma salienti pagine, una meravigliosa proiezione egoistica del desiderio di due anime, che avranno poi la fortuna di ritrovarsi, che così come nasce giunge a piena maturazione. Una noce di cocco, portata via dal caso, sballottolata dalla corrente inesorabile del tempo, e poi approdata sulla soglia della mia anima e rimasta a crescere, a diventare istanza di vita, corpo e sangue. Questa è la vera magia rinchiusa fra le sue pagine. Questo è stato il magnetismo, la forza da cui sono dipese molte cose. Questo e molto altro è l'ennesima dichiarazione d'amore dello scrittore francese più amato degli ultimi tempi.
Drammi newyorkesi. In mezzo alla notte sono tata svegliata dai disperati urli di un uomo e una donna. Il trambusto dei loro cuori, come i passi di qualcuno che scappa, è stato come un ticchettio inesorabile di un orologio. Per qualche giorno mi sono sentita benissimo, con la testa chiara, perfettamente consapevole degli eventi. Di quale però non o. Quasi potrei fare una corsa sotto la doccia. Sedendomi invece accanto a questa coppia, ho concentrato la mia mente su ciò che avevano udito le mie orecchie. Un urlo lanciato ai piedi di una montagna, una dolcezza velata di tristezza, surrealismo che apre ferite non ancora rimarginate. La storia di due giovani, accumunati dal desiderio di scovare la propria identità, soli, insoddisfatti, che nuotano contro un fondale nero come un lungo serico filo bianco che ha cominciato a srotolarsi una mattina di qualche anno fa, quando per divertirsi l'autore di un disegno divino sconosciuto e insalubre li ha proiettati in una realtà parallela in cui, inconsapevolmente, sono rimasti intrappolati. In un sogno che si sgretola ai loro occhi, le cui immagini hanno il colore chiaro dei colori accesi, da cui cercano un barlume di speranza nel momento in cui le loro anime entreranno finalmente a contatto.
Entrare in questa storia è stato come penetrare in un luogo meraviglioso: il fiato corto, i sensi in agguato, il cuore che traboccava malinconia, la paura che il loro non fosse altro che un pellegrinaggio che si concludesse nel modo più spiacevole. Il mio respiro era legato a quello di un uomo che insegue la felicità. Una felicità imprecisata che è tuttavia solo sua, e che, in qualche  modo, mi ha contagiato. Il mio cuore era legato a quello di una donna forte che non voleva lasciarsi trasportare dalla corrente del sentimento: incredibilmente bello, pericolosamente devastante, che rinchiusa nella solida cella della sua anima credeva che l'amore non esistesse e non potesse annullare la frontiera fra sogno e realtà.
Una lettura sentimentale che si divora in una manciata di giorni. I tentativi inaspettati e sorprendenti del tempo che, in una manciata di pagine, ci parlano di sentimenti, pensieri, desideri di due anime che inconsapevolmente entrano nella lotteria della vita riposti su carta con semplicità e armonia. Un romanzo che conosce la solitudine, il dolore di chi è stato dimenticato dall'amore che trasmette una certa malinconia.
I romanzi di Musso sono come mete di vari lettori che vengono a risiedere in qualche piccola regione della Francia o dell'America, in cui la melodia che sprigionano le sue storie fungono da toccasana per chi è alla ricerca di qualcosa o semplicemente per stare in compagnia. Per molti, Musso è diventato un guru del new age…. E forse anche per me!

Alla fine non ci sono né lui né lei, né nord né sud, né prima né dopo, ma solo l'unione di due esuli in un continente sconosciuto, due solitudini che bruciano aggrappandosi l'una all'altro.

Valutazione d'inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Mi è piaciuta tantissimo questa tua recensione Gresi! Un altro libro che devo aggiungere alla mia lista di prossime letture!! Non conosco Musso, ne sono molto curiosa!! Grazie come sempre!!:)

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  2. Ciao Gresi!!
    Bellissima recensione come sempre!!!
    Di Musso non ho mai letto nulla, ma questo libro era sulla mia vecchia lista.
    DOpo quello che hai scritto mi risegno il titolo perchè sono molto curiosa di leggerlo!! ;)

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    1. Ciao Jasmine! Ma grazie... :) Musso é un autore che sa sapienremente colpire dritto al cuore. Dunque se ti incuriosisce te lo consiglio caldamente ;)

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  3. Ciao!
    Ottima ed interessante recensione, come sempre =)
    Ho sentito molti pareri discordanti su questo autore, ad alcuni piace altri non lo leggono affatto.
    Spero prima o poi di poter prendere uno dei suoi libri per farmi un'opinione personale.
    Un salutone
    Leryn

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    1. Ciao Leryn! Grazie mille :) Io mi reputo di far parte nella categoria di amare quest'autore, quindi il mio è solo un giudizio di parte :) Ma se dovesse incuriosirti non te ne sconsiglio la lettura .) Magari potrebbe piacerti ;)

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