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martedì, aprile 04, 2017

Gocce d'inchiostro: Il marchio del serpente - Alberto Chieppi

Ritengo di avere un certo intuito letterario, e la storia di Alberto non ha deluso le mie aspettative. Che sollievo, penso, ogniqualvolta m'imbatto nella lettura di romanzi di autori esordienti, proprio come questo. Se il seme della lettura e della scrittura ha affondato sane radici sin da quando si è ancora nella tenera età e una discreta preparazione ne ha intensificato la pratica, sono certa che si possono ottenere dei buoni risultati.
Il romanzo di cui avrò il piacere di parlarvi oggi rientra in una di questo tipo di "situazioni", come mi piace definire. E se in questo martedì di inizio aprile mi trovo qui, a porre nero su bianco le mie vivide impressioni riguardanti il primo volume di una saga avvincente e avventurosa che, sono certa, appassionerà tutti gli amanti del genere, evidentemente Alberto è dotato di un meraviglioso talento che, seppur ancora non definitivamente, ha compiuto quegli sforzi necessari per far si che la storia di Sam avesse una forma.
E voi, amici lettori? Cosa aspettate? Lasciatevi sedurre dalla magia e dal potere inebriante che celano queste splendide pagine. All'inizio, vi assicuro, vi lasceranno a bocca aperta. Gente che vedendo per la prima volta il Reame Incantato vedrà trascinarsi in un'unica realtà che ben presto diventerà anche loro, dubitando se il mondo in cui è destinata a vivere ha qualcosa in confronto. Valicando una barriera invisibile che, circondati dall'entusiasmo, gli permetterà di arrivare ovunque.

Titolo: Il Marchio del Serpente
Autore: Alberto Chieppi
Casa editrice: Selph pubblishing
Prezzo ebook: 2, 50 €
N° di pagine: 497
Trama: Sam è un teppistello quindicenne che vive nei sobborghi milanesi, passando le giornate saltando la scuola e vagando per la città senza meta. Una notte, la sua intera esistenza viene stravolta quando l'avvenente vicina di casa lo salva dal tentativo di rapimento da parte degli Spector. Sam scopre così di essere uno stregone destinato a salvare il Reame Incantato dall'oppressiva tirannia del Cancelliere Magnus Paladin, a cui gli Spector rispondono. Incredulo ma convinto a scoprire la verità sulle proprie origini, Sam attraversa il portale magico che lo catapulta in un mondo pericoloso abitato da maghi e stregoni in perenne rivalità. Sirio Paladin, figlio minore del Cancelliere, vive invece all'ombra del nome della sua potente famiglia e dei fratelli ben più abili e coraggiosi; il giovane mago, durante il suo addestramento, resta coinvolto in un complotto ai danni del padre che cercherà di sventare con ogni mezzo. I due ragazzi scopriranno, ognuno a suo modo, che le loro vite sono in balia di forze oscure e che dovranno lottare per salvarsi e trovare il loro posto in un mondo popolato da goblin pasticcioni, misteriose confraternite e draghi terrificanti, proprio mentre un antico male viene liberato e minaccia di distruggere l'intero Reame Incantato a capo di un esercito di orchi, non - morti e uomini lucertola.
La recensione:
L'ombra di una nuova storia è sempre un grande sollievo, l'intrico armonioso e non sempre semplice della trama mi pare incantevole. Superati gli scaffali della mia strapiena libreria - dove sfoglio pagine ricche di nomi, mistero e amori inconfessabili - ho aperto una porta su un mondo che, in poche righe di brutale neutralità, ha riassunto tante vite. In questo mondo ci sono eroine coraggiose e dalla forza sovraumana, uomini imperscrutabili e misteriosi, ragazzini boriosi e potenti. Niente però che rivelasse se questo genere di personaggi avesse una particolare predisposizione, quali fossero i loro sogni o desideri, quale forma di paura turbasse i loro sogni quando, la sera, il loro alito caldo soffiava su una candela.
Queste innocue <<stupidaggini >>, di gran lunga preferibili al rumore assordante di una sitcom americana, mi permisero di ritirarmi dietro una maschera di attenzione incuriosita. La fronte aggrottata, gli occhi che seguivano febbrilmente i caratteri stampati, piccoli dettagli che non escludono l'immagine della mia presenza sul campo visivo. La mia presenza in un mondo straordinario e visionario che ha avuto un grande impatto su di me; catapultata in un bellissimo posto in cui ho volontariamente fatto perdere le mie tracce. In cima alla vetta c'era una lieve fame letteraria, accumulata nelle settimane d'inizio primavera. Da quando il mio tempo libero a disposizione scarseggia, la mia vita si è come paralizzata, e un forte impulso come questo mi rese intrepida, affamata, quasi smaniosa. La mia eccitazione aveva raggiunto livelli quasi dolorosi ed ero esaltata dall'urgenza di sapere: Alberto mi aveva regalato qualcosa che custodirò gelosamente. Estranei e lontani, conosciuto da pochissimo tempo e davvero in gamba - la storia del suo figlio di carta ha lasciato un segno del suo passaggio.
Non che manchino alcuni errori stilistici, ma, chi ama i libri, lo sa: esistono storie che non si sa perché le si amano. Ci auguriamo sempre di trovare qualcosa di speciale. Attimi di vita che ci rimangono dentro come pietre militari. Storie che possono sconvolgere il nostro universo personale, e, una volta incontrate, non se ne può più fare a meno. Si soffre quando si è costretti a dovercene separare. Ma così sono le situazioni tipiche di quando mi imbatto in storie che amo, romanzi che leggo: istintivi, inspiegabili, disinteressati. Ammalianti, senza alcuna ragione: si è disposti a tutto, a qualunque cosa. Affascinati ci si sente inebriati di libertà; si ha l'impressione di poter abbracciare quel mondo intero e ci pare che l'intero mondo ci abbracci. Il romanzo di Alberto, così come quelli di altri autori esordienti le cui opere ho avuto il piacere di leggere in passato, mi ha indotto presto a questa esaltazione: mi ha fatto sentire parte di un meraviglioso Regno. Non mollandomi per un istante, mai completamente separata dal protagonista. E qui penso si celi il suo fascino.
Con Il Marchio del Serpente è stato davvero impossibile non poter cogliere quella brama intensa per il piacere di una storia.  In questi cinque giorni trascorsi a leggere fino a tarda sera, sotto un cielo mite e luminoso, in cui le giornate scorrono più lentamente, prima di separami dalla landa deserta in cui spesso sprofondo, il giovane Alberto mi ha incantato con la sua avvincente storia.
Diversi personaggi, diversi discorsi, diversa logica, una storia che mi è entrata sotto pelle, con fatture e simbolismi vari che, nel suo piccolo, mi ha attratto come una calamita. Il genere di storia che mi aspettava, che io aspettavo, anche se a volte mi è sembrato che nelle scene più avventurose descritte da Alberto mancasse un po' di verve. Ho assistito alla fantastica genesi di una generazione che sovrasta un cielo di polvere e stelle come invisibili bolle di sapone. La mia mente non si è sentita precipitare nel vuoto, e l'entusiasmo che avevo concesso a Sam e ai suoi strambi amici mi resero vittima di una strana fattura.
Alberto e la sua storia inconsapevolmente mi hanno scelto. Incontrarli, infatti, è stato come una collisione fra due mondi che restano tuttavia nettamente separati. Incuriosita, speranzosa, intraprendente, coraggiosa in cui mi è stato possibile attingere alle memoria di un ragazzo pieno di ambizioni, reso molto sensibile; la presenza costante di una minaccia che non lascia un barlume di speranza. 
Un romanzo che riesce a districarsi egregiamente in una realtà parallela simile alla nostra. Una storia che crea dipendenza, ammalia. Un avventura emozionante che sa di amore, fede e fiducia e che riesce a scalfire persino i muri più solidi del Reame Incantato.

Valutazione d'inchiostro: 4

2 commenti:

  1. Ciao Gresi, è un romanzo di cui ho sentito parlare e che mi incuriosisce. Mi sono avvicinata da poco al fantasy e quindi sono bramosa di storie del genere. E' bello quando gli autori emergenti ci coinvolgono così tanto, pur con la presenza di errori e passaggi poco incisivi. Ma quando sanno lasciarci una forte emozione vuol dire che è valsa la pena perderci nelle loro storie.

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