Titolo:
Lolita
Autore:
Vladimir Nabokov
Casa
editrice: Gli Adelphi
Prezzo:
11 €
N° di
pagine: 395
Trama:
<< Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima
mia. Lo - li - ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul
palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita >>.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita >>.
La
recensione:
L'avrei
stretta a me tre volte al giorno, tutti i giorni. Tutte le mie pene sarebbero
svanite, sarei diventato un uomo sano.
Accolsi
nuovamente la storia del giovane Herbert rendendo grazie a una delle opportunità
più influente nel panorama delle mie letture: una sfida letteraria indetta su
Facebook. Nel buio interno delle palpebre, ho visto elogiare, replica
oggettiva, esclusivamente ottica di un viso amato, un piccolo fantasma di
colorito naturale. E nel mentre la mia anima andava in estasi e si innalzava su
fiumi d'inchiostro che ancora bruciano la pelle, un amore irruente e segnato da
quella ferocia che spesso distrugge la vita degli adulti mi castigò come una
punizione eterna, una simpatia molto prossima alla santità riaffiorò placando
quella mutua frenesia di possesso che avrebbe sorpreso i due amanti,
assimilando sino all'ultima particella lo spirito e la carne dell'altro. Ho
aperto silenziosamente queste pagine di diario macchiate di sangue, in cui sono
stati riportati sprazzi di memorie di una vita lontana, passata, che inducono a
domandarci se proprio allora, nello scintillio di un'estate remota, abbia avuto
origine quella crepa che percorse la vita del protagonista. La sua mano esperta
si scorgeva ancora in morbide e bianche lenzuola e riconobbi quasi tutte le
tracce del suo passaggio, come se il tempo non avesse cancellato le ferite del
passato. Gli anni di spudorato e folle amore del giovane Herbert mi avevano
regalato una calma velenosa e torbida che fece buon gioco alle pagine d'intensa
passione. In quattrocento pagine di follia, tormenti, pene inflitte a un cuore
ancora giovane la storia d'amore con la ribelle Lolita cominciava a comparire e
ad assomigliare più che altro a una bomba a orologeria.
Mi
sono domandata come, in un mondo di ferro battuto, con le sue grida di causa ed
effetto incrociato, queste ninfette discole di cui ci parla Nabokov, che
tralucono da giovani, non avessero influenzato la vita dello stesso autore.
Spinto dalla vana ricerca di una mera presenza lenitiva, ingenuo e focoso,
trascinato con astuzia nella farsa di chi lo ha sedotto. In un divario fra luce
copiosa e angusta ombra; la luce che attiene al conforto delle ricerche
infruttuose della vita, l'ombra ai suoi atroci struggimenti e alle insonnie.
Il
dolce - amaro sapore in bocca lasciatomi dall'incontro di questi due amanti e
la coppia di sciagure e sventure che si portavano dietro come scorta durò
soltanto qualche giorno, mentre vagavo come un anima in pena fra i corridoi bui
della mia anima e mi domandavo cosa fosse effettivamente l'amore: intenso,
passionale, duraturo, senza dolore ne conseguenze. Senza alcun dubbio o
incertezza di un abbandono sicuro e repentino che mi ha asfissiato per
quarantotto ore. Qualcosa mi diceva che il legame indissolubile e incompreso
nato fra Lolita e Herbert fosse qualcosa di insano, contro natura. Eppure non è
pur vero che l'amore può essere ingannevole? Ci si innamora con facilità della
persona sbagliata. E quando nasce la passione, quasi sempre qualcuno è destinato
a rimanere bruciato dalla fiamma del desiderio.
L'amore
intenso, appassionato e travolgente di un giovane professore francese, amante
della scrittura e della buona letteratura, desideroso di trovare un equilibrio
mentale e, soprattutto, "qualcuno" che lo avrebbe fatto fuggire dallo
sfogo legale del suo "stravagante problema", avrebbe dovuto riempirmi
di dispiacere e repulsione, ma né io né la mia coscienza fummo in grado di
provare qualcosa che andasse oltre la più piacevole indifferenza. In una
mattina di inizio settembre Herbert e Lolita mi avevano invitato a varcare i
cancelli celesti del loro giardino incantato ed io non potei farne a meno di
immettermi.
Muovendomi
silenziosamente fra un susseguirsi di brancolamenti ed errori, di menzogneri
embrioni del piacere, risucchi di dettagli di una radiosa bellezza, con l'idea
di fare una visita a sorpresa a entrambi, ho accolto Lolita nella
soffitta impolverata della mia anima con la certezza di riabbracciare una
vecchia amica. La storia aveva una sua particolare magia, e quella che
all'inizio mi era sembrato come scandaloso e impuro svelava un canto ipnotico
che penetrò in me immergendomi in uno stato fra il fascino e l'oblio. La stessa
cosa accade con il contenuto, il cui asse centrale emergeva sulle innumerevoli
accuse a cui era stato sottoposto il romanzo, per il crescendo di scene
erotiche e immorali, per la natura voluttuosa della ribelle e maliziosa Lolita,
lontanissimo dalla vena che aveva reso Nabokov apprezzato e famoso.
Mi
sono addentrata in questo harem di lettere e parole create dall'autore Herbert,
turco vigoroso e raggiante che rimandava a bella posta il momento in cui poté
godere della più giovane e fragile fra le sue schiave, in un rompicapo
stravagante di sospiri e ansiti di piacere sempre più frequenti in cui l'amore
è descritto come brama di un rapporto palpitante, dolce e gemente, fisico ma
non necessariamente coitale con una fanciulla, su un crepuscolo tiepido che via
via è andato stemperandosi in un'amorosa oscurità.
Chiunque
fosse Herbert, in queste pagine di diario l'amore si è dispiegato come una
forza vorace ed eterna. E catturando per la sensualità presente, il bisogno
necessario di possedere l'amata, in Lolita diviene sempre più forte e presente
l'esigenza dell'autore di esplorare la zona dei sentimenti. Esplicata mediante
il desiderio del protagonista, Humbert, di poter trascorrere più tempo assieme
alla sua Lolita. Assaggiare il suo piccolo corpo, così caldo e ancora un po'
immaturo. O, fare qualunque cosa, pur di poter stare in sua compagnia,
stringerla fra le braccia e godere di lei. La brunetta, maliziosa e ribelle
dodicenne che gli piacque sin dal primo momento in cui la vide. Con quelle
spalle fragili e sfumate di miele, la schiena nuda flessuosa e i capelli
castani che, con prepotenza e impetuosità, gli rubò il cuore come nessun'altra
donna aveva mai fatto prima.
In
questo straordinario e stupefacente quadro dei mitici anni '50, persiste una
meravigliosa sintonia fra l'autore, la propria ispirazione e la capacità
ricettiva dei personaggi. Con un'aura tetra che non fa che accrescere il suo
fascino, il nostro professore di lingua francese Humbert è la raffigurazione
perfetta delle gesta di un uomo un po' triste e determinato, insoddisfatto del
proprio passato, che non ci penserà due volte ad abbordare qualche ninfetta.
Qualche graziosa fanciulla, dai nove ai quattordici anni, che riveli la propria
vera natura, che non è del tutto umana ma demoniaca.
Racconto
di una forte ossessione, Lolita, è un romanzo che intriga e
sorprende. Con gran facilità permette al lettore di entrare in sintonia con i
personaggi, mimetizzarsi tra le mura di una vecchia stanza d'albergo -
impregnata dal tanfo di qualche mozzicone di sigaretta ancora accesa nei
portacenere -, o in un viaggio on the road alla scoperta dell'ignoto.
Con un
finale un po' inappagante ma intrigante, un'analisi prettamente realistica
sull'ideale romantico del protagonista, il cui ruolo farà da cornice all'intero
romanzo, quello a cui Nabokov dà vita è uno dei più clamorosi successi letterari
russi di tutti i tempi.
Un'abbagliante
grandezza, una straordinaria suggestione mitica che non potrà non spostarsi nei
nostri ricordi.
Non
importa, anche se quei suoi occhi si fossero sbiaditi come quelli di un pesce
miope... Anche così sarei impazzito di tenerezza alla sola vista del tuo caro
viso esangue, al solo suono della tua giovane voce rauca.
Valutazione
d'inchiostro: 4 e mezzo
E' da tanto che vorrei leggere questo libro, ma sto ancora aspettando il momento giusto per iniziarlo. Sembra una lettura che lascia tanto, ma credo che dovrò dedicargli un bel po' di tempo per riuscire a cogliere tutti gli aspetti nascosti nelle parole di Nabokov.
RispondiEliminaPs: sperando di fare cosa gradita ti ho nominato per il Liebster Blog Award, se ti va di dare un'occhiata qui puoi trovare il post che gli ho dedicato!
Ti auguro una buona serata,
Silvia
Grazie, Silvia! Passerò con piacere ☺☺
EliminaHo iniziato a leggere Lolita in inglese qualche mese fa perché trovandomi a Praga senza libri da leggere mi sono fatta prendere dalla bellissima copertina del libro e l'ho preso. Però devo dire che mi sono fermata alle prime pagine, purtoppo, e non riesco ad andare avanti. Può esere anche a causa della lingua o del massiccio uso degli aggettivi, fatto sta che sono bloccata. Come fare per riprendere la sua lettura? Hai qualche consiglio?
RispondiEliminaMidori
Penso dovresti provare a leggerlo in italiano. Di per se è una lettura alquanto complessa, e ti consiglierei di leggerlo prima nella nostra lingua madre 😁
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