Titolo: Vento e flipper
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
Trama: Un giorno, a ventinove anni, Murakami è allo stadio a
guardare una partita di baseball quando, osservando la traiettoria della palla
finire nel guantone di un giocatore, ha come un'illuminazione: lui, un giorno
diventerà uno scrittore. Tornato a casa, sul tavolo della cucina inizia a
scrivere un romanzo e poi un altro ancora: Ascolta la canzone del vento e
Flipper, che raccontano la storia di un ragazzo di vent'anni con la voglia
sfrenata di scrivere un <<romanzo bello >>. Nel frattempo,
però, fuma, beve, pensa alle ragazze con cui in passato ha fatto l'amore. Le
cataloga, le evoca. E chiacchiera con un suo amico, ancora più cinico e
disilluso di lui, nella convinzione di poter trasformare la realtà con le
parole. Ma l'età adulta è lì ormai a un passo e il tempo non può fare sconti a
nessuno.
La recensione:
Sì può
affermare che leggere menzogne e il silenzio sono i due colpi più gravi della
società attuale. Eppure mentiamo spesso, e spesso restiamo in silenzio. Ma se
dicessimo sempre e solo la verità, forse il valore della verità si
perderebbe.
Questa
raccolta di racconti si ergeva come un faro solitario all'estremità di un lungo
molo tortuoso. La mole del romanzo non è piuttosto voluminosa, corposa, nemmeno
trecento pagine di autobiografia. Da amante della buona letteratura, e,
soprattutto di Murakami, mi sono lasciata guidare dalla luce che avevano
sprigionato così bene le sue pagine fino a quando la mia anima era sparita fra
le sue viscere sempre più fitte dalla storia. Non posso dire si tratti di una
storia vera e propria. Semplicemente era stato montato su carta pezzi di vita
dell'autore che, con semplicità e leggerezza, ha messo in evidenza ciò che ha
avuto più importanza nella sua vita: la scrittura. Quel battesimo magico che
mette in contatto questo mondo con quello dell'altro. La sua vita, sin dalla
nascita a quello che il tempo gli ha riservato sino a oggi, in un romanzo
spaventosamente breve ma veritiero. Lì, accanto a lui, protetta, compresa, e
per due giorni possessiva come un amante pretenziosa.
Tante
ragioni mi hanno indotta a fiondarmi fra le pagine di Vento e flipper:
un discreto numero di letture mi hanno permesso di conoscere Murakami e, in
pochissimo tempo, elogiarlo esattamente come speravo. C'è chi come me lo ama e
lo apprezza, ma le storie che ha realizzato non hanno potuto non occupare un
posto particolare nei cuori dei più sensibili. Naturalmente sono consapevole
che non si tratta di un amico con cui posso comunicare quando mi pare e piace,
ma so per certo che le mie frequenti visite nella sua città natale sono un
chiaro segno di ciò che ai miei occhi lo rendono così speciale.
Nei
suoi romanzi non c'è niente che possa renderlo straordinario. Nei quattro anni
che ho vissuto in sua compagnia, ho imparato tante cose. Ha messo radici
profonde nel mio cuore, e tutti i miei ricordi vi sono legati. Ma quando vi
sono distaccata, quando i miei pensieri vertono su altro, nel momento in cui
gli volgo le spalle provo quasi sempre un profondo senso di malessere. Chi lo
sa? Forse dovuto dalla bellissima melodia che sprigionano quasi sempre le sue
pagine?
In
questi primi giorni di settembre, la mia anima, nel periodo in cui feci mia la
storia che Murakami si porta dentro, quando se lo poteva permettere andò a far
frotte in luoghi o posti completamente sconosciuti, lasciando semivuoto un
corpo minuto ma formoso, in cui ispezionare certi tipi di paesaggi diventa
un'occasione molto piacevole. Un uomo di settantuno anni aveva proiettato la
sua ombra fumosa sulla soglia di una porta che si sarebbe aperta su un mondo,
sui cui contorni abbaglianti avrei potuto tracciare un segno.
Su un
foglio invisibile intrappolato in una finestra virtuale dall'aria luminosa e
vaporosa avrei catturato il pensiero astratto di un abile lettore di anime, e,
mediante scrittura, composto acute e profonde riflessioni sul talento, sulla
creatività di un uomo che se ne infischia delle buone maniere. Un traduttore,
un saggista, un corridore, uno scrittore, già celebrato per la potenza della
sua fantasia, - calorosamente accolto da un eccessivo numero di lettori - che,
in una banalissima mattina di fine luglio, aveva afferrato qualcosa che era
sceso volteggiando dal cielo. Atterrato sul palmo delle sue mani, come una
rivelazione o un'epifania.
Sebbene
avido lettore, la sua capacità di scrivere era modestissima. Creare quel
battesimo magico che mettesse in contatto il mondo di qua con quello di là non
è per niente facile. Per quanto complesse fossero le idee che gli si
affollavano nella testa non era in grado di esprimerle bene. L'obiettivo era
quello di creare un linguaggio che fosse più lontano possibile da quello della
letteratura, in maniera tale che potesse scrivere un romanzo con la sua voce
naturale. E per compiere tutto questo bisognava fare attenzione alle cose, al
mondo, al fine che quest'ultimo si sarebbe adattato alla sua volontà, al suo
sistema di valori che si alternava allo scorrere del tempo.
Considerato
dallo stesso Murakami come una sorta di "rito di passaggio" in cui
sono riportate alcune riflessioni personali, Vento e flipper è un romanzo da
leggere che potrebbe apparire interessante, ma che non consiglierei
spassionatamente. La fine della lettura è una rapida assimilazione del processo
creativo dell'autore e, disgraziatamente per me, una mera constatazione che gli
esseri umani, da qualunque circostanza, soprattutto da quelle più tristi,
imparano qualcosa che li aiuta a prolungare la loro vita, anche se di poco.
In
questa sua ennesima fatica letteraria, Murakami non si limita a rivelarci nei
minimi dettagli i segreti della nobile arte della scrittura, ma, dà alla storia
spazio e tempo. Corpo e sostanza. Scompone le parti della sua vita come
elementi ordinati di una libreria, sorprende per la sua natura estremamente
metodica, ordinata, peculiare, agli antipodi dello stereotipo dell'artista
tutto "genio e sregolatezza" e, infine, lascia con la generale
tristezza di un arrivederci che solitamente caratterizza i suoi romanzi.
Alla
fine ogni cosa, come il tempo, scorre incredibilmente in fretta. Finché a un
certo punto tutte quelle violente emozioni che avevamo dentro di noi
sbiadiscono di colpo, riducendosi a vecchi sogni senza significato. Il
risultato è una lettura genuina, semplice, reale e ambiziosa che altri non è
che una costatazione alla vita. Un'affermazione contro cui nessuno di noi può
sostenere il contrario, toccandoci di viverla accettandola nella sua interezza.
Lascia
perdere i preconcetti su come deve essere la letteratura, e raccontare le cose
come le senti, come le hai nella testa, liberamente, nel modo che più ti piace.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Ciao Gresi! Se non sbaglio è la tua seconda recensione su Murakami Haruki che leggo e la mia curiosità verso questo autore cresce sempre di più, merito anche del tuo bellissimo modo di parlare delle tue letture.
RispondiEliminaSegno anche questo titolo, prima o poi inizierò a leggere qualcosa di suo ^_^
Grazie, Maria! Attenderó con ansia il tuo parere ☺☺
EliminaMi sono piaciuti molto questi pensieri e le tue riflessioni su questi due racconti. Riesco a ritrovarmi bene nelle tue parole così come riesco a capire perché ti piace Murakami.
RispondiEliminaComplimenti per il blog e alla prossima, cara :)
Midori
Grazie mille! ☺☺
Elimina