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mercoledì, gennaio 24, 2018

Amori di carta: Alessandro Baricco

L'appuntamento con la mia amata rubrica Amori di carta qualche tempo fa ha avuto la voce di Libba Bray. Volutamente, con passo spedito e frettoloso. Con l'avvento del nuovo anno sapevo che presto avrei dovuto creare un nuovo post, con questa volta protagonista indiscutibile un altro dei miei autori preferiti: Alessandro Baricco. Come altri autori, negli ultimi mesi, il mio obiettivo si trattava di non prolungarmi o meno con il visto di soggiorno nel mondo dei sogni e dell'inchiostro per più di un mese, pur di avere un nuovo amico, una nuova opportunità per esplicare il mio amore inconfutabile nei suoi riguardi.
Le sue storie comportano quasi sempre una strana anestesia dalla quale spesso e non poche volte mi sono risvegliata senza comprendere appieno quel che mi circondava per almeno qualche ora. Per questo e altri motivi Baricco è in lizza degli autori di cui apprezzo particolarmente il talento letterario che, amato e odiato da molti, in certi periodi della mia vita, soprattutto in questo, mi ha accompagnato fedelmente dinanzi alla soglia di un mondo caotico e crudele, come un simbolo per la mia anima romantica e sognatrice in cui ho giocato a essere in grande intimità.

Un saggio sulla vita, con la sua concezione della lettura come una dolcissima sporcheria, o della scrittura come possessione puramente incline a una parte dell'umanità, che mi ha reso partecipe di una constatazione tanto mera quanto vera: la vita è un casino tremendo che si è costretti ad affrontare in stato di assoluta e radicale impreparazione.










Una storia che non si dimentica tanto facilmente proprio per la sua natura stravagante, incidendo involontariamente un segno sul cuore.















Un linguaggio forbito e a cavallo fra due generazioni, soave, a tratti lento a tratti monotono che come una dolce litania mi ha tuttavia invaso con la sua inspiegabile essenza, ed io, assieme a Santo, Luca, Andrè, Bob sono andata e tornata, girando su me stessa, puntando dritto verso una meta sconosciuta.
Un romanzo per nulla semplice da assimilare, il racconto di una giovane donna, sola e infelice, legata indissolubilmente da un uomo che, nel loro idillio, mi hanno conquistato. Un omaggio alla libertà d'espressione e d'azione in cui Baricco ci parla come in un lungo sonno, in cui l'idea stessa di destino è una fantasia.











Cede il posto a situazioni assurde, inverosimili, che tuttavia coincidono col senso di smarrimento e alcune riflessioni sul flusso insinuoso del tempo. E, seppur difficile da collocare, prende vita lentamente testimoniando la passione dell'autore per il mistero della scrittura.












Con gli occhi di un altro, le parole di qualcuno, respirando, avvertendo, ho letto questo romanzo ascoltando in ogni gesto, frase, parola e vedendo come il mondo non ha ancora visto tutto ciò. Su una nave diretta chissà dove.













Un romanzo che apre il cuore, con la storia di una magica locanda che si staglia silente su una scogliera e con la sua meravigliosa concezione del mare come luogo infinito, o del mondo come una ferita che qualcuno sta ricucendo in due corpi che si mescolano. Protagonisti di una bellezza che trascende ogni cosa e che infonde vita persino alle cose inanimate.









E' una storia che ne contiene tante altre in cui il mondo di fuori lo si percepisce a stento, l'anima dei personaggi intrappolata nei pensieri dell'autore e di chi legge. Una storia avvincente, delicata e profonda che, come un amabile carezza, fa capire come il destino non è una catena di eventi ma una corsa, un continuo affannarsi sulla vita.









Il mondo magari avrà avuto il piacere di vederlo qualche tempo fa, o molto probabilmente non l'avrà ancora visto, ma in pochissimo tempo Baricco e i suoi personaggi, su una macchina diretta chissà dove, mi ha interpretato. Ha letto dentro di me. Mi ha rubato l'anima, ancora una volta.











Racconto bruciante dell'amore di due giovani. Il loro inizio e la loro fine. Una straordinaria suggestione, un quadro raffinato e prettamente realistico che non potrà non spostarsi nei nostri ricordi.












La sua bellezza, al termine della lettura, sta nel domandarsi come faccia un romanzo apparentemente semplice e innocuo a nascondere una tranquillità così grande. Emozionante. Pura. Nelle mancate cento pagine che caratterizzano il romanzo, infatti, non c'è mai stata una volta in cui non sia stata presente. In cui mi è stato impossibile non avvertirla, non riuscendo tuttavia a tenere a bada il mio cuore.
Una storia profonda nella sua stranezza. Echi lontani di parole di custodi di desideri, nonché riparo alla paura stessa.



Una raccolta di riflessioni su ciò che ha più importanza per l'autore: i libri e la buona letteratura. Romanzi come quelli che vengono sussurrati nel cuore della notte, e che ci trasportano in balia di sensazioni meravigliose e straordinarie.

4 commenti:

  1. Il mio preferito di Baricco rimane Novecento, ma ricordo di aver letto con piacere anche City, Oceano mare, Seta e Questa storia. Poi per parecchi anni non ho letto altro di suo perché lo stile di Baricco tende un po' a stancarmi, ma l'anno scorso ho letto tre volte all'alba e non mi è dispiaciuto. Credo che per apprezzare quest'autore ne debba leggere le opere a piccole dosi!

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