Mi
sono sentita pronta, quasi euforica quando ho rivisto Vani Sarcia. Mi ha
interrogato senza tregua, non mi ha mollato nemmeno per un istante, intuendo
che dietro alla mia repentina visita ci fosse molto più di quel che credeva. La
gente la repelle, scrittori frustati e incompresi ancor di più; c'è qualcosa
che cospira contro di lei, oppure è il suo temperamento brusco e scontroso ad
alienizzarla? Sento che molte domande, in questo terzo volume, avranno una
giusta collocazione, quindi… Quindi io non ho potuto non bere questa sua terza
indagine come tè fresco, vivendo, osservando, prendendo posto nella sua vita.
Cosa mi ero immaginata in questo terzo capitolo? Assolutamente nulla di tutto
ciò che ho letto, in cui mi sono figurata una ragazza sola e incompresa, ma per
scelta!, che avrà problemi col prossimo, pensieri che sorvolano persino
nell'ambito lavorativo, e, persino, crucci sentimentali.
Titolo: Non ditelo allo scrittore
Autore: Alice Basso
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 316
N° di pagine: 16, 90 €
Trama: A Vani basta notare un tic, una lieve flessione
della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c'è nella testa delle
persone. Una empatia innata che Vani mai sopporta, visto il suo odio per qualunque
essere vivente le stia intorno. Una capacità speciale che però è fondamentale
nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori
che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un
lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. Solo il suo capo sa qual
è il ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha
affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter
che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana.
Solo Vani può trovarlo, seguendo il suo intuito che non l'abbandona mi. Solo
lei può farlo uscire dall'ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei
che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del
fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il
cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a
non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il
commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l'unica a poter
scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a
guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere
tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun'altra donna riuscirà mai a
parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita
del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere
come mai l'abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta
e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni
schema della razionalità e della logica.
La
recensione:
Ci
sono persone che ritengono che la vera cultura sia fatta di saggistica e di
manualistica, ma evidentemente si tratta di studiosi che hanno avuto la fortuna
di vivere rintanati nelle loro torri d'avorio foderate di libri.
Sulle
prime ero sconcertata, poi mi ricordai di Vani Sarcia e del suo piacevole
sarcasmo che altri non era che un modo per trincerarsi dagli attacchi esterni.
Sconfiggere il mondo. Mi piacerebbe scoprire il segreto di questa noncuranza.
Di quest'avversione per il mondo intero. E' lo stesso della protagonista della
trilogia di Millenium. La sua
protagonista, Lisbeth Salander fa la sua comparsa nei romanzi come donna che,
incurante di tutto e di tutti, continua imperterrita la sua strada senza
concedere particolari proibitismi.
Alice Basso ha scritto una quadrilogia di
romanzi la cui protagonista è una nerd patentata, una specie di capolavoro
della Natura, il suo diamante meno tagliato, la prova vivente di dove la mano
di Dio non abbia potuto giungere a compimento.
Le sue prime indagini, la sua prima
avventura, era prosa semplice, schietta, ma ricercata, letteratura italiana che
ha vasti echi a quelli degli autori americani di cui l'autrice è affezionata.
Quando lo lessi, riuscì a stento a crederci che una protagonista così irritante
e antipatica avesse invece fatto breccia nel mio cuore. Tutt'oggi rivendico di
aver iniziato una serie di libri appassionanti e davvero strepitosi, in cui
sembra siano contenute informazioni di poco conto ma appropriate al mestiere
che svolge Vani e la stessa autrice. Mi riferisco all'improvvisazione, alla "frode"
che si cela talvolta nella realizzazione di un manoscritto, all'associazione
surrealistica dell'arte dello scrivere, ai voli selvaggi della fantasia. Il suo
umorismo è come una ventata di aria fresca nel panorama italiano. Il suo
universo è una specie di terra desolata coltivata mediante cinismo e disprezzo,
accesa qua e là da beffardi falò di sarcasmo.
Per due notti di fila non abbiamo fatto
altro che parlare dell'importanza della scrittura nella sua vita, delle sue
impennate amorose con Riccardo, del commissario Berganza, del suo carattere
brusco che in questo terzo capitolo non l'ha etichettata come la << Donna
Grinch>> che avevo conosciuto, ma una semplice ragazza che ama
spassionatamente i libri e la buona letteratura, affetta da una malattia la cui
anima con gli anni si è inaridita come il deserto del Sarah, trasformandola in
una donna solitaria e poco incline ai sentimenti umani che, se non fosse del
suo cuore caldo che si dilata e contrae ogniqualvolta vede Riccardo, avrei
pensato si trattasse di una creatura bizzarra e disumana.
La sua vocazione, la letteratura, e,
soprattutto, la scrittura, è una necessità, un espressione di idee e pensieri
che Vani tuttavia tramuta in qualcosa di nettamente personale. E come lei,
anch'io me ne sono nutrita e me ne nutro correndo il grande rischio di voler
rincorrere l'impossibile, di cercare di vivere sulla pelle l'ebbrezza di
sentimenti che non mi sono del tutto nuovi. E fra queste impennate letterarie
c'è quasi sempre una corsa ai libri della Basso. Sono sempre guidata da una
forza misteriosa e potente. Da uno spirito guida che dà quasi sempre una certa
vivacità al suo ritmo. E' divertente pensare che nel bel mezzo di una settimana
terribile e frenetica, Vani compaia come una luna gigantesca e meravigliosa, e
si instaura nell'immediato un dialogo che ci sorprende a cadere in una profonda
naturalezza. Forse Vani non è del tutto un personaggio immaginario, come invece
ho sempre creduto fosse. O forse, questa storia l'ho vissuta così pienamente
che non ho avuto bisogno di nient'altro, come l'aria che respiro. Vani è in
realtà lo spirito del Passato dickensiano intrappolato in una trentaquattrenne,
la cui figura si è mossa silenziosa e imperscrutabile entro i limiti del
possibile: abbastanza vicina da ascoltare i suoi pensieri - zeppi di
interrogativi, strambi di idee, spunti di riflessione che non richiedono altro
che essere sviluppati in un romanzo, e abbastanza lontano da farmi vedere, nel
riquadro della finestra del suo mondo tutta esposta a nord, la sua licenza da
nerd patentata intrappolata in una vita monotona e inappagante. Scrive, come
vorrei scrivere io un giorno, in cui la sua più grande prova d'amore è
abbracciare la verve di qualche scrittore antecenario, moderno, o anche in
erba. Con la stessa passione con cui un lettore avido e vorace abbraccia
l'opera del suo scrittore preferito, perché ama identificarsi in questo mondo.
La ghostwriter di cui tutti sentono
parlare, non è mai considerata come una bellezza fuori dal comune, o, nella
piccola cerchia di amici e conoscenti, una donna la cui espressione è diversa
dalla piattezza languida di un rito funebre. Ma cosa mi ha fatto innamorare
della sua storia? O, per meglio dire, qual è stato l'elemento scatenante che mi
ha fatto perdere la cognizione del tempo, amare Non ditelo allo scrittore ancor più dei suoi fratelli? Non di certo
Vani, dall'estremo taglio di capelli, col tono di voce acido che arriva forte e
chiaro alle orecchie di chi persino legge. No. Proprio no! Certamente, il fatto
che la storia sia apparsa incisiva e poderosamente efficace proprio come non mi
immaginavo. Non c'è per l'appunto una specifica motivazione, ma in questo terzo
capitolo ci sono così tante cose che hanno conferito alla storia molto più fascino
e grazia.
Per il mio animo romantico, letture di
questo tipo sono un isola meravigliosa in cui non si è costretti a vagare come
un anima in pena, nei meandri di una storia la cui vita dei personaggi è misera,
ma una giostra di sensazioni altalenanti in
cui sbizzarrirsi. Perdere completamente le tracce. Come quelle opere di
quegli autori di cui tanto diligentemente vivo, coloriti e vivaci come piccole
sfere di luce, che improvvisamente si intersecano nella vita dei lettori con carovane
di segreti, follie, che, pure per ragioni diverse, causano brividi.
Questo e molto altro è racchiuso in questo
piccolo gioiellino che, inconsapevolmente, ha rubato un pezzo della mia anima,
incastrata perfettamente con quella dei personaggi, valicando quella facciata
di finta buonista che le situazioni estreme le avevano fatto sviluppare.
Come la stessa Vani, quella facciata
dietro cui volontariamente nascosi il mio interesse, che si scontrò contro
oscuri e lontani echi, aumentarono e crebbero quasi completamente quando
cominciai a leggere. In una finestra virtuale dall'aria luminosa e vaporosa, è
stato versato un liquido che ha assunto una specifica forma. E' l'indagine di
una ragazza comune, dal ricco sapore della suspense e dell'avventura a fare da
sfondo. Uno specchio in cui sono riversati sprazzi di vite di personaggi che,
sino a questo momento, ho visto così bene e da cui l'anima ha potuto attingere
pur di mantenersi imperturbabile a decidere il modo più efficace di dire ciò
che non riesce a dire.
Non
ditelo allo scrittore è quella storia che attendevo: la
semplicità del tema trattato, e, soprattutto una protagonista un po' più amabile
e cortese, hanno collimato col mio animo di lettrice. Osservandola muoversi e
scomparire fra gruppi di anime, ignare del loro destino, ho accolto questo
terzo capitolo con un certo entusiasmo, nell'ennesima veste deliziosa e priva
di ambiguità, armata di penna a sfera e blocnotes.
Una storia semplice che, via via la si
legge diventa sempre più acuta e interessante, in cui è stato ritratto un
disegno che ha già una sua forma, rendendo Non
ditelo allo scrittore un posto accogliente ma particolare che, per una manciata
di giorni, ha funto da casa, mezzo mediante cui ho potuto esplorare, entrando e
uscendo, magnifici e sontuosi salotti letterari e non sentirmi mai fuori posto.
Valutazione
d'inchiostro: 5
Ciao,sembra interessante questo romanzo, anche se il titolo un po' mi spaventa :D
RispondiEliminaTe lo consiglio caldamente!! ☺☺
EliminaCiao! Anche io adoro Vani e questa serie. Un capolavoro della natura, hai scritto bene *_*
RispondiEliminaEsattamente!! 😊😊
Eliminasto leggendo il quarto e non mi pronuncio ancora su questo ultimo, ma dei tre precedenti questo è quello che più ho apprezzato, proprio per lo scavare a fondo del personaggio
RispondiEliminaAnche io! Questi ultimi volumi mi sono piaciuti particolarmente ☺
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