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venerdì, gennaio 05, 2024

Gocce d'inchiostro: La morte di Ivan Il'ic - Lev Tolstoj

I miei incontri con Tolstoj si possono contare sulla punta delle dita, né confesso a me piace siano così scarsi. Ogniqualvolta l'ho incontrato ci sorprendiamo avvenga in un momento inaspettato, in un periodo un po' turbolento della mia vita, quando di letteratura russa e drammi vari non presto minimamente attenzione. Ed è stato così che mi ha sorpresa in un strano, solenne intervallo che in poche ore mi ha permesso di dedicargli del tempo, in un atmosfera cupa e grigia tipica di questo periodo.
Una manciata di parole mi avrebbero condotto dove desideravo essere, nel cuore di un povero protagonista, ignaro del suo destino. Tartassato nel corpo e nell'anima da un dolore acuto, remoto, che non cesserà d'esistere nemmeno per un secondo, come se già questo fosse il significato più grande.

Titolo: La morte di Ivan Il'ic
Autore: Lev Tolstoj
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 7, 50 €
N° di pagine: 96
Trama: Questo raccnto descrive la vita di Ivan Il'ic, un borghese famiglia, di discreta intelligenza e qualità mondane, costantemente preoccupato del parere dei superiori, che con le loro azioni potrebbero agevolarne la scalata sociale. Anche il matrimonio sembra confacersi alla pratica di vita da lui perseguita nella vita professionale: ha sposato la moglie più per convenienza d'affetto e sociale che per reale innamoramento. Tutto procede per il meglio, fin quando il protagonista non subisce un banale incidente domestico. Cadendo da uno sgabello Ivan Il'ic accusa un forte colpo al fianco, un dolore che con il passare del tempo sarà sempre più costante, costringendolo a consultare numerosi medici per cercare di venirne a capo. Nella situazione di disagio indotto dalla malattia cambiano così le sue priorità. Nell'avere pietà di se stesso, comincia sempre più a essere insofferente verso la rumorosa indifferenza della gente sana. Nessuno lo comprende né gli presta ascolto, tranne un muzik, un paesano, che fin dal giorno dell'incidente aveva cominciato a prendersi cura di lui, peraltro con un atteggiamento improntato a una straordinaria serenità. La malattia lo induce pertanto a rivedere tutta la scala dei valori che aveva ispirato la sua vita, guidandolo alla comprensione della verità: tutto è stato falso, nella vita famigliare come nel lavoro. Ma alla fine della sua vita la menzogna si ritira, e Ivan Il'ic riuscirà a morire sereno, con il sorriso sulle labbra.

La recensione:

Il mio cuore prende spesso una strada tutta sua, se non sprecasse del tempo prezioso in cose futili e vane e invece lo impiegasse in letture profonde, intense e mature proprio come questa. La mia felicità in questi casi sarebbe durata più a lungo.
Non si tratta di una semplice storia, quella raccontata qui, in meno di cento pagine, da Lev Tolstoj. E' la storia di vita - e di morte, di un uomo maturo, di media intelligenza, con un oscuro e intrigante passato alle spalle di cui la vita, alla soglia dell'età adulta, lo induce a sprecare i momenti più preziosi. L'innocenza di un uomo catturata come un uccellino in trappola.
Per riuscire a scrivere una recensione di senso compiuto ho dovuto riannodare i pensieri, sedermi alla scrivania e concentrarmi, affinchè ciò che scrivessi avesse significato e logica.
Ivan Il'ic era rimasto, per tutto il corso della lettura, seduto a fissarmi presso la camera della sua prigionia, scarsamente illuminata da un fascio di luce che baluginava piacevolmente e mandava fuori, quasi scoppiettando, bolle di puzzo e miseria dall'esterno. Con uno stato d'animo doloroso come una penitenza, ho letto queste poche pagine sorpresa di trovarmi in un luogo in cui si trova chi ha appena accompagnato un uomo nel cammino della sua morte, angosciandosi per questo suo gesto, senza lasciarlo nemmeno per un istante. Non dovevo voltarmi indietro; dovevo semplicemente avanzare verso un punto in cui alla fine ogni cosa sarebbe cessata, io sarei potuta tornare a casa, con un guazzabuglio di pensieri che gravavano come un fardello sulle mie spalle. L'assenza di movimento, di paura, il pericolo che serpeggiava tutt'attorno e che indusse Ivan a ergere un muro contro i brutti sogni e a trincerarsi in un mondo diverso, irreale, mi diede l'impressione di sentire ancora su di me gli ultimi raggi del suo sguardo vacuo. Leggere questo romanzo, infatti, carpirne la sua anima dolente e profonda, determinò la mia permanenza fra le sue pagine, nel cuore di un piccolo grande uomo che ha agito per intensità, quasi d'impulso. Una figura che si è mossa molto vicino, nella nebbia, il cui interesse non si è limitato disgraziatamente solo a me, ma si è esteso anche a quella piccola cerchia di persone che lo consideravano amico. Sprecare tempo, idee, esercitare la propria anima per inutili inerzie, mutare convinzioni, aspirare a un nuovo e importante ruolo, vendere la propria intelligenza e fantasia non ha dato pace nemmeno a se stesso, è una crudeltà estremamente angosciante, dinanzi agli occhi del mondo, forse più del significato che cela la morte stessa.
A sua insaputa, Ivan mi aveva convocata nella sua polverosa dimora con tradizionale urgenza, ed io avevo accettato l'invito con una certa curiosità, temendo che il mio nuovo amico d'inchiostro mi riservasse qualche inutile e spiacevole sorpresa. Con lo stesso entusiasmo con cui abbraccio storie di autori sconosciuti, ho seguito con fervore l'incredibile sete di vita di un uomo solo, timoroso del futuro e della vita in generale. Allusione alla massa umana che, come un eco remoto o un riflesso opaco, ha scandito un pomeriggio all'insegna della solitudine e della monotonia. Sprofondando dentro di lui e vivendo nel mondo da lui stesso creato. Trascinata dalla corrente scintillante dei sogni, volgendo gli occhi a un fato un po’ crudele ed egoista che si è limitato a riversare macchie d'inchiostro in un paesaggio rurale in cui sembra impossibile cogliere speranze o consolazioni.
Come un sonno lungo e purificatore, sono stata a bordo di una nave il cui lento e pigro flusso mi ha trasportata in un'altra epoca, in un altro luogo, fra gruppi di artisti e gente umile. Ho osservato silenziosamente questo meraviglioso paesaggio, ma soprattutto assistito all'abbattimento fisico e morale di un satellite silenzioso e solitario che ha fluito nel suo animo per tanto tempo.
In un sudario di malinconia, miseria e povertà dell'anima, che hanno attanagliato le mie fragili membra come un cappotto troppo ingombrante, la storia di Ivan Il'ic è un quadro prettamente realistico di un uomo comune che, spiccando come un barlume di energia in un mare di miseria e spossatezza, ha fatto vibrare il mio cuore con una strana armonia. Come il tentativo di aprire il nostro cuore ad un uomo che di forza di volontà ne ha molta ma che, evidenziando il confronto con la vita e il potere esercitato dal fato, è una novella che nel suo grigiore splende e illumina i cuori di chiunque inaspettatamente decide di inoltrarsi fra le pagine di questa stramba storia.
Valutazione d'inchiostro: 4

8 commenti:

  1. Ciao :) L'ho recuperato da poco questo titolo! Lo leggerò a breve anche se competere con Anna Karenina è dura ;)

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    1. Ciao! Ti capisco molto bene ☺☺ questa si è rivelata una bella lettura, ma Anna Karenina è altrettanto bello ☺☺

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  2. Di Tolstoj ho letto solo Anna Karenina, ma devo assolutamente recuperare altro!

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    1. Anna Karenina è davvero molto bello, ma anche questo romanzo lo è.... Dopo questa ennesima esperienza di lettura penso proprio leggerò altro di suo, a cominciare da Guerra e pace ☺☺

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  3. Bella recensione, grazie; Tolstoj però non fa per me

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