I
miei incontri con Tolstoj si possono contare sulla punta delle dita, né confesso
a me piace siano così scarsi. Ogniqualvolta l'ho incontrato ci sorprendiamo avvenga
in un momento inaspettato, in un periodo un po' turbolento della mia vita, quando
di letteratura russa e drammi vari non presto minimamente attenzione. Ed è stato
così che mi ha sorpresa in un strano, solenne intervallo che in poche ore mi ha
permesso di dedicargli del tempo, in un atmosfera cupa e grigia tipica di
questo periodo.
Una
manciata di parole mi avrebbero condotto dove desideravo essere, nel cuore di
un povero protagonista, ignaro del suo destino. Tartassato nel corpo e nell'anima
da un dolore acuto, remoto, che non cesserà d'esistere nemmeno per un secondo,
come se già questo fosse il significato più grande.
Titolo: La morte di Ivan Il'ic
Autore: Lev Tolstoj
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 7, 50 €
N° di pagine: 96
Trama: Questo raccnto descrive la vita di Ivan Il'ic, un borghese famiglia,
di discreta intelligenza e qualità mondane, costantemente preoccupato del parere
dei superiori, che con le loro azioni potrebbero agevolarne la scalata sociale.
Anche il matrimonio sembra confacersi alla pratica di vita da lui perseguita
nella vita professionale: ha sposato la moglie più per convenienza d'affetto e
sociale che per reale innamoramento. Tutto procede per il meglio, fin quando il
protagonista non subisce un banale incidente domestico. Cadendo da uno sgabello
Ivan Il'ic accusa un forte colpo al fianco, un dolore che con il passare del
tempo sarà sempre più costante, costringendolo a consultare numerosi medici per
cercare di venirne a capo. Nella situazione di disagio indotto dalla malattia cambiano
così le sue priorità. Nell'avere pietà di se stesso, comincia sempre più a
essere insofferente verso la rumorosa indifferenza della gente sana. Nessuno lo
comprende né gli presta ascolto, tranne un muzik, un paesano, che fin dal
giorno dell'incidente aveva cominciato a prendersi cura di lui, peraltro con un
atteggiamento improntato a una straordinaria serenità. La malattia lo induce
pertanto a rivedere tutta la scala dei valori che aveva ispirato la sua vita,
guidandolo alla comprensione della verità: tutto è stato falso, nella vita famigliare
come nel lavoro. Ma alla fine della sua vita la menzogna si ritira, e Ivan
Il'ic riuscirà a morire sereno, con il sorriso sulle labbra.
La recensione:
Il
mio cuore prende spesso una strada tutta sua, se non sprecasse del tempo
prezioso in cose futili e vane e invece lo impiegasse in letture profonde,
intense e mature proprio come questa. La mia felicità in questi casi sarebbe
durata più a lungo.
Non
si tratta di una semplice storia, quella raccontata qui, in meno di cento pagine,
da Lev Tolstoj. E' la storia di vita - e di morte, di un uomo maturo, di media
intelligenza, con un oscuro e intrigante passato alle spalle di cui la vita, alla
soglia dell'età adulta, lo induce a sprecare i momenti più preziosi. L'innocenza
di un uomo catturata come un uccellino in trappola.
Per
riuscire a scrivere una recensione di senso compiuto ho dovuto riannodare i
pensieri, sedermi alla scrivania e concentrarmi, affinchè ciò che scrivessi avesse
significato e logica.
Ivan
Il'ic era rimasto, per tutto il corso della lettura, seduto a fissarmi presso la
camera della sua prigionia, scarsamente illuminata da un fascio di luce che baluginava
piacevolmente e mandava fuori, quasi scoppiettando, bolle di puzzo e miseria dall'esterno.
Con uno stato d'animo doloroso come una penitenza, ho letto queste poche pagine
sorpresa di trovarmi in un luogo in cui si trova chi ha appena accompagnato un
uomo nel cammino della sua morte, angosciandosi per questo suo gesto, senza lasciarlo
nemmeno per un istante. Non dovevo voltarmi indietro; dovevo semplicemente avanzare
verso un punto in cui alla fine ogni cosa sarebbe cessata, io sarei potuta tornare
a casa, con un guazzabuglio di pensieri che gravavano come un fardello sulle
mie spalle. L'assenza di movimento, di paura, il pericolo che serpeggiava tutt'attorno
e che indusse Ivan a ergere un muro contro i brutti sogni e a trincerarsi in un
mondo diverso, irreale, mi diede l'impressione di sentire ancora su di me gli
ultimi raggi del suo sguardo vacuo. Leggere questo romanzo, infatti, carpirne la
sua anima dolente e profonda, determinò la mia permanenza fra le sue pagine,
nel cuore di un piccolo grande uomo che ha agito per intensità, quasi d'impulso.
Una figura che si è mossa molto vicino, nella nebbia, il cui interesse non si è
limitato disgraziatamente solo a me, ma si è esteso anche a quella piccola
cerchia di persone che lo consideravano amico. Sprecare tempo, idee, esercitare
la propria anima per inutili inerzie, mutare convinzioni, aspirare a un nuovo e
importante ruolo, vendere la propria intelligenza e fantasia non ha dato pace
nemmeno a se stesso, è una crudeltà estremamente angosciante, dinanzi agli
occhi del mondo, forse più del significato che cela la morte stessa.
A
sua insaputa, Ivan mi aveva convocata nella sua polverosa dimora con
tradizionale urgenza, ed io avevo accettato l'invito con una certa curiosità,
temendo che il mio nuovo amico d'inchiostro mi riservasse qualche inutile e
spiacevole sorpresa. Con lo stesso entusiasmo con cui abbraccio storie di
autori sconosciuti, ho seguito con fervore l'incredibile sete di vita di un
uomo solo, timoroso del futuro e della vita in generale. Allusione alla massa
umana che, come un eco remoto o un riflesso opaco, ha scandito un pomeriggio
all'insegna della solitudine e della monotonia. Sprofondando dentro di lui e
vivendo nel mondo da lui stesso creato. Trascinata dalla corrente scintillante
dei sogni, volgendo gli occhi a un fato un po’ crudele ed egoista che si è
limitato a riversare macchie d'inchiostro in un paesaggio rurale in cui sembra
impossibile cogliere speranze o consolazioni.
Come
un sonno lungo e purificatore, sono stata a bordo di una nave il cui lento e
pigro flusso mi ha trasportata in un'altra epoca, in un altro luogo, fra gruppi
di artisti e gente umile. Ho osservato silenziosamente questo meraviglioso
paesaggio, ma soprattutto assistito all'abbattimento fisico e morale di un
satellite silenzioso e solitario che ha fluito nel suo animo per tanto tempo.
In
un sudario di malinconia, miseria e povertà dell'anima, che hanno attanagliato
le mie fragili membra come un cappotto troppo ingombrante, la storia di Ivan
Il'ic è un quadro prettamente realistico di un uomo comune che, spiccando come
un barlume di energia in un mare di miseria e spossatezza, ha fatto vibrare il
mio cuore con una strana armonia. Come il tentativo di aprire il nostro cuore
ad un uomo che di forza di volontà ne ha molta ma che, evidenziando il
confronto con la vita e il potere esercitato dal fato, è una novella che nel
suo grigiore splende e illumina i cuori di chiunque inaspettatamente decide di
inoltrarsi fra le pagine di questa stramba storia.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Ciao :) L'ho recuperato da poco questo titolo! Lo leggerò a breve anche se competere con Anna Karenina è dura ;)
RispondiEliminaCiao! Ti capisco molto bene ☺☺ questa si è rivelata una bella lettura, ma Anna Karenina è altrettanto bello ☺☺
EliminaDi Tolstoj ho letto solo Anna Karenina, ma devo assolutamente recuperare altro!
RispondiEliminaAnna Karenina è davvero molto bello, ma anche questo romanzo lo è.... Dopo questa ennesima esperienza di lettura penso proprio leggerò altro di suo, a cominciare da Guerra e pace ☺☺
EliminaBella recensione, grazie; Tolstoj però non fa per me
RispondiElimina😊😊
EliminaThanks for your review
RispondiEliminaThank you! ;)
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