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giovedì, novembre 01, 2018

Due chiacchiere con l'autore: Allison Taylor

Lo chiamo "il momento perfetto in cui si mette a nudo la propria anima". La rubrica denominata Due chiacchiere con l'autore, nel bel mezzo di una sfilata di parole arenate fra le mie entrate librose e i miei pensieri letterari. Tutt'intorno, una cittadella di personaggi, di autori, che con i loro romanzi hanno lasciato un segno del loro passaggio. Una sorta di castello circolare sospeso nella volta celeste. Così come tanti altri prima di lei, l'intervista di quest'oggi è dedica a una mia coetanea bravissima e già molto abile con le parole, di cui io in una settimana ho fatto piazza pulita dei suoi nuovi romanzi.
Dopo qualche mese di assenza, ritorna su Sogni d'inchiostro raccontandoci un po' di lei e della genesi dei suoi romanzi. Del suo incontenibile amore per i libri e la scrittura, ma, soprattutto, cosa significa essere al giorno d'oggi un autrice emergente. Una cantastorie così giovane che ha fatto sussultare il mio cuore.
1) Ciao, Allison! Bentornata su Sogni d'inchiostro! E' davvero un piacere riaverti qui …Prima di dare il via all'intervista, dicci, chi è Allison nella vita di
tutti i giorni?
Ciao, Gresi! È un piacere anche per me e sono molto contenta di fare questa intervista. Allyson, nella vita di tutti i giorni, è una semplice ragazza di ventiquattro anni che lavora e si ritaglia dei momenti durante la giornata per scrivere e leggere.


2)Da dove nascono i tuoi romanzi, e cosa ti ha spinto a scriverli?
Ho iniziato a scrivere cinque anni fa. Stavo attraversando un periodo difficile e ho pensato di mettere su carta i miei pensieri. Così è nata la mia prima opera e successivamente non mi sono più fermata. Ho scoperto che amo scrivere e creare storie.


3) Una volta intessuta la trama, qual è il passo successivo nella creazione della storia e dei personaggi?
A dire la verità non seguo un vero e proprio schema. Spesso mi vengono delle idee per un nuovo romanzo mentre ne sto scrivendo un altro, perciò appunto quello a cui ho pensato e dopo mi lascio guidare dalla fantasia.

4) Hai trovato delle difficoltà nell'evolvere la personalità dei protagonisti? O, scrivendo, avveniva in maniera del tutto naturale?
Non ho mai incontrato difficoltà, è una cosa che avviene in modo naturale.

5) Quali sono state le sfide che hai dovuto affrontare durante la stesura del romanzo?
Senza dubbio i famosi blocchi dello scrittore. Odio quando accade, ma penso che purtroppo succeda tutti.

6) Cosa significa per te scrivere?
Per me scrivere è vita. La scrittura mi permette di sfogarmi, di dare vita a qualcosa di mio.


7) Quando scrivi ti senti coinvolta o riesci ad essere più oggettiva e dunque distaccata da quello che traspare dalle pagine?
Non sempre riesco a essere oggettiva. Ciò che scrivo mi coinvolge sempre e faccio anche in modo di essere coinvolta perché da un lato spero che le emozioni che provo io quando scrivo le provi anche il lettore. Voglio suscitare emozioni e ricordi.

8) Nei tuoi romanzi affronti tematiche piuttosto importanti. E' difficile per te scrivere tutto questo?
In realtà no, non lo è. Amo le storie d'amore e i drammi, ma mi rendo conto che spesso, unendo questi due aspetti, si può cadere in qualcosa di scontato con molti cliché. Per questo preferisco affrontare temi più importanti, perché raramente mi capita di leggere romanzi così “seri”. Io scrivo ciò che vorrei leggere.


9) Nel romanzo Life la protagonista ama i cavalli, mentre in Unexpected Fanny lavora in una pasticceria e condivide la passione per i dolci? Anche tu condividi queste passioni? 
;) Amo gli animali, ma non ho mai cavalcato in vita mia come Haylee; per quanto riguarda Fanny, invece, devo ammettere che ho un debole per i dolci e la cucina in generale. Sì, mi piace proprio cucinare. In ogni romanzo che scrivo mi capita sempre di mettere un pezzetto di me, che sia una cosa positiva o negativa.
10 )Cosa non dovrebbe mancare in una storia affinchè resti impressa nella mente di chi legge?
Di preciso non lo so, perché sinceramente non ci penso quando scrivo. Ragionandoci a modo, come ho detto prima, preferisco che non ci siano scene prevedibili e scontate. Amo i colpi di scena e le storie diverse dalle altre. Quindi forse l'originalità è la chiave per permettere ai lettori di ricordare ciò che leggono.

11) I tuoi romanzi sono scritti in prima persona. Perché questa scelta? Pensi avrebbero medesimo spessore se raccontate da più punti di vista, mediante un narratore "esterno"?
È una scelta che ho fatto pensando come lettrice. Io mi sono sempre sentita più coinvolta leggendo storie scritte in prima persona, perciò ho deciso di utilizzare questa tecnica.

12) Quali sono i tuoi romanzi preferiti, o meglio, quali opere hanno influenzato la genesi dei tuoi romanzi?
Questa è una domanda davvero, davvero difficile. Io leggo molto, ma non ho uno scrittore o una scrittrice preferita. I generi che preferisco sono i romance (ho un debole per Colleen Hoover), ma leggo anche altro, tra cui romanzi storici, in particolare quelli riguardanti la Seconda Guerra Mondiale, e gialli o thriller (mi piace molto Jeffery Deaver).


13) Quanto tempo dedichi alla scrittura nell'arco di una giornata?
Purtroppo non quanto vorrei. Lavorando tutto il giorno, non ho molto tempo da dedicare alla scrittura; però durante il weekend cerco di mettermi in pari.

14) Cosa hai imparato dai protagonisti dei tuoi romanzi?
Molto, perché alcune delle cose che scrivo le ho vissute sulla mia pelle.

15) Ad un lettore o una lettrice che non ha ancora letto nessuno dei tuoi romanzi, quale consiglio gli daresti per farlo?
Provare. Se ciò che scrivo è il genere che leggono di solito, allora possono provare a leggere qualcosa di mio.

Grazie, Allison, per la disponibilità e la pazienza :)
Grazie a te :) 

2 commenti:

  1. Bellissima intervista. Non ho letto ancora nulla di quest'autrice, ma non mancherò di farlo nel futuro.

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    1. Grazie, Little Pigo! Ti auguro di avere occasione per leggere qualcuno dei romanzi di questa autrice ☺

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