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martedì, marzo 12, 2019

Amori di carta: Paullina Simmons

Non ricordo a quando risale l'ultimo post riguardante una delle rubriche più amate dalla sottoscritta; all'ultimo momento, l'altro pomeriggio, fui folgorata come da un'illuminazione. Da quanto tempo non riesumavo dalle soglie del tempo la rubrica Amori di carta? A dire il vero, l'ultimo post non prevede un lasso di tempo così lungo e indimenticabile. Avevo parlato di un autrice che, sebbene non più avvezza a questo genere di letture, è un antidoto contro gli effetti repentini ma devastanti della vita. Il suo nome? Laini Taylor, e, i suoi libri, una certezza nel panorama letterario. Ho temuto un certo biasimo per non aver parlato di lei e dei suoi libri prima del tempo, ma la curiosità e il mio amore per la letteratura fu più forte di ogni altra cosa.
I miei lettori spero saranno contenti di sapere che fra non molto la casa editrice Fazi pubblicherà il secondo volume delle vicende incentrate sul bel Lasco, appassionato e fervido lettore. Per l'affetto che provo per la Taylor e soprattutto per l'insana curiosità che nutro nei riguardi de La musa della notte, non posso non tenere fede a questo sentimento e, qualche giorno dopo San Valentino, accapparrarmi di una copia. Ma per il momento, desidero allietare questa mia presenza con un post riguardante un altro autore che si annovera fra i miei preferiti: Paullina Simmons.
I romanzi che ella scrive hanno sortito una certa notevole diffidenza nel mondo in cui è stata accettata, dopo una lettura fervida e forsennata di ogni suo libro. Nel mio bagaglio culturale, la saga de Il cavaliere d'inverno si annovera fra le migliori saghe del momento, sebbene molte lettrici avranno avuto un'idea alquanto diversa su ciò che più si ritiene sia l'amore, risaltandolo in ogni sua forma o sfaccettatura.
Si, a onor del vero non ho mai dubitato della straordinaria abilità dela Simmons del saperci parlare d'amore. Mi chiedo come ho fatto, in questi anni, a non accorgermi subito della somiglianza fra le nostre anime. Così è stato questo il segreto ad unirci.
Qui, su Sogni d'inchiostro, non ero mai riuscita a confessarlo ai miei lettori più accaniti, ma all'ultimo momento sono come stata folgorata: la Simmons è un autrice estremamente brava, sebbene la sua prosa non la si può giudicare forbita o incomprensibile. E negli anni il mio parere nei suoi riguardi è nettamente migliorato; il segreto era oramai stato rivelato. Perché non lasciarmi andare a questa consapevolezza?
La storia di Tatiana e Alexander, ma anche degli altri "compagni" letterari, è l'emblema di quei poemi romantici che a me piace tantissimo leggere in cui il mio cuore non desidera altro che bearsi della compagnia dei suoi protagonisti, constatando quanto siano divenuti indispensabili, qualunque siano le colpe o i torti subiti. Combattenti in uno spazio mai visto prima di adesso, animato dal caos e dalla guerra, come in un sogno bello e rassicurante allietando il peso delle mie sofferenze. Trascinati dalla miseria, dalla solitudine, dimostrando quanto d'importante ci sia nella vita. dando sfogo alla vulnerabilità, alla dolcezza sedimentati nell'animo di chiunque.
Materie finite in uno spazio infinito che portano la bandiera della pace, e conferiscono un certo calore e una certa generosità. Quella bandiera che io ho seguito per molti anni, e che tutt'ora sento gli effetti devastanti del mio brusco allontanamento. Ripescando così dalla memoria del tempo quelle magiche sensazioni con cui mi era sembrato di cadere, travolta da qualcosa di forte e inspiegabile.
I romanzi della Simmons, la stessa autrice, sono come delle malattie che hanno cominciato a manifestarsi nell'immediato, dapprima in modo quasi intenso, e poi con la fatalità di una condanna. In pagine che altro non sono che un esaltazione alla vita, ai sentimenti, qualcosa di trascendentale, sorprendente e inspiegabile in cui si trovano tutti i tipi di buona ragione per aggrapparsi a una fede.
La supremazia, la violenza intaccano ogni cosa, appesantendo quelle che apparentemente sembrano letture di svago, in cui si guarda in faccia la morte nonostante la realtà sia ancora devastante più di quel che si crede.
Il senso di solidarietà, l'altruismo, il coraggio di dover sacrificarsi per la persona amata, l'amore, l'amicizia, costituiscono un messaggio piuttosto significativo su cui ruota lo stile dell'autrice. La Simmons inconsapevolmente trascina in luoghi apparentemente semplici che non impediscono  al lettore d'instaurare un certo legame con ogni personaggio. Con i dolorosi spasmi di entità catastrofiche e devastanti che reclamano la nostra attenzione, mediante racconti che trascendono alcun limite di età, qualunque febbrile tortura in versi, che si espande oltre le pagine, al di là della realtà.

6 commenti:

  1. Ho provato a leggere giusto Il cavaliere di inverno, anni fa, ma non fa per me, nonostante la grande accuratezza del tutto. 😔

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    1. Si, in un certo senso è un autrice che o la si ama o la si odia. Io come puoi vedere la amo, ed ecco il motivo per cui è protagonista di questo ennesimo post ;)

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  2. Ciao Gresi, non ho ancora letto "Il cavaliere d'inverno" ma ne sento parlare talmente bene che mi incuriosisce davvero tanto! Della Simmons in passato avevo letto un giallo ("La casa delle foglie rosse") e ricordo che mi era piaciuto :-)

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    1. A me invece La casa delle foglie rosse mi manca, ma presto lo leggerò :)

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  3. Non conosco nè una nell'altra, ed ammetto di essere poco attratta, in questa fase della mia vita, dalle storie incentrate sull'amore; specialmente da quelle culminanti nel lieto fine. Sarà l'etá, sarà una fase, sarà che mi sto tramutando in Malefica della Bella Addormentata ^_^, non lo so... so che al momento è una tipologia di libro a cui difficilmente mi accosto.
    Ma è sempre piacevole leggere i tuoi post, Gresi ^_^

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