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sabato, settembre 07, 2019

Gocce d'inchiostro: Colazione da Tiffany - Truman Capote

Ogni volta che sentivo parlare di questo romanzo, me ne rendo conto, vale a dire non spesso, avevo come l'impressione di essere trasportata all'indietro, con un leggero languore alla bocca dell'anima come una diversa interpretazione del mio ennesimo temporeggiare: ciò che io conoscevo su Colazione da Tiffany non si fondava letteralmente su ciò che mi ero immaginata. I miei pensieri al riguardo sono stati piuttosto eccentrici. Perfino la faccia di Audrey Hepburn ritratta nella copertina non era altro che un viso anonimo, e le mie supposizioni erano parecchio più in là di quel che avevo creduto.
Del resto, leggere e tentare nella sorte non sarebbe costato niente. I miei occhi insomma alla fine poterono constatare come e quanto mi fossi sbagliata. La verità è contenuta in tutt'altro punto. Tutt'attorno alla storia che l'autore si porta dentro radicata, in poche ma ridondanti parole, nella consapevolezza che l'individuo non è ancora del tutto un essere libero sebbene capace di poterlo diventare.
Titolo: Colazione da Tiffany
Autore: Truman Capote
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 16€
N°di pagine: 108
Trama: Holly è una cover girl di New York, attrice cinematografica mancata, generosa di sé con tutti, consolatrice di carcerati, eterna bambina chiassosa e scanzonata. È un personaggio incantevole, dotato di una sorprendente grazia poetica. Intorno a lei ruotano tipi bizzarri come Sally Tornato, paterno gangster ospite del penitenziario di Sing Sing; O. J. Berman, il potente agente delle star di Hollywood; il << vecchio ragazzo >> Rusty Trawler, Joe Bell, proprietario di bar e timido innamorato...


La recensione:

Si ha paura, si suda maledettamente, ma non si sa di cosa si ha paura. Si sta che sta per capitarci qualcosa di brutto, ma non si sa che cosa. 

Era stata una sfida indetta su Facebook, un gruppo di lettura, a condurmi fra le braccia di Fred e Holly. Perciò quando seppi la notizia non ci pensai due volte, anzi me ne accaparrai subito una copia, curiosissima e intrigata da questa fantomatica donna che all'epoca vide come musa cinematografica Audrey Hepburn. Quello che ho visto e che ho letto, tuttavia, è stato molto diverso da quello che mi ero immaginata, e i momenti in cui Capote mi sorprese furono innumerevoli poiché non si dà voce a gesti di caloroso affetto, slanci irruenti del cuore, bensì a certe particolari sfumature dell'animo umano. E Truman Capote ci provó in maniera del tutto semplice, talvolta ridondante, generato ed estrapolato dalle sabbie del tempo mediante la reminescenza di un ricordo o frutto della fantasia stessa dell'autore, che trovò ampio respiro nella scrittura. Nel concetto di espressione nell'intrappolare il pensiero astratto su carta concedendo qualunque opportunità, qualunque permesso di critica o denuncia. 
Nel giro di poche ore, il mio cervello si mise in moto, rapido e ben al di là del mio controllo. Le parole, evocate con forza tremenda, vigilarono la mia avanzata lenta come terrificanti autorità, in agguato dietro la facciata di piccoli gesti, semplici azioni in attesa di un cambio di rotta. È stato qualcosa che ha avuto a che fare con un certo tipo di magia, che io spesso riscontro in letteratura, e che talvolta ha a che fare con la volontà o le azioni dell' autore, o l'importanza che svolgono i suoi personaggi. Ci si pongono domande, quesiti sull'importanza dell'esistenza umana, sulla concezione aninalesca dell'individuo a contatto con la società, e mentre mi affannavo a trovarne le risposte sentivo la presenza della bella Holly premere addosso alla mia coscienza. Holly e Fred avevano un importanza tutta loro, e questo romanzo ne è una conferma. A dispetto del titolo, a mio parere fuorviante, che indica il luogo, l'hotel in cui si muoveranno i personaggi capotiani e che, sebbene non ha una sua vera e propria importanza, ha una sua voce. 
Leggere Colazione da Tiffany è stato come vivere a ritroso la pellicola di un film d'epoca che non ho sentito come mio ma che, a mano a mano che mi insidiavo, ne feci completamente parte. Si è trattato di un breve momento di intimità, di struggimento, di puro e scarno interesse con i quali mi sono abbandonata all'euforia, alla soddisfazione di chi mi ero circondata. Due persone, un uomo e una donna, che seppur normali non si sono mai sentiti così poiché, con coraggio e determinazione, hanno volto le spalle a un mondo che vorrebbero cambiare. Frantumarne le leggi, avanzando valide testimonianze. Quello di Capote infatti non è un semplice romanzo, una lettura leggera con cui intrattenersi per qualche ora. È un romanzo che trasmette un forte senso di libertà, di ribellione che invita a distaccarsi dalle convenzioni sociali, dal pozzo oscuro in cui si è inevitabilmente sprofondati mediante la figura sinuosa e aggraziata di Holly. Vivace, coraggiosa, ambiziosa, sfacciata, brillante ma stupida da mettere in gioco persino la sua stessa vita. Un eroina letteraria che si muove più su questioni relativi al concetto di vedere che di sapere. Truman Capote però lascia che siano i lettori a stabilire cosa è giusto o meno, riportandolo continuamente alle sue osservazioni originali. Quello che i suoi modi 'acuti' esplicano sono i seguenti: Una ragazza apparentemente sciocca e frivola cosa possiede di così speciale? E assume un punto di vista molto più critico nel momento in cui letteratura e realtà entrano a contatto. Il chiarore della lucentezza che sprigionano queste pagine, o della luna come nella vecchia cover, è sufficiente a spiegare come sia solo apparenza. L'aura magnetica di Holly brucia negli occhi del lettore, ma maniere imprevedibili e quasi brusche sottoindendono un certo disagio. Ed è stato proprio in questo momento che ho compreso la bellezza di questo romanzo, quando ho percepito la 'freddezza' con la quale Holly affronta il mondo, e che Capote ravviva mediante confessioni accese ma effimere con Fred, facendo volontariamente un confronto fra chi è vulnerabile e chi invece non vuole esserlo. 
Quella di Colazione da Tiffany è un quadro brillante, visionario, affascinante e introspettivo che si muove mediante i gesti impulsivi di due anime affini ma solitarie, irrimediabilmente insoddisfatte. Un labirinto di parole, confessioni dell'anima, passioni del cuore allestito dallo stesso Capote, alterego nella figura di Fred, in cui ci si appassiona a tal punto che ci si mostra compiacenti, desiderosi di elargire qualunque aiuto possibile. Qualunque scialuppa di salvataggio a cui ci si aggrappa fortemente, bandendo dai nostri pensieri i 'danni' per cui le figure capotiane sentono di essere responsabili. 
Valutazione d’inchiostro: 4

6 commenti:

  1. Ciao Gresi, sai che non ho mai visto neppure il film incentrato su questa storia così famosa? Mi sa che urge recuperare ;-)

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    1. Nemmeno io, Ariel! Ho deciso di leggere il libro, ma il film presto o tardi lo recupererò 😊😊

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  2. Ho visto il film, ma senza grande entusiasmo, nonostante la bellezza di Audrey e il mio amore per il cinema vecchio stile.
    Il romanzo, su carta diversissimo, devo leggerlo! :)

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