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domenica, novembre 10, 2019

Gocce d'inchiostro: Le fantastiche avventure di Kavalin e Clain - Michael Chabon

Nelle mie spericolate ricerche letterarie può accadere, talvolta, che una falsa pista, è lì sotto il tuo naso pronta ad afferrarti e attanagliarti nella sua morsa; sotto questa luce romantica ho sempre fatto la conoscenza di autori estremamente bravi, la cui scrittura graffiante e 'pericolosa' hanno reciso con gli anni la mia anima. Fino adesso, nessuno mi aveva illusa, a parte qualche rarissima eccezione che mi ha sorpresa distratta o ingenua. Mi affido alle buone ed entusiastiche recensioni, e ciò che verrà accadrà. Questo romanzo che quest'oggi è invece protagonista, che già solo dalla copertina sembra vivere, mi fece sentire contenta, entusiasta di imbarcarmi in un'avventura ai limiti della follia, dell'insaziabilità umana.... Ma 'sofferto' più o meno intensamente: una cinquantina di pagine dopo, avevo già compreso che questo romanzo non avrebbe avuto niente di così fantastico o memorabile. Un pó ero venuta per fuggire dalla monotonia del giorno, per uscire dal dramma del primo libro del mese, ma nell'arco di tempo che ho dedicato a questa lettura pur di trovare una buona ragione per cui era necessario continuare mi sono intestardita a continuare. E tutto sommato ho fatto bene. 


Titolo: Le fantastiche avventure di Kavalin e Clain
Autore: Michael Chabon
Casa editrice: Bur
Prezzo: 12 €
N°di pagine: 832
Trama: Josef (Joe) Kavalier è un giovane artista ebreo in fuga dalla Praga nazista. Dopo aver superato il confine, approda a New York, la città in cui << gli emigrati diventano americani e gli orfani supereroi>>. A Brooklyn incontra suoi cugino Samuel Klayman (Sammy Clay): i due diventano inseparabili e danno vita a un nuovo eroe a fumetti, l'Escapista, maestro della fuga in lotta contro i nazisti del terribile Attila Haxoff. Il successo per Kavalier e Clay sarà grande. Gli orrori della guerra, il sogno americano e la cultura pop, gli eroi dei fumetti e i loro creatori, le celebrità del cinema, dell'arte, della musica.

La recensione:
Mentre mi avviavo verso un posto del tutto sconosciuto che avevo individuato, uno dei tanti posti che desideravo visitare buttandomi alle spalle le spettacolari immersioni nel mondo di Lemony Snicket, continuavo a pensare che dove stavo andando non fosse esattamente il posto che mi ero immaginata, e che in effetti ci ero arrivata, lasciando tutto indietro... Quando, in realtà, non ho fatto altro che compiere un piccolo errore: comprare e leggere d'impulso un romanzo di cui non sapevo assolutamente niente. Sotto di me una veduta gigantesca ed elettrizzante, dalla cima di un enorme palazzo azzurrognolo e bluastro, che mi impedì di restare con i piedi ben piantati per terra. Appollaiata così sulla struttura complessa e contorta di un marchingegno letterario, che conferisce lo stato d'animo di una libertà interiore, fisica e morale in cui il viaggio funge da evasione o via di fuga da qualcosa che mette soggezione, scompiglia completamente il nostro animo, ho sfrecciato da una parte ad un'altra lasciando la mia casa e albergando per qualche tempo in un luogo che non ha suscitato del tutto il suo fascino. Ero già giunta al punto in cui i protagonisti, Kavalier e Clain, prendono consapevolezza di come, da un mondo che giorno dopo giorno si avvia disgraziatamente verso la distruzione, la totalità, il colonialismo, ci si aggrappa a delle strambe forme di vita che hanno una certa laicità. 
Erano solo questi due concetti a pesare sul mio spirito, come due enormi macigni, mentre proseguivo questo viaggio spericolato? La vita e i fumetti. Due giovani burocratici e le loro passioni. O la mancanza di ottenere qualcosa che metta al proprio posto qualcosa, contrastino il male mediante fantasia - metafora di qualunque forma o tipi di cattiveria che verrà soppiantata? 
Il processo stilistico che prevede la caratterizzazione dell'intero romanzo non è stato a mio avviso brillante per come speravo. Una splendida e fedele rifinitura di un epoca che non c'è più, che introduce al mondo figure generalmente pessimistiche, che abituate a sguazzare nella sfortuna, nella povertà d'animo, si affidano a una forma contorta di sopravvivenza che sottrae chiunque dall'oblio più sottile, dal più fragile stato di vita. Ritto in mezzo a pile e pile di libri, Michael Chabon premura un tema piuttosto importante, se lo si vede da un punto di vista metaforico, in quanto l'amore per il fumetto, le storie che vi sono celate, la loro metamorfosi, ci insegnano come la vita non è fatta esclusivamente di sofferenze, tormenti dell'anima che a lungo andare potrebbero estinguerci, ma sollevano aspirazioni struggenti più importanti, che pian pianino dovrebbero allontanarci dalla macchina della burocrazia. Avanzare dunque in un marasma di eventi che altri non sono che un importante denuncia a sfondo politico e sociale, non hanno accordato gli strumenti giusti che instaurasse un certo legame fra me e il suo autore. 
L'opera di Michael Chabon è una fiaba crudele, ombrosa, dai toni vivaci ed entusiastici, la cui ambizione, la sua verve trova forza e vigore nel forte desiderio di essere integrati in un posto in cui non ci si sente pienamente liberi. Levarsi in cielo, brillare fra le avverse stelle, in mezzo a uomini e donne confusi, che non hanno nemmeno idea di cosa voglia dire vivere, come un'ondata di innovazione, magnificenza dell'intervento sull'astro umano, l'irrefrenabile lotta per come le cose non sono e non potranno mai essere. Questo romanzo non ha affatto l'aria si tratti di qualcosa di semplice o banalotto, sebbene possa sembrare così. Eppure non ha affatto l'aria di essere spensierato o avvincente come enuncia il titolo e la quarta di copertina, le cui caratteristiche mi fecero pensare a una continua lotta per la vita, al suo attacco e la sua difensiva. Forse per questo non mi sono sentita completamente a mio agio, se eventi e situazioni innumerevoli non si fossero susseguiti l'uno con l'altro con quest'ambiente che sembra ancor più naturale dell'affinità che c'e stata fra noi due. Alla fine il romanzo raggiungerà una sua suprema concentrata ambizione, che non bada nel modo più assoluto ai sentimenti e alle fantasie che la sua presenza poteva fomentare in qualunque parte del mondo. 
Si è trattato di un'esperienza di lettura che in un certo senso mi ha permesso di ritornare indietro nel tempo, il cui autore ha scritto un romanzo che alla fine è un unica storia e che in ognuno di essa vi è rappresentata un diverso stadio di confrontarsi col mondo, accettando, addossando e andando dove le parole non potranno mai condurre. Un modo per cimentarsi con l'ignoto. Un modo per sopravvivere e poi trionfare. Ogni cosa si riduce al caso, a un incubo di disegni e forme colorate, in un racconto che sono tetre e drammatiche ferite che giorno dopo giorno divengono sempre più aperte. In un meccanismo contorto ma sofisticato, in un labirinto di parole che hanno illuminato il tutto, costanti come l'onda sulla spiaggia. 
Valutazione d’inchiostro: 4 - 

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