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domenica, marzo 01, 2020

Gocce d'inchiostro: Le confessioni di Frannie Langton - Sara Collins

Gironzolano quasi sempre per una manciata di minuti i miei pensieri, ogniqualvolta concludo di leggere un romanzo, sostando  temporaneamente o più del dovuto pur di interpretare ciò che racchiudono le sue pagine. Poi a mia volta prendo il volo. Riesco a trovare delle spiegazioni, e con le parole cerco di valicare i confini del possibile. Ho così traversato un ponte invisibile, che collega il mondo di qua con quello di là, avvolta in un sudario di fascino e oblio che mi ha permesso di approdare nella Londra vittoriana d’inizio ottocento. Ho scritto, pensato tante cose, riassettato nuovamente secondo la più piatta routine, e quella di Sara Collins fu una bella esperienza di lettura che riflette la condizione razziale di giovani donne e uomini che disgraziatamente riflette quella attuale. E la meticolosa descrizione non provoca reazioni di raccapriccio o spavento bensì rammarico e frustrazione. Questa storia non possiede nulla di nuovo da altri romanzi che circolano al momento, eppure sono sempre squarci ideali per interpretare meglio il mondo circostante.
Il mio stato d’animo diviene quasi sempre ambivalente e contradditorio, e instaurando un legame fatto esclusivamente di armonia e condivisione, mi sono sentita parte integrante di un mondo totalitario che sopraffae e che come un effetto scatenante innesca una sorta di avversione ad interagire col mondo esterno.


Titolo: Le confessione di Frannie Langton
Autore: Sara Collins
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 432
Trama: 1826. Londra è in fermento. La folla ha preso d’assalto l’Old Balley, il tribunale in cui si celebrano i processi più importanti del Paese. La folla è lì per vedere Frannie langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni. Mr e Mrs Benham. L’accusa la dipinge come una sgualdrina, una ex schiava seducente e manipolatrice che ha approfittato del buon cuore dei suoi signori. Ma nonè la verità, o almeno non è proprio tutta la verità. Così finalmente, dal banco degli imputati, Frannie può urlare al mondo la sua storia. Che inizia in una piantagione, quando da bambina impara a leggere, anche se è incatenata. E finisce nella Londra dei lord e delle dame, dove le catene sono altre, ma non per questo meno dure.




La recensione:


Rievocando il passato mi rendo conto che la nostra vita può essere una storia che raccontiamo a noi stessi, che possiamo essere al contempo la persona che legge e l’oggetto della lettera.


Senza lasciarmi il tempo di prendere fiato, mi avvinghiai all’abbraccio della mia accompagnatrice e la seguì furtivamente incantata dal suo passo svelto, comprendendola in ogni sua nefandezza. Tutto ciò che ho dovuto fare è stato semplicemente affiancarmi a una giovane cameriera mulatta, come nel tentativo disperato di distinguerla dalle belve feroci che la stavano assalendo. Mi sono sentita inerme, e man mano che mi inerpicavo nel lungo e impervio cammino della sua vita squarci di vita, qui raccontati come confidenze riportate in un diario, colpi inflitti alla sua anima semplice e appassionata, come un giusto castigo per un comportamento poco licenzioso. E sebbene ci si frappone, e pur avendo l’inclinazione innata di combattere ad armi pari, non compresi completamente la sua inettitudine nel poter reagire con la rapidità necessaria, affinchè la verità giungesse a galla.
Scene ricche di fascino, ammaliamento, intrise di un ritmo serrato ed avvincente avvolti in una patina di oppressione, quasi ansia, scivolarono nella mia mente con prepotenza e impetuosità. Ritrovare il controllo e scorgere la luce in un luogo che di speranze e fede ne concede molto poco, esplicano il triste grigiore di un caso irrisolto, di una cameriera che giace ingiustamente in una prigione, di cui l’autrice, studiandone le fattezze, scrutandola in ogni parte del suo animo, rumina un’idea che si è rivelata entusiasta sin dalla prima pagina. E pur di comprenderla appieno, era necessario avvicinarsi con molta cautela. E di cautela, fra le pagine dell’esordio di Sara Collins, ce né voluta.  Mosse da seguire, ricordi vaghi che prepotentemente tornano a galla … magari due o tre contemporaneamente. Dimentichiamo il resto, e voltiamo pagina.
Nelle ultime ore, Frannie Langton fu estremamente coinvolgente – non noiosa e malinconica – e limitata all’essenziale. La sua autrice fa di questo romanzo una postilla oscura per poter scrutare cosa succedevano alle donne di umili origini, specialmente quelle di colore, nelle camere oscure e segrete di corte, nella speranza di strappare al tempo e allo spazio qualcosa di più del solito silenzio: Frannie Langton era condannata. Ho temuto per la sua vita. Poi ho scoperto la verità, cosa celava così tanto gelosamente, comprendendo come questo dovevo comprenderlo molto tempo prima.
Tutti gli indizi erano rivolti verso un'unica persona, e il lettore si dirige quasi per caso, passeggiandole attorno e sbirciando nelle falde del suo cuore per vedere cosa realmente nascondeva. Si, qualcosa c’era. Quanto meno c’erano rapporti amorosi ambigui, relazioni focose e all’epoca inaccettabili, una pedina nera in un mondo colmo di anime vagabonde e senza corpo infilate in un piccolo vano della sua esistenza con una distanza ravvicinata, e non c’era alcun motivo di sospettare che non le appartenesse. Camminando così lentamente attorno a Frannie, determinata a restarci finchè la verità non fosse giunta o qualcuno al suo posto, con gli occhi fissi su una giovane donna mulatta, amante della scrittura e della buona letteratura, ho letto Le confessioni di Frannie Langton aprendo e chiudendo cassetti del passato e di un presente lontano, fermandomi soltanto in qualche punto esclusivamente per riprendere fiato. Intorno, tutto mi sembrava così opaco come se il tempo lontano che la Collins ci descrive egregiamente dalle pagine mi avesse risucchiata in una stanza fredda e umida. Qualche secondo, e dovetti cedere al richiamo distorto di una creatura selvaggia, esuberante, che tuttavia resta ancorata a condizioni di disuguaglianza, atti di fede o infelicità, proiettati in un epoca in cui il colonialismo e la tratta degli schiavi erano alla stregua di filosofi o letterari che aspiravano ad una via di redenzione. Sebbene non si ceda alla ragione, ai vasti richiami del passato, restando in una posizione neutrale a ciò che si aspira. Ma nessuna di queste concezioni prende corpo, dato che la condizione della protagonista resterà immutata: e la Collins estrapola una storia che per ogni ricordo che sopraggiunge, tenta di immaginare in che modo la sua figlia d’inchiostro possa essere legata a quella di una moglie di un ricco uomo oppure il suo essere lì, quale ruolo avrebbe rivestito nel caso il suo fosse stato un alibi intaccabile.
A una lettrice curiosa, un’immagine di questo tipo non può di certo esercitare un fascino misterioso su questa figura imperscrutabile, fantasma della mente e dell’immaginazione che mi ha accompagnata ovunque e in ogni ora, e soprattutto fra le ombre della notte, quando il chiarore freddo e luminoso di un astro, riflesso in una cella maleodorante e cupa conferisce una dimensione sconosciuta. Con trepidante attesa ho osservato il tutto pur di scorgerne le aspettative. Le confessioni concitate, avvinte di una giovane donna, poste elegantemente sul cuore di una giovane donna, costituiva l’attrattiva principale. Indelebili, dai risvolti rossastri, che ha marchiato Frannie come peccatrice di una colpa che realmente non può così definirsi. Una meteora apparsa in un momento, ardendo fosca attraverso un banco di nubi.
Parabola morale che imprime nei suoi astanti la dolorosa e potente lezione che davanti alla purezza infinita siamo tutti peccatori, l’esordio di Sara Collins ha vasti richiami alla Lettera scarlatta di Hawthorne come simbolo su cui piangere, qualcosa da guardare esclusivamente senza poter interagire col corso degli eventi nel quale il rispetto nei riguardi del prossimo è rinchiuso nella linfa vitale della sua storia. Individualmente fragile, frutto di un arte e una fantasia così fertile e sontuosa, Frannie è una protagonista dal cuore talmente grande che ha racchiuso molti ospiti, ma dimora solitaria e gelida senza un focolare domestico. Con conseguenza che il suo mondo resterà per sempre oscurato dalla sua innocenza e più perduto ancora per una colpa ingiustamente inflitta.
Il conflitto tragico, la colpa, il destino coincideranno con un’acerrima mancata di azione e di parola in cui gli uomini divengono padroni di se stessi, ma privi di speranza, camuffati sotto una scorza dura e impenetrabile. In una bellissima ostentazione del nulla, con una capacità d’osservazione non sempre chiara e diretta, l’esordio di Sara Collins è un monito verso la libertà d’espressione e d’azione in cui i protagonisti avvertono l’esigenza di essere confortati, consolati e che percepiscono la presenza di una realtà che li renderà presto partecipi. Una realtà che li ha visti infrangere le regole e le convenzioni del secolo, inducendoli così a desiderare quello per cui è giusto lottare: la libertà, l’indipendenza. La percezione dell’aver perso tutto, il distacco dal mondo, infondono una certa irrequietezza, e in un silenzio che stordisce Frannie sperimenterà le gioie dell’amore fisico e morale attraverso un lento processo della propria condizione di penitente.


Tutto ciò che esiste al mondo è già più terribile e più meraviglioso di qualsiasi cosa possiamo aggiungerci noi.


Valutazione d’inchiostro: 4

14 commenti:

  1. Ciao Gresi, non conoscevo il romanzo ma m'ispira molto :-)
    Buona domenica!

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  2. Piaciuto molto anche a me, come sai. :)

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  3. Trama coinvolgente e recensione appassionata. Adoro i thriller e questo romanzo mi incuriosisce molto. Prendo nota :)

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  4. non conoscevo questo romanzo, ottima recensione, mi hai incuriosito!

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  5. La frase con cui hai concluso "Tutto ciò che esiste al mondo è già più terribile e più meraviglioso di qualsiasi cosa possiamo aggiungerci noi" è bellissima... se nel romanzo ne sono presenti altre altrettanto belle ho scoperto un motivo in più per considerarlo come possibile lettura! ♥

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  6. La copertina mi ispira un sacco! E anche la trama non sembra male, è da leggere insomma ;)

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