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venerdì, maggio 08, 2020

Gocce d'inchiostro: L'età dell'innocenza - Edith Wharton

Ho trascorso i primi giorni del mese di maggio con un gruppo di anime appartenenti alla società new yorkese. Non sono sempre stati in grado di cavarsela, di ottenere il successo tanto desiderato, ma quelle ritratte nelle pagine di L’età dell’innocenza è il disegno di un mondo elegante, soddisfacente, lieto a riunirsi in posti che conferiscono un certo polo d’attrazione in cui la Grande Mela è da tempo rassegnata ad alcune avventatezze, ma saldamente legata ai suoi colori vivaci e sgargianti. Un esperienza del genere di guardare questa città come se si trattasse nient’altro di un opera d’arte, mi ha concesso l’opportunità di scoprire che << guardare >> certe opere d’arte mi piacciono molto, nel quale il tempo trascorre lento ma immerso in un’atmosfera quasi opulenta, diversa da ciò che mi aspettavo e nel quale l’avventura, il brivido dell’eccitazione svanisce in quello delle proficue riflessioni, delle sagaci e accorte osservazioni, sottilmente evocative in antichi scenari e sentimenti romantici. Tante cose da guardare, dunque, e da riflettere, viste quasi tutte per la prima volta, come un sussulto ripetuto e destabilizzante, ma l’esperienza più memorabile vissuta come primo approcio con l’autrice, nello spazio ristretto della mia casa, in una mostra di scenari freddi, distaccati, che donano tuttavia una nuda e cruda bellezza alle più elementari passioni umane.


Titolo: L’età dell’innocenza
Autore: Edith Wharton
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9, 50€
N° di pagine: 378
Trama: Il libro è una critica spietata alla convenzionalità dell’alta società newyorchese: una vera aristocrazia immobiliare in cui le famiglie sono le stesse da generazioni, le donne un ornamento e gli uomini nonfanno nulla neppure quando findono di andare in ufficio. I ricchi personaggi del romanzo vivono tutti nello stesso quadrilatero di strade, e d’estate si spostano tutti quanti a Newport. Sono sempre insieme, sono privilegiati e severi al contempo, e non concepiscono l’esistenza di un mondo fuori dal loro. Il mondo, ovviamente, progredisce, cambia e rischia di lasciarli indietro. Ai cancelli della vecchia New York premono l’aristocrazia imprenditoriale e bancaria – i Morgan, i Lehman, i Guggenheim -, gli operai migrati dall’Europa e soprattutto stili di vita dinamici e aggressivi. Il protagonista del romanzo, Newland Archer, è un giovane raffinato che nella prima parte vediamo emanciparsi lentamente dai valori della vecchia New York ma che poi si trova costretto a sposare una donna che non ama assolutamente.




La recensione:

Non credere che io non capisca le tue ragioni per non volere che il sentimento che ci unisce scada in una banale relazione clandestina. Non avrei potuto parlare così ieri, perché quando siamo separati io non attendo altro che di vederti e ogni mio pensiero arde in un gran falò. Ma poi arrivi, e sei tanto di più di quello che ricordavo: e ciò che io voglio da te, è tanto di più di un ora o due ogni tanto, con in mezzo deserti d’attesa.

E’ stato davvero strano inaugurare questo quinto mese dell’anno con la lettura di un romanzo che ne avevo solo sentito parlare discretamente, ma L’età dell’innocenza fu il primo romanzo col quale ho deciso di accogliere questo ennesimo folle mese. Rivestito di un abito verdognolo ma bellissimo, accettai volentieri l’opportunità di accaparrarmene una copia sapendo che non vi avrei riscontrato effetti propriamente positivi. Trecento pagine in tutto, la maggior parte piuttosto simili alle atmosfere seducenti e appiccicose dei romanzi di Fitzgerald, avvolto nella confusione, il romanzo ritraeva visioni frettolose e quasi irrazionali, rigorose e profuse da cui derivano un forte istinto di restare compatti, ligi alle regole o alle convenzioni.
Avevo già supposto che sarei stata il soggetto di una di queste anime erranti, una popolana destabilizzata da ciò che ho visto e a cui ha aspirato esclusivamente a quel paradiso mancato, pur di raggiungere obiettivi, sogni, speranze, che accrebberebbero la loro << casata >>. Vecchie e nuove di una parte di aristocrazia new yorkese, rappresentati con solidarietà, abitudini ad essere confacenti, pur di accettare dottrine qualunque o questioni morali. Anime inquiete che richiamano un centinaio di persone, esercitano un certo potere con grazia e portamento, gruppi di un geroglifico in cui la verità non spunta mai a galla, non pensano ma agiscono, si muovono mediante segni arbitrari. Rumori nello spazio angusto di salotti, sale da te, feste in gala, nei quali si celano gesti irreprovevoli, avventati e impulsivi, rumorosi perché inclini a voler poter scegliere, farsi contagiare dalla possibilità di scegliere, scevri da qualunque costrinzione che lega insieme le cose e vincolano le persone ai vecchi modelli.
Una manciata di pagine mi permisero di scrutare attentamente questa folla, fenderla fin quando non raggiunsi chi effettivamente desideravo stringere, che inconsapevolmente erano venuti nella mia direzione, avanzando imperterriti verso di me malgrado le innumerevoli etichette che li intralciavano, e quando fummo abbastanza vicini vidi che sorridevano. Nei loro occhi ardeva una scintilla di vita, l’ambizione di perseguire obiettivi che in una piccola e scivolosa piramide di fenditure e scivoloni, non scomparve finchè combatterono o resistettero. Ma un frammento di storia della società come questo mi rimase ben impresso delle fragili membra di questa storia, che era piuttosto fredda, distaccata, immersa in uno stato di profonda ignoranza, ne franca ne innocente ma piena di distorsioni e difese di scaltrezza istintive che circumnavigarono quella forte divisione fra chi era desideroso di << disfarsene >> e chi no. E, fra questi, Madame Elinoir che spezzerà qualunque sentimento di compassione, diffidenza, che combatte a tutti i costi pur di salvare il male, procurandosi e aggrappandosi a qualunque appiglio pur di slanciarsi al prossimo. Così leggera, vana, clandestina, incline alla segretezza e al pericolo. Per una lettrice coraggiosa e ambiziosa come me, non ho ben capito il motivo per cui ci fosse bisogno di buttarsi in mezzo ad una mischia che facesse sentire l’individuo sempre più recluso, rinchiuso in una scatola piccola, come un disegno monotono dell’assembramento di anime che compongono un piccolo cerchio. Ma una volta arrivata, capì come fossero spinti dall’ambizione di riconoscersi, liberarsi dalle convenzioni del secolo, sottratti all’arresto da parte di qualunque legge o divieto.
Pensieri puri, sereni, speranze vane ma profonde, che sono invischiate nell’anima dell’indifesa Elinoir, sollevarono particolari problemi a chi visse invece nella corruzione, nell’ipocrisia. L’età dell’innocenza esplica perfettamente questo aspetto, rifulge ad evadere da un mondo soffocante, ambizioso e scintillante ma fin troppo ligio alle regole in cui l’individuo non può nient’altro che lasciarsi andare. Piccoli antefatti che costituiscono lo scheletro di una storia onesta, rispettabile ma che lascia ben poco spazio all’imprevisto, al sentimentalismo. La prima impressione fu che si sia trattato di un disegno ambizioso ed affascinante che abbia visto, nel quale è stato possibile distinguere la sua voce in mezzo a tante altre voci, rendendomi così conto che non è stata solo bella e straordinaria ma che ha proiettato un’opulenta aura di sicurezza e disinvoltura, con abiti, trucco, feste, sfarzo e titoli nobiliari, un effetto che ha ottenuto certamente un certo favore da parte mia, la cui autrice si è rivelata come quella donna che non ha occupato semplicemente uno spazio durante il corso della sua lettura ma sembrava l’avesse dominato, possedendolo per intero, come senza alcun dubbio successe alla Wharton quando era ragazza ogni qualvolta faceva debutto in società. Dopo qualche pagina ero completamente travolta, ammaliata dalla sua verve, e guardandola negli occhi e sentendo la sua aura misteriosa alitarmi attorno acquistò una luce più intensa dentro di me, perché della Wharton vorrò certamente leggere qualcos’altro al più presto, conoscerla, comprendo appieno la sua triste sebbene eccellente esistenza di scrittrice e poetessa statunitense.

Valutazione d’inchiostro: 4+

8 commenti: