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giovedì, giugno 25, 2020

Gocce d'inchiostro: Il porto proibito - Teresa Radice e Stefano Turconi; L'isola del tesoro - Robert Louis Stevenson

Due letture estremamente diverse ma simili, proiettate in uno scenario luminoso, scintillante, londinese e un po’ vecchiotto, un viaggio nel più smeraldo dei mari, e tutt’intorno i resti contorti di una vicenda amorosa, nel quale ho fatto perdere completamente le mie tracce … ho vissuto in un Inghilterra che pulsa di fantasia, e che mi ha permesso di vivere situazioni che non credevo mai di vivere. Non c’è stato più alcun dubbio alle quali ho potuto aggrapparmi per addolcire questa sorpresa, qualunque essa fosse, che mi aspettava. Ho letto così due romanzi di nazioni diverse ma di genesi uguali, che certamente non mi ha fatto pensare a due entità distante o separate ma a un unico insieme. Un classico e una graphic novel che mi hanno fatta staccare dagli ormeggi della monotonia, della routine, mi ha permesso di continuare a credere alla vocazione di cambiare il corso  della storia americana, piombando nel cuore di personaggi che alcuni mi sono rimasti attaccati, altri un po’ meno, testimoniata dall’immensa solitudine nella vita di queste figure di carta e inchiostro, che in una manciata di ore erano divenute persone.


Titolo: Il porto proibito
Autore: Teresa Radice e Stefano Turconi
Casa editrice: Bao pubblishing
Prezzo: 27 €
N° di pagine: 319
Trama: Nell’estate del 1807, una nave della marina di Sua Maestà recupera al largo del Siam un giovane naufrago, Abel, che di sé ricorda soltanto il nome. Diventa ben presto amico del primo ufficiale, facente funzioni di capitano perché il comandante della nave è, a quanto pare, scappato dopo essersi appropriato dei valori presenti a bordo. Abel torna in Inghilterra con l’Explorer, e trova alloggio presso la locanda gestita dalle tre figlie del capitano fuggiasco. Ben prima che gli possa tornare la memoria, però, scoprirà qualcosa di profondamente inquietante su di sé, e comprenderà la vera natura di alcune delle persone che lo hanno aiutato.


La recensione:
Ci si sente solidali, unanimi alle vicende ritratte da i due coniugi, nonché compagni di professione, Stefano Turconi e Teresa Radice, ed io non comprendo i motivi per cui abbia atteso così tanto per leggere questa splendida graphic novel. Stupida. La parola più triste e umiliante che potesse uscire dalla mia bocca. Ma l’esperienza mi ha aiutato a comprendere come, sotto scorze severe e impenetrabili, il sovraccarico di emozioni è davvero impressionante.
Sono questi i romanzi che desidero leggere, con cui mi cibo, con i quali la mia anima intercorre in relazioni che riguardano me molto più da vicini di quel che credo. Mi dico sempre che non tutte le storie possono deluderci, e che un pizzico di fiducia bisognerebbe pur attribuirgliene. È una stupidaggine, ma in questo modo ho scoperto e conosciuto una serie infinita di storie che molto probabilmente non avrei considerato. Ogni tanto mi lascio travolgere dall’emozoni, faccio supposizioni, creo recensioni che hanno un senso solo per me stessa, anche se altrettanto importanti. Eppure, sono sempre certe situazioni che mi mettono a disagio, non nel senso letterale del tempo, ma mettono a posto qualcosa dentro di me.
Un ragazzo appena adolescente, un uomo famoso ma inghiottito dalle fauci del mare, un carosello di figure, immagini che mi hanno abbordato, hanno saltato intorno a me come saltimbanchi impazziti, mi hanno informato di situazioni o eventi che ignoravo impunemente. Era questo che c’era scritto in queste carte. O, per meglio dire, disegnato, raffigurato così bene. Traballando nel mio passaggio visivo, che mi ha impedito di attendere ma di berlo in un sorso in una manciata di minuti.
Ancora una volta una graphic novel che trabocca di fantasia, romanticismo, sensualità, magia. Mi ha impedito di mantenere intatto il controllo, a dominare la curiosità, sorpresa e ammaliata dalle maglie di una storia che seraficamente si era sbrigliata dinanzi ai miei occhi. Troppo bello e memorabile da contemplare, per evitare o rimandare la sua lettura.
C’era la sua anima da prendersene cura. La vita, ho compreso, è ritratta in queste pagine in tutte le sue più svariate forme. E a quel punto, sfocia nel suo più grande giovimento, nel godimento di un anima attanagliata dal passato, offuscata dai rimorsi del presente, che è un piccolo aiuto. Una richiesta di necessità nel quale si confida di trovare e trovarsi chiedendo nient’altro che amore, e in cambio di essere amati.
 Valutazione d'inchiostro: 4

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Titolo: L’isola del tesoro
Autore: Robert Louis Stevenson
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 287
Trama: Il romanzo è ambientato in un paesino sul mare, nell’Inghilterra del Settecento: il giovane Jim Hawikins e sua madre, proprietaria della locanda “Ammiraglio Benbow”, scoprono nel baule di un marinaio morto la mappa di un tesoro nascosto su un’isola. Si tratta del tesoro di un famoso pirata, il capitano Flint. Jim, il dottor Livesey e il nobile Trelawney organizzano una spedizione a bordo della “Hispaniola” e portano con sé come cuoco di bordo un uomo dalla gamba di legno, Long John Silver, e il suo pappagallo. Inizia una grande avventura che per Jim sarà anche l’iniziazione alla vita adulta e la scoperta della malvagità umana.

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La recensione:
Sono una lettrice onnivora da tantissimo tempo, oramai. Non so da cosa derivi questa mia condizione, né quando fui completamente affetta, ma pazientamente, nel tempo, ho constatato come questo è un dato di fatto. Una condizione che mi caratterizza e che mi porterò per il resto della vita. Amo qualunque forma di letteratura, a eccezione dei gialli, qualunque minima espressione o parvenza di un indagine analitica. Porto sempre la mia agenda personale, e mi cibo di ciò che più mi piace.
Il romanzo di Stevenson languiva sullo scaffale da troppo tempo, e avevo preso in considerazione l’idea di leggerlo soltanto nel momento in cui la graphic novel di Stefano Turconi e Teresa Radice mi si attaccò addosso con prepotenza e impetuosità. Come sudicia gommapiuma, fu quel posto in cui stanziai per qualche oretta, in un pomeriggio di fine giugno, in un angolo della mia stanza, trascinata lontana in un luogo che in un certo senso mi ha tenuto in vita. Non nel senso letterale del termine, linfa vitale per la mia anima, ma gli svariati eventi o avvicendamenti che ridotti quasi allo stremo ha purificato l’anima di chiunque, con quella sua indiscutibile teoria dell’uomo come colui che potrebbe essere migliore, se solo volesse, e il modo o i tentativi per ottenere ciò.
La sua mole era piuttosto ridotta, eppure questo genere di romani non intaccano la mia anima così bene. Avvincente, entusiasmante, in parte, ma non indimenticabile. Ancora meno introspettivo e seducente di quel che credevo, avevo immaginato di sentirmi maggiormente coinvolta. Così è stato ma non completamente, le cui schegge roventi si erano conficcate alla mia pelle.
Non ero ne sono rimasta sorpresa di ciò che avrei riscontrato fra le sue pagine, ma L’isola del tesoro è un opera che bisognerebbe leggere almeno una volta nella vita. Abbastanza mastodontica per essere conclamata nel genere di classico, amata specialmente dai lettori più piccoli, gente che si è mossa in mezzo al sudiciume e che si è confusa con l’oscurità.
Uun ragazzino coraggioso, volenteroso e intelligente, un figlio perbene e servizievole, fu quella compagnia con la quale percorsi un sentiero impervio, un paese assediato da un battaglione di pirati, vivide esperienze con le quali l’individuo aspira ad un certo tipo di ambizione o progetto. Viaggio entusiasmante, sebbene a tratti ripetitivo, ma repentino e frettoloso che è una metafora di mancata libertà. Quel trogolo luminoso, sgargiante, che come una discesa frenetica e strabiliante è un mosaico di situazioni, vicende o avvenimenti che mi permisero di starci comodamente.
Valutazione d’inchiostro: 3 e mezzo

4 commenti:

  1. Conosco solo L'isola del tesoro; ottime recensioni comunque; grazie

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  2. Ho letto "L'isola del tesoro" molti anni fa e ricordo lo spirito d'avventura che permia il romanzo e induce i suoi protagonisti a vivere momenti adrenalinici. Pirati e tesori nascosti hanno sempre regalato, alla mia fantasia, bei momenti e una lettura dal fascino indiscusso :)

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