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mercoledì, novembre 04, 2020

Gocce d'inchiostro: Sulle tracce di Jack lo Squartatore - Kerri Maniscalco

Certe letture si rivelano esattamente come sembrano: avvincenti, poco pretenziose, e così tanto ambiziose da non essere abbastanza per soddisfare i miei gusti personali. Una lettrice così affamata di storie, proprio come me, che non si accontenta più di perdere del tempo prezioso dietro romanzi che non toccano più le mie corde come un tempo, persino sotto forma di una neo medico nella Londra vittoriana che mi piace tantissimo, non sortisce l’effetto desiderato. Fu il caso di questo primo volume di un'apprezzata quadrilogia, che non esente da difetti che tesero a non farmi apprezzare la lettura, non mi fecero amare completamente le vicende indotte ed avviate dall’antipatica Audry Rose. E se un personaggio femminile rivela dal principio queste caratteristiche, il senso di smarrimento prevale su quello personale.
Eppure, c’è stato qualcosa in queste pagine che mi ha indotta a divorare le pagine come se animate da volontà propria, rientrando nella categoria del giallo miscelato al noir e allo young adult, che ha piantato in me il seme della curiosità proprio per il suo essere intraprendente e a tratti imprevedibile, che, ora che ci penso, rivela in parte il temperamento della protagonista, francamente mi ha fatto lo stesso effetto di quando incontri qualcuno per strada e saluti solo per educazione. La confortante sensazione che Audrey mi rivedrà ancora, sebbene il suo comportamento di trattare il prossimo con sufficienza, ci indurrà a camminare insieme per strada, ancora una volta.


Titolo: Sulle tracce di Jack lo Squartatore
Autore: Kerri Maniscalco
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 372
Trama: E’ stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago del ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

La recensione:
La situazione ritratta in queste pagine era molto più semplice di quel che sembrava. Mi aveva indotto a fiondarmici il mio istinto, il mio temperamento coraggioso e sensibile, avrei voluto imbattermici nel momento in cui fu pubblicato, ma c’era qualcosa che mi indusse a rimandarne la lettura. Il problema insolubile di chi avrebe riscontrato l’ennesima delusione. Avrei potuto ricredermi e rivolgere completamente le mie attenzioni a questa protagonista, una Sherlock Holmes in gonnella nel cui cuore algido non vi è spazio per i sentimenti e le distrazioni, e che magari anche controvoglia, mi avrebbe contagiata al punto di rivelare questa indagine, prima del tempo, sapendo che in fondo sarebbe toccato a lei provvedere al riscatto personale di morti indotte da questo fantomatico killer. Credevo di sapere e conoscere gran parte delle avventure di Jack lo Squartatore, ma il mio temperamento testardo e controproducente, rispettano i miei propositi di proseguire imperterrita certe tappe. Perché nonostante Audrey Rose mi sia sembrata antipatica, sin dalle prime  battiture, i giorni che seguiranno mi vedranno impelagata nella lettura dei volumi successivi, che detiene il proposito di sapere cosa accadrà successivamente esclusivamente per lo stile accattivante e semplice dell’autrice. Una scelta emotiva e irrazionale, forse, ma pur sempre un atto d’amore.
C’erano studi sul campo, dissezionamenti di cadaveri, incisioni, analisi pericolose e attente che arricchiscono una trama scialba, quasi inesistente, ma che hanno servito per accrescere l’attenzione su qualcuno che non mi ha particolarmente entusiasmato, sin dal principio, cosa che mi aveva messo in difficoltà e nella posizione scomoda se proseguire con la lettura dei volumi successivi o meno. Senza alcun omicidio o indagine pericolosa, senza più niente da perdere se non del tempo prezioso.
Odio l’entusiasmo che riservo a letture che disgraziatamente, per un motivo e per un altro, non sortiscono l’effetto meritato. Ma ho anche il cuore tenero, e non sono d’accordo nell’approccio di romanzi che, in un modo o nell’altro, mi deludono. Alla fine, però, finisco sempre per tornare in luoghi che all’inizio avrei ignorato impunemente, e che straordinariamente si rivelano esattamente come credevo. E prima di incontrarci, io e Audrey camminavamo su strade completamente differenti, con anni e anni di differenza alle spalle, i moniti di uno zio scocciante e protettivo. Audrey Rose, con una cascata di capelli color cioccolato e quell’aria altezzosa che la contraddistingue, considerava la medicina, la scienza l’unico appiglio per sopravvivere. Talvolta persino bello, ma in realtà che sporca quasi sempre le sue minute mani.
Sulle tracce di Jack lo Squartatore è un romanzo d’iniziazione che restituisce, alle soglie del tempo, una storia semplice, per giovani adulti, a tratti avvincente a tratti noiosa, che collima elementi di mistero e medicina. Letto dopo qualche mese della sua pubblicazione, lettura che mi ha tuttosommato regalato emozioni altalenanti, fastidiose, ma che come un dolce richiamo ha attirato la mia attenzione. Sullo sfondo di una Londra ottocentesca turbata dalle forti vicissitudini di Jack lo Squartatore, che in un modo o nell’altro avrebbe distorto l’anima di chi legge.
Un inno alla medicina, alla Londra vittoriana, a Sherlock Holmes, è una continua ricerca di salvare se stessi. Una favola dai toni acerbi, spavaldi e sprontati che non riesce a mascherare la giovane inesperienza dell’autrice e il suo essere immaturo. Ma, il ritmo serrato e semplice, le descrizioni ben o male fedeli ricostruiscono perfettamente l’epoca descritta ma la certa scarsa qualità letteraria, la cui voce narrante non spicca in mezzo a un marasma di voci.
Una lettura che mi ha evocato una sensazione particolare, la nostalgia di leggere quel genere di romanzi che in alcune fasi della mia vita mi sono trovata nello stato d’animo giusti per leggere racconti di questo genere. Poiché rivisitazione del racconto gotico ottocentesco, che disgraziatamente non spicca per originalità o temi trattati. Ma funge da pura immersione per smorzare la routine quotidiana, che prese vita nel momento in cui Audrey Rose vivisezionò il suo primo cadavere.
Racconto che non cela niente di particolarmente memorabile, che non sa cosa dimostrarci, ma trascinante, gotico e a tratti banale che è una chicca per gli amanti di questo genere.
Valutazione d’inchiostro: 3

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