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sabato, gennaio 23, 2021

Gocce d'inchiostro: Io sono una famiglia. Il gabbiano - Liz Chester Brown

 Quando ci si imbatte in questo tipo di letture buttare giù qualche frase è davvero difficile. Per quanto incauti e travolgenti siano stati i battiti del mio cuore, che sotterrano qualunque forma di negatività o diniego, capì che mi sono lasciata contagiare dal tono melodrammatico, quasi vittimistico, di una giovane donna che, attanagliata dai rimorsi di una coscienza inquieta, si scoprì impegnata in una rinascita. Spiccare il volo come un bellissimo gabbiano.
Oramai sono una lettrice assidua, e di romanzi di questo tipo ne ho letto un discreto numero, perché storie che danno vita ad altre storie, prendono strade, imboccano vie che assestano quasi sempre il mio spirito, rifocillano ed stringono la mia anima con estrema cura. E senza sforzarmi più di tanto, medesima cosa accadde col romanzo di questa talentuosa autrice italiana, che in un certo senso ha evidenziato le sue doti naturali senza però sforzarsi più di tanto, sfornando un romanzo apparentemente semplice ma impegnativo, di cui non ha però risposto a tutte le domande che mi sono posta, durante il corso della lettura, sulla coniugazione intrinseca che nasce fra un genitore e un figlio, senza dilungarsi troppo per assimilare quelle nozioni astruse. Ho così letto questo romanzo immaginando me stessa, immedesimandomi a tal punto da sentire come mie le vicende della piccola Arianna, un piano narrativo assolutamente naturale e realistico, completamente conforme a questa storia. Il mio giudizio non può non essere positivo, ha soddisfatto le mie aspettative, sebbene non proprio nei tempi che avevo previsto. Contenta per essermi imbattuta fra le sue pagine, orgogliosa che il mio piccolo salotto virtuale ospiti giovani e talentuosi voci italiane proprio come Liz Chester Brown.

 

Titolo: Io sono una famiglia. Il gabbiano
Autore: Liz Chester Brown
Casa editrice: StreetLib
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 240
Trama: Sullo sfondo di una Liguria arroccata tra cielo e mare, le vicende di Arianna, dall’infanzia all’età matura, raccontate con sereno distacco e un pizzico di ironia. Un dramma familiare moderno che, con la leggerezza di un battito d’ali, non volge mai in tragedia grazie all’incrollabile forza dell’amore. La protagonista, nata e cresciuta senza l’amore materno, riuscirà infatti a uscire dal suo labirinto tirando fuori tutta l’energia positiva e costruttiva trasmessale dal padre e tenuta soffocata dalla malattia della madre. Un vibrante racconto che rimanda per anologie di contenuto e di impalcatura narrativa, al Notturno di Fryderyk Chopin.

 

 

La recensione:

I pensieri che hanno vorticato nella mia testa, durante il corso della lettura, sono stati discordanti. Si scrive per raccontarsi, raccontare. Si scrive perché ci si sente soffocati dalla monotonia, da una vita quasi sempre uguale a se stessa, e non è bene tenersi tutto dentro. È a mio avviso un comportamento inutile, autodistruttivo e crudele verso noi stessi, la nostra anima che conta quasi sempre di confidarsi o aprirsi a qualcuno, specialmente se ciò che tieni saldamente celato è frutto di qualcosa che non hai il potere di cambiare.
Ciò che sto cercando di dire, è una sottilissima allusione all’eruzione vulcanica della giovane Arianna  - piccola e fragile anima costretta a vagare nel mondo come un anima in pena – che prenderà atto di ciò che gli ha riservato la vita non vedendo più quella cerchia di possibilità, certezze come unico mezzo di salvezza. Scialuppa di salvataggio in mezzo a un mare in tempesta, bensì sotto una nuova luce. Di cambiamenti, la vita, ce ne serva anche fin troppo. Col tempo il carattere può subire miglioramenti o peggioramenti, a seconda dei casi. I rapporti si spezzano o si incrementano, l’esperienze ci trasformano in uomini migliori o peggiori a seconda dei casi. Più calmi e felici, impulsivi e sprezzanti.
La storia della giovane Arianna mi stette  a cuore, sin dal primo momento in cui mi ci imbattei fra le sue pagine. La musica è quel frammento di vita che l’autrice ha estrapolato dalle stanze remote della memoria per comporre una melodia che parla di vita, un concerto sofisticato e un poì crudele che si è rivelato piacevole per il rapporto intrinseco che si cela fra uomo e natura, nel romanzo evidenziato come decisioni prese frettolosamente e in buona fede che si rivelano poi sbagliate.
Quella di Io sono una famiglia è stata una delle esperienze letterarie che di certo un lettore attento e scupoloso dovrebbe serbare gelosamente nel cuore, interrotto soltanto dalle imposizioni della vita. La musica è motivo di grande orgoglio, atto simbolico che significa molte cose. È, prima di tutto, un alimento poetico per l’anima: arduo in certe occasioni, evocativa per altre, altri romanzi, altri autori. È la componente fondamentale che contraddistinguono queste pagine, segno di individualità la cui tonalità si è prefissata diversa a dispetto di quella imboccata da altri autori.
Per far si che la realtà non ci soffochi, l’autrice ha sfornato una storia in cui non è bastato catturare il pensiero astratto, ma inghiottendo una buona dose di realtà, con una certa passione ha ritratto la storia della giovane Arianna come un qualcosa di sofisticato e bello, che lascia interdetti, e poi ti fa cadere a pezzi o si frantuma nell’aria, nel bel mezzo di una litigata con i genitori o un confronto con il suo psichiatra. Ho letto questo romanzo come se stessi indossando qualcosa di originale, qualcosa che inconsapevolmente ho bramato di possedere e leggere, in cui ho fatto risiedere la mia anima su un luogo situato in Liguria in mezzo a un immaginaria oasi o a un ghetto, isolandomi da tutto e da tutti, cibandomi esclusivamente di carte e parole come se fossero la linfa vitale che mi sostiene. In un mondo crudele e implacabile, dove non ci sono più sconosciuti che vagano lungo le strade senza trovare alcuna meta, dove non si giudica mai il prossimo ma semplicemnte si conosce, questo romanzo mi è balzato agli occhi con la promessa di instantanee affinità. Con il suo ricco bagaglio di ricordi, emozioni strapolate dinanzi agli occhi del mondo, che sconfina qualunque barriera, qualunque cosa ciascuno di noi avrebbe potuto immaginare, più importante delle nostre stesse anime, dei nostri corpi, così atemporale, atipica, che implora di essere tenuta in vita e risvegliata dal suo sonno dormiente. Un modo per mantenere un certo contatto con una strana alchimia che ha dato vita a una storia dolce,coinvolgente, in cui si riesce a guardarsi dentro con gli occhi di un altro al di là di qualsiasi condizione.
Un orizzonte circolare come la terra, senza un inizio da cui partire, che si è sovrapposto a giornate fredde e monotone. Mi sono trovata in un posto dell’Italia che ancora non ho avuto piacere di visitare, c’ero arrivata per caso ed ero in compagnia di una donna indifesa, vulnerabile a qualunque emozione, entrata nel mio piccolo mondo, sebbene anche il suo piccolo mondo mi aveva chiesto di farla entrare, accoglerla, in modo che poi potessi tornarci quando mi pare e piace. Il tutto reso in maniera così sensibile, romantico, quasi seducente, con una finta motivazione che oltrepassa i limiti dell’impossibile.
Iinconsapevolmente Arianna aveva posato le sue labbra vicino al mio orecchio. E dalla sua voce gentile e delicata, ho ascoltato una storia molto intensa, profonda, drammatica e veritiera che ha funto da balsamo per la mia anima giovane e romantica. Sospinta al largo, fra virgole di luce che trasmettono euforia e smarrimento, in una città da cui si è diffusa una melodia fluida, animata da volontà propria. Una sferzata di luce che ha illuminato l’oscurità come un fulmine, mescolando elementi, oltrepassando confini dello spazio e del tempo.
Nella tempesta impetuosa della vita, Arianna e la sua storia hanno persistito con una certa malinconia. Un forte e insano senso di malessere, in quanto di lei e della sua storia non ho potuto non lasciarmi contagiare. Nutrita da un certo tipo di tristezza distorta, alla mancata libertà d’szione, ai gioni in cui ho avvertito intensamente il peso delle aspettative di qualcun altro che effettivamente non mi appartenevano. Rendendo però ai miei occhi questa lettura, un racconto di vita dolce e profondo, che mi ha soddisfatta come desideravo, un bel affresco sulla solitudine, sul desiderio di essere intregrati nel mondo degli altri. Proiettato in quella landa deserta che è la vita, sola e incompresa, che come un magico tramonto emana una luce intensa. Cattura il cuore in una stretta ferrea non lasciandolo più.

Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti: