I
miei tentativi di rispettare l’ennesima gigantesca TBR, al momento, hanno confluito
in ottimi risultati. Sto seguendo e rispettando un percorso letterario, che mi avrebbe
condotto chissà dove. Così, senza alcuna inibizione. E anche mentre ripongo queste
poche righe penso che così riesco a essere più preparata. Nel senso, che capitano
talvolta momenti in cui mi trovo a vagare come un anima in pena. Estrapolata da
questa lista, questo romanzo, che riposa silenziosamente fra i miei scaffali da
qualche anno, fu quella rilettura che desideravo compiere qualche anno fa. La sua
autrice mi aveva come donato la mano. Io non avrei dovuto fare nient’altro che stringerla.
E quanti ricordi ha suscitato tutto ciò. Ho rivisto la me sedicenne e curiosa che
amava rifugiarsi in questa tipologia di storie, che non dava peso se fra le sue
pagine avrei rivisto l’ennesimo amore trash. Distogliendomi dalla noia di lasciare
l’isola solitaria in cui ogni tanto mi trovavo e da cui ho sempre tratto una certa
forza. Rivivendo la bellezza di certi ricordi proprio così come sono.
Autore: Julia Kibler
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 362
Trama: E’ mattina presto, e Miss Isabelle si ferma per un attimo sulla soglia di casa ad ammirare la luce dell’alba che colora di rosa i tetti della cittadina di Arlington, Texas. Come ogni lunedì sta aspettando Dorrie, la sua giovane parrucchiera, che per lei è diventata come una figlia. Da dieci anni è la sua cliente speciale, da dieci anni la sua richiesta è sempre la stessa: domare la sua vaporosa chioma in ordinati riccioli argentati. Ma non questo lunedì. Oggi Miss Isabelle sa che la sua vita fatta di piccoli riti e abitudini sta per essere rivoluzionata. Il passato è tornato a tormentarle l’anima e niente potrà più essere come prima. Con tutta la forza d’animo che riesce a raccogliere dopo novant’anni di vita, Miss Isabelle presenta la sua richiesta d’aiuto a Dorrie. Ed è una richiesta sconvolgente. Un lunghissimo viaggio in macchina verso Cincinnati, e bisogna partire subito. Senza spiegazioni. Dorrie esita, ma le basta uno sguardo negli occhi della vecchietta per capire che non può rifiutare. Mentre l’orizzonte inghiotte l’asfalto e il rosso del tramonto si dissolve in un cielo buio senza stelle, Miss Isabelle stringe tra le mani un antico ditale d’argento e sente il proprio cuore riaccendersi, come una notte di settant’anni prima, nel 1939. la notte in cui. Mentre l’odio e la violenza dilagavano come un’epidemia, due occhi gentili avevano illuminato l’oscurità come un fulmine.
La recensione:
Il cuore è un inquilino pretenzioso e spesso avanza ragioni
convincenti contro ogni buon senso.
In una notte d'estate del 1939 in cui, mentre l'odio e la violenza dilagavano come un'epidemia, due occhi gentili avevano illuminato l'oscurità come un fulmine. Due occhi scuri che intimoriscono tutti, ma che, nella loro carezza, la giovane Isabelle trova la forza e il coraggio di sfidare il mondo e tutte le sue convenzioni.
Tra miliardi di chilometri in cui persiste una certa malinconia, in quanto lei e il suo Robert non hanno saputo lasciarsi contagiare neppure dalla fugacità di un misero atto di felicità investita inevitabilmente anche dall'atto più insignificante. Circondata da giovani lavoratori mulatti imprigionati nella solida cella della diffidenza e dell'orrore che, umili ma afflitti, vengono involontariamente considerati deboli e inferiori, etichettati quasi come una minaccia. Col marciume e la sporcizia che ricopre la loro pelle come una vestaglia troppo larga - inducendo persino i meno schizzinosi ad non intraprendere un viaggio in questo paese dimenticato persino da Dio - ed io, armata di sensibilità e comprensione, curiosità ed apprensione, seduta sulla mia poltrona preferita, ho avvertito una certa tristezza che mi ha colta del tutto impreparata. Il silenzio della loro solitudine, il disprezzo o il cinismo che imbrattano le sporche pareti delle loro modeste locande. Il dolore di una madre per aver perso il proprio figlio per la disperazione, la povertà, la paura o i peccati che avrebbero macchiato il suo onore come quelli di tanti altri. Curiosi e coraggiosi, o forse un po' stupidi.
Tra le sue pagine, mi sono nutrita di una certa nostalgia pensando al tempo che invece a me è concesso. Alla libertà delle mie azioni, ai giorni in cui non sento il peso delle aspettative di qualcun altro che non mi appartengono. Mi fanno sentire come quella che sono realmente: una ragazza fortunata che non deve fare i conti con la diversità razziale o la mancata libertà. E' naturale che in ogni comunità si mescoli il buono e il cattivo, ed è normale che delle volte siamo tutti colpevoli perché trattiamo interi gruppi alla stessa stregua. Spesso, infatti, mi chiedo come un giovane negro, trasferitosi in Italia dal suo paese natio, in cerca di lavoro, possa rappresentare motivo di discussione. Inoltre, vivendo in un paese dove il deficit economico sta degenerando, mi chiedo da cosa nascano questi pregiudizi. Suppongo si tratti di una scusa per tenere i negri al loro posto, dopo aver malvolentieri concesso loro la possibilità di trasferimento, per impedire che occupassero posizioni lavorative che invadessero gli spazi che i bianchi si sono arrogati. Si tratta forse di paura mal riposta? In fin dei conti, siamo colpevoli di quello che diciamo. E non abbiamo idea di come questa gente potrebbe sentirsi a vivere sotto una cappa di sospetto, con qualcuno sempre pronto a linciarli per la minima cosa, come se ogni piccolo errore dimostrasse in primo luogo quanto abbiamo ragione a diffidare di loro.
Rabbrividisco dal freddo, il vento glaciale e pungente penetra fin dentro le ossa costringendomi ad avvolgermi in una massa informe di coperte e piumoni, e dal pensiero di aver appena terminato di leggere una storia profonda e travolgente che non mi ha lasciata pienamente soddisfatta, ma che è un bellissimo affresco sull'adolescenza, sulla giovinezza, sull'amore di una madre, che non mai voluto essere tale, e dei suoi figli. Sul periodo di transizione all'età adulta; due donne apparentemente forti, ma fragili nell'anima, che emana una luce intensa catturando il cuore in una stretta ferrea non lasciandolo più. Un'analisi prettamente realistica su una parte più intima della nostra anima: i sentimenti, In cui c'è un invisibile linea di demarcazione sulla disuguaglianza razziale, e dove l'ago del tempo oscilla continuamente fra passato e presente, in un carosello di immagini nitide e svariate.
Mi ha indotto a fiondarmi fra le pagine di questa storia, con novembre ormai alle porte. Rapido come un fulmine. La sua storia mi ha condotta in una piccola cittadina del Texas, in un sudario di dubbi, paure e angosce capace di logorare persino l'anima dei più coriacei. In una notte di mezza estate dall'aria pulita, alla luce purpurea di un crepuscolo che ammanta il cielo di Cincinnati, nella profondità di due esseri umani che, - nonostante le diversità, le storie della loro vita, l'età, la razza - si sono trasformati in quello che desideravano da sempre. Due amanti. Due creature legate da una sentimento puro, sin dal primo incontro. Che si cercano semplicemente guardandosi; si percepiscono istintivamente come nessuno. Legati da un amore che è sempre esistito, e che trascina sull'onda del necessario, deliziandomi al punto che, pagina dopo pagina, divenivano ai miei occhi quasi come un entità unica e perfetta. Robert e Isabelle, infatti, hanno sempre rinnegato i pregiudizi, la crudele volontà di non poter trascorrere del tempo assieme. Un'empia solitudine incombe su di loro. Quasi come un castigo: una diversità miserabile, che lentamente li uccide.
Il romanzo della Kibler è un romanzo delizioso che possiede una sua anima: quella di una giovane donna che, ai suoi tempi, le fu impedito di amare l'unica persona che abbia mai amato nella sua vita. La bisnonna dell'autrice che, privo di originalità, nella sua semplicità e schiettezza, mi ha tenuto in piacevole compagnia. Essendo una storia realmente esistita, ho avuto come l'impressione che questo romanzo avesse vita propria. Sfogliandone le pagine, infatti, mi è sembrato di vivere in prima persona le vicende della minuta Miss Isabelle, quasi la protagonista diventasse invisibile e la sua storia mi avvolgesse dolcemente la pelle fino a lasciarmi nel petto la sensazione confortante di essere protetta da qualcosa. Pochi personaggi affollano questa strana storia che di particolare, in se, possiede ben poco. Ammalia, intriga, fa vibrare il cuore con una melodia tutta sua, ma non appassiona come invece credevo. Si parla di un amore impossibile che sfidi qualunque epoca o avversità, di un legame indissolubile che trascenda qualsiasi limite d'età, tutte cose che amo riscontrare nei romanzi che parlano d'amore e di guerra. Ma che qui, invece, mi hanno soddisfatta ben poco. La quarta di copertina, inoltre, garantisce la storia di un amore senza tempo. La storia di un amore folle, necessario, imprudente che sfidi chiunque. Di cui io, che di romanticherie ne leggo a bizzeffe, non ho riscontrato nulla di simile. Avrebbe dovuto essere una trama che procede verso l'estasi, dove si perde il senno e i sensi, anziché uno spiattellamento dal sapore dolciastro che l'autrice propina per provocarci qualche semplice brividino.
Ingenuo, romantico e, a tratti, dolce, Tra la notte e il cuore ha lo stesso sapore delle storie d'epoca che qualche volta amo leggere. Semplice, triste, amaro. A tratti suggestivo, a tratti carico di una certa drammaticità che sedimenta dentro l'anima di chi legge e, quasi sempre privo di pathos, non riesce a trascendere nello sconfinato mondo dell'immaginazione. La storia appassiona perché è semplice e ha incontrato i miei gusti di lettrice, ma, la ragazza che divora i libri come se non ci fosse un domani, si aspettava qualcosa di diverso. Qualcosa che facesse sussultare il suo cuore ancora timido e puro.
Ci parla di persone comuni, di gente umile e modesta, costretta a vivere fra i stenti e la fame. A convivere in solidarietà, pur di garantirsi anche un misero tozzo di pane, o a lavorare duramente nei villaggi di cui io, tra nascite improvvise e aborti, partenze e arrivi varie avrei voluto sapere di più. La sua voce è quella dell'ormai anziana e rugosa Miss Isabelle che, costretta a cavarsela da sola, ha dovuto farsi carico di gravi responsabilità. Lei che con la voce armoniosa, gli occhi incorniciati da spesse ciglia e il cuore ancora colmo di una tristezza indicibile, ha appassionato me e la sua figlia adottiva Dottie intensamente. Mi ha fatto sognare a occhi aperti con la sua bella storia d'amore col suo amato Robert; infuriarmi per il suo mancato coraggio di non aver saputo tenere testa alla madre tirannica e, fatto sentire nostalgica nel sorprendermi a pensare alla mia amata nonna.
Tra la notte e il cuore è un inno all'amore, alla vita e alla speranza. Un romanzo intenso, per nulla banale col quale l'autrice, con un filo di drammaticità e un principio di romance, tesse una storia che profuma di antico, germogli ancora freschi e profumati e che si camuffa tra i dolorosi ricordi di un'adolescente ignara della vita e dell'amore.
Valutazione d’inchiostro: 3
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