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martedì, ottobre 26, 2021

Gocce d'inchiostro: Racconti gotici - Mary Shelley

Per comprendere il presente, spesso dico fra me e me, bisogna comprendere il passato. Capire la visione di quella donna, quell’uomo così doversa, distinta fra di noi, senza alcuna netta distinzione fra oggetti inanimati ed esseri viventi, uomini o animali che siano. Per gran parte degli autori la letteratura non esplica solo forme di arte ma talvolta può persino prendere vita. Ogni romanzo ha un anima, come diceva il mio amato Zafon, e così come ogni storia che si rispetti dietro che un gigantesco lavoro di precisione, ricerca, in cui personaggi fatti eslusivamente di inchiostro e parole perserverano uno spirito. Il potere di certi romanzi si cela nella bellezza di certe immagini, nella loro scoperta, sia checchè esso provenga da un'altra epoca, un altro luogo. Quel che resta alla fine sono un guazzabuglio di sentimenti cui non riesco a dare voce, che violentemente sovrastano ogni cosa.
Tutto questo per dire, che sebbene non sia una grande lettrice di racconti, questa mi ha indotto a viaggiare nel bel mezzo di popoli che sopravvivono mediante consuetudini guerresche che sono fonte di ricchezza straordinaria. Mi sono mossa nel bel mezzo di uomini potenti che aspirano a guarire da qualunque forma di debolezza umana pur di giungere in un altro posto. In luoghi in cui ho fatto perdere le mie tracce, i cui messaggi sparsi confluiscono in un'unica strada: la supremazia assoluta.
Titolo: Racconti gotici
Autore: Mary Shelley
Casa editrice: RBA
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 300
Trama: Questo volume raccoglie tre racconti che hanno per soggetto il soprannaturale e il mostruoso, ingredienti che formano il cosiddetto racconto gotico. In “Mutazione”, la prima delle storie, un bel giovanotto squattrinato e giocatore, scambia con un nano deforme e orribile il proprio corpo in cambio di un baule pieno di oro e gioielli. Alla fine è solo uccidendo “l’altro” che recupera le sue belle sembianze. Bambini rapiti e scambiati, una pozione che doveva essere un filtro d’amore e si rivela come un liquore che garantisce l’immortalità giocano dei brutti scherzi ai protagonisti degli altri due racconti.

La recensione:

 

Ma l’amore sarebbe davvero una beffa se la morte fosse l’inganno più sfrontato. Come può morire colui che rimane immortale nei miei pensieri – i miei pensieri che abbracciano l’universo e cercano nella loro stretta di contenere l’eternità?

 

Mi diressi in una Londra spettrale, terrificante, raccapricciante che aveva la forma di una barca, affinchè il suo andamento lento ma ritmatico mi inducesse ad indirizzarmi dinanzi ad un posto in cui presto o tardi vi avrei perso le mie tracce. Un viaggio che giunse inaspettatamente all’ultimo momento, quando di questo romanzo ne possedevo una copia ancora profumata di nuovo nella mensola straripante di una delle mie tre librerie, preferendo però conservare il tutto per un altro momento. Tutto quello che avrei dovuto vedere o sentire l’avrei visto solo qualche mese dopo.
Prima che giungesse l’inverno vero e proprio, prima che spuntasse Halloween, prima che mi imbarcassi in queste pagine senza sapere cosa o chi mi avrebbe aspettato. Incurante e inconsapevole di ciò che avrei visto. Anche questi brevi racconti sarebbero divenuti parte del mio essere. Era un’attrazione rischiosa che non potevo assolutamente ignorare.
Salirci a bordo inizilamente fu difficile. La storia del capitano greco Kathiustius Ziani mi diede non poche difficoltà. Fra viaggi, esplorazioni, tutto quello che dovetti fare fu seguirlo fra le varie isole e capire i motivi per cui sarebbe stata importante la mia presenza. Molte volte capita che l’inizio, l’esordio di qualunque cosa, un viaggio, una lettura, un progetto, non sia dei migliori, ma incapace di resistere alla magia che ci è sussurrata dal suo creatore o creatrice abbraccio qualunque cosa, di qualunque specie sia la sua natura, non avendo scelta se non trovare un mezzo per sopravvivere.
Ma dopo svariati tentativi restarci fu davvero entusiasmante. Si legge per istruirsi, per abbeverare l’anima di forme di sostentamento che possano raddrizzare lo spirito. Talvolta non è così semplice come si crede, talvolta come bere un sorso d’acqua. Ma per me non sono altro che sfide con cui abbracciare il mondo. Interpretarlo in ogni modo possibile, quasi segnali del subconscio che non posso ignorare. Se insisti, prima o poi qualcosa otterrai! Ripenso a quanti romanzi, quante letture ci siano state che mi hanno dato del filo da torcere. Ma che cos’è in un certo senso questo filo da torcere cui mi riferisco? Secondo me, semplice predisposizione dell’animo. In un dato momento della nostra vita non << vediamo >> quella storia, quella lettura come quel giusto amico di cui avremmo bisogno. Non c’è una vera e propria spiegazione.
La magia del potere alimenta le nostre passioni, la mente fa più rigori di quanto crediamo. Del resto non è questo ciò che ci riserva la vita? Continue sorprese, predilezioni del futuro che non sempre divengono ospitali. Certo perché dov’è scritto che non possano avvenire delle sorprese? Il bello è che, uno dei tratti distintivi del romanzo gotico, è quello di non saper distinguere i limiti della realtà. Non si può vedere la vita come se già scritta da qualcosa o qualcuno, e di ciò l’uomo è detentore di un destino che la interpreta a seconda dei suoi gusti o bisogni.
Da qui il senso delle numerose entità segrete che popolano queste pagine, che hanno tanto determinato la genesi di questo romanzo. Ci è voluto tempo, come detto, affinchè la mente potesse convincersi di ciò a cui è stata spettatrice, cominciando a dimenticare, ricordando solo quello che è necessario. La brama ardente di comprendere la verità, raddrizza l’equilibrio incerto della vita, come uno straordinario mistery, lambendo il mio cuore di una curiosità ardente. Con la triste storia di figure ree, grette, furfanti, spacciate e malvagie segnati dall’esposizione maligna della vita, dotati di un forte spirito imperioso, altezzoso, indomabile, corruttibili e dimore di simboli della stessa desolazione che incautamente ci spingono verso un abisso di torture infernali, quale nessuna voce può spiegare. Impressa nella mente la bellezza che celavano arcani del cielo e della terra, che si tramutavano in sostanze visibili delle cose, o lo spirito invisibile della natura umana, come un indagine che mirava a segreti metafisici.
Assistere a tutto questo, esaminare le cause della vita ricorrendo alla morte, non trovandovi solo insegnamento ma riscontrandone persino il dolore, mi ha trasmesso un certo fascino. Leggevo unicamente per capire le intenzioni dei personaggi e la sua malinconia sembrava consistere in un paesaggio spoglio senza figure, nei pianti e nelle gioie di creature che sono stati messe al mondo senza alcuna ragione, nel dolore che consuma il cuore. Inoltrandomi in questo luogo fui invasa da una strana angoscia. Il paesaggio sembrava un vasto e lugubre teatro del male, ed io ebbi l'oscuro presentimento che fossero destinati a diventare il più infelice degli esseri umani.
L'uomo non completamente libero perché mosso da ogni spirare dei venti; spaventose ossessioni e possessioni; promesse ad una nascita che verrà messa a dura prova hanno dato forma a un suggestivo disegno a tinte fosche, un motivo memorabile ricco di scienza e amore. Così potente che avrebbe potuto lasciare una cicatrice sul petto, causando  una grande infelicità da cui ho riscontrato solamente un vuoto cieco in cui è impossibile scorgere qualcosa.
Con i Racconti gotici di Mary Shelley successe questo. Qualcosa di inspiegabile, ostico ai limiti dell’impossibile mi impedì a leggere con tranquillità. Per tutta la durata della sua lettura, con la fronte aggrottata, i pensieri altrove, situazioni che credevo di aver evitato con un pizzico di fortuna. Successe così che perseverare mi ha indotta a guardarmi dentro, e comprendere che non era la storia ad essere giunta al momento sbagliato. Ero io che non ero pronta. E fu così che, dopo una giornata volutamente improduttiva, abbracciai nuovamente questa storia con un nuovo spirito. Era successo così il crollo di qualunque forma di ribellione, che mi avrebbe tenuto lontana da tutto. E così scoprì che si narrava di uomini forti, coraggiosi ma assediati di potere. Di donne rinchiuse nella sfera del tempo con nient’altro desideri dell’anima che disgraziatamente non possono assecondare. Ogni volta che si trovavano faccia a faccia con la morte, o a qualcosa di simile c’era sempre chi credeva di averlo evitato grazie a una qualche fortuna.

Valutazione d’inchiostro: 4

4 commenti: