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venerdì, dicembre 03, 2021

Gocce d'inchiostro: Il postino di Neruda - Antonio Skàrmeta

Quando ci si imbatte in un romanzo apparentemente romantico, sentimentale non è detto che il tono sia drammatico, drastico ai limiti dell’insopportabile. Ci si approccia a quella lettura senza sapere cosa aspettarsi, e quando le parole esprimono poi qualcosa di potente, qualcosa reso però in maniera semplice e canzonatoria la metafora di ogni cosa, accendono la vita. La mia e quella di chi scrive. Perlomeno questo è ciò che ho pensato, quando ho deciso di rileggere questo piccolo gioiellino, che dietro un cielo infuocato di un luogo impreciso ma molto molto simile al nostro è una melanconica canzone spagnola che rende omaggio alla poesia e a Pablo Neruda. Trasmessa con impatto, slancio su carta verso il mio cuore, annunciando il suo arrivo con nien’altro che una bicicletta e una sfilza di lettere ancora da spedire.

Titolo: Il postino di Neruda
Autore: Antonio Skàrmeta
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 103
Trama: Mario Jimènez, giovane pescatore cileno, perdutamente innamorato della bellissima e sensuale Beatriz Gonzàlez, un giorno decide di abbandonare il proprio lavoro e di diventare il postino di Isla Negra, un’isola dal fascino magico dove l’unica persona che riceve e invia corrispondenza è il grande poeta Pablo Neruda. Tra i due, lontani per cultura ed educazione, nasce a poco a poco un fortissimo legame d’amicizia umana e di complicità poetica, sullo sfondo di un Paese che si sta avvicinando a un tragico e drammatico destino.

La recensione:

 

... dietro le parole non c'è niente. Sono fuochi d'artificio che si disfano nell'aria.

 
Prima che cominciasse, dovevo leggerne almeno la trama. Era una cosa giusta consegnare alla cittadella della mia coscienza qualche nozione utile per percorrere meandri della memoria di un giovane uomo, anfratti bui, paradossi, scoprendoli in una moltitudine infinita. Era l'unica cosa che servisse al completamento della sua storia. Il suo animo romantico planava lentamente ma con regolarità nei cuori degli uomini, e man mano che indugiava nei meandri della loro memoria, la sua aura lucente brillava d'intensità. Ristagnava nell'aria, riluceva lentamente, come se un pulviscolo di cenere la coprisse. Era l'anno di maggior spicco per il poeta Pablo Neruda. Le sue poesie, zeppe di distrazioni amorose e realistiche, penetravano nel cuore di chi legge come un eco perduto nelle profondità di un pozzo, nel ricordo di chi l'aveva scritte. Lasciando la mia camera e chiudendo la porta su un mondo di cui non riesco più a contemplarne le meraviglie, mi sono inoltrata in un piccolo paesino della Spagna, decisa di perlustrarlo, camminando per quanto possibile pur di scorgere qualche segno di vita. Il che mi permise di stabilire in quale nuova storia mi fossi imbarcata. Non dovetti aspettare molto. Lungo una strada polverosa, un adolescente un po' ingenuo e sognatore, accompagnò la mia avanzata lenta, trasmettendomi un gradevole senso di pace. Staccandomi dalla realtà, mi inoltrò in un labirinto di cui conoscevo già l'uscita. Mi trovai in un mondo stranamente quieto e silenzioso. Col fresco respiro della giovinezza che inondava le mie radici, in compagnia di un uomo che alimenta la sua anima con la solitudine delle sue poesie, che mi tranquillizzò e mi allargò il cuore. Era forse un mondo in cui avrei trovato dei pericoli? Ai miei occhi non appariva così. Quest'uomo, questo ragazzo, poesie che mi trasmettevano innumerevoli segni di vita, e in ogni pietra, ogni piccola stradina riconobbi la provenienza di questa storia difficile da rinnegare. Più mi muovevo fra le sue pagine allontanandomi dalla realtà circostante, più quell'impressione si faceva profonda. Probabilmente ero troppo assorta dalla storia. Oppure la fama letteraria che mi restava ancora in corpo mi aveva indotto a ritagliarmi un posticino tutto mio senza neanche accorgermene. Per quanto breve fosse stato questo mio viaggio, quando riposi il romanzo sullo scaffale, assieme ai suoi compagni, immerso nella pace del giorno, non me la sentii di allontanarmi troppo da questa nuova realtà parallela. Se fossi tornata non avrei più saputo trovarne la strada. Mi mossi in mezzo a ombre amiche che si tenevano per mano, tenendomi a breve distanza da cui non li perdevo di vista. Leggendo Il postino di Neruda tutto d'un fiato, ho intuito come tutto sembrasse profondo, impregnato di un romanticismo sano e profondo con la quale la fugacità di un breve atto d'amore investiva immediatamente con l'atto più eclatante. Lo specchio col quale i personaggi professano l'arte delle metafore ma riconosce che, dietro le parole, non c'è niente. Fuochi d'artificio che si disfano nell'aria. Acquietando il loro animo, provando emozioni e ricordi che li facciano convivere con la realtà circostante. Sprazzi di vita passata, lontana. Agglomerato di pensieri e sogni, speranze e delusioni, sospese nell'aria stagnante, impossibili d'annullare del tutto. Ennesime foglie di un grande albero umano, nonché storia di un ricordo che perpetua nel tempo. Inno all'amore e alla poesia, l'opera affronta alcune questioni relative alla società e alla politica di un epoca non molto dissimile alla nostra. E, richiamo costante agli affetti repressi, alla libertà d'azione, alla supremazia, all'amore vero, è una poesia d'amore che diviene oggetto di ispirazione per una serie infinita di soggetti e il terreno ideale per l'indagine accurata del rapporto amoroso che lega due persone. Perfetto per trascorrere qualche oretta in piacevole compagnia, Il postino di Neruda ha l'intensità di un sentimento contro natura che danna due sconosciuti a una dipendenza anormale e insalubre, quanto intensa e perpetua.

Valutazione d’inchiostro: 4

4 commenti: