Siccome da quant’è che Mucchio d’ossa è
approdato in questo mancato Paradiso terrestre il mio interesse nei riguardi di
Stephen King è cresciuto a dismisura, quasi io non me ne sia resa conto,
accettai di lasciarmi andare dal Caso e leggere qualunque cosa avessi davanti
che avesse scritto l’autore. Fu così, che nel partecipare all’ennesima sfida di
lettura, seguì una settimana intensa di lavoro e frenesia varia scandita
tuttavia dalla lettura di questi quattro racconti, che per qualche momento mi
indussero a domandarmi se fosse moderato, comprensibile trovarsi nel Maine,
senza alcun preavviso, ora che avevo compilato la mia ennesima lista di libri. Ma,
cavolo, il bello dell’essere organizzati è quello di perseguire una strada e
non guardarsi indietro, nemmeno una volta. Se ti va, puoi infrangere qualche
regola ma devi essere tu a decidere. Per questo motivo sono stata entusiasta di
aver accolto nel mio cantuccio personale un librone come questo, così
mastodontico, appassionante, interessante, che mi è piaciuto molto nonostante
non me lo sarei mai aspettata. Ed io impalata e intrappolata su una poltrona morbida
e calda, non ho avuto alcun potere checchè lasciarmi trasportare dalla voce
grugnosa del suo autore in cui menti contrastanti quali la paura, una miscela
disomogenea di pensieri assunsero svariate forme, prevalsero nel momento in cui
meno me lo sarei aspettata in uno stato di sospensione mentale che lascia quasi
inebetiti.
Autore: Stephen King
Casa editrice: Pickwick
Prezzo: 12, 90 €
N° di pagine: 848
Trama: Passata la mezzanotte qualcosa succede al tempo: si piega, si allunga, si assottiglia, torna indietro o si spezza… e talvolta la realtà subisce le stesse distorsioni. E che cosa mai accade all’osservatore sbigottito quando la finestra che separa la realtà dall’irrealtà s’infrange e le schegge di vetro schizzano ovunque tutt’intorno? Seguendo il ritmico, inesorabile ticchettio dell’orologio, King presenta quattro incubi.
La recensione:
Perché non dovrebbe essere
stupendo? Forse questo è il luogo dove ha inizio la vita, il luogo dove la vita
viene riconiata in ogni secondo di ogni giorno; la culla della creazione e la
sorgente del tempo.
Ho letto questa raccolta voluminosa di racconti incuriosita dal tema trattato. Quanta considerazione o importanza attribuiamo al Tempo? Quale forza o magnetismo sprigiona su di noi? Qual è la sua segreta essenza? C’era un uomo intrappolato in un aereo in volo, uno scrittore accusato di plagio da un folle professore del liceo più vicino, un bambino intimorito dal bidello della scuola e un ragazzino alle prese con qualcosa di più grande di lui, tutti e quattro incuneati in una posizione che induce a chi legge a stare sospeso fra il reale e il possibile. Il vero e il falso. Il tangibile e l’intangibile, che avrebbe incrementato il valore di storie apparentemente banali mirando a interrogarsi sul fascino che scaturisce il tempo, enigmatico e inaccessibile come un’eco struggente e roco.
Gli uomini che costellano questi racconti sembravano reggessero le redini di una vettura che tutto sommato mi ha condotta dove desideravo essere, nei cuori algidi dei protagonisti che non hanno fatto altro che incuriosirmi e affascinarmi sempre più. Non quel genere di risultato che mi ha indotto ad innamorarmi della storia, ma che rappresenta il prototipo perfetto di quel sacrificio innaturale e illogico per cui alla fine non si può fare a meno di cadere intrappolati. Inquietante, ammaliante, straordinario sotto certi aspetti, una storia che narra di quattro racconti discretamente sinistri in cui le vicende ritratte spezzano la monotonia, alimentano la tensione, il brio dell’esistenza di creature che sembrano non avere un volto. Man mano si delineava nel mentre mi addentravo in un viaggio che cessò se non quando vidi questa storia crescere e fiorire come un bellissimo giglio. Il momento in cui il Re aveva declamata il suo essere lì, fra le sue pagine.
Il mio interesse verso le opere kinghiane, dopo la lettura di questo non penso cesserà di esistere. Penso solo che prima di compiere un passo bisogna ponderare bene ogni cosa, rendere chiara e risolvibile ogni questione o faccenda, trascinando via chi legge da una realtà monotona e destabilizzante.
Sono stati i continui cambi di voce, i pochi momenti di lucidità a incuriosirmi. Non le ferite ancora sanguinanti che bruciano sulla pelle di donne sole, tormentate, benchè ogni tanto ancora dolessero. Ma il forte senso di malessere che aleggia tuttorno. Come falene lucenti e svolazzanti intrappolate in un barattolo. Nessuna responsabilità, nessun ricordo di ciò che è veramente accaduto, nessuna idea riguardo a ciò che è stato. E nessuna risposta in proposito. A quel punto mi sono ritrovata stretta nella morsa di dubbi, perplessità, questioni illogiche. E' stato questo il mio stato mentale, quando arrivai quasi in sordina fra le pagine di questo caso letterario. Fu così che mi ritrovai unanime al resto dei lettori, che avevano letto e giudicato prima di me questa opera, completamente sconcertata, diffidente, con la testimonianza vivida di gruppi di anime che con le loro osservazioni sconvolgeranno ogni cosa.
Conducendomi fra le vecchie mura di un ospedale psichiatrico, di un manicomio, in case umili ma fatiscenti, in un mondo squilibrato come l'irregolare tic tac di un orologio, una storia che lentamente avanza verso un muro di distruzione. Disperazione, follia. Fra gesti sconsiderati e folli, e il flusso lento della storia che scorre silenziosamente in un paesaggio famigliare, una favola dark inzuppata di sofferenze e atrocità in cui la figura individuale cammina incompresa e sola, senza fermarsi, lungo il tragitto della morte.
Valutazione d’inchiostro: 4
Mai letto King e non credo inizierò; ottima recensione, grazie
RispondiEliminaMai dire mai 🤭🤭
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