Su un comodino zeppo di libri capitano,
in svariati momenti della nostra vita, che un romanzo cui non avevamo prestato particolare
attenzione spicchi nel bel mezzo di una caterva di progetti e idee da
realizzare. C’era una ragazza, un’adolescente di appena diciassette anni, che
per la prima volta da quant’è aprì gli occhi su questo mondo infame si vide. Si
osservò in uno specchio invisibile, e per la prima volta si vide come
esattamente è: sbagliata, guasta, schiava di un regime totalitario che non lascia
scampo né adito ad alcun dubbio, vittima di pregiudizi e recriminazioni, in cui
qualunque forma di giudizio o criterio avrebbe condannato qualunque tentativo per
raggiungere la felicità. Non che c’era da immaginarsi qualcos’altro, una volta
che Evelina approdò anche nel mio cerchio. Semplicemente, era fin troppo
ingenua, troppo innocente per saper contrastare il male circondante. Troppo presa
a scovare le sue radici, riconducibili in lettere e false speranze, e la
questione del suo essere imberbe non esisteva più. Ora però che tutto si è concluso,
ripongo queste poche righe con una certa soddisfazione. Il cuore è stato
allietato dalla sua compagnia, da questo dramma sentimentale la cui autrice
riportò con ironia e sarcasmo, ripudiando la società e l’ambiente circostante. Ma
non provando più che del fascino e dell’ammaliamento, per il semplice motivo
che la mia libreria vanta storie maggiormente indimenticabili. Ma nel lasso di
tempo in cui Evelina è stata in mia compagnia ho visto farsi strada nel suo
cuore la depravazione e la sventura del secolo, che fortunatamente non hanno
intaccato la sua bontà d’animo quanto scoperto e valutato maggiormente se
stessa. Quelle figure così estranee all’insolenza di cui la Burney mantiene
intatto alla sua eroina quella genuina semplicità che la contraddistingue.
Autore: Fanny Burney
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 535
Trama: Evelina è il capolavoro di Fanny Burney, una delle madri del romanzo inglese, che con la sua opera ha ispirato autori come Jane Austen e William Makepeace Thackeray. Figlia non riconosciuta di Lord Belmont, Evelina viene allevata in campagna sotto le amorevoli cure del reverendo Villars. A diciassette anni, invitata da alcuni amici a Londra, viene introdotta alla vita mondana e ai divertimenti dell’epoca. Ed è proprio durante una festa da ballo che la giovane conosce Lord Orville, uomo nobile e saggio. Il rapporto tra i due, condito da inevitabili incomprensioni ed equivoci, attraversa tutte le tappe dell’interesse, dell’amicizia e, infine, dell’amore. In parallelo, scorre la travagliata vicenda del riconoscimento legale di Evelina da parte di Lord Belmont. Esortata dal suo benefattore, Mr Villars, alla prudenza e al giudizio, ma anche alla forza d’animo e alla fermezza, Evelina matura una visione del mondo più consapevole e si avvia alla scoperta di se stessa e, finalmente, alla felicità. Protetta dalla forma anonima sotto cui venne inizialmente pubblicato il romanzo, in Evelina l’autrice smaschera con ironia e lucidità i pregiudizi e le convenzioni che dominano la buona società del diciottesimo secolo, affidando il compito allo sguardo ingenuo e alla sensibilità della protagonista, cresciuta nell’isolamento della campagna e inesperta dei costumi del bel mondo londinese.
La recensione:
Romanzo in cui risiedono spiriti indomabili, figure invisibili che talvolta non sembrano cooperare l’uno con l’altro, ma che nel corso della lettura mi hanno indotta a guardarmi dentro e comprendere diversamente il mondo circostante, a vederlo esattamente come una persona matura, consapevole, che nella maggior parte delle volte ascolta la voce dei suoi sentimenti anziché quella della ragione. Non so mai come comportarmi in questi casi. A un estremo c’è la ragazza giudiziosa che sa cosa vuole e che, pragmaticamente, va per la sua strada. Dall’altro estremo, c’è quella passionale, sentimentale, curiosa che nel privato si farebbe abbacinare da qualunque cosa, la giovane donna con un bagaglio di sogni e speranze irrealizzabili, che anela ad avere qualcosa di diverso, di più soddisfacente e che non accetta più di farsi segregare nel ruolo della osservatrice convenzionale.
Lo scambio diretto di frasi, parole, suoni, voci ed emozioni fu una sorpresa davvero piacevole, più eclatante di quel che credevo, così bello perché credevo di leggere paure dettate dal cuore, anziché apologie amorose forti e passionali. Tumulto di un’anima irrequieta, ingenua, pura il cui obiettivo si cela nel poter non farsi dissuadere da qualcosa che abbia parvenze dissolute e peccaminose, Evelina fu quel romanzo che non mi ha conquistata nell’immediato ma lentamente, non perchè disinteressata alle vicende ritratte bensì al modo per cui l’autrice si fece strada nel mio cuore. Uomini o donne di grande levatura, libertini dall’assetto sociale, politico ed economico dalla mente acuta e dalla grande personalità, che sembra prendere d’assalto la vita, che nel privato cantano a squarciagola vecchie poesie d’amore e raccontano situazioni estremamente confidenziali del loro passato, adottandoci subito non come semplici spettatori, ma come amici di vecchia data, che a conti fatti sono la cosa più bella, l’anima dell’intero romanzo racchiusa in scene di vita attuali e comuni. In fondo, un romanzo del genere gettò una certa luce sul modo per cui si vive la vita. Se non moderata, sregolata, non godevole di buone prospettive. Ma i personaggi di questo romanzo non hanno goduto di buona salute, perlomeno mentale, sin dal primo momento in cui vi misi piede. Nonostante l’aspetto forte e vigoroso, la sfortuna di aver ricevuto qualcosa di insopportabile, quasi malato, che essendo già sopravvissuti agli assalti esterni della vita, ritratti come figure che vivono presentimenti di disgrazie sempre in sospeso sulla loro vita, persino quando essi entrano in contatto fra loro. Li si vive con il timore di non comprenderli, che sfuggano fra le mani, e li vidi infatti scompaginarsi a poco a poco sotto i miei occhi, mentre le paure che popolarono la cittadella della loro coscienza acuirono le debolezze che da tempo lottarono per tenere nascoste, specialmente nelle ultime lettere con cui ho riconosciuto la loro vera personalità travolgente in tutta la sua virulenza, persino quando giunsi alla fine. Disperati tentativi che per casi dichiarati e non sono collegati a strumenti o fili a singhiozzo.
Evelina è intrisa di sentimenti forti e travolgenti, hanno lasciato un segno del suo passaggio come credevo, viaggiando fra diversi salotti londinesi mediante il semplice atto del narrare. La narrazione, qui, mediante la scrittura, nel momento in cui ci si imbatte fra i personaggi, soggioga in mutamenti emotivi, perturbazioni o confessioni intimistiche che si assottigliano, si ispessiscono, a seconda dei casi. L’emozioni che irrimediabilmente si agiteranno dentro, animano un quadro apparentemente piatto e monotono ma parecchio coinvolgente, in cui cercare di fissare i contenuti non è stato semplice. Così ho visto e letto questo classico della letteratura inglese, che introduce la figura di questa ragazza ancora imberbe ad ampio spettro. Tinteggiato da pennellate di sentimenti irriducibili e impossibili da imprigionare che dipesero dalle razioni di momenti di solitudine che queste figure dovettero vivere, lontani dagli affetti e da qualunque assetto sociale. Il risultato è un guazzabuglio di confessioni esponenziali di desideri repressi, conversazioni solitarie o immaginarie, squarci di vita lontana che oscillano fra luce e oscurità. Mescolati alla vita odierna, alimentati dall’arsura della notte.
Valutazione d’inchiostro: 4
Libro interessante; grazie per la recensione
RispondiEliminaA te 🤗
EliminaSono anni che vorrei leggerlo, la tua bellissima e super emozionante recensione mi conferma che ne vale la pena. Sarà sicuramente uno dei prossimi libri che entrerà nella mia ormai straripante libreria ❤️
RispondiEliminaMolto divertente e carino. Fanny è davvero simpatica
Elimina