Mi ha resa euforica il mio stare qui, fra queste
pagine. Semplicemente perchè questi romanzi mi chiamarono e soddisfarono l’ardente
curiosità di rileggerli, sorprendermi completamente, poggiando maggiormente
sulla psicologia dei personaggi, con un carosello di emozioni che scombussolano
da dentro, una carrellata di simbolismi che coincidono con gli stati d’animi
dei personaggi, intrappolato nel tempo, dibattendosi fra liti e discordie
garante di buone o cattive prospettive per il mondo. Questo ennesimo viaggio le
mentite spoglie di richiamo dolce e caro al passato, a una me che silenziosamente
attendeva di conoscere il suo Edward Cullen, che, come un super uomo, non avrebbe
tenuto conto degli errori che avrebbe potuto commettere né delle conseguenze
delle proprie azioni, prigioniero di sé, impossibilitato a muoversi se non vivendo
solo tramite me.
Quasi un viaggio ricco di ostacoli che si è districato ai miei occhi nel giro di una manciata di giorni netti che affondano le sue radici nella bellezza dell’amore puro, in forme bellissime di negligenza sperata nei cuori di chi rifulge a un tipo particolare di malinconia. In un meccanismo linguistico che ritrae un bellissimo affresco shakespeariano in cui vigono i continui lamenti delle vite di una povera e fragile creatura dall’esistenza grama, meschina e stentata. Forse è stata questa chiamata in sé ad affascinarmi, farmi desiderare di tornare a Forks, mentre fuori il mondo proseguiva nel suo consueto percorso. Forse credevo che, a distanza di tutti questi anni, fosse cambiato qualcosa, valutando la possibilità che potesse non piacermi. Ma completamente conquistata, di nuovo, nonostante i difetti, le critiche, i molti nasi storti, e un'unica certezza: le sensazioni che generalmente provengono dalle viscere e non dalla testa sono sempre quelle più vere. E le risposte sono state esattamente quelle che immaginavo, che tentassi di vederle in un altro modo o meno.
Quasi un viaggio ricco di ostacoli che si è districato ai miei occhi nel giro di una manciata di giorni netti che affondano le sue radici nella bellezza dell’amore puro, in forme bellissime di negligenza sperata nei cuori di chi rifulge a un tipo particolare di malinconia. In un meccanismo linguistico che ritrae un bellissimo affresco shakespeariano in cui vigono i continui lamenti delle vite di una povera e fragile creatura dall’esistenza grama, meschina e stentata. Forse è stata questa chiamata in sé ad affascinarmi, farmi desiderare di tornare a Forks, mentre fuori il mondo proseguiva nel suo consueto percorso. Forse credevo che, a distanza di tutti questi anni, fosse cambiato qualcosa, valutando la possibilità che potesse non piacermi. Ma completamente conquistata, di nuovo, nonostante i difetti, le critiche, i molti nasi storti, e un'unica certezza: le sensazioni che generalmente provengono dalle viscere e non dalla testa sono sempre quelle più vere. E le risposte sono state esattamente quelle che immaginavo, che tentassi di vederle in un altro modo o meno.
Titolo: The
twilight saga
Autore: Stephenie Meyer
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 50 €
N° di pagine: 2752
Trama: Questo fantastico set, completo di cinque edizioni di Twilight, New Moon, Eclipse,
Breaking Dawn
e The Short Second Life of Bree Tanner: An Eclipse
Novella, è il regalo perfetto per i fan della storia d'amore di vampiri più venduta.
Profondamente romantico e
straordinariamente pieno di suspense, The Twilight Saga cattura la lotta tra
sfidare i nostri istinti e soddisfare i nostri desideri.
Autore: Stephenie Meyer
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 50 €
N° di pagine: 2752
Trama: Questo fantastico set, completo di cinque edizioni di Twilight, New Moon, Eclipse,
Breaking Dawn
e The Short Second Life of Bree Tanner: An Eclipse
Novella, è il regalo perfetto per i fan della storia d'amore di vampiri più venduta.
Profondamente romantico e
straordinariamente pieno di suspense, The Twilight Saga cattura la lotta tra
sfidare i nostri istinti e soddisfare i nostri desideri.
La recensione:
<< Dormi, mia Bella. Fai tanti bei
sogni. Tu sei l'unica ad avermi mai preso il cuore. Sarà per sempre tuo. Dormi,
mio unico amore. >>
Sono stata saldamente legata ed intrappolata in un
vero e proprio momento di impasse, e con un certo rammarico sono stata
costretta a lasciare il mio piccolo spazio virtuale a languire in una stanza
remota del web. Qualche lettore di passaggio ogni tanto mi delizia della sua
presenza associandosi a quella piccola cerchia di lettori che, inevitabilmente
e inconsapevolmente, sono la linfa vitale di questo blog.
Quest'oggi continua il mio percorso letterario, e nella mia testa un unico pensiero riecheggia inesorabilmente: leggere molto di più! Non sarebbe un problema se la mancanza di tempo e il lavoro non mi impedissero di lasciare un segno del mio passaggio, quasi ogni giorno, ma non avendo altra possibilità che questa mi aggrappo a queste poche righe per esplicare, ancora una volta, il mio pensiero riguardante questa bellissima saga che ho amato profondamente quando ero adolescente. E adesso? Cosa è cambiato? Assolutamente nulla, se non una visione completamente diversa da quella di una ragazzina ingenua e sognatrice di un liceo forse troppo prestigioso per lei.
In occasione di una sfida letteraria indetta su Facebook, La saga di Twilight è stata quello strano rito di passaggio che mi ha fatto prendere consapevolezza come il mio amore nei suoi riguardi non fosse svanito, ma mutato. Avvezza a una miriade di emozioni forti, passionali che trascinano in un turbinio di sensazioni inspiegabili, in un harem fatto di lettere che inevitabilmente prende vita.
Poco dopo le sei del pomeriggio il cielo è ancora chiaro, ma sopra la mia testa capita che vedo già alcune stelle. Non ancora nitide, nella mezzaluna di cielo perfettamente ritagliata, ma rilucenti appena, ben raggruppate come campioni di minerali rari. Stephenie Meyer aveva ragione, dal fondo di un pozzo anche di giorno si possono vedere le stelle. Si possono scorgere una miriade di nascite, mutamenti, che inevitabilmente ci toccano.
Quando avevo sedici anni conoscevo già la saga di Twilight, e una mattina avevo visto Eclipse come un fenomeno straordinario. Un sole nero e spaventoso aveva riempito il firmamento. Sembrava che il cielo dovesse cedere sotto il peso della sua presenza e sprofondare giù. Non avevo mai letto nulla che fosse paragonato ad un eclissi, né lo lessi mai più in seguito. Come tutti avevo letto il terzo capitolo della saga con una certa curiosità, e, silenziosamente, nutrito un certo fascino per il titolo. Cosa aveva spinto l'autrice a intitolare così questo nuovo romanzo? A distanza di qualche anno penso ancora a quando la notte, quando non riuscivo a prendere sonno, contemplavo quella copertina dai colori cupi ma accesi, sedendomi dinanzi al pc, in cui la mia anima sorvolava silenziosamente nei cieli di una piccola cittadina sconosciuta dello Stato di Washington. Avevo visto un infinità di stelle cadenti disegnare scie luminose. Questa della Meyer era forse una luce troppo luminosa e profonda che indicava in maniera particolare il cammino dei protagonisti?
Intanto in pochi ma salienti giorni ho divorato questa bella storia. La sete di sopravvivenza era troppa, troppo intensa; l'amore trascendentale dei due amanti contrastato da un terzo membro; gruppi di vampiri famelici e assetati, pronti a spiccare il volo su qualche succulenta preda. Mi accerchiarono e mi avvilupparono come un corpo estraneo, dandomi un senso di disorientamento e allo stesso tempo sconforto. Fino a qualche anno fa, Bella ed Edward erano stati quei compagni stabili che speravo durassero in eterno. Anzi, non avevo neanche riflettuto su una simile idea, l'avevo data per scontata. Ma in pratica la storia che si porta dentro la Meyer altro non è che un ammasso di pietre che galleggiano in un angolo nel cosmo letterario. Vista dalla mia prospettiva, da una me più matura e coscienziosa, non è altro che un temporaneo ed effimero supporto. Ed è stato proprio in questo modo che ho accolto nel mio cantuccio personale qualcosa per cui, qualche anno fa, non avrei rinunciato per niente al mondo. Un piccolissimo dettaglio, una frase lasciata in sospeso, un bacio mancato, sono stati spazzati via con me a bordo, anche senza il mio consenso. Eppure, spettatrice di un amore profondo e indimenticabile, semplice e puro da togliere il fiato, mi sembrava di volare a ogni momento al pensiero in cui le labbra fredde di Edward potessero posarsi sulle mie.
Contemplare la bellezza di un bacio dalla poltrona preferita di casa mia, e avvertirlo sulla pelle dal fondo di un pozzo oscuro e freddo come la notte, sono però due cose molto diverse. Questa volta ho letto e vissuto la storia di Eclipse tenendo il mio essere cosciente saldamente ancorato a ognuno dei personaggi che costellano l'universo meyerano. Ho provato nei loro confronti un forte senso d'intimità. Probabilmente avvertiti solo da me che mi sono trovata repentinamente e irrimediabilmente nella piccola cittadina di Forks. Bella, Edward, Jacob, Alice, Jasper, Charlie, e tutti gli altri hanno un significato particolare che né il tempo né l'età penso riusciranno a scalfire, e loro in cambio mi infondono forza e calore.
Svanirono dal mio campo visivo nel momento in cui chiusi con un debole fruscio le pagine ingiallite del romanzo, a mano a mano che il tempo trascorreva inesorabile e il cielo diveniva più oscuro nel quieto pomeriggio d'inverno. Se ne andarono molto quietamente, ed io non potei fare altro che accompagnarli con lo sguardo nel nuovo << cammino della vita >>. Eppure una storia apparentemente innocua, semplice che esalta l'amore romantico non riuscì a scacciare del tutto le mie nitide sensazioni. Emozioni che si agitano dentro, nonostante l'ascesa inesorabile di una guerra cruenta e sanguinosa. Io ne ero felice. A parte qualche atteggiamento contestabile di Bella che ogni tanto transitava come una nuvola, il suo amore per il vampiro Edward era l'unica cosa che accese davvero il mio interesse per tutto questo tempo. Leggerlo, infatti, è stato come essere travolti da qualcosa di forte e inspiegabile. Qualcosa di trascendentale, sorprendente e, allo stesso tempo, inspiegabile.
Una delle più belle celebrazioni d'amore che compongono gli scaffali della mia strapiena libreria è per me il terzo capitolo di una delle saghe letterarie più amate, negli ultimi tempi. Un amore in cui ho visto la bellezza di tante cose, che si sprigiona nella semplicità dei piccoli gesti, in cui si cerca sempre di mettere a tacere la malinconia, il senso di sconforto e il segreto rituale della protagonista di coronare il suo più grande sogno: diventare una vampira.
Quest'oggi continua il mio percorso letterario, e nella mia testa un unico pensiero riecheggia inesorabilmente: leggere molto di più! Non sarebbe un problema se la mancanza di tempo e il lavoro non mi impedissero di lasciare un segno del mio passaggio, quasi ogni giorno, ma non avendo altra possibilità che questa mi aggrappo a queste poche righe per esplicare, ancora una volta, il mio pensiero riguardante questa bellissima saga che ho amato profondamente quando ero adolescente. E adesso? Cosa è cambiato? Assolutamente nulla, se non una visione completamente diversa da quella di una ragazzina ingenua e sognatrice di un liceo forse troppo prestigioso per lei.
In occasione di una sfida letteraria indetta su Facebook, La saga di Twilight è stata quello strano rito di passaggio che mi ha fatto prendere consapevolezza come il mio amore nei suoi riguardi non fosse svanito, ma mutato. Avvezza a una miriade di emozioni forti, passionali che trascinano in un turbinio di sensazioni inspiegabili, in un harem fatto di lettere che inevitabilmente prende vita.
Poco dopo le sei del pomeriggio il cielo è ancora chiaro, ma sopra la mia testa capita che vedo già alcune stelle. Non ancora nitide, nella mezzaluna di cielo perfettamente ritagliata, ma rilucenti appena, ben raggruppate come campioni di minerali rari. Stephenie Meyer aveva ragione, dal fondo di un pozzo anche di giorno si possono vedere le stelle. Si possono scorgere una miriade di nascite, mutamenti, che inevitabilmente ci toccano.
Quando avevo sedici anni conoscevo già la saga di Twilight, e una mattina avevo visto Eclipse come un fenomeno straordinario. Un sole nero e spaventoso aveva riempito il firmamento. Sembrava che il cielo dovesse cedere sotto il peso della sua presenza e sprofondare giù. Non avevo mai letto nulla che fosse paragonato ad un eclissi, né lo lessi mai più in seguito. Come tutti avevo letto il terzo capitolo della saga con una certa curiosità, e, silenziosamente, nutrito un certo fascino per il titolo. Cosa aveva spinto l'autrice a intitolare così questo nuovo romanzo? A distanza di qualche anno penso ancora a quando la notte, quando non riuscivo a prendere sonno, contemplavo quella copertina dai colori cupi ma accesi, sedendomi dinanzi al pc, in cui la mia anima sorvolava silenziosamente nei cieli di una piccola cittadina sconosciuta dello Stato di Washington. Avevo visto un infinità di stelle cadenti disegnare scie luminose. Questa della Meyer era forse una luce troppo luminosa e profonda che indicava in maniera particolare il cammino dei protagonisti?
Intanto in pochi ma salienti giorni ho divorato questa bella storia. La sete di sopravvivenza era troppa, troppo intensa; l'amore trascendentale dei due amanti contrastato da un terzo membro; gruppi di vampiri famelici e assetati, pronti a spiccare il volo su qualche succulenta preda. Mi accerchiarono e mi avvilupparono come un corpo estraneo, dandomi un senso di disorientamento e allo stesso tempo sconforto. Fino a qualche anno fa, Bella ed Edward erano stati quei compagni stabili che speravo durassero in eterno. Anzi, non avevo neanche riflettuto su una simile idea, l'avevo data per scontata. Ma in pratica la storia che si porta dentro la Meyer altro non è che un ammasso di pietre che galleggiano in un angolo nel cosmo letterario. Vista dalla mia prospettiva, da una me più matura e coscienziosa, non è altro che un temporaneo ed effimero supporto. Ed è stato proprio in questo modo che ho accolto nel mio cantuccio personale qualcosa per cui, qualche anno fa, non avrei rinunciato per niente al mondo. Un piccolissimo dettaglio, una frase lasciata in sospeso, un bacio mancato, sono stati spazzati via con me a bordo, anche senza il mio consenso. Eppure, spettatrice di un amore profondo e indimenticabile, semplice e puro da togliere il fiato, mi sembrava di volare a ogni momento al pensiero in cui le labbra fredde di Edward potessero posarsi sulle mie.
Contemplare la bellezza di un bacio dalla poltrona preferita di casa mia, e avvertirlo sulla pelle dal fondo di un pozzo oscuro e freddo come la notte, sono però due cose molto diverse. Questa volta ho letto e vissuto la storia di Eclipse tenendo il mio essere cosciente saldamente ancorato a ognuno dei personaggi che costellano l'universo meyerano. Ho provato nei loro confronti un forte senso d'intimità. Probabilmente avvertiti solo da me che mi sono trovata repentinamente e irrimediabilmente nella piccola cittadina di Forks. Bella, Edward, Jacob, Alice, Jasper, Charlie, e tutti gli altri hanno un significato particolare che né il tempo né l'età penso riusciranno a scalfire, e loro in cambio mi infondono forza e calore.
Svanirono dal mio campo visivo nel momento in cui chiusi con un debole fruscio le pagine ingiallite del romanzo, a mano a mano che il tempo trascorreva inesorabile e il cielo diveniva più oscuro nel quieto pomeriggio d'inverno. Se ne andarono molto quietamente, ed io non potei fare altro che accompagnarli con lo sguardo nel nuovo << cammino della vita >>. Eppure una storia apparentemente innocua, semplice che esalta l'amore romantico non riuscì a scacciare del tutto le mie nitide sensazioni. Emozioni che si agitano dentro, nonostante l'ascesa inesorabile di una guerra cruenta e sanguinosa. Io ne ero felice. A parte qualche atteggiamento contestabile di Bella che ogni tanto transitava come una nuvola, il suo amore per il vampiro Edward era l'unica cosa che accese davvero il mio interesse per tutto questo tempo. Leggerlo, infatti, è stato come essere travolti da qualcosa di forte e inspiegabile. Qualcosa di trascendentale, sorprendente e, allo stesso tempo, inspiegabile.
Una delle più belle celebrazioni d'amore che compongono gli scaffali della mia strapiena libreria è per me il terzo capitolo di una delle saghe letterarie più amate, negli ultimi tempi. Un amore in cui ho visto la bellezza di tante cose, che si sprigiona nella semplicità dei piccoli gesti, in cui si cerca sempre di mettere a tacere la malinconia, il senso di sconforto e il segreto rituale della protagonista di coronare il suo più grande sogno: diventare una vampira.
Valutazione d'inchiostro: 5
Ottima recensione, a sto punto pero recupera anche Life and Death (dove Bella é vampiro e Edward umano ma hanno nomi diversi) e Midnight Sun (Twilight dal punto di vista di Edward)
RispondiEliminaSi, infatti li recupererò, 🤗🤗🤗
EliminaNon ho mai letto la saga ma comprendo il tuo amore per una serie di libri che ha fatto parte della tua adolescenza e che, anche se adesso sei più grande, continui ad amare. A me è successo con i libri di Asimov. Certo, da ragazzina ero più ingenua e forse ero anche più facile all'entusiasmo ma questo non toglie che i libri di Asimov saranno sempre il massimo per me. ❤️❤️ Sempre bellissimo il tuo blog❤️❤️
RispondiEliminaGrazie! Non credo che i romanzi indimenticabili siano da considerarsi tali solo perchè scritti bene, ma specialmente per le belle ermozioni che regalano. I ricordi che restano, e, in questo caso, immutati :)
Elimina