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sabato, gennaio 28, 2023

Gocce d'inchiostro: Una lontana follia- Kate Morton

Ritrovarsi in un luogo in cui effettivamente ci sono stata tante altre volte mi trasmise strane ma splendide sensazioni, e mentre della Morton ho già letto tutto – aspetto pazientemente possa scrivere qualcos’altro - avevo desiderato rileggere uno dei suoi tanti romanzi il cui tempo è di ben sei lunghi anni fa, il desiderio ardente di viverlo su carta divorò le mie viscere per tanto tempo. Come si può arguire Kate Morton è fra le mie autrici più amate. Qualche anno fa avvenne con alcuni romanzi, ma il Destino volle che le nostre strade si dividessero, e avvertire l’esigenza di tornare da leii – esattamente come quell’anno in cui di lei non avevo mai letto niente -, mi diede quella giusta spinta per rileggere questo splendido affresco. Mai scelta fu più azzeccata! Mentre le luminarie abbellivano ancora le strade della mia città e la corsa pazza ai regali era stata già effettuata, nei primi giorni del mese, ho accolto e considerato con sollievo l’idea che la storia di tre sorelle e un spettrale castello potessero allietare giornate umide e fredde, prima che il mese volgesse al termine. E quindi, così, di colpo, iniziai questo viaggio divenuto poi una compagnia fissa. 


Titolo: Una lontana follia
Autore: Kate Morton
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 12, 90 €
N° di pagine: 590
Trama: Edie Burchill ha un'anima appassionata e un bruciante amore per i libri. Forse per questo non capisce sua madre Meredith, una donna fredda, scostante e silenziosa, che ha passato una vita intera assorta in pensieri che solo lei conosce. Ma un giorno a casa Burchill arriva una lettera con il timbro di cinquant'anni prima: sulla busta, l'indirizzo di Milderhurst Castle, la dimora di campagna dove Meredith, sfollata da Londra, trovò accoglienza quando aveva tredici anni. Di fronte a quella lettera ingiallita dal tempo, Meredith è sconvolta. E la figlia comprende che sua madre nasconde un segreto. È così che Edie comincia un viaggio nel passato di quella donna che non ha mai conosciuto davvero; un viaggio che inizia proprio dall'imponente castello ormai in rovina, con il suo giardino vasto e impenetrabile, dove Meredith ha vissuto i giorni che hanno segnato il suo destino. Il castello è ancora abitato dalle tre figlie del famoso scrittore Raymond Blythe, allora giovani e bellissime, con una vita piena di promesse davanti a sé. Ma di quelle promesse la vita non ne ha mantenuta nessuna, e loro oggi non sono che tre ombre, prigioniere di una lontana follia, destinate a vagare senza pace tra i corridoi dell'antica dimora. Un luogo che, scoprirà Edie, porta impresso il ricordo di un incendio rovinoso, e di una morte che non ha mai trovato un senso. Solo immergendosi nei misteri di Milderhurst Castle, Edie potrà liberare sua madre da ciò che la opprime. Imparando, finalmente, a volerle bene.

  La recensione:

Le parole volano via nel momento in cui vengono pronunciate, ma quelle scritte restano.

Ci sono molti autori per il quale il mondo della finzione rappresenta un'occasione per scalare montagne invisibili e descrivere gli infiniti regni della fantasia. Tuttavia per Kate Morton, e per pochi altri narratori contemporanei, il terreno più fertile e affidabile per la propria ispirazione fu la letteratura vittoriana. I romanzi e le storie scritte nei pochi anni della sua carriera sono legati da un invisibile filo rosso: la Morton è inequivocabilmente una donna <<vittoriana>>, che trova respiro, rifugio e, verso la fine, anche senso di conforto nella letteratura.
Sono pochi gli scrittori che riescono a fare della propria passione uno scopo narrativo, come ha fatto questa giovane autrice australiana nei suoi romanzi. Eppure, ancor prima di quest'ennesimo bellissimo romanzo, le storie che dipana in maniera piuttosto semplice e che però non perdono mai il loro smalto, contribuirono certamente a fare della Morton la donna che un giorno sarebbe diventata. La Jane Austen contemporanea, come sono solita chiamarla io.
Inerpicarsi sulla ripida salita verso un giardino circondato da un ampio viale alberato, leggere la storia di due gemelle e la loro sorellina piccola: due sorelle maggiori che rinunciano alla loro vita per dedicarsi interamente alle cure della sorella minore, di un cuore infranto e un amore perduto e non ricambiato è stato davvero bello e entusiasmante. Insieme, sembravano avere un piano. Come se esistesse un disegno divino che mi avrebbe indicato la strada, una cospirazione per condurmi fra le pagine bianche di segreti foschi e rivelazioni sepolte da molti anni.
Ma quelle a cui mi aggrappo non sono altro che delle sciocchezze sentimentali, ovvio. Illusioni di una ragazza come tante altre, amante dei libri e della scrittura.
Scrivendo questa recensione mi viene solo da pensare che storie di questo tipo mi hanno sempre dato un po' alla testa predisponendomi a pensieri fantasiosi. Forse, la vera ragione è dovuta dal fatto che, in questi giorni - con l'estate ormai alle porte e un'immensa voglia d'imbarcarmi verso luoghi ancora per me sconosciuti - mi sentivo strana, diversa. Addirittura intrepida e eccitata, un avventuriera sfuggita al proprio tempo e ai propri luoghi alla conquista... alla conquista di qualcosa. Qualcosa che non riesca ancora ad appagarmi del tutto, che avrebbe spezzato in due il filo della routine e, specialmente, permesso di prolungare per qualche altro giorno l'ennesima intensissima lettura di Murakami. Poco importa se l'impresa era destinata a concludersi con tre vecchie signore e la visita di un maniero di campagna e, con un po' di fortuna, forse anche una mancata storia d'amore.
Come la radura di un laghetto cristallino e gelato, Milderhust Castle si erge su una collina boscosa raggiungendo un mastodontico castello verso nord. Il silenzioso e inarrestabile passare del tempo avvolge come una ragnatela la possente struttura. Che, al momento, è indifferente alla mia intrusione. Persiste del tanfo putrescente di muffa e ammoniaca, un pizzico di lavanda, una generosa spruzzata di polvere e le pagine tarlate di una veneranda biblioteca. Inoltrandomi nel portico di pietra, attraverso il corridoio a volta e, arrivando in fondo, entro in una sala circolare. Immersa nella penombra, dove un uccello bianco si libra in un cono di luce polverosa. Cammino per una decina di metri finché, me la trovo davanti: una figura evanescente che avanza verso di me. Un anziana signora di un antico maniero dall'aria arcigna e un po' brusca. Il contrasto perfetto tra realtà e illusione.
Questa mia visita inaspettata, insieme con il sole che entra dalla finestra e l'odore di chiuso della stanza, mi evocò una sensazione famigliare: la nostalgia delle mie spericolate immersioni nell'era vittoriana durante il liceo, quando trovavo un po' di tempo per me stessa libera dai compiti e da ogni pensiero. Apre un varco nei recessi più reconditi ed erigono un palazzo al quale questa sera, tra lenzuola bianche e appunti, feci finalmente ritorno. In quel santuario, impregnato di mistero, da cui ebbe tutto inizio. L'inizio. L'arrivo di una lettera. Mani tremanti e fiato sospeso che smaniano ad aprire con una lama un'insolita busta vergata da una calligrafia goffa e alquanto infantile. Che reca l'indirizzo di un luogo sconosciuto alla nostra protagonista, Edie, ma non alla mamma Meredith che, sfollata da Londra, trovò accoglienza quando era poco più di un'adolescente.
Nonostante siano passati anni, Meredith, non l'ha mai dimenticato. Al contrario della figlia, alla quale aveva cercato di farle vivere una vita normalissima, lei non aveva smesso neanche per un istante di pensare a quell'antico maniero. Alle storie sussurrate nel cuore della notte, a tutti i bei momenti trascorsi assieme alle tre sorelle. A ciò che avevano vissuto e perduto allo stesso tempo. Meredith, infatti, non ha mai fatto nulla per non spezzare in due il filo dei ricordi. Non era mai più tornata. Non gli aveva mai detto addio, ne scritto o telefonato pur di sentire la loro voce.
Consapevole dell'antico debito di riconoscenza della madre, di un segreto celato per molti anni e adesso riesumato, incurante delle conseguenze e del suo lavoro di editor, Edie comincerà un viaggio nel passato di questa donna che non ha mai conosciuto davvero. Un viaggio che avrà inizio proprio dall'imponente castello ormai in rovina, con il suo giardino vasto e impenetrabile.
Quella di Una lontana follia è la più bella celebrazione dell'amicizia, dell'amore, dei sogni che, nella sua semplicità disarmante, cela del potenziale. E' come sognare ad occhi aperti, tornare adolescente e trovarsi davanti alla cancellata di questo impotente maniero. In meno di tre giorni non ero più sdraiata comodamente fra i braccioli della mia poltrona preferita. Ovviamente, ero ancora li, circondata dalle vecchie mura della mia stanza, ma in un certo senso non c'ero più. Ero molto lontana, in un oscuro e severo castello del Kent, con tre sorelle, il loro ingombrante padre e le rivelazioni scottanti di una giovane editor che nei primissimi giorni di un'estate all'insegna del tedio e della quiete sentì come miei.
La sua voce, uscendo dal romanzo, risuonava nella luce accecante della mia camera. Ha preso vita nel momento in cui arrivò una semplice e innocua lettera. Una missiva che aveva viaggiato nel tempo, era rimasta per anni in una vecchia buca, in attesa che qualcuno la trovasse. Durante il corso della lettura mi sembrava così famigliare, perché di lei e di questa stramba storia, che si ammanta di gotico e un pizzico di malinconia, si avvale di un linguaggio forbito e spontaneo, zeppo di minuziose e dettagliate descrizioni, avevo letto alcuni anni fa. Ragione per cui leggere la sua storia è stato come rivedere una vecchia amica.
Racconto di donne forti e allo stesso tempo fragili, timorose del senso della vita e del tempo, che non sanno cosa aspettarsi dal futuro, trascinante, gotico e piuttosto semplice, Una lontana follia non è solo un affresco per gli amanti del romanzo gotico. Un affascinante intreccio di segreti, follia, passione, amori e misteri, ma anche un piccolo miracolo per il semplice fatto di aver permesso sia a Edie sia alla madre Meredith, di trovare la propria identità. Cercare una strada, quando non avevano la certezza di arrivare a una meta. Una storia d'altri tempi capace di toccare le corde più sensibili del nostro animo.

Valutazione d’inchiostro: 5

4 commenti: