Non amo particolarmente
i gialli. Non che sia un tubù o un segreto che desidero custodire gelosamente,
ma i romanzi incentrati su indagini poliziesche, morti repentine e brutali,
pagine e pagine di ricerche ed informazioni che non portano da nessuna parte se
non a girarci intorno, non hanno mai sollecitato più di tanto la mia attenzione.
Ma questo romanzo, nonostante i buoni propositi, l’ho portato a termine: l’ho
letto – non divorato -, senza scontare in qualche sbadiglio. Ci sarebbe da
ridire, non lo metto in dubbio. Ma a me la Link mi piace quando combina
elementi in cui il tessuto ammaliante del passato cozza col presente, e segreti
di famiglie che erano interamente nascosti prendono vita. Questo romanzo non
esplica niente di ciò, ma io avevo scelto di proposito di leggerlo. Ciò che
accadde durante il periodo della sua lettura fu completamente diverso da quel
che credevo, e non sapevo se fosse un mancato tentativo d’azione o una <<
gaffe >> nel periodo di scrittura, il legame che si è interconnesso fra
me e la sua autrice.
Nulla di così
memorabile, dunque, ma sicuramente che tiene su un meccanismo a dir poco
affascinante per gli amanti del genere che tuttavia mi si è rivolto con un
sorriso. Un sorriso che, per educazione e curiosità, ho ricambiato serbando
però la speranza nel cuore di un prossimo incontro con la sua autrice. Un incontro
che possa lasciare un segno nella sabbia del tempo, proprio come accadde
qualche tempo fa.
Titolo: L’ultima traccia
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 492
Trama: La vita della ventitreenne Elaine Dawson sembra un
susseguirsi di delusioni e fallimenti. Per questo Elaine non resta troppo
sorpresa quando, in una fredda giornata di gennaio del 2003, i suoi progetti
vanno nuovamente in fumo: è in partenza per partecipare al matrimonio di
un'amica a Gibilterra, e tutti i voli da Heathrow vengono cancellati a causa
della nebbia. Ma forse questa volta succederà qualcosa di inaspettato che darà
una svolta alla sua vita: un affascinante sconosciuto le offre di andare a
pernottare a casa sua, vicino all'aeroporto, invece di accamparsi nella
squallida sala d'attesa fino al giorno dopo. Elaine accetta. Da quel momento
nessuno la rivedrà più. Cinque anni dopo, l'amica e giornalista Rosanna
Hamilton si occupa del suo caso nell'ambito di una serie di articoli su persone
scomparse senza lasciare traccia. Al suo fianco l'avvocato Marc Reeve: l'uomo
che all'epoca ospitò Elaine. Sebbene gli inquirenti non avessero mai pronunciato
accuse nei suoi confronti, il sospetto era stato sufficiente a rovinargli
carriera e vita privata. Improvvisamente spuntano degli indizi che Elaine sia
ancora viva. A Rosanna e Marc non resta che seguire questa traccia, ignari dei
pericoli che li attendono...
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea
Prezzo: 9 €
N° di pagine: 492
Trama: La vita della ventitreenne Elaine Dawson sembra un susseguirsi di delusioni e fallimenti. Per questo Elaine non resta troppo sorpresa quando, in una fredda giornata di gennaio del 2003, i suoi progetti vanno nuovamente in fumo: è in partenza per partecipare al matrimonio di un'amica a Gibilterra, e tutti i voli da Heathrow vengono cancellati a causa della nebbia. Ma forse questa volta succederà qualcosa di inaspettato che darà una svolta alla sua vita: un affascinante sconosciuto le offre di andare a pernottare a casa sua, vicino all'aeroporto, invece di accamparsi nella squallida sala d'attesa fino al giorno dopo. Elaine accetta. Da quel momento nessuno la rivedrà più. Cinque anni dopo, l'amica e giornalista Rosanna Hamilton si occupa del suo caso nell'ambito di una serie di articoli su persone scomparse senza lasciare traccia. Al suo fianco l'avvocato Marc Reeve: l'uomo che all'epoca ospitò Elaine. Sebbene gli inquirenti non avessero mai pronunciato accuse nei suoi confronti, il sospetto era stato sufficiente a rovinargli carriera e vita privata. Improvvisamente spuntano degli indizi che Elaine sia ancora viva. A Rosanna e Marc non resta che seguire questa traccia, ignari dei pericoli che li attendono...
La recensione:
<< La nostra vita
è così piena di clichè, anche quando crediamo di saper guardare le cose fino in
fondo in tutta la loro verità e giustizia. >>.
Sin da quando ero bambina, ho sempre
considerato i libri come migliori compagni di viaggio. Parlano quando si ha
bisogno, tacciono quando si vuole il silenzio. Fanno compagnia senza essere
invadenti e danno moltissimo senza chiedere nulla.
In questi momenti le mie giornate, perennemente avvolte da un tetro grigiore, brillavano furtive come un disco candido sulla placida superficie di un lago e, sporgendo morbidamente con la loro pallida luce, proteggevano con il suo chiarore i miei entusiasti viaggi notturni. Niente spiegava cosa attirasse la mia attenzione, quale intento narrativo ammaliasse il mio spirito quando, la sera, le sue soavi note acquietavano la mia mente come una lenta litania. Tuttavia, catapultarmi su uno spazio ancora per me oscuro e profondo di cui non sapevo assolutamente nulla, destava il mio fascino. Attanagliava le mie viscere, con trasporto ed impeto, e accarezzarmi come morbida pelle inondandomi come un fiume.
Nella mia carriera di lettrice accanita, in svariati periodi della mia vita, ci sono stati momenti in cui ho scoperto autori di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza. Mi auguravo sempre che, nei loro romanzi, trovassi qualcosa di speciale al punto di sconvolgere completamente il mio universo personale. Ciò accadde con Murakami, Zafon, Simmons e, negli ultimi tempi, con una promettente autrice tedesca le cui storie divennero una certezza nel panorama del mistery e dell'adrenalina. In quanto rileggere L'ultima traccia, a nove anni di distanza dalla sua ultima lettura, non mi diede le medesime sensazioni provate la prima volta che scoprì la tragica scomparsa della giovane Elaine. Ma, in un breve lasso di tempo, sono stata coinvolta da una serie di situazioni dominate dalla disperazione, che hanno turbato il mio animo e avvolto completamente il mio corpo. Mi hanno fatto perdere la cognizione di me stessa. La lucidità. Il senso del tempo. E, in qualche ora, sono stati più essenziali della mia vita stessa.
In una notte dall'aria fredda e pungente, i miei occhi seguivano i caratteri stampati di un romanzo che è stato composto incidendo delitti sulle pagine e, con le palpebre pesanti e il libro posto a mò di leggio sopra le gambe, non riuscivo a scollarmi se non quando giungevo alla fine del capitolo. Due omicidi si contendevano silenziosi la mia coscienza. Nel cuore della notte, con il silenzio delle mie riflessioni, ho osservato inquietamente i tragici incidenti di due ragazze manovrate da un fato egoista e bastardo come piccole marionette. Ho visto cose che non avrei dovuto vedere, avvertito le loro paure come una malattia che avrebbe cominciato a manifestarsi immediatamente, dapprima in modo quasi impercettibile, poi con la fatalità di una condanna. Mi sono immedesimata a tal punto da provare empatia per ogni singolo personaggio. Disillusi, feriti, senza alcun futuro ne prospettiva. E, nel segreto del loro animo, invidiosi del resto del mondo, per la struttura della loro vita, l'importanza e il significato di quello che avrebbero potuto ottenere in un futuro più roseo. Anime peccatrici intrappolate in un pozzo buio e profondo che, al di la di quella maschera di cera tanto gelosamente custodita, vivono costantemente col timore di essere puniti: bambini che conducevano una vita spensierata, ma a cui è stata tolta la felicità come un alito di vento.
Farsi travolgere completamente da loro, dalla loro storia, è stato come vedere una luce che avrebbe rischiarato l'oscurità della landa deserta in cui sono involontariamente sprofondata e in cui ancora mi dibatto. Ammalia, intriga, incuriosisce, ci spinge impulsivamente a intraprendere questo meraviglioso viaggio. Scavare nei recessi più reconditi della psiche umana, dare voce a chi non ha mai avuto voce, riuscire a convivere con quello che si è fatto, soffrire per qualche tempo e farsi travolgere completamente dai ricordi.
L'ultima traccia è un quadro brillantemente costruito che tuttavia non si è completamente sposato ai miei gusti in cui ogni pagina trasuda insoddisfazione, frustrazione, amore, dolore e che ammalia sin dal primo sguardo. Una storia in cui, questi manichini ombrosi che l'autrice descrive, in una manciata di secondi, divengono "persone". La tristezza e l'insoddisfazione è talmente palpabile che, quando loro la lasciano trapelare, sembra di viverla in prima persona. Il sale delle lacrime versate da Rosanna vedendo il suo amato Marc morto, bruciano il viso. Lo spirito del romanzo ha tanto di famigliare. Tutti i personaggi, alla fine, realizzano i loro desideri più profondi: Rosanna vede riesumare una parte della storia della sua vita, nella landa deserta del suo spirito, prima di voltare pagina; Elaine viene vendicata. Ma solo troppo tardi ti accorgi del prezzo che hanno dovuto pagare per sottrarsi al loro destino. Ogni grumo di felicità sembra essere stato deturpato. Il fato, così docile, ragionevole, disponibile a trattare all'inizio, alla fine ha esagito una crudele vendetta in cambio della felicità.
Una storia di redenzione e cambiamenti, nella quale gli omicidi sono all'ordine del giorno, ma i cui atti violenti continuano a ferire i cuori dei più sensibili. Un'accozzaglia di avvenimenti, personaggi che, per le numerose indagini appiattiscono un po' il tutto, ma delineati magistralmente, annientano lo spirito.
In questi momenti le mie giornate, perennemente avvolte da un tetro grigiore, brillavano furtive come un disco candido sulla placida superficie di un lago e, sporgendo morbidamente con la loro pallida luce, proteggevano con il suo chiarore i miei entusiasti viaggi notturni. Niente spiegava cosa attirasse la mia attenzione, quale intento narrativo ammaliasse il mio spirito quando, la sera, le sue soavi note acquietavano la mia mente come una lenta litania. Tuttavia, catapultarmi su uno spazio ancora per me oscuro e profondo di cui non sapevo assolutamente nulla, destava il mio fascino. Attanagliava le mie viscere, con trasporto ed impeto, e accarezzarmi come morbida pelle inondandomi come un fiume.
Nella mia carriera di lettrice accanita, in svariati periodi della mia vita, ci sono stati momenti in cui ho scoperto autori di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza. Mi auguravo sempre che, nei loro romanzi, trovassi qualcosa di speciale al punto di sconvolgere completamente il mio universo personale. Ciò accadde con Murakami, Zafon, Simmons e, negli ultimi tempi, con una promettente autrice tedesca le cui storie divennero una certezza nel panorama del mistery e dell'adrenalina. In quanto rileggere L'ultima traccia, a nove anni di distanza dalla sua ultima lettura, non mi diede le medesime sensazioni provate la prima volta che scoprì la tragica scomparsa della giovane Elaine. Ma, in un breve lasso di tempo, sono stata coinvolta da una serie di situazioni dominate dalla disperazione, che hanno turbato il mio animo e avvolto completamente il mio corpo. Mi hanno fatto perdere la cognizione di me stessa. La lucidità. Il senso del tempo. E, in qualche ora, sono stati più essenziali della mia vita stessa.
In una notte dall'aria fredda e pungente, i miei occhi seguivano i caratteri stampati di un romanzo che è stato composto incidendo delitti sulle pagine e, con le palpebre pesanti e il libro posto a mò di leggio sopra le gambe, non riuscivo a scollarmi se non quando giungevo alla fine del capitolo. Due omicidi si contendevano silenziosi la mia coscienza. Nel cuore della notte, con il silenzio delle mie riflessioni, ho osservato inquietamente i tragici incidenti di due ragazze manovrate da un fato egoista e bastardo come piccole marionette. Ho visto cose che non avrei dovuto vedere, avvertito le loro paure come una malattia che avrebbe cominciato a manifestarsi immediatamente, dapprima in modo quasi impercettibile, poi con la fatalità di una condanna. Mi sono immedesimata a tal punto da provare empatia per ogni singolo personaggio. Disillusi, feriti, senza alcun futuro ne prospettiva. E, nel segreto del loro animo, invidiosi del resto del mondo, per la struttura della loro vita, l'importanza e il significato di quello che avrebbero potuto ottenere in un futuro più roseo. Anime peccatrici intrappolate in un pozzo buio e profondo che, al di la di quella maschera di cera tanto gelosamente custodita, vivono costantemente col timore di essere puniti: bambini che conducevano una vita spensierata, ma a cui è stata tolta la felicità come un alito di vento.
Farsi travolgere completamente da loro, dalla loro storia, è stato come vedere una luce che avrebbe rischiarato l'oscurità della landa deserta in cui sono involontariamente sprofondata e in cui ancora mi dibatto. Ammalia, intriga, incuriosisce, ci spinge impulsivamente a intraprendere questo meraviglioso viaggio. Scavare nei recessi più reconditi della psiche umana, dare voce a chi non ha mai avuto voce, riuscire a convivere con quello che si è fatto, soffrire per qualche tempo e farsi travolgere completamente dai ricordi.
L'ultima traccia è un quadro brillantemente costruito che tuttavia non si è completamente sposato ai miei gusti in cui ogni pagina trasuda insoddisfazione, frustrazione, amore, dolore e che ammalia sin dal primo sguardo. Una storia in cui, questi manichini ombrosi che l'autrice descrive, in una manciata di secondi, divengono "persone". La tristezza e l'insoddisfazione è talmente palpabile che, quando loro la lasciano trapelare, sembra di viverla in prima persona. Il sale delle lacrime versate da Rosanna vedendo il suo amato Marc morto, bruciano il viso. Lo spirito del romanzo ha tanto di famigliare. Tutti i personaggi, alla fine, realizzano i loro desideri più profondi: Rosanna vede riesumare una parte della storia della sua vita, nella landa deserta del suo spirito, prima di voltare pagina; Elaine viene vendicata. Ma solo troppo tardi ti accorgi del prezzo che hanno dovuto pagare per sottrarsi al loro destino. Ogni grumo di felicità sembra essere stato deturpato. Il fato, così docile, ragionevole, disponibile a trattare all'inizio, alla fine ha esagito una crudele vendetta in cambio della felicità.
Una storia di redenzione e cambiamenti, nella quale gli omicidi sono all'ordine del giorno, ma i cui atti violenti continuano a ferire i cuori dei più sensibili. Un'accozzaglia di avvenimenti, personaggi che, per le numerose indagini appiattiscono un po' il tutto, ma delineati magistralmente, annientano lo spirito.
Valutazione d’inchiostro: 3
Interessante, peccato il voto basso; grazie per la recensione
RispondiEliminaI gialli non fanno per me 🤗🤗
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