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sabato, giugno 17, 2023

Gocce d'inchiostro: Sono contenta mia mamma è morta - Jennette McCurty

Non solo l’età che ha la sua autrice, quanto il fatto che sentì l’esigenza di scrivere, parlare di sé come un moto violento e inaspettato le cui circostanze di far trapelare ciò che aveva saldamente nascosto furono incentivo per urlare al mondo chi fosse Jennette McCurdy. Non che avevamo bisogno di leggere l’ennesimo dramma familiare, ma a questo romanzo non nascondo mi sono avvicinata con una certa curiosità, la mia completa attenzione attratta dal passato << oscuro >> di una mia coetanea, di cui nessuno -nemmeno chi pensava fosse sua amica o amico – sospettò cosa ci fosse in queste pagine. Al punto da credere che, forse, la morte improvvisa della madre sia stata una benedizione e mantenere una corazza di finto buonismo da quant’è è in vita quasi un tentativo erculeo.
Sono contenta che mia mamma è morta, di cui non ho potuto fare a meno di notare come il titolo sia stato coniugato al presente per motivi precisi e specifici, mi possedette in un certo senso come non credevo possibile, turbando il mio sorriso, infilandosi in una piccola fessura del mio cuore che mi annichilì, mi lasciò senza parole proprio nel prendere consapevolezza di ciò che sarà stato per Jennette vivere … o non vivere?!?

Titolo: Sono contenta mia mamma è morta
Autore: Jennette McCurty
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 19 €
N° di pagine: 384
Trama: Jennette McCurdy aveva solo sei anni quando si presentò al suo primo provino. La madre sognava che diventasse una star e Jennette avrebbe fatto qualsiasi cosa per compiacerla. Compreso digiunare e pesarsi cinque volte al giorno, sottoporsi a estenuanti ore di trucco e rinunciare a qualsiasi forma di privacy. In queste pagine ricche di innocente candore e umorismo nero, racconta la sua infanzia e adolescenza, senza timore di toccare temi scottanti come i disturbi alimentari, le dipendenze e le relazioni familiari.

La recensione:

 

Il divertimento non è una cosa con cui ho gran dimestichezza. La vita è una cosa seria. C’è molto da fare in questo posto. Essere preparati, lavorare sodo e fare le cose per bene sono molto più importanti del divertimento.

 

Malgrado l’idea che trattasi di un romanzo, a posteriori ho riflettuto molto nel leggere della vita di una ragazza come tante, una mia coetanea, che dovette crescere fin troppo presto pur di comprendere come la vita non fosse solo bianca e nera ma anche ricca di sfumature. Ho letto molti libri che toccano certe tematiche, più di quanti mi piacerebbe leggere o avrei voluto leggere in alcuni momenti della mia vita, e mentre la Vita scorre e procede nel suo naturale percorso, alla fine ne resto colpita. In un modo o nell’altro mi rendono più presa di quel che credevo, più coinvolta, perché si aprono molto più di quello che pensavo, più a loro agio nel riversare ciò che tengono stretto in quel contenitore imperfetto che è la scrittura. Così passo in rassegna romanzi apparentemente banali ma profondi, fin quando non mi imbattei in quello di una giovane attrice che mi introdusse nel mondo dello spettacolo ma anche in quello personalissimo di Jennette McCurty.
 La bellezza, la notorietà era un prezzo troppo alto da pagare, ma l’aura magnetica e ardente di una madre fin troppo possessiva, autoritaria, perversa fanno discutere sul modo in cui è divenuta famosa. La velocità di apprendere l’arte della recitazione, la paura di non poter ingrassare, non stringere relazioni con l’altro sesso se non gay, la crescita e la maturità dettata da momenti in cui la stessa Jennette si è sentita sola. Nessuno ha mai potuto donarle una mano di aiuto, nemmeno quando la mamma si ammalò nuovamente di cancro. Combatté invano per tanto tempo, fin quando Dio non l’accolse nel suo splendido Giardino.
Non ho potuto fare a meno di divorare queste pagine, come se animate da volontà propria, esplorando la mente di una bambina – prima -, una donna – adesso -, che reinventano e scandagliano quella falsa idea, quel falso proposito che le madri vogliono solo il nostro bene. Forse è vero, e anche nel caso di Jennette non credo che Debby fosse del tutto consapevole degli abusi che inculcava a sua figlia. Ma che liberazione, nel momento in cui la morte sopraggiunse, che sospiro di sollievo non essere più condizionata a tal punto di essere forse qualcuno che non aveva mai voluto essere. Perché Jennette conquista non quanto per aver avuto il coraggio di parlare di sé, aprirsi al mondo rivelando ogni cosa sembrava fosse ben celata, ma per il coraggio di aver affrontato tutto questo. Creatura fragile che ha dovuto vestirsi di una corazza insondabile, inciampando qua, cadendo là, venendo giù a capofitto fin quando qualcuno non ha potuta leggerla come è effettivamente dentro.
La storia di Jennette McCurty, per me celebre per la serie televisiva ICarly, prima che approdasse sul mio Kobo, mi era del tutto sconosciuta, la ragazza dal trucco fin troppo acceso e i tacchi alti per eccellenza, mi trasmise sensazioni forti, altalenanti che disgraziatamente è la vera vita della sua autrice, e anche se ci ho messo un po' a credere che non fosse solo romanzato, non ho potuto fare a meno di apprezzare persino il silenzio di cui è pregno, perché proprio in questi momenti potevi udire Jennette e cogliere certi segreti che voleva ben nascondere, i dilemmi di una ragazza che avrebbe voluto abbracciare il mondo dello spettacolo in maniera completamente diversa. Esplodendo su un campo di battaglia così famigliare che fu davvero impossibile scrollarsi di dosso, il silenzio che regnava in ogni pagina scandagliato da ricordi che cozzano contro il desiderio di affermarsi ed essere affermata. In un vortice di sensazioni, allucinazioni sonore, che la dicono lunga sul suo modo di percepire il mondo, così emotivamente coinvolta in questa dispiacevole esperienza, e poi la consapevolezza che la vita poteva essere anche un posto migliore, un luogo di conforto che la sua stessa anima rinvigorì quando ne prese atto.
Scivolando nei sentieri insidiosi e indistinti della sua memoria, che si rifiuta di fermarsi per permettere di attribuirgli un nome, in maniera indimenticabile e quasi solenne, Jennette ha ritratto se stessa e tutto quello che lo circonda, in un meraviglioso quadro, con un pennello che abbia il potere di abbagliare la sua anima. Rimasugli di una storia passata, abbozzata ma nitida, che gettano una certa luce sul suo passato che coincide con un personaggio immaginario. Trascinandoci via dalla corrente del tempo e perdendoci in momenti particolari della sua vita. Sprofondando, attimo dopo attimo, in un sotterraneo buio in cui non ci sono limiti, di cui non si conosce la fine. Muovendo i fili di fantocci animati e disegnati in pochissimi ma salienti tratti.
La generale malinconia che trasuda dalle sue pagine, così come il senso di vuoto che opprime il suo animo, si fusero al desiderio di poter condividere qualunque cosa con personaggi fatti esclusivamente di carta e inchiostro: sedersi comodamente, aprire una finestra su un mondo che ha tanto di famigliare ed essere capaci di sognare ad occhi aperti, come sto facendo io in questo momento. Nonostante provare questo tipo di esperienze sulla mia pelle mi fa sentire quasi come un’intrusa, per me, è una sensazione estremamente gradevole.
Questo romanzo cede il posto a situazioni assurde, inspiegabili e inverosimili, che tuttavia coincidono col senso di smarrimento e alcune riflessioni sul senso della vita. E, seppur non del tutto originale, prende vita lentamente testimoniando il desiderio di Jennette di trovare conforto e comprensione.
Gettata come granelli di fuoco in mezzo lo spazio, così lontana da scorgere soltanto la luce che irradia, circondata da un muro di riflessioni e insicurezze, e costellata da immagini nitide, precise che conferiscono un quadro piuttosto significativo su quello che si avverte fra le sue pagine: non ci si sente mai così soli come quando apriamo il cuore al mondo esterno, perché allora ci rendiamo conto di come l'ostacolo sia insormontabile.
Una storia  semplice ma amara e forte che, accumulata in qualche zona segreta del nostro cuore, in una specie di limbo della memoria, è un urgenza imprescindibile della sete di coinvolgere ogni centimetro del nostro corpo. Un fiume che va nel mare, un satellite lungo la sua orbita che ci catapulta in un viaggio straordinario e indimenticabile.

Valutazione d’inchiostro: 4

2 commenti:

  1. Diverso dal solito sicuramente, ma non fa per me; grazie per la recensione

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