Non ci sono regole,
quando genio e creatività si uniscono. Non ci sono regole, se l’amore, con i
suoi incauti sussulti, bussa alla nostra porta, quando meno ce lo aspettiamo. Non
ci sono mezze misure, quando si tratta di sentimenti, calibrare l’emozioni,
dominarle affinché la nostra anima possa risplendere nell’avverso universo. Pochi
autori come Alice Oseman esplicano l’amore, quello fra adolescenti, con
slancio, profondità, scorrazzando in ogni parte del mondo, prevalentemente in qualche
aula scolastica, ma così perfetta a calibrarli da sortire quasi una specie di
magia. Sebbene abbia valicato la soglia dell’adolescenza da un bel pezzo, leggere
i romanzi di Alice Oseman sortisce quasi sempre strani effetti. Ed, questa mia
recente lettura, è un perfetto esempio di idea romantica, che ha solide barriere
e sfora qualunque falso mito. Piccoli grandi uomini o donne, ma esseri che
grazie all’amore comprenderanno chi sono ma soprattutto cosa vogliono dalla
vita. Folgorazione di trasformazioni, vagiti di un mondo che lentamente
muteranno in soavi ed angelici canti.
Titolo: Radio silence
Autore: Alice Oseman
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 432
Trama: Frances
Janvier è sempre stata una “macchina da studio” con un unico obiettivo: entrare
in una università d’élite. E nulla la può fermare: né gli amici, né il segreto
che nasconde, neppure la sua stessa personalità. Aled Last frequenta l’ultimo
anno del liceo ma ricorda a tutti un bambino piccolo che ha perso la mamma al
supermercato. È timido e prende sempre voti altissimi. Quando incontra Aled,
Frances scopre una nuova libertà. Per la prima volta non ha paura di essere se
stessa. Frances è una ragazza, Aled un ragazzo, e, come spesso succede, i due
si innamorano e… No, in effetti non va così. Frances e Aled non si innamorano
affatto: collaborano a un podcast. E ottengono un inaspettato successo, che
potrebbe però rivelarsi fatale per il loro rapporto. In un mondo che sembra
determinato a imbrigliare le loro vite su binari già stabiliti, Frances e Aled
lottano per superare le proprie paure e trovare la propria voce nel corso di un
anno che cambierà le loro vite. Avranno il coraggio di mostrare a tutti chi
sono veramente?
Autore: Alice Oseman
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 15 €
N° di pagine: 432
Trama: Frances Janvier è sempre stata una “macchina da studio” con un unico obiettivo: entrare in una università d’élite. E nulla la può fermare: né gli amici, né il segreto che nasconde, neppure la sua stessa personalità. Aled Last frequenta l’ultimo anno del liceo ma ricorda a tutti un bambino piccolo che ha perso la mamma al supermercato. È timido e prende sempre voti altissimi. Quando incontra Aled, Frances scopre una nuova libertà. Per la prima volta non ha paura di essere se stessa. Frances è una ragazza, Aled un ragazzo, e, come spesso succede, i due si innamorano e… No, in effetti non va così. Frances e Aled non si innamorano affatto: collaborano a un podcast. E ottengono un inaspettato successo, che potrebbe però rivelarsi fatale per il loro rapporto. In un mondo che sembra determinato a imbrigliare le loro vite su binari già stabiliti, Frances e Aled lottano per superare le proprie paure e trovare la propria voce nel corso di un anno che cambierà le loro vite. Avranno il coraggio di mostrare a tutti chi sono veramente?
La recensione:
Sono forte. Sono una
stella. Ho il petto d’acciaio e gli occhi di diamante. I cyborg vivono e poi si
rompono, ma io non mi romperò mai. Perfino quando le mie ceneri aleggeranno fra
le mura della Città, anche allora vivrò e volerò, e la saluterò dall’alto
ridendo.
Fu la prima lettura, dopo la frenesia di leggere
il primo volume della saga Heartstopper, la prima lettura che mi diede l’opportunità
di conoscere un po' meglio la sua autrice. Nelle zone soleggiate, scintillanti,
sfolgoranti del mio personale universo, la Oseman risiedette in questo
personalissimo spazio sortendo nient’altro che l’effetto di restarci per
qualche giorno. Tutto sommato fu così, ma essendo rivolto ad un pubblico
prettamente adolescenziale, la sua permanenza fu piacevole ma non indimenticabile
come credono molti. Molto dolce, carino, ma non così memorabile da farmi rinunciare
a qualcosa di così fondamentale per me. Però delle volte si ha bisogno anche di
questo, delle volte si ha bisogno anche di letture che aiutino a smorzare gli
animi, stemprare ogni rivalità, ogni difficoltà, ogni imprevisto, e berli come tè
dolce e fresco in una manciata di giorni o ore. Perché alla fine ciò che conta,
sono l’emozioni che restano dentro: sentimenti che, persino chi è dotato di un’anima
un po' più coriacea, lo trascineranno in un’altalena sfolgorante di magia e intensità.
Bellezza, luce, calore in cui persino i raggi del sole che picchiano sopra le
nostre teste veglieranno lungo questo cammino. Si stringono a voci colme d’emozioni,
anche quelli più tristi, cercando così di guardare dalla finestra virtuale di
questo piccolo Cosmo, qualcosa di estremamente confortevole. Ospitale. Un piccolo
cuore che batte all’unisono dei suoi personaggi.
Radio silence è il secondo libro che leggo di Alice Oseman, maestra dei sentimenti prettamente adolescenziali. Abile cantastorie di opere liriche che non possiedono niente di speciale ma sono uno squarcio sull’anima di chiunque, sbocchi di vita che disgraziatamente restano quasi sempre ai bordi della mia anima – per semplice gusto personale -, ma sono echi, effetti straripanti di magia, sarcasmo, esuberanza che, nonostante il tono quasi sempre vittimistico, tipico dell’adolescenza, dà però un’infarinatura su ciò che celano gli adolescenti. Su come possano sentirsi in relazione col prossimo, nel momento in cui scoprono sé stessi e soprattutto quale strada desiderano imboccare, non volendo però passare per semplici marionette mosse da un abile giochista quanto sorbirsi lezioni di vita da cui inevitabilmente si cresce. Trascinano nel loro lento fragore, rinchiuso in forme sofisticate di silenzio che rifuggono da ogni dilemma, ogni elemento impedisca di raggiungere la felicità.
Radio silence è il secondo libro che leggo di Alice Oseman, maestra dei sentimenti prettamente adolescenziali. Abile cantastorie di opere liriche che non possiedono niente di speciale ma sono uno squarcio sull’anima di chiunque, sbocchi di vita che disgraziatamente restano quasi sempre ai bordi della mia anima – per semplice gusto personale -, ma sono echi, effetti straripanti di magia, sarcasmo, esuberanza che, nonostante il tono quasi sempre vittimistico, tipico dell’adolescenza, dà però un’infarinatura su ciò che celano gli adolescenti. Su come possano sentirsi in relazione col prossimo, nel momento in cui scoprono sé stessi e soprattutto quale strada desiderano imboccare, non volendo però passare per semplici marionette mosse da un abile giochista quanto sorbirsi lezioni di vita da cui inevitabilmente si cresce. Trascinano nel loro lento fragore, rinchiuso in forme sofisticate di silenzio che rifuggono da ogni dilemma, ogni elemento impedisca di raggiungere la felicità.
Valutazione d’inchiostro: 3
Bella recensione, ma visto il voto basso, presumo sia andata malino; grazie comunque
RispondiEliminaNo, semplice gusto personale 🤗🤗🤗🤗🤗
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