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domenica, ottobre 15, 2023

Gocce d'inchiostro: Anne di Green Gables - Lucy Maud Montgomery

Per me essere una lettrice equivale valicare qualunque barriera, aborrire qualunque pregiudizio, mentre amarla è una cosa di cui non riesco proprio a farne  a meno, non più di quanto potrei smettere di amare la mia famiglia, il mio cane, ma più di quanto potrei rinunciare alla mia dignità. Come faccio a non lasciarmi trascinare dagli eventi? Come posso ignorare gli incauti sussulti del mio cuore nel venerare nient’altro che pura e sana letteratura, che essa sia nazionale, straniera, atipica non ha importanza, che negli anni mi ha donato parecchie soddisfazioni più del dovuto? Crearsi una propria identità, o un piccolo spazio virtuale, come se la ricchezza di parole rovesciate nella torrente di un fiume fosse frutto di qualcosa che mi rende viva. Industriosa di qualcosa che un giorno confido possa divenire più di una semplice passione.
Donne, uomini, bambini di diverse generazioni, io compresa, mi hanno sfangata nella melma e nella puzza di stantio e marciume. Il mondo personale con il quale mi circondo diviene giorno dopo giorno sempre più luminoso, meraviglioso, confortevole, che fra il grigiore della monotonia generale funge da scialuppa di salvataggio dinanzi a un mare in tempesta. A tal proposito, da quel poco di conoscenza che negli anni ho attinto, non scovo mai alcuna difficoltà a stabilire se un romanzo apparentemente semplice possa o meno fare al caso mio. Io amo la letteratura con la l maiuscola, leggere storie che fanno sussultare il mio cuore come un tamburo, e incolpo le ingiustizie della vita quando un romanzo che hanno osannato parecchi a me, alla fine, non piace per niente. Questo purtroppo è il prezzo da pagare! Con Anne di tetti verdi, gli innumerevoli intenti di seminare moti di affetto o tenerezza mediante il temperamento impulsivo, tenace e malinconico di una ragazzina di soli tredici anni, che aspira ad unirsi ad anime affini, anime il cui carattere è piuttosto simile al suo, mi sottrasse da tali << pregiudizi >> che solitamente sorgono quando decido di imbattermi in certi tipi di avventure. Il pellegrinaggio spirituale, un romanzo di formazione che in un certo senso è un testo mediante il quale si fa ammenda di ciò che è nettamente malvagio e ciò che non lo è. Il mondo sembrava essere stato creato esclusivamente per glorificare l’essenza di Dio, e la crudeltà e la malvagità evaporano dinanzi a Dio. Poiché lieti di ciò che ci è stato donato, umili ad asservire e a speranze che possano realizzarsi.


Titolo: Anne di Green Gables
Autore: Lucy Moud Montgomery
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 28 €
N° di pagine: 816
Trama: È dura per Matthew e Marilla, fratello e sorella di mezza età, gestire una fattoria sull'Isola del Principe Edoardo, in Canada. Così decidono di adottare un orfano che li aiuti nel lavoro dei campi ma al posto di un robusto ragazzo l'istituto invia loro una gracile ragazzina dai capelli rossi. Inizia così la vita di Anne a Green Gables, al centro di una serie amatissima di romanzi che la accompagneranno dall'infanzia fino all'età adulta.

La recensione:

 

<< Dopotutto credo che i giorni più belli e più dolci non siano quelli in cui accade qualcosa di davvero splendido o meraviglioso, ma proprio quelli che recano semplici e piccole gioie, che si susseguono delicatamente, come perle che scorrono via da un filo. >>

Ho smesso di chiedermi in quale momento la piccola Anne venne a bussare alla mia porta e prese controllo della mia vita, non credendo che ciò avrebbe comportato novità, cambiamenti, sorprese. Non credevo che potesse entrarvi a far parte, per la semplice ragione che certe letture bisognerebbe a mio avviso compierle in età giovanile. La piccola protagonista di queste pagine è una ragazzina di dodici anni, un orfana deportata casualmente nella campagna rurale e soleggiata di Avonlea, che non aveva idea di cosa ci fosse nel mondo, cosa significasse la parola << amore >> o << affetto >>, lei che dormiva su un vecchio e scricchiolante letto dal materasso smilzo e logoro, girovagata da un posto ad un altro fin quando non conoscerà l’affetto che la contraddistinse. Non avrebbe mai potuto immaginare che una donna burbera come Marilla e un uomo apparentemente severo ma ligio alle regole come Matthew potessero nascondere un cuore d’oro, e accogliere nel proprio grembo famigliare uno scricciolo vagabondo e solitario che laverà via qualunque impurità spirituale, qualunque inimicizia con gente del villaggio o dei dintorni. E mai si sarebbe potuto immaginare una cosa del genere. No. Vivere tranquillamente, asserviti a Dio, soggetti alle mani di un Fato egoista e crudele, con l’unico scopo di vivere pregando purchè il Maligno fosse sconfitto, è l’unica strada accessibile. La piccola Anne, però, con una folta chioma di capelli rossi, un viso ovale punteggiato da lentigini, è il simbolo di una rinascita, lo scopo di distruggere il “vecchio” nel far prevalere il “nuovo”, il disegno strabiliante di una sorta di pellegrinaggio spirituale in cui l’immaginazione vince sul reale, quasi incaricata a spiccare in mezzo ad un marasma di miserie, povertà, in cui la bontà d’animo coincide con il potere di essere integrati col prossimo. Inizialmente poco ben accetta, con questa sua fervida immaginazione di essere stata esiliata in un luogo in cui una famiglia confortante nel quale si è radicata in ogni modo possibile, ma ben presto con una sua identità. Una sua voce, un facile esempio educativo che a mio avviso ogni lettore dovrebbe trarne esempio. Qualcosa di più della semplice descrizione di mere sofferenze, di aspirazioni cristiane che confluiscono tutte nella possibilità di purificare il prossimo. Una specie di paradiso, che chi decide di imbattersi fra le sue pagine non potrà uscirne vivo. Non avrebbe potuto ignorare la stessa  Anne, sebbene fastidiosa delle volte per i miei gusti, il suo forte desiderio di rivalsa e di sopravvivenza.
Anche se, solo alla fine, ci si rende conto di aver trattenuto il respiro. Il fiato corto, i battiti accellerati, le sorti dell’oramai diciassettenne Anne nelle mani di qualcosa o qualcuno che non ha ancora una sua forma. Qualunque fossero i miei sentimenti al riguardo, qualunque cosa si fosse instaurato fra me e lei, la determinazione di lasciarsi alle spalle, in rovina, sogni o progetti che avrebbero potuto garantire tranquillità morale, confluirà in un disastro cosmico. Non era giusto che alla giovane Anne capitasse tutto questo. Eppure cose di questo tipo accadono ogni giorno sulla faccia della terra, ma non amo mai riscontrarlo fra le pagine dei romanzi.
Con la sua innocenza, la sua bontà d’animo, Anne ha generato la nascita di nuove forme di vita che per molti sono idiomi a dir poco impossibili. Lasciar perdere? Assolutamente no! Non era uno dei suoi problemi, lei che non disse mai una bugia – o quasi -, non prese mai niente che non le venisse donato e ricambiato, doni assolutamente inaspettati.
La verità è semplice. Anne, alla fine, ha contagiato anche me, le cui vicende si fusero col ricordo di una successione di eventi: quelli che compresero la famiglia della stessa Montgomery, nel periodo di secessione della guerra. Per una manciata di giorni, Anne di tetti verdi ha accompagnato la mia avanzata lenta, nelle prime fasi della sua adolescenza. Malinconico e curioso, confortevole come un abbraccio non del tutto caldo ma sentito, nel quale è stata delineata una storia dal sapore agrodolce. Abbellita da minuziose curiosità, voli pindarici di fantasia, un tuffo nel passato in cui l’idea di raggiungere la felicità è un sogno che non si infrangerà del tutto. L’impulso, il lampo di compassione, l’ingenuità infantile, tutto questo compreso pienamente. A sorprendermi, la tenacia del confidare, dell’affrontare, la determinazione nel montare sogni o speranze che mi hanno condotta in una modesta fattoria inglese. Un quadro artistico, architettonico, semplice ma soave che supera ogni avversità, ogni pericolo, ogni pregiudizio. Una vittoria personale in cui predominano il perdono, il rancore, la compassione, ma anche l’amore, l’amicizia, il desiderio di ritagliarsi un posto tutto nostro nel mondo.

Gli spiriti affini non sono così rari come pensavo. È stupendo scoprire che ce ne sono così tanti al mondo.


Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti: