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venerdì, ottobre 27, 2023

Gocce d'inchiostro: L'immortale - Catherynne M. Valente

Questi sono giorni in cui il mio corpo avanza a fatica, ma non la mia coscienza. E, come sempre, in realtà ciò non trapela da niente. Da alcuna emozione o sentimenti, né da sguardi inquieti o preoccupati. Mi piace abbracciare la vita con gioia e serenità, anche quando non dovrebbe essere così.La protagonista di questa storia, l’eroina coraggiosa e ambiziosa che scandaglia le vicende di questo bellissimo romanzo, in realtà, rispecchia questi canoni, poiché il suo è un destino già segnato ma mai letto o sentito. E’ una voce forte e altisonante e fuori dal coro, le cui gesta ricalcano il passato, in attesa che il mondo possa riservarci qualcosa di efficace e migliore. L’aria così densa, sognante, quasi appiccicosa e che rende ogni cosa una straordinaria illusione, mi indusse a fare i conti con un altro tipo di storia, un altro tipo di donna, e non si trattava precisamente di qualcosa di inusuale. Una meravigliosa suggestione che ricalca i classici russi, le tradizioni popolari alimentata da una coscienza di testi che alimentano quella fame terribile di vedere ogni cosa. Essere forti, giusti, e le ricchezze riscontrate provenienti più dal nostro cuore anziché dal nostro cervello.


Titolo: L’immortale
Autore: Catherynne M Valente
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18, 50 €
N° di pagine: 348
Trama: È appena scesa la sera, a San Pietroburgo, quando un uomo affascinante bussa alla porta di Marja Morevna per chiederla in sposa. È Koščej l’Immortale, zar della Vita. Marja accetta di seguirlo attraverso le steppe della Russia. Nel paese incantato di Koščej, non troverà solo sfarzo, bellezza incontaminata e magia: dovrà superare tre ardue prove per dimostrare alla diffidente Baba Jaga di essere davvero la predestinata ad amare l’Immortale, e poi affrontare una violenta guerra contro il nemico eterno di Koščej, lo zar della Morte. Quando infine, ferita dall’amore e in cerca di tregua, Marja tornerà nella sua amata città, verrà travolta dall’atmosfera cupa dei terribili anni della seconda guerra mondiale. Da una San Pietroburgo stretta nella morsa dell’assedio fino alle gelide steppe dove si celano paesi fatati, la ragazza vivrà una storia d’amore senza eguali, in una terra di confine dove le leggende si confondono con la realtà e la magia antica si scontra con un famelico desiderio di conquista. Quest’incredibile avventura costringerà Marja a scendere a patti con il tormentato destino che la lega indissolubilmente a Koščej l’Immortale, sperimentando il potere del vero amore, il dolore delle perdite fatali, l’ebbrezza momentanea della felicità.

La recensione:


<< Le cose accadono perchè la vita consuma tutto la Morte non dorme mai e tra loro, si muove il mondo. L’inverno diventa primavera. E ogni tanto recitano una strana pantomina, solo per vedere se qualcuno ha già vinto. Se il mondo si muove ancora come una volta, come una messa in scena passionale, come un sacrificio. >>


Mi chiedo come ho fatto a non accorgermi subito della somiglianza fra questo romanzo e un classico russo d'eccezione, quale i romanzi di Bulgakov o Eugenio Ogenin, un evidente segno di alterazione. perché questa sarebbe stata la strada più facile da intraprendere.
Non ho potuto non sentirmi contagiata, travolta da un romanzo apparentemente semplice, avvolto come in una patina di certezze, lotte ambiziose che possano soppiantare ogni cosa, dando vita a qualcosa di nuovo e originale. Non sono riuscita a non amare ogni pagina, anche se ogni tanto l’attenzione si sia dispersa in qualche capitolo di troppo, all’ultimo momento spiccò come un uccello dalle possente ali nel bel mezzo di un caos fantasmagorico di voci e suoni; temevo che Marja fosse biasimata e non fosse in grado di sovvertire ogni cosa e l’istinto di autoconservazione fu più forte del suo stesso coraggio.
Marja, così come tante altre eroine, proveniva da una famiglia povera, fra moscoviti, socialisti, uomini diffidenti e coraggiosi che non credono in Dio e che non hanno mai smesso di credere alle storie, discendente unicamente dai ranghi e da schiere di sofferenti, muti e dimenticati della nazione russa, e non da quella minoranza egoista, resasi potente a spese altrui. Inconsapevolmente si nutre affetto nei riguardi di questa ragazza che terrà fede a questa idea, che però la rendono tutto sommato egoista. Per amor della sua identità, della sua stessa famiglia non spiccherà nel bel mezzo della massa di entità che giungeranno a San Pietroburgo per destare il potere, la capacità dell’uomo di ottenere quella libertà tanto agognata quanto straordinaria. Godendo così di ogni attimo di vita, della sua discendenza, quanto la società era irreparabilmente snobistica, la cui origine affonda le sue radici nella miscela disomogenea di svariati generi che alimentano l’anima di marionette poste nelle mani di qualcuno. L’amarezza nasce dall’esperienza e da essa è possibile comprendere il mondo, mediante alcuni assetti della cultura popolare.
Un falco possente e dal manto color d’oro si era librato in un cielo non completamente puro, ma visibile attraverso una massa informe di nuvole e pioggia. In un sudario di bruma che cadeva in un'area residenziale tipica delle classi medie, situata alla periferia di una grande città. In questo grande santuario magico in cui ho potuto perdermi, dopo qualche pagina che trasuda un vero smarrimento e turbamento,, giunsi a bordo di una carrozza nelle strade grigiastre e maleodoranti di una Mosca dei primi anni del Novecento. Superate le prime pagine, avevo cominciato a imbattermi in gruppi di figure curiose, particolari, ed eccentriche che arrivavano da qualche girone sconosciuto dell'Inferno, tutti per vedere la stessa cosa. Ma queste piccole figure divennero ben presto una vera marea umana di conseguenze, avvenimenti, specialmente quando giunsero nel luogo dove evidentemente ero atterrata con un certo stupore. Sbirciando da una finestra compatta, ho potuto constatare come regnasse un certo disordine. Come uno sciame di curiosi, mi ci ero precipitata nelle sue viscere senza nemmeno me ne accorgessi e, spostandosi qua e là, ho visto questa storia prendere vita mediante la voce acuta e stentorea della sua autrice che, diffondendosi per il viale deserto di un paese russo, mi permise di apprendere nuove e interessanti nozioni riguardo il culto religioso e le tradizioni popolari.
In questo caos di diavoli travestiti in santi, verso il cuore pulsante di questa storia che indicava già una certa importanza dal titolo, nettamente visibile dietro la moltitudine di curiosi che si erano agitati davanti a lui come un gruppo di adoratori, L’immortale ebbe un 'impatto brutale, che aprì un buco enorme nel mio cuore, facendo schizzare un'ardente curiosità e una certa dose di ammaliamento per tutta la durata della lettura e incendiando tuttoattorno frasi e parole, che ancora esalavano sottili fili di fumo verso un cielo di pomeriggio tardivo. Ho nuotato in mezzo a un mare di curiosi fino a piazzarsi in prima fila, catapultata nelle viscere di una storia che sembrava le mancassero persino le forze di respirare, con un sole ardente che sembrava arroventare Mosca, precipitando da qualche parte in una foschia riarsa. E solo da qui potei ammettere che l'autrice aveva fatto un lavoro eccellente. La presunta storia magica e stregonessa era quasi identica a quella che ogni tanto leggo nei romanzi classici russi: ostica, sublime, che rasenta il soprannaturale e naviga sull'onda dell'impossibile. E la mia coscienza aveva reagito nel modo più imprevisto possibile, dando vita a una curiosa partecipazione intorno al complicato meccanismo in cui ciò avviene. Alcuni lettori l'avevano persino adorato al primo impatto, come se della sua particolarità e originalità importasse molto poco.
Eppure, non ho potuto fare a meno di perdermi nell'intrico di suoni e parole che la Valente costruì così bene. In un silenzio assoluto, nei pressi di qualche galleria, consumandosi fra queste pagine, realizzando come adesso non è più possibile tornare indietro. 
Quasi una melodia proveniente dal nostro cuore, talvolta intricate talvolta ostiche, che profumano ancora di un impareggiabile fascino, L’immortale è una storia che al principio stupisce, lambisce le nostre fragili membra senza nemmeno accorgercene. Eppure, dopo qualche pagina, la pioggia di fantascienza, esoterismo e misticismo si abbattono su di noi, andando sempre più a infittirsi e riportandoci così nella vecchia e polverosa Mosca che ha segnato me sia la giovane protagonista- estranea ad essere stata scelta nel fiutare nelle mani e condannata a vagare per il mondo in fiamme che l‘hanno segnata, in cambio di qualche moneta o di una promessa che adesso sembra la più dolce delle ricompense. Un racconto che altri non è che un oscuro labirinto in cui non tutti credo ameranno perdersi e che, per opera di un magistrale disegno, appassiona e sconcerta.Gioca tra il reale e l'assurdo, sentimentale e drammatica che è una nostalgica rievocazione del passato, nonché rivisitazione di un epoca irrecuperabile fatta di strani e oscuri personaggi, rivelazioni sconcertanti e patti stretti col diavolo. 

Valutazione d’inchiostro: 4 e mezzo

2 commenti: