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lunedì, ottobre 09, 2023

Slanci del cuore: romanzi che desidero divengano trasposizioni cinematografiche parte 1

Di recensioni, di sfide di lettura, di post o wraup up questo piccolo angolo di paradiso mancato non ne è mai sprovvisto. Non crollano mai, in quanto edifici solidi, stabili, forti a qualunque intemperia, forza o entità maligna. Un colosso dopo l’altro, come cumuli di ossa e ferro battuto bruciati fino all’anima. Quest’oggi dunque mi discosterò per qualche minuto da tutto questo per rivelarvi quali sono invece quei romanzi che desidererei vedere nel piccolo schermo. Storie che hanno lasciato una traccia del loro passaggio, e, nel tempo, dimostratosi più leali di qualunque amico.


Primo di questa lista, questa splendida saga che letta e riletta un mucchio di volte, ma che causa in me una leggera dipendenza, e la sua presenza onnipresente. Conferisce gioia, felicità, entusiasmo.

 

Titolo: L’ombra del vento
Autore: Carlos Ruiz Zafon
Casa editrice: Oscar Vault
Prezzo: 25 €
N° di pagine: 432
Trama: Un’edizione celebrativa e di grandissimo pregio, impreziosita dalle fotografie suggestive di Frances Català – Roca, fotografo catalano recentemente riscoperto, che alla Barcellona del dopoguerra ha dedicato fotografie profondamente evocative, ideale controparte del testo di Carlos Ruiz Zafon.

 


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Una lettura davvero bellissima, sensazionale ed emozionante che, in una dolce confusione dei sensi, trascina in attimi di vita comuni, fuggendo nella veridicità delle cose. Nel fantasmagorico teatrino messo su dalla stessa Mame che potrebbe generare una certa confusione, in una semplice e malconcia enciclopedia o in un tacito contatto di sentimenti e amore, col cuore ammutolito e deliziato dalla sua pienezza..

Titolo: Zia Mame
Autore: Patrick Dennis
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 380
Trama: Immaginate di essere un ragazzino di undici anni nell'America degli anni Venti. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre - quel ricco, freddo bacchettone poco dopo effettivamente muoia, nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all'indirizzo che la vostra balia ha con se, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica "Ma Patrick, caro, sono tua zia Mamel!", e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte, o fuggire in cerca di tutori più accettabili, o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia mai concepito, e attraversare insieme a lei l'America dei tre decenni successivi in un foxtrot ilare e turbinoso di feste, amori, avventure, colpi di fortuna, cadute in disgrazia che non dà respiro - o dà solo il tempo, alla fine di ogni capitolo, di saltare virtualmente al collo di zia Mame e ringraziarla per il divertimento.

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Uno spavaldo narcisismo, un imprevedibile inchiostro che sorprende e tiene desta l'attenzione. Fiumi in piena gonfi di pregiudizi umani e letterari, di ritratti che nascono come fotografie ma divengono senza parere qualcosa di più. Testimonianza biografica di una donna che vedeva la vita palpitante, amabile, e che scriveva continuamente interrogandosi. Pietra militare di un viaggio attraverso il labirinto dell'IO, dei suoi sforzi di trovare e definire quella donna che si dimenava fra emozione e intelletto. Sogni e realtà.

Titolo: Diario 1
Autore: Anaïs Nin
Casa editrice: Bompiani
N° di pagine: 496
Trama:Questo primo volume, inizia nel 1931, nell'epoca in cui Anaïs Nin sta per pubblicare il suo primo libro. D. H Lawrence, che le conferì il riconoscimento pubblico come scrittrice. Termina nell'inverno del 1934, quando Anaïs lascia Parigi per raggiungere New York. Anaïs scrive sui treni, ai tavolini dei caffè, mentre aspetta per un appuntamento: come un talismano, porta il diario sempre con sé. "Questo diario è come il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. E' la mia droga e il mio vizio. Invece di scoprire un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna, e indulgo in rifrazioni e diffrazioni".

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Un quadro raffinato che non lo fa sembrare un romanzo, piuttosto una proiezione in cui si provano gioie e sofferenze.

Titolo: Bella del signore
Autore: Albert Cohen
Casa editrice: Bur
Prezzo: 11, 50 €
N° di pagine: 8oo
Trama: Ariane e Solal, lei nobile di nascita, lui altissimo dirigente della Società delle Nazioni, entrambi alteri ma irrequieti, si incontrano, si amano e fuggono via alla ricerca di una passione assoluta ed esteticamente perfetta. La perfezione formale, però, non esiste, l’amore a poco a poco si illanguidisce e viene sostituito dalla noia, fino alle estreme conseguenze.





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Un romanzo che è un bacio che brucia ancora fra le labbra, un amplesso che puzza ancora fra due corpi sudati. Il mio cuore è ancora ebbro di felicità. Tatiana e Alexander hanno messo a tacere la nostalgia, mi hanno ridato l'azzurro dei grandi firmamenti e, quando la Simmons li creò, creò queste due entità amalgamate e indissolubili, io ero già ubriaca e su di giri. Forse è sbagliato tutto questo, ma quando creò loro - questi due giovani che, quando fanno sesso, cercano la vita - fece tutto il suo Sacro Universo.

 

Titolo: Il cavaliere d’inverno
Autore: Paullina Simmons
Casa editrice: Bur
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 700
Trama: Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d'estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta suvbito un'attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l'assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.

Un uomo oramai adulto mi aveva trascinato fra le braccia della sua storia, per certi versi privata, in cui il trionfo della parola scritta è maggiormente efficace dinanzi alla sorpresa noiosa e impolverata della realtà. Un romanzo genuino, scorrevole, nonché tentativo di un cuore fragile incline alla malinconia, che ci mostra i suoi pensieri, i suoi sentimenti riposti su carta come slanci di puro amore.

Titolo: Diario d'inverno
Autore: Paul Auster
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 184
Trama: << Piaceri fisici e dolori fisici. Ipiaceri del sesso innanzitutto, ma anche quelli del mangiare e del bere, di stare nudo in un bagno caldo, di grattarti un prurito, di starnutire e di scoreggiare, di stare a letto un'ora in più, di voltare la faccia verso il sole in un mite pomeriggio di tarda primavera o d'inizio estate a sentire il tepore posarsi sulla pelle >>. Quando sei perso, guardati intorno. Dubita di tutto e cancellalo. Hai una sola certezza: tu sei lì. Lo sei perché c'è il tuo corpo e tu sei il corpo. Il tuo corpo è lo spazio che hai attraversato, ma anche il tempo che ti ha reso ciò che sei. Il tempo te lo porti scritto addosso: le cicatrici sono parole ( questa racconta di quando bambino scivolasti così vicino a un chiodo da poterne rimanere cieco, quest'altra ti ricorda di quando quasi uccidesti tua moglie e tua figlia) e le parole sono cicatrici ( quelle che ti disse tua madre dopo che la sentisti parlare al telefono con un uomo che non era tua tuo padre ). Ma non c'è il solo dolore. C'è il piacere, tutto il piacere che hai vissuto, che ti ha travolto in questi sessantaquattro anni: da quello che provi guardando il collo di tua moglie al mattino, a quello che ti insegnerò una prostituita nel Quartiere Latino quando tu, ventenne solitario e senza un soldo a Parigi, l'ascoltasti sbalordito recita a memoria una poesia di Bodelauire. E infine il corpo da cui il tuo corpo ha iniziato a esistere, quello di tua madre. La sua storia e il tuo rapporto con lei sono il cuore pulsante di questo libro (una sorta di doppio, di gemello segreto del tuo L'invenzione della solitudine, dov'era il padre il fulcro dell'ossessione ). Hai capito dal silenzio con cui hai accolto la notizia della sua morte e dalla crisi di panico che ne è seguita - fu come sentire il tuo stesso corpo fuggire da te - che qualcosa era cambiato, che dovevi fermarti a ricapitolare. Che eri entrato nell'inverno della vita.

Un romanzo profondamente introspettivo che risulta bellissimo sin dal principio. Un ripetersi continuo e lento che oscilla fra buio e luce, in cui la nozione del tempo traballa come un vagone su un asse in equilibrio precario.

Titolo: L’assassinio del commendatore
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 856
Trama: Una borsa con qualche vestito e le matite per disegnare. Quando la moglie gli dice che lo lascia, il protagonista di questa storia non prende altro: carica tutto in macchina e se ne va. Ha trentasei anni, un lavoro come ritrattista su commissione e la sensazione di essere un fallito. Così inizia a vagabondare nell’Hokkaido, finchè un vecchio amico gli offre una sistemazione: la casa di suo padre, il grande pittore giapponese Amada Tomohiko, rimasta vuota da quando questi è entrato in ospizio in preda alla demenza senile. Il nostro protagonista accetta e si trasferisce lì, ma un inquietante quadro nascosto nel sottotetto e una misteriosa campanella che inizia a suonare tra gli alberi nel cuore della notte gli fanno capire che la sua vita, anzi la sua realtà, sono cambiate per sempre.

Un magnifico mosaico che mi ha fatto comprendere come talvolta la bellezza di una storia può entrarci dentro letteralmente. Come? Raccontando semplicemente quella che è la vita di ognuno di noi. Piccoli squarci di anima in cui chiunque può riconoscersi. Romanzo che ha vasti richiami alla letteratura classica e quella vittoriana, che non colpisce per il numero spropositato dei personaggi o per il tedio e la monotonia che praticamente sono raccolte in queste pagine, bensì vicende di sconvolgente verità che fluttuano in un mare di ricordi, intrappolati nel tempo sempre più remoto. 


Titolo: La saga dei Cazalet. Gli anni della leggerezza
Autore: Elizabeth Jane Howard
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18,50€
N° di pagine: 500
Trama: È l’estate del 1937 e la famiglia Cazalet si appresta a riunirsi nella dimora di campagna per trascorrervi le vacanze. È un mondo dalle atmosfere d’altri tempi, quello dei Cazalet, dove tutto avviene secondo rituali precisi e codici che il tempo ha reso immutabili, dove i domestici servono il tè a letto al mattino, e a cena si va in abito da sera. Ma sotto la rigida morale vittoriana, incarnata appieno dai due capostipiti affettuosamente soprannominati il Generale e la Duchessa, si avverte che qualcosa sta cominciando a cambiare.
Ed ecco svelata, come attraverso un microscopio, la verità sulle dinamiche di coppia fra i figli e le relative consorti. L’affascinante Edward si concede svariate amanti mentre la moglie Villy si lacera nel sospetto e nella noia; Hugh, che piega ancora i segni della grande guerra, forma con la moglie Sybyl una coppia perfetta, salvo il fatto che non abbiano idea l’uno dei desideri dell’altra; Rupert, pittore mancante e vedovo, si è risposato con Zoe, un’attrice bellissima e frivola che fa fatica a calarsi nei panni della madre di famiglia; infine Rachel, devota alla cura dei genitori, che non si è mai sposata per un motivo ben preciso. E poi ci sono i nipoti, descritti mirabilmente nei loro giochi, nelle loro gelosie e nei loro sogni, in modo sottile e mai condiscendente, dalle ingenuità infantili alle inquietudini adolescenziali.
Ma c’è anche il mondo di fuori, e la vita domestica dei Cazalet si intreccia inevitabilmente con la vita di un paese sull’orlo di una crisi epocale. Mentre le  vicissitudini private dei personaggi vengono messe a nudo e vicende grandi e piccole intervengono a ingarbugliare le loro esistenze, si comincia a mormorare di una minaccia che viene dal continente, e che assume sempre più spessore nelle consapevolezze dei protagonisti, fino a diventare tangibile: la seconda guerra mondiale è alle porte.

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Opera straordinaria e bellissima che non dà completamente credito a qualunque sussulto del cuore, non risponde a qualunque quesito dettato dalla nostra coscienza, ma che mi ha trascinato nel meraviglioso intento di scovare la crudeltà, l’innocenza, in uno squarcio di luce che ne risalta le tenebre.

Titolo: Il circo della notte
Autore: Erin Morgenstern
Casa editrice: Bur Rizzoli
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 476
Trama: Appare così, senza preavviso. Le Cirque des Reves apre al crepuscolo, chiude all’aurora. È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono: acrobati volanti, contorsioniste, l’albero dei desideri, il giardino di ghiaccio affascinano un esercito di spettatori che li insegue ovunque. Ma dietro le quinte due misteriosi rivali ingaggiano una magica sfida: due giovani allievi scelti e addestrati all’unico scopo di dimostrare una volta per tutte l’inferiorità dell’avversario, inaspettatamente, si innamorano. Contro ogni regola, la passione tra Marco e Celia si scatena e travolge tutto come una corrente elettrica che minaccia di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza. Nemmeno la forza del destino sembra potersi opporre.

4 commenti:

  1. Ciao, dei libri che citi ho letto solo l' ombra del vento e anche a me piacerebbe molto che ne facessero un film.
    In effetti ora che ci rifletto nessuno dei libri di Zafon è mai stato messo su pellicola.
    Che strano... Sono così belli

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    1. Penso per volontà del suo autore. Quando era in vita, in più di un intervista disse che i suoi libri dovessero restare tali

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