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giovedì, aprile 04, 2024

Le TBR: richiami dell'anima 36 °

Arrivano i mesi, li accolgo con l’irruenza di un abbraccio. Repentinamente ci si separa da quello precedente, senza nemmeno accorgertene, sulla costa infinita di distese di parole e fiumi d’inchiostro, in orario, ma basita che già un altro mese sia appena trascorso. Il tempo vola e scorre per tutti, checché si tratti di giovani o vecchi, e pur quanto a me piace dominarlo la consapevolezza di ciò genera quasi sempre profonde riflessioni … Ma questa è un’altra storia! Con le innumerevoli pile di libri che mi affiancano e con cui mi piace affiancarmi, lungo le cui rive, i bordi della loro anima, lascio sempre un mio segno.

Una traccia che evidenzia o ricalca la mia presenza, il mio essere stata lì. A bordo di una nave zeppa di pirati o di un carretto tirato da una moto la meta è sempre la medesima: arricchire il mio bagaglio culturale. Questo mese fa testo, ancora una volta, a questo mio impellente bisogno, e come gli altri mesi credo trascorra pomeriggi in pura armonia, in bilico con quello dei suoi autori, vedendo personalmente se ne ricaverò ancora una volta qualcosa.

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Primo romanzo trattasi di un mio ultimo acquisto. Un auto regalo in ritardo, di un autore che amo molto. Questa edizione, banalmente, è bellissima, e non poteva non essere mio :P

Titolo: Salambò

Autore: Gustave Flaubert

Casa editrice: Ippocampo

Prezzo: 25 €

N° di pagine: 400

Trama: La riscoperta del capolavoro di Flaubert attraverso le illustrazioni di un’artista Art déco di una modernità sconvolgente. Mentre Cartagine è in lotta contro i mercenari assoldati nella Prima guerra punica – esasperati per non aver ricevuto il compenso pattuito –, uno dei capi della rivolta, Matho, finisce per innamorarsi della figlia di Amilcare Barca, dopo averla intravista a una festa. Romanzo epico dallo stile esuberante, Salambò ha avuto nel tempo diverse edizioni illustrate, grazie a nomi come François-Louis Schmied e Georges-Antoine Rochegrosse. Nel 1928, per la prima volta, si cimenta in tale impresa anche una donna, Suzanne-Raphaële Lagneau, con 76 illustrazioni a colori il cui stile, essenziale ed elegante, anticipa quella « linea chiara » che si imporrà soprattutto nel fumetto a partire dagli anni Cinquanta. Con questa lussuosa edizione, L’ippocampo si propone di ridare finalmente il giusto merito a un’artista troppo a lungo dimenticata.

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Rilettura di un romanzo il cui ricordo è poco nitido, ma in cui gli istinti più nobili, le simpatie più pure sono oggetto di persecuzione, di calunnia, e se finalmente si trovano due povere anime, tutto è organizzato perché non possono congiungersi. Ma loro ci proveranno, sbatteranno le ali, si chiameranno. E presto o tardi, dopo sei mesi o dieci anni, finiranno col riunirsi, si ameranno, perché è il destino che lo esige, perché sono nate l'una per l'altra.

 Titolo: Effi Briest

Autore: Theodore Fontane

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9, 50 €

N° di pagine: 336

Trama: "L'uomo naturale," spiega Fontane, "vuole vivere, non vuole essere devoto, o casto, o morale, tutti tratti artificiali il cui valore, poiché manca l'autenticità e la naturalezza, è sempre dubbio. Tale elemento naturale mi affascina da molto tempo, è l'unica cosa cui attribuisco importanza, l'unica che mi attira, ed è forse questo il motivo per cui i miei personaggi femminili sono tutti un po' disturbati. Proprio per questo mi sono cari; mi innamoro non delle loro virtù ma della loro umanità, detto altrimenti, delle loro debolezze e dei loro peccati." Il destino di Effi, la "figlia dell'aria", che ancora giovanissima viene data in moglie al prefetto von Innstetten, sarà segnato, infatti, proprio dal conflitto tra i suoi contraddittori impulsi interiori, la sua aspirazione a una vita di "tenerezza e amore", a un futuro "bello e poetico", e una realtà che invece impone all'individuo rigorosi confini. Effi Briest, più ancora di Emma Bovary, tradisce non per passione, ma per noia, per rompere la monotonia della vita coniugale. La sua è stata anche ripresa in un bellissimo film del regista tedesco Fassbinder.

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Altro testo che mi piacerebbe rileggere, il pellegrinaggio di un uomo in cui fui accolta con grande cortesia, che mi trascinò in un mondo in cui ombre evanescenti, nel momento del loro ricongiungimento, si fusero  insieme salvando le loro anime da un mondo di tenebre e oscurità. Qualcosa che non lo fa sembrare come un romanzo. Piuttosto il mondo reale, pieno di smagliature, anticlimax e difformità. Una realtà metafisica in cui si provano dolori, sofferenze. In cui anche la morte cui si va incontro è vera.

 

Titolo: Un altro giro di giostra

Autore: Tiziano Terzani

Casa editrice: Tea

Prezzo: €10

N° di pagine: 578

Trama: Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere e così, quando gli viene annunciato che la sua vita è ora in pericolo, mettersi in viaggio alla ricerca di una soluzione è la sua rispostra istintiva. Solo che questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta – a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia – ha a che fare con la sua sopravvivenza. Strada facendo prende appunti. Da una lunga permanenza d New York e poi in un centro “alternativo” della California nasce un ritratto inquietante dell’America. Da un lungo girovagare per l’India, compresi tre mesi passati da semplice novizio in un ashram, sempre in cerca di qualcosa o qualcuno che possa aiutarlo. Terzani arriva ad una visione di quel che di più profondo questo paese ha da offrire all’uomo: la sua spiritualità. Ogni cultura ha ul suo modo di affrontare i problemi umani, sepcie quelli della malattia e del dolore. Così, dopo essersi interessato all’omeopatia, Terzani si rivolge alle culture d’Oriente sperimentando sulla propria pelle le loro soluzioni, siano esse strane diete, pozioni di erbe o canti sacri. Medicina tibetana, cinese, ayurveda, qi gong, reiki, yoga e pranoterapia sono fra le sue tappe. Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell’uomo.

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Altra rilettura che mi piacerebbe intraprendere, un romanzo di un autore che amo molto. Un romanzo profondamente emotivo che, a tratti, risulta un po' carente, per la matassa di eventi che intaccano e annebbiano questa storia, priva di nesso. Una mancata storia d'amore che oscilla fra il possibile e il necessario, i cui sogni e fantasie oscillano come un pendolo in equilibrio precario. 

Titolo: Dance dance dance

Autore: Murakami Haruki

Prezzo:  15, 00 €

Casa editrice: Einaudi

Trama: Il protagonista, un giornalista freelance costretto dalle circostanze a improvvisarsi detective, si muove tra cadaveri veri e presunti attraverso una Tokyo iperrealistica e notturna, una Sapporo resa ovattata da una nevicata perenne e tranquillità illusoria dell'antica cittadina di Hakone. Una giovane ragazza dotata di poteri paranormali lo accompagna nella sua ricerca. Ma troviamo anche una receptionist troppo nervosa, un attore dal fascino irresistibile, un poeta con un braccio solo; e un salotto, a Honolulu, dove sei scheletri guardano la televisione.

Esiste un collegamento fra tutte queste cose, un senso anche per chi ha perso l'orientamento. L'unico modo per trovarlo è non avere troppa paura, e un passo dopo l'altro continuare a danzare.

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Altro romanzo che avrei voluto leggere nel 2023, ma che slitta quest’anno per esigenze letterarie. Questo terzo volume di un viaggio meraviglioso, che altri non è che quello della Ricerca.

Titolo: Alla ricerca del tempo perduto. Vol. 3: La parte di Guermantes.

Autore: Marcel Proust

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 672

Trama: Ne "La parte di Guermantes", edito tra il 1920 e il 1921, il Narratore fa il proprio ingresso nel "bel mondo" che, con i suoi riti e i suoi miti, le soirée, i pranzi, i palchi all'Opéra, occupa tanta parte del libro. È la storia di un disinganno, quello della snobistica attrazione per l'aristocrazia; un lungo, rarefatto racconto capace di esaltare la "poesia perduta" della nobiltà e svelarne insieme la sterile frivolezza. Ma anche di approdare, soprattutto grazie al personaggio del barone di Charlus che introduce in maniera vibrante il tema erotico, a una dimensione che trascende la mondanità per giungere a profonde rivelazioni esistenziali.

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I romanzi che susseguiranno sono stati scritti da un’autrice che è il mio porto sicuro, e la bellezza delle sue parole si cela nella certificazione della realtà che fa, mediante scrittura, in pagine che non sono state scritte con l’inchiostro quanto col sangue.

Titolo: I doni della vita

Autore: Irene Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 11 €

N° di pagine: 218

Trama: Pierre Hardelot, erede delle omonime cartiere, ha una fidanzata rosea e grassoccia che la famiglia ha scelto per lui, ma è innamorato di un’altra: una che non gli consentiranno mai di sposare, perché appartiene alla piccola borghesia, e non ha dote. Eppure, alla vigilia del matrimonio, Pierre decide di infrangere quella invisibile ma solida barriera “fatta di buon sangue, di carni robuste e sane e di risparmi investiti in titoli di Stato, una barriera destinata a proteggere per sempre i giovani dalle insidie della sorte e dalle loro stesse passioni”, e la legge non scritta per la quale di generazione accoppiamenti giudiziosi stringono sempre di più i legami tra le poche famiglie che contano della ricca borghesia di provincia – e sposa la donna che ama.

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Titolo: I falò d’autunno

Autore: Irène Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 11 €

N° di pagine: 280

Trama: Come molti altri della sua generazione, dalle atrocità della Grande Guerra il << piccolo eroe >> Bernard Jacquelain è stato trasformato in un << lupo >> avido di piaceri e di denaro, cinico e disincantato, e unicamente attratto dal mondo luccicante dei faccendieri, degli affaristi, dei politici corrotti. A niente servirà la presenza dolcissima della giovane moglie: lui ha voglia di avventure, e di quella mediocre vita piccolo borghese non sa che farsene. Ma il fuoco di molti incendi verrà a devastare i campi della sua vita: un amore sordido, una dèbacle finanziaria, un’altra guerra, un lutto atroce. Solo allora Bernard capirà che cosa vuole davvero – e saprà che da quel cumulo di ceneri può nascere una vita nuova.

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Titolo: Il signore delle anime

Autore: Irène Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 10€

N° di pagine: 240

Trama: “Appartengo a una razza levantina, oscura, c’è in me un miscuglio di sangue greco e italiano: sono uno di quelli che voi francesi chiamate metechi, immigrati “ dice, a una donna in cui vede l’immagine stessa della purezza. Dario Asfar, giovane medico che negli anni successivi alla prima guerra mondiale conduce un’esistenza miserabile nel Sud della Francia. E con sorprendente chiaroveggenza conclude: “ Io credo che esista una fatalità, una maledizione. Credo che il mio destino era di essere un mascalzone, un ciarlatano … non si sfugge al proprio destino. Anche quando, molti anni dopo, non sarà più il “medicastro” che con il suo aspetto “miserabile e selvatico “ e il suo accento straniero ispira solo diffidenza, anche quando sarà diventato ricco e famoso, e l’alta società parigina andrà umilmente a chiedergli di guarirla da quelle malattie dell’anima, da quelle “turbe psichiche, da quelle “fobie inspiegabili” che solo lui, il master of souls ( come viene definito da chi lo accusa di sfruttare la credulità del prossimo ), è in grado di curare – anche allora il dottor Asfar si porterà dietro il marchio indelebile del suo destino, delle sue origini, del suo sangue. E quegli angiporti dell’Oriente da cui proviene, e che ha cercato di lasciarsi alle spalle, gli rimarranno per sempre negli occhi.

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Titolo: Il vino della solitudine

Autore: Irene Nèmirovsky

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 11 €

N° di pagine: 245

Trama: "Il vino della solitudine" è il più autobiografico e il più personale dei romanzi di Irene Nèmirovsky la quale, pochi giorni prima di essere arrestata, stilando l'elenco delle sue opere sul retro del quaderno di "Suite francese", accanto a questo titolo scriveva: "Di Irene Nèmirovsky per Irene Nèmirosvky". Non sarà difficile, in effetti, riconoscere nella piccola Hèlène, che siede a tavola dritta e composta per evitare gli aspri rimproveri della madre, la stessa Irene; e nella bella donna che a cena sfoglia le riviste di moda appena arrivate a Parigi in quella noiosa cittadina dell'impero russo - e trascura una figlia poco amata per il giovane cugino, oggetto invece di una furente passione - quella Fanny Nèmirovsky che ha fatto dell'infanzia di Irene un deserto senza amore. Hèlène detesta la madre con tutte le sue forze, al punto da sostituirne il nome, nelle preghiere serali, con quello dell'amata istitutrice, "con una vvga speranza omicida". Verrà un giorno, però, in cui la madre comincerà a invecchiare, e Hèlène avrà diciotto anni; accadrà a Parigi, dove la famiglia si è stabilita dopo la guerra e la rivoluzione di ottobre e la fuga attraverso le vaste pianure gelate della Russia e della Filandia, durante la quale l'adolescente ha avuto per la prima volta "la consapevolezza del suo potere di donna". Allora sembrerà giunto alfine per lei il momento della vendetta. Ma Hèlène non è sua madre - e forse sceglierà una strada diversa: quella di una solitudine "aspra e inebriante".

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Titolo: Jezabel

Autore: Irène Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 10 €

N° di pagine: 194

Trama: Quando entra nell’aula di tribunale in cui verrà giudicata per l’omicidio del suo giovanissimo amante, Gladys Eysenach viene accolta dai mormorii di un pubblico sovreccitato, impaziente di conoscere ogni sordido dettaglio di quella che promette di essere l’affaire più succultenta di quante il bel mondo parigino abbia visto da anni. Nel suo pallore spettrale, Gladys evoca davvero l’ombra di Jezabel, l’ombra che nell’Athalie di Racine compare in sogno alla figlia. La condanna sarà lieve poiché la difesa invoca il movente passionale. Ma qual è la verità – quella verità che Gladys ha cercato in ogni modo di occultare limitandosi a chiedere ai giudici di infliggerle la pena che merita?


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