Pages

martedì, settembre 30, 2025

Romanzi su misura: Settembre

Una raccolta di risme racchiusi in delle finestre virtuali o visive, dall’aria luminosa, o vaporosa, quasi sempre mi conducono sulla soglia di una commedia realistica la cui ironia trasuda dalle pagine per la vivace spontaneità di alcune situazioni e di alcuni dialoghi. Come la rappresentazione scenica di un romanzo, ma anche sfondo di una sfilza di oggetti e situazioni simboliche, le letture che mi hanno affiancato in questo nono mese dell’anno hanno conferito una successione di tappe del cammino dei protagonisti, ma anche del mio, macchiati da una serie di esperienze che hanno imbrattato la mia anima, che appare come una figura misteriosa e imperscrutabile che vaga lungo la riva del necessario. Una lettrice come me, che legge e si ciba di parole come il fiato di tutta una vita, evidentemente non riesce a fare a meno dell’eco altisonante delle parole, e di cui le stesse finiscono poi per abbracciarla, circondarla come un’aura lucente. Ma da cui, mediante esse, può interpretare il modo in cui i loro autori hanno dipinto la realtà circostante, volte dipingendola con modestissimi acquerelli nascosti nella soffitta impolverata della loro anima. Interpretando così mediante parole questi ritratti, cercando di produrre sulla carta non tanto quello che vedo, quanto l'aura lucente in cui mi confino.

🌺🌺🌺🌺🌺

Romanzi su misura in digitale:

Non spiccando per originalità quanto per le imperfezioni di cui inevitabilmente trascina, in un caleidoscopio di vicende a volte ripetitive in cui ogni cosa, persino la più brutta e misera, appare fatiscente e luminosa.

Valutazione d’inchiostro: 4

domenica, settembre 28, 2025

Sette gocce in sette giorni: 9°

Quella vissuta fra le pagine di queste storie è stata una delle esperienze letterarie che di certo un lettore attento e scrupoloso dovrebbe serbare gelosamente nel cuore, interrotto soltanto dalle imposizioni della vita. La musica è motivo di grande orgoglio, atto simbolico che significa molte cose. È, prima di tutto, un alimento poetico per l’anima: arduo in certe occasioni, evocativa per altre, altri romanzi, altri autori.

Componente fondamentale che contraddistinguono quella particolare magia che ha a che fare con la melodia che scaturiscono certe storie, segno di individualità la cui tonalità si è prefissata diversa a dispetto di quella imboccata da altri autori. E, pur quanto semplici e non troppo impegnative, le loro storie hanno espugnato una certa analisi, attenta e dettagliata sull’individuo, il suo essere limitato e imperfetto in un mondo infinito, un funambolo che cammina lungo il sentiero insidioso della vita come un anima vagabonda lasciata sola nell’immensità del cosmo. L’assenza di suoni, il dramma di tanti e pochi, mi colpì come una cosa concreta, negativa, con una certa mancanza di rumore, col silenzio interrotto esclusivamente dal lieve fruscio delle pagine.

🌺🌺🌺🌺🌺

Titolo: La libreria sulla collina

Autore: Alba Donati

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 200 

Trama: Un libro magico, che racconta un luogo magico, che esiste davvero. Una libreria microscopica in un paesino sperduto sulle colline toscane, ma portentosa come una scatola del tesoro. Dai bambini che entrano di corsa alle marmellate letterarie, da Emily Dickinson a Pia Pera, le giornate nella Libreria Sopra la Penna sono ricche di calore, di vite e storie, fili di parole che legano per sempre: una stanza piena di libri è l'infinito a portata di mano. Non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Nel dicembre 2019, Alba Donati decide di cambiare vita e aprire una libreria a Lucignana, poche case sull'Appennino lucchese. Lo fa grazie a un crowdfunding e al passaparola sui social. Da subito la libreria, una sorta di «cottage letterario» immerso nel verde, diventa un luogo di pellegrinaggio, di parole in comune, di incontri speciali. In questo diario che abbraccia sei mesi di vita della libreria – l'incendio che la distrugge dopo un mese dall'apertura, l'energia delle persone che la rimettono in piedi, la chiusura durante il lockdown, fino all'organizzazione di un festival letterario – c'è il racconto di una passione che è leva per sollevare il mondo. Con leggerezza e intelligenza, Alba Donati regala al lettore un'esperienza perfettamente in linea con la missione della sua libreria: mettere in pausa la frenesia delle nostre giornate, lasciarsi cullare dal conforto di piccoli gesti di cura, seguire il filo che unisce libro a libro, sentirsi parte di una comunità. Fare la libraia oggi significa anche ingegnarsi per far tornare i conti, leggere di notte, pensare lo spazio come un rifugio e un presidio culturale, raccogliere gli ordini a fine giornata come sassolini che indicano la strada. E in questa vita da libraia felice e resistente, nel suo senso di «casa», nelle sue scelte controcorrente, nella storia della sua famiglia di irriducibili, c'è tutta la caparbietà di cui sono capaci le donne, e insieme l'amore per le storie, quello di chi vuole farle conoscere e circolare. Questo è il libro che sognano tutti i lettori: le pagine che leggiamo si mescolano a ciò che ci accade come in un grande diorama aperto, perché le parole dei libri sono parte del nostro alfabeto. Venduto già in dieci paesi. Il caso letterario dell'ultima Fiera di Francoforte.

venerdì, settembre 26, 2025

Amori di carta: autori che non mi hanno mai deluso

L’altra mattina, in un momento di pura solitudine, tutt’a un tratto mi sono accorta che non ero più circondata dalle vecchie e ingrigite mura di casa mia, quanto mi trovavo in una terra avvolta quasi completamente dal silenzio. In una città in cui i volti vengono lavati ripetutamente, sporcati e imbrattati di sangue, zolfo, paura e polvere, ero circondata da figure che forse esistono solo nella mia testa ma che nel tempo hanno svolto un ruolo fondamentale. Come un sole spaventoso che si affacciava a malapena sull'orizzonte prima di affondare di nuovo. La solitudine rivestiva ogni cosa, mostrava un immagine talmente strana, originale, da darci l'impressione che il paesaggio sfoglio in cui mi trovo - con quel susseguirsi di corse a ostacoli, alberi frondosi e tappeti di neve che rivestono ogni cosa - assunse contorni sfocati e poco nitidi. Quante volte mi è capitato di vedere certi scenari? Eppure è in fondo a questa landa deserta che sguazzo inquieta come un pesciolino imprigionato in una vasca. L'aria che respiro non è più pesante e gelida. Perchè con la loro luminosa e potente luce, quelli che considero i miei autori preferiti hanno popolato la cittadella del mio cuore ma anche il mio spirito. Perchè grazie a loro non ho fatto alcuna fatica a prendere consapevolezza di cosa mi circondava. Lì, tutt'attorno, si vedeva solamente una porzione di cielo perfettamente vasta. Uno spiraglio di luce, nascosto nei cuori di chi vede, sente, diffondeva i suoi raggi pallidi come resti di memorie lontane. Stranamente tutto questo mi rassicura, mi sembrava del tutto naturale aggrapparmi ai miei autori preferiti: Philip Roth, Thomas Hardy, Zafon e tanti altri.Quello che mi sorprende maggiormente fu il non esserne mai rimasta delusa, se non insoddisfatta. Uno dei tanti io esistenti al mondo, in una delle tante dimensioni.

Un coro di voci bianche aveva emesso una melodia intensa e originale, con venature malinconiche, che ha avuto l'effetto di una barca d'oro su un fiume scuro, una profusione di armonie che ha trasfigurato su tutto, inoltrandomi in uno spazio freddo e silenzioso nel quale girano gli astri, fra un gioco di parole corte e spiegazzate, promesse di speranza sciolte e sbiadite.

🌺🌺🌺🌺🌺

Elizabeth Jane Howard


La donna più stupefacente, che, quando parlava, ammaliava chiunque. E questo non fu poco. Lei che non sapeva nemmeno chi fosse e per quale motivo si trovasse al mondo, lei che aveva cercato nella letteratura quel magnifico conforto che egregiamente conferiscono le pagine bianche di un romanzo. Ed è da qui che si può definire la sua rinascita. O, meglio, la sua nascita. Il suo stare nel mondo, giorno dopo giorno così soffocante, insopportabile. 

mercoledì, settembre 24, 2025

Gocce d'inchiostro: I segreti di Heap house - Edward Carey

Mi rendo conto di quanto sia stata ingiusta e incoerente nei riguardi di questa saga. Nel trattare i particolari accidentati della vita che imperversa su Heap House, come se fossero attributi essenziali. Ho amato questa storia così com’è, per la sua anima semplice ma bizzarra, il suo sentirsi inadatta e inadeguata, la sua esistenza soffocata da un aria continuamente inzuppata di marciume, putrescenza, e meno che mai per i suoi semplici atti di fede.
Il risultato è stato davvero bellissimo, entusiasmante. Influenzata dai lievi palpiti dell’emozione e dall’impulso da cui è dipeso la mia felicità.

Titolo: I segreti di Heap House
Autore: Edward Carey
Casa editrice: Bompiani
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 352
Trama: Clod è un Iremonger. Vive tra un mare di oggetti gettati via o smarriti che provengono da tutti gli angoli di Londra. E al centro di questo mare c’è una casa. Heap House, un insieme di tetti, torrette, comignoli, parti di case smantellate con i loro misteri, raccolti per tutta la città e fusi in un labirinto vivo di scale, saloni e angoli nascosti. Gli Iremonger hanno una caratteristica: ciascun Iremonger è legato, sin dalla nascita, a un oggetto. Ma Clod Iremonger ha una caratteristica ulteriore: lui può udire i sussurri degli oggetti. Il primo di cui ha avvertito la voce è stato il suo oggetto natale: il tappo da bagno universale James Henry che diceva proprio questo “James Hayward Henry”. Ma un giorno su Heap House iniziano a radunarsi nubi di tempesta: gli Iremonger sono sempre più irrequieti e le voci degli oggetti si fanno più forti; Clod incontra Lucy Pennant, una ragazza appena arrivata a Heap House, e la sua vita cambia. I segreti che tengono insieme la casa iniziano a dipanarsi rivelando un’oscura verità, che minaccia di distruggere il mondo di Clod. 

lunedì, settembre 22, 2025

Anime alla deriva: romanzi apprezzati, ma dimenticati 2°

Senza rendermene conto ho vissuto sulla pelle la bellezza di tante storie, nella luce accecante del mezzogiorno o morente di un ennesimo giorno, nel cuore di una cittadina costeggiata dal mare, come un regalo del Creatore, disegnati apposta per i miei occhi. Rumori e odori si facevano largo a stento nella mia percezione, come un eco lontano. 

Questi romanzi, però, non mi condussero in nessun posto di preciso, in quanto sono storie a se stesse, fuori dal mondo e da qualunque concetto di perfezione. Ora che ripongo queste poche righe, ad esempio, non ricordo nemmeno come io e i suoi autori ci incontrammo. Eppure, il crepitio sotterraneo e incessante di figure a cui è stata sottratta l'identità, la disperazione muta nel cuore della calma, la fragilità dei loro cuori, l'invincibile angoscia di essere felice, non importa come o perché, ora che ci penso, mi ha fatto prendere consapevolezza come l’ardore nutrito al principio, ora è quasi del tutto svanito. Perchè, se al principio avevo visto parole e immagini sgorgare dalla punta di una mano invisibile, come se avessero aspettato con rabbia nella prigione dell'anima dei loro autori, adesso tutto questo appare ai miei occhi come una macchia che non si riesce a cancellare. Quindi storie che, lette in passate e apprezzate, adesso non possiedono più quella luce argentata che mi aveva attratta al loro cospetto come un magnete, quanto percepire a stento, l'anima dei personaggi vacua e lontana come un eco perduto nel passato.

🌺🌺🌺🌺🌺

Titolo: Un nuovo mondo

Autore: Eckhart Tolle

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 11, 90€

N° di pagine: 256

Trama: 

Eckhart Tolle rappresenta la sintesi perfetta fra millenni di saggezza e il sentire contemporaneo, condensando chiaramente nelle sue pagine gli insegnamenti dei grandi della storia del pensiero, da Buddha a Gesù, ma anche Shakespeare e i Rolling Stones. Il suo messaggio è semplice e rivoluzionario: basta spegnere il rumore di fondo che affolla di pensieri la nostra mente per abbracciare il presente liberi dell'ingombro del nostro ego. E proprio il modello egocentrico di pensiero, l'eccessiva importanza data al nostro io, uno dei maggiori nemici. Da lì deriva quel senso costante di insufficienza, di mancanza che deve essere in qualche modo colmata. Se invece si vive nel momento, ci si accorge che le cose positive iniziano ad accadere da sole, e se tutti lasciano da parte il proprio ego e si risvegliano verso una nuova consapevolezza, ecco che un nuovo mondo, davvero migliore e pieno di amore, diventa magicamente possibile.

sabato, settembre 20, 2025

Gocce d'inchiostro: Il mestiere dello scrittore - Murakami Haruki

John Irving, autore di cui non ho ancora avuto modo di conoscere, una volta disse a Murakami Haruki che "l'importante, per un romanziere, non è solo l'atto dello scrivere, bensì il saper iniettare nelle vene un tipo di droga che ti faccia divenire tossicodipendente".
Per quanto mi riguarda, la punteggiatura, lo stile di Murakami Haruki si consolidano in questo aspetto sociale/ famigliare che amo particolarmente. Considerato dallo stesso autore un accozzaglia di idee riguardanti se stesso e la scrittura, girava attorno al mio universo personale reclamando la mia attenzione.
Il nocciolo, che evidenzia ancora una volta, nell'ennesima delirante recensione, il mio amore per la prosa murakamiana, è dovuto principalmente dal fatto che desideravo individuare e distinguere quel particolare sapore che lo contraddistingue, evidenziare quegli aspetti che gli fecero amare la scrittura e considerarla come una faccenda che si semplifica nell'atto de "lo buttare giù qualcosa".
Il mestiere dello scrittore ricorda, o, per meglio dire, evoca certi episodi, ricordi che caratterizzano altri suoi romanzi, credendo ancora una volta come, sebbene la ripetività e la monotonia di certe situazioni, io sia ancora ammaliata dai suoi scritti. Dalla concezione che ha di sé stesso, del mondo circostante, dell'amore per la letteratura e per la scrittura, condensati in opere che altri non sono che ritratti della vita quotidiana in cui chiunque può riconoscersi. Alzando semplicemente lo sguardo, riuscendo a orientarsi, stabilire un punto fisso, vagare alla ricerca, sino a trovare la strada.

Titolo: Il mestiere dello scrittore
Autore: Murakami Haruki
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 186
Trama: Con Il mestiere dello scrittore Murakami Haruki compie un gesto straordinario e inaspettato: fa entrare i suoi lettori nell'intimità del suo laboratorio creativo, li fa accomodare al tavolo di lavoro e dispiega davanti a loro i segreti della sua scrittura. Sono << chiacchiere di bottega >>, confidenze, suggerimenti, che presto però si aprono a qualcosa di più; una riflessione sull'immaginazione, sul tempo e l'identità, sul conflitto creativo tra forma e libertà.

giovedì, settembre 18, 2025

Solo un'idea: gli orfani in letteratura

Diventare imperturbabile e proseguire la lettura dal davanzale del mio mondo, dopo essermi imbattuta in certe storie il cui ricordo brucia ancora ai miei occhi, è stato estremamente difficile. Eppure, una volta compiuto questo passo, tornare indietro è risultato davvero devastante. Quasi doloroso. Superando con un balzo il mondo di là con quello di qua.

Costruito mediante un processo di assimilazione, osservazione, studi sul campo, oscuro come il manto della notte, mi sono resa conto che la letteratura, specialmente quella classica, ci dona una massa disomogenea di uomini o donne i cui legami affettivi, genitoriali, sono stati recisi nel tempo. Una corda di violino che se non la si tocca con delicatezza potrebbe rompersi, spezzarsi, e che ai più sensibili potrebbe generare sconforto, empatia. A me, solo tanto dispiacere, che sin dal primo momento in cui mi sono imbattuta nella lettura di certi testi non ho potuto non sentirmi ammaliata e sedotta, sin dal primo capoverso, con l’anima un pò turbata. Ed ecco come, in questa massa copiosa di turbamenti, queste letture hanno lasciato un segno. Un misero atto di felicità investiva inevitabilmente con qualcosa di spiacevole; c’era un universo simile a quello di altre storie che solitamente amo leggere. E, alla fine, coglierne la bellezza, interpretarne il linguaggio è stato estremamente emozionante, con scene orripilanti, brusche e violente alquanto simili a quelli che ci riservano spaventose trasposizioni cinematografiche.

La mia vita si era intrecciata a quella di questi protagonisti, e, col mio immancabile blocnotes, sprofondata in un luogo oscuro e pericoloso, in cui l'avventura o le disavventure di ognuno di loro non era nemmeno all'inizio.


Camminare per le strade senza alcun aiuto, una famiglia che si prenda cura di te o un famigliare che ti rimbocchi le coperte, non essere né giusti né sbagliati ma qualcosa di intermedi non è niente di più pauroso di piccole deformità dell'animo. 



Titolo: il re dei ladri

Autore: Cornelia Funke

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 12€

N° di pagine: 376

Trama: Prosper e Bo, orfani in fuga da due zii malvagi, si nascondono nella magica città di Venezia, dove incontrano una banda di ragazzini che vivono in un cinema abbandonato. Fanno capo a Scipio: è lui il Re dei Ladri che garantisce la sopravvivenza dei compagni grazie ai suoi furti mirabolanti. Prosper e Bo entrano a far parte di questa pittoresca "famiglia", e si trovano coinvolti in un'avventura che cambierà per sempre la loro vita.

martedì, settembre 16, 2025

Gocce d'inchiostro: Il gioco della vita - Mazo De La Roche

Chi mi legge sa che talvolta io e il mio blog ospitiamo letture già vissute e la loro anima che la maggior parte dei casi mi sorprende, lasciano un segno del loro passaggio che in un momento particolare della mia vita si sono incrociati con la mia anima. Fra i libri, nei meandri della letteratura, diciamocelo, ce la spassiamo con incoscienza e foga, ma per quanto mi riguarda l’ho sempre fatto con una certa attenzione, una certa discrezione per i dettagli, la qualità della scrittura o la natura della storia che mi donano la possibilità naturale di riconoscere se quel romanzo o lettura sia valida o meno.
Nel mese di giugno, per caso o non, ho avuto l’occasione di ospitare Mazo De La Roche. Donna dallo sguardo attento e pronunciato che, agli occhi del mondo, ci propinò in chiave romanzata la storia della sua famiglia con nient'altro che il desiderio di essere ascoltata. Bussando alla porta del mio cantuccio personale con una storia semplice ma reale, tangibile, quel poco e abbastanza per scorgere la sua anima. Semplice ma introspettiva che è una miscela disomogenea di svariati generi, i cui valori come la famiglia, l’amicizia, la solidarietà per salvaguardare se stessa e chi la circonda, ricucirà ben o male lo strappo che si aprì tanti anni fa, quando la De La Roche era una ragazzina e la vita la strappò dall’abbraccio caldo e confortevole dei suoi genitori. Perché anche se a guarire le sue ferite ancora sanguinanti sarà la letteratura, la parola scritta - nel romanzo, la nonna - non basta poiché un simile dolore svanisca. Ma certi dolori non svaniscono. Più che altro vengono definiti come delle sfide a cui soppiantare certe situazioni, e non è stato un caso che la vita le procurerà conseguenze e ripercussioni che le si rivolteranno contro. Divenire una milizia, un tentativo coraggioso di dare voce a chi non ha mai avuto una sua voce, dal quale sembra una semplice casualità dimostra come mi sono trovata dinanzi a qualcosa che aveva del potenziale. Qualcosa che tiene conto di ciò che talvolta ci riserva la vita, non sapendo se vivere o morire sia la scelta più adatta, isolata dal mondo, chiusa nel buio dell’incomprensione e della solitudine, avviata lungo una strada di cui se ne conosce l’inizio ma non la sua fine.   

Titolo: Il gioco della vita
Autore: Mazo De La Roche
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 18
N° di pagine: 300
Trama: È trascorso un anno da quando abbiamo lasciato la turbolenta Jalna. Eden è scomparso e non si hanno più notizie di lui, Alayne è tornata a New York, Pheasant ha avuto un figlio da Piers e lo ha chiamato Maurice, come suo padre. Ritroviamo la famiglia riunita attorno al tavolo davanti a un invitante soufflé al formaggio e una bottiglia di rum di quelle buone per gli uomini. Manca solo Adeline. La nonna ormai passa la maggior parte del tempo a letto: quello stesso letto che è stato testimone di concepimenti, nascite e addii, e che ora sembra attendere un commiato. Difficile credere che la complicata trama tessuta da Adeline nelle stanze di Jalna possa squarciarsi. Ma una preoccupazione domina su tutte: a chi andrà l’eredità? Per tenere tutti in pugno, la furbissima nonna ha dichiarato che sarà destinata a una sola persona. Così, fra gelosie e sospetti reciproci, scatta la rincorsa all’ingente patrimonio: finirà forse nelle mani di Renny, per cui tutte le donne, nonna compresa, perdono la testa? O il fortunato sarà Nicholas, il più anziano, il figlio preferito? O l’adorabile piccolo Wakefield? Nel frattempo, il giovane Finch ha ben altro a cui pensare e coltiva in gran segreto la sua passione per le arti nell’attesa di entrare finalmente a far parte del gruppo degli uomini Whiteoak, mentre Renny non riesce a dimenticare l’affascinante Alayne, che tornerà a rimescolare le carte.

domenica, settembre 14, 2025

Amori di carta: Paul Auster

La notizia di pubblicare un post con protagonista indiscusso un autore che amo molto, ovvero Paul Auster,  che inconsciamente giunse nel mio salotto virtuale già qualche anno fa, arrivò una mattina d’inizio dicembre, con un sole spaventoso che sembrava promettere niente di buono e nel mio tablet una storia che in poche ma indispensabili pagine racchiudeva elementi riguardo l’universo e il modo per cui si <<muove>>. Lì per lì certe notizie non mi procurano assolutamente nulla. Ma adesso che sono qui, seduta dinanzi alla scrivania, mi rendo conto come tutto ciò mi ha procurato una certa gioia. Questo espediente però fu la scusa di parlare nuovamente di Auster e in un futuro non troppo lontano, parlare ancora di lui, con cui ho nutrito un certo piacere nel condividere questa piccola gioia nel riportare i miei più nitidi pensieri, il mio amore così travolgente nei suoi riguardi. La testa mi esplode in mille domande, frantumi di pensieri, ognuno che va avanti da sé. Penso a quante ore di scrittura Auster abbia avuto bisogno; a chi può essere stato a bordo di questo vascello letterario, e a chi ancora non ha avuto il piacere di essere fra l'equipaggio. Un sentimento di innamoramento precoce costellato di arrivi solenni, lacrime, voci sommesse e corse frettolose nella libreria più vicina della mia zona, oltre che l'abietta eccitazione che tenne a bada i miei sentimenti in questo ultimo periodo dell'anno, oltre il semplice divertimento e lo svago, rivolto contro come un calzino e scoperchiato il cervello, scottandomi, gelandomi, mettendomi a nudo e scaraventandomi fra i venti furiosi dell'universo. Essere capitata con un uomo che si era compenetrato con i drammi e le delizie temporali è stata una meravigliosa sorpresa. Per gran parte del mio tempo trascorso fra le sue pagine, ho pensato come sia valsa la pena di rischiare e sfidare pagine e pagine in cui ho potuto riscontrare alcuni dei miei gesti nell'adolescente di una volta, nel suo temperamento, nella sua passione per i libri e la buona letteratura condita da esplosioni di umorismo, amore, violenza e diabolica turpitudine, fra sognatori passivi, sentimentali, destinati a trascinarsi per la vita nel desiderio e nel rimpianto. Ho confessato a queste pagine di diario la mia sete di esperienze e curiosità che, in questi primi giorni di settembre, ho riservato a Paul Auster.

venerdì, settembre 12, 2025

Gocce d'inchiostro: Suite francese - Irène Némirovsky

Un riflesso pervinca e argento ha sfiorato le strade, i parapetti lungo la senna, le torri di Notre Dame, in uno scenario fantastico, quasi surreale, costellato da momenti di angoscia, voci lente e rauche intonate da qualcosa di grosso e potente. Parigi ha avuto in tutto questo uno scenario luminoso ma angosciante, con i suoi profumi dolci, gli ippocastani in fiore, e nell'aria o nel silenzio un angoscia tattile.
Un posto in cui è stato possibile sentire palpitare l'anima di un paese che si affanna a rincorrere la beatitudine eterna, rughe che ricordano uomini e donne che si affannano ad amare sempre più il suolo con cui si è cresciuti. E in mezzo a tutto questo il brivido religioso di un anima, la cui voce è sprigionata dalla solitudine, dalle tenebre, che sovrasta ogni cosa e che con romanticismo e drammaticità condivide ciò che la sua coscienza si portava addosso.

Titolo: Suite francese
Autore: Irene Nèmirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12, 90 €
N° di pagine: 415
Trama: Nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène Nèmirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi di una grande "sinfonia in cinque movimenti" che doveva narrare, quasi in presa diretta, il destino di una nazione, la Francia, sotto l'occupazione nazista.

mercoledì, settembre 10, 2025

Uno squarcio sull'anima: romanzi di crescita personale

Fu proprio un forte desiderio di comprendere appieno il mondo, un certo tipo di empatia che sorge quasi sempre quando leggo romanzi i cui protagonisti sono ragazzi, donne o uomini che si sentono inadatti al tempo o alla società, che misi il naso fra le pagine dei romanzi di crescita personale, che mi costrinse a restare seduta sulla mia poltrona preferita, e guardare come spesso la nostra anima viene sballottolata da una parte all’altra, urlando al mondo che noi non siamo capi espiatori, quanto possibilità di cambiamento. Espressione che mentalmente ho associato ai ricordi del passato che si scontrano col presente, con quella matassa della vita sbrigliata come gomitoli di cotone indirizzati verso il nulla. Eppure questa processione di anime inquiete che vagano senza la certezza di avere alcuna meta se non popolare questo strambo cosmo, hanno suscitato il mio interesse e indirizzato all’appassimento più totale. Era ora di cogliere ciò che fosse guasto e apportarne ogni modifica. La cittadella della mia coscienza aveva partorito l’insana idea che da certe esperienze avrei potuto farne esempio, e dopo qualche anno che questa tipologia di testi mi ha fagocitato, ne comprendo la loro inestimabile importanza.

La vita è bella, come diceva Benigni, ma a volte sa essere anche crudele e diabolica, e l’amore un buon surrogato dinanzi agli assalti esterni della stessa. Ma l’uomo quando si ammala vive l’emozione della malattia non facendo niente per guarire, se non affondando i suoi dispiaceri nel triste calice dei ricordi.


Titolo: Voltare pagina

Autore: Ester Viola

Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 14 €

N° di pagine: 144

Trama: Curare le pene d’amore coi libri si può, ma bisogna saper leggere. C’è una storia giusta per ogni struggimento del cuore, il romanzo perfetto per voltare pagina: è cosí che la penna sulfurea di Ester Viola diventa un balsamo per lenire le ferite. Anna Karenina, Nick Hornby, L’amica geniale, Sally Rooney, Domenico Starnone, Frammenti di un discorso amoroso: nelle loro pagine ogni innamorato tradito, geloso o non corrisposto potrà trovare risposte impreviste alle sue domande impossibili. Dieci racconti irresistibili, un manuale di self-help letterario, una microterapia per cuori infranti. «Non esistono libri capaci di salvare la vita ai lettori, ma alcuni ci provano meglio di altri». C'è chi non si è mai ripreso dal primo amore; chi di amori ne ha mille, e nessuno buono; chi è tradito e vede tutti traditori; chi è tradito e fa finta di niente, perché la coppia funziona meglio in tre; chi è alle prese con un narcisista. E poi c'è la ragazza che dalla vita ha avuto tutto e adesso non le piace niente; quella che non ha avuto niente e pensa che niente è quello che si merita... In una Milano scintillante ma severa, soprattutto negli uffici legali frequentati dalla protagonista di questi racconti, proliferano solitudini e matrimoni andati a male, rimpianti per la provincia e dipendenze dai social network. Ma l'amore rimane comunque un affare complicato, basta rileggersi Anna Karenina. Esistono i libri medicinali? Quelli capaci di farci «voltare pagina» nella vita? Ci si rifugia nei libri per distrarsi, per trovare conforto, per capire meglio cosa non ha funzionato e non ripeterlo. Una pagina, un personaggio, perfino una frase: a volte bastano per curare una ferita del cuore, se non per raddrizzare una storia storta. Perché se trovi le parole per raccontarle, «le cose perdono la punta, l'ago e il veleno».

lunedì, settembre 08, 2025

Gocce d'inchiostro: L'uccello che girava le viti del mondo - Murakami Haruki

Il mondo ritratto in queste pagine è un mondo che ha vasti richiami a quello incantato, in cui l’illusione, il surreale e l’assurdo si mescolano ad aspetti di vita quotidiana che si scontrano o incontrano, fra belle donzelle affamate di sesso e telefonate nel cuore della notte, apparentemente superstiti  di una razza persa e disorientata che ha poco in comune col romanzo precedentemente recensito. Ma con Murakami è così: i luoghi che disegna e in cui vorrei viverci mi fanno dimenticare dove vivo, perdere letteralmente il senso del tempo, completamente immersa, al punto di non saper distinguere la realtà dalla finzione, la mia vita, i miei affanni sul mondo, costruita e sorretta giorno dopo giorno da esperienza di vita che ne arricchiscono il mio bagaglio culturale. Non fosse stato per i rumori esterni, la quotidianità che presto o tardi mi induce a svegliarmi, non credo che da questo ennesimo splendido ritratto umano sarei uscita tanto facilmente.

Eppure in questo immenso arazzo c’è un complesso di vita, fiati, respiri di figure che camminano sul sentiero insidioso della vita, quella passata e quella futura, quasi una profezia lasciata ad un tempo indefinito. O almeno così mi parve, quando mi ci approcciai, quando ci arrivai fui come cullata da un sogno la cui impressione si è mantenuta positiva per tutta la sua durata. Visitatrice attenta e curiosa, sopravvissuta ad un mondo apocalittico che rispecchia perfettamente la grandezza di certe tragedie, in una zona remota del mio cervello ho visto il protagonista, alter ego del suo autore, valicare i cieli celesti del mio iperuranio, viaggiando in un mondo di infinita bellezza. Certe storie giungono nel tuo cerchio personale quando meno te lo aspetti. Sono lì, scolpite in un foglio invisibile, in attesa che tu li viva, li legga, li senta. Una profezia, un mantra? Forse, la semplice constatazione dell’immutabilità della vita che è sempre gioia e violenza, piacere e tortura. In letteratura, quella con la L maiuscola, a me piace tutto questo. Non amo più infatti le storie sdolcinate, semplici, quelle corredate da un corollario di situazioni in cui una ventata di sofferenza è repentinamente spazzata da un amore irruento, sorprendente, persino spontaneo. Nel mio piccolo, ho costruito il mio mondo di carta con serenità, passione, in un marasma di delusioni e incredulità, il tutto sotto l’osservazione attenta del mio blocnotes preferito. Ma è questo per me il vero respiro della letteratura: scalpellare una scrittura che traduca la nostra anima. La mia.

L’uccello che girava le viti del mondo ha molte di queste caratteristiche, di cui ho potuto cogliere la voce del suo autore provenire da zone remote, lontane libera di andare dove ho desiderato. La tacita promessa di assaporare, in un futuro non troppo prossimo, il fresco e dolce sapore di questa storia. Una favola moderna dalle tonalità drammatiche e intense, la cui lettura avventurosa ha destato persino coloro che non sono più abituati a leggere storie di questo tipo. Storie che riescono a farmi rammentare così bene chi siamo. Un omaggio ai ricordi dell’infanzia, pieno di candore e semplicità in cui ci si rifugia in arti espressive il cui ritmo un po’ lento e cadenzato e una morale triste, esplica il bisogno di saper trovare il coraggio di andare avanti. Piacevolissima favola che dà luce a un mondo visionario e affascinante, il genere di storia che saprà di certo entusiasmare i più piccoli ma anche gli adulti, riesumando dal passato ricordi belli e piacevoli che pensavamo di aver dimenticato del tutto.

Titolo: L’uccello che girava le viti del mondo

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 17, 50 €

N° di pagine: 832

Trama: In un sobborgo di Tokyo il giovane Okada Toru ha appena lasciato volontariamente il suo lavoro e si dedica alle faccende di casa. Due episodi apparentemente insignificanti riescono tuttavia a rovesciare la sua vita tranquilla: la scomparsa del suo gatto e la telefonata anonima di una donna dalla voce sensuale. Toru si accorgerà presto che oltre al gatto, a cui la moglie Kumiko è molto affezionata, dovrà cercare Kumiko stessa. Lo spazio limitato del suo quotidiano diventerà il teatro di una ricerca in cui sogni, ricordi e realtà si confondono e che lo porterà a incontrare personaggi sempre più strani: dalla prostituta psicotica alla sedicenne morbosa, dal politico diabolico al vecchio e misterioso veterano di guerra. A poco a poco Toru dovrà risolvere i conflitti della sua vita passata di cui nemmeno sospettava l'esistenza. Un intrigante romanzo che illumina quelle zone d'ombra in cui ognuno nasconde segreti e fragilità.

sabato, settembre 06, 2025

Slanci del cuore: romanzi vissuti più volte 3°

Fra le pagine di queste storie, che per un certo periodo di tempo mi hanno permesso di viverci come una forestiera, un'estranea di un luogo che tanto estraneo poi non è, un po' brusca, drammatica, in una realtà parallela, cruenta e un po' incompleta in cui ci si risveglia repentinamente, ho potuto camuffarmi e nascondermi fra la bellezza delle cose che talvolta, inconsapevolmente, ci riserva la vita. Furti, persecuzioni, fughe e corse verso la salvezza avevano lacerato le mie orecchie. Il cuore aveva emesso un battito. E un pezzo di ognuno di queste storie avevano assunto diverse tonalità. Spogliandomi di ogni debolezza, codardia, esitazione.

Storie che in una manciata di mesi o di anni mi hanno spinta a fiondarmi fra le loro pagine, a viverle e riviverle, abbagliando la mia anima con estrema cura. Inondando i sensi, annidandosi sulla mia coscienza come piccole e invisibili formichine. Insensibile all'occhio, ma non al tatto. Con funamboli che altri non sono che sognatori, spettri, fantasmi che sono apparsi dal nulla come fiati di vapore, accumunati da incubi, lotte interiori ed esteriori. Artefici di un destino che è stato raccontato molto bene, e che ho potuto vivere sulla mia pelle.

Un piede di metallo che scintilla tra il manto della notte. Una tenue luce che disegna i bordi di una città luminosa e sfavillante. Una ragazza, sotto certi aspetti comuni, ma affetta da una brutta "condizione" . La storia della Meyre mi ha portata lontana. Fra i quartieri vecchi di una città futuristica, e una massa indistinta di forme e figure che si sono confusi alla mia. Alle soglie di un sanguinoso e violento conflitto mondiale, con un manipolo di potenti cavalieri e l'occhio vigile di una potente regina, che ha legato la mia anima a quella di questi personaggi senza che io me ne accorgessi.


 Titolo: Cronache lunari

Autore: Marissa Meyer

Casa editrice: Mondadori

N° di pagine: 1200

Trama: Cinder è abituata alle occhiate sprezzanti che la sua matrigna e la gente riservano ai cyborg come lei, e non importa quanto sia brava come meccanico al mercato settimane di Nuova Pechino o quanto cerchi di adeguarsi alle regole. Proprio per questo lo sguardo attento del Principe Kai, il primo sguardo gentile e senza accuse, la getta nello sconcerto. Può un cyborg innamorarsi di un principe? E se Kai sapesse cosa Cinder è veramente, le dedicherebbe ancora tante attenzioni? Il destino dei due si intreccerà fin troppo presto con i piani della splendida e malvagia Regina della Luna, in una corsa per salvare  il mondo dall'orribile epidemia che lo devasta. Cinder, Cenerentola del futuro, sarà combattuta tra il desiderio per una storia impossibile e la necessità di conquistare una vita migliore. Fino a un'inevitabile quanto dolorosa resa dei conti con il proprio oscuro passato.

giovedì, settembre 04, 2025

Gocce d'inchiostro: Lair of dreams - Libba Bray

E così la Bray è stata in mia compagnia negli ultimi giorni di luglio, la soddisfazione di essere affiancata da una donna che non troppo tempo fa mi aveva regalato il primo volume di una trilogia che nel tempo ho letto e riletto un mucchio di volte, una lettura intensa e il duro lavoro su un libro che non è perfetto ma è una costante, un esempio per quegli autori emergenti che abbracciano la scrittura come semplice valvola di sfogo. La storia di Lair of dreams, le situazioni narrate, l’avvento di una nuova minaccia che induce a riflettere, dalle parvenze alquanto anomale a dispetto di tanti altri romanzi del genere, e che invitano a vivere il presente affinchè gli errori commessi fossero estirpati, tolti pur di comprendere le conseguenze di un umanità recisa da qualcosa di più grande di quel che immaginano. Perché aspirare all’avvento o alla venuta di un profeta scelto da Dio, che gli ha assegnato un certo ruolo, genera fascino ma anche inquietudine, così attaccato alla vita e alla morte e al futuro dell’universo. Idioma particolarmente elegante, arguto e sofisticato di letteratura odierna in cui il presente induce a riflettere affinchè il futuro sia migliore, diverso, conferendo dalla stessa autrice un bagaglio culturale vasto che non si afrotizza nemmeno quando una strana malattia, quella del sonno, condanna chiunque. Persino me, che da questo tipo di letture è timorata dall’idea possano presto o tardi deludermi.


Titolo: Lair of dreams

Autore: Libba Bray

Casa editrice: Oscar Vault

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 768

Trama: Ci sono sogni per cui vivi. E sogni per cui muori. Dopo aver lottato con un serial killer soprannaturale, Evie O'Neill ha svelato la propria natura di Divinatrice. Ora che il mondo sa della sua capacità di "leggere" gli oggetti, e quindi di conoscere il passato, è diventata una beniamina dei media, l'"Adorabile Veggente" d'America. Sono tutti innamorati di lei… tutti tranne gli altri Divinatori. Henry DuBois, pianista, e Ling Chan, di Chinatown, fanno di tutto per tenere nascosta la loro facoltà di camminatori nei sogni. E mentre Evie si gode la bella vita, per New York si diffonde una strana malattia del sonno. E così, un potere malefico sembra infestare persino i sogni di Henry in cerca del suo amore perduto e di Ling che tenta di farsi accettare da un mondo che la rifiuta. In tutto ciò, nascosto nell'ombra, un uomo misterioso che indossa un cappello a cilindro tesse le sue trame oscure, molto più vaste di quanto chiunque possa sospettare, mentre l'inspiegabile morbo dilaga. Riusciranno i Divinatori a discendere nel mondo dei sogni e salvare la città?

martedì, settembre 02, 2025

Le TBR: richiami dell'anima 53°

Dal principio, la fine di un mese sortisce quasi sempre un certo fascinoa. Inconsapevolmente, gli autori che hanno affiancato la mia avanzata lenta in trenta e intensissimi giorni avevano varcato la soglia del mio piccolo angolo di Paradiso senza chiedere nulla in particolare. Ed io, cercando di dare un senso alle parole di un libro aperto sfogliato dal tempo davanti agli occhi del mondo, ho fatto un bellissimo viaggio in luoghi che disgraziatamente conosco solo per sentito dire, ma che serberò e custodirò gelosamente. Ho passeggiato così in compagnia di uomini soli e contriti alla ricerca della propria identità e dei ricordi di un amore non ancora sopiti dal tempo, mi sono sforzata di concentrare l'attenzione su quello che ho effettivamente provato, sentito, finchè ogni cosa si conclude e ciò che ne resta sono i ricordi. Le emozioni o sensazioni che una determinata lettura mi ha trasmesso, così bene. Con quelle ottenebrante desiderio di comprendere il mondo, osservarlo con altri occhi, riporre i miei pensieri su carta come quel battesimo magico che mette in relazione due mondi, quello intimo o personale e quello della realtà, riponendo queste poche righe penso che quella delle TBR è una dottrina filosofica che non tutti abbracciano, ma che a me sortisce sempre effetti benefici. Perchè, in linea col mio temperamento, col mio essere precisa, disciplinata, equilibrata, programmare una bella piletta di libri che in un mese mi impegnerò a leggere, è una forma d’abbandono da cui difficilmente potrò mai sfuggire. Non ne conosco le ragioni, nè voglio conoscerle e anche questo settembre, questo nono mese dell’anno, mi vede pronta a guardarmi dentro con gli occhi di altri, voci sconosciute e non che in un modo o nell’altro vivo quasi sempre sulla mia pelle come una bellissima esperienza.

🌺🌺🌺🌺🌺

Questa Donna Eterna aveva stabilito delle regole e i cui << spettatori >> non avrebbero dovuto fare nient’altro che adattarsi. Quel poco che ricordo mi ha donato un'immagine splendida, ma dimenticabile. E presto o tardi questo testo sarà nuovamente vissuto..

Titolo: Lei, la donna eterna

Autore: Rider H Haggard

         Casa editrice: RBA

Prezzo: 9, 90 €

N° di pagine: 322

Trama: Che Lei non muoia mai è testimoniato non solo da questo omonimo romanzo di uno dei capostipiti del genere fantasy, scritto nel 1887, e che ha venduto ottantatré milioni di copie, tradotto in quarantaquattro lingue, e in italiano apparso per la prima volta nel 1928 con il significativo titolo La donna eterna. Lei non muore mai perché ha certamente ispirato tanti autori che si sono cimentati in opere di narrativa con caratteristiche analoghe e che godono di grandissimo successo ai giorni nostri; pensiamo per esempio alla saga di Harry Potter di J. K. Rowling. Lei non muore mai perché "ce n'è sempre una sola ed è sempre la stessa, fuori dal tempo": da qui la sua contemporaneità, in culture e tempi radicalmente diversi. E non sorprende dunque che, come riferisce l'autore della postfazione, Freud ne parli raccontando un suo sogno, Henry Miller ne faccia il suo "monumento", e Carl Gustav Jung prenda la Regina Ayesha - Lei - come esempio della forma archetipica di anima: guida e mediatrice verso il mondo interiore. Ieri come oggi.